Durante il recente Lucca Comics & Games abbiamo visto in anteprima la prima puntata della undicesima stagione di Doctor Who, dal titolo The Woman Who Fell to Earth.

Dopo 55 anni di storia, il Dottore cambia sesso e diventa donna.

L’interprete è la bravissima Jodie Whittaker, vista precedentemente con John Boyega in Attack the Block e successivamente nella serie TV Broadchurch in compagnia di David Tennant, interprete anch’esso del Dottore in una delle sue più amate incarnazioni, il decimo.

Un ritorno in grande stile di uno dei personaggi più amati della televisione che però, nonostante il radicale cambiamento, torna ad avere quel misto di energia e di follia sopra le righe che distingueva sia la versione di Tennant che quella successiva di Matt Smith.

Per chi non lo sapesse, la serie regolare Doctor Who si era interrotta nel 1989 riprendendo poi nel 2005 con Christopher Ecclestone.

Ammetto di non essere rimasto molto sorpreso da questa scelta, sia da appassionato che da fruitore della serie: me lo aspettavo. Inoltre per chi segue il Dottore non è una novità per il personaggio, anzi, Matt Smith appena incarnato nell’undicesimo, crede per un attimo di essere una ragazza (video sotto ad 1:36) ed è li che ho capito che prima o poi ci sarebbe stato un cambio.

 

 

Sono invece rimasto sorpreso per la freschezza, la follia e l’energia ritrovata dopo le tre stagioni in compagnia di Peter Capaldi, che per quanto mi sia piaciuto, aveva in effetti un carattere molto diverso e realista e si, anche un po’ più antipatico e rude se vogliamo.

Passiamo all’episodio dal nome tradotto La Donna che cadde sulla Terra (riferimento a come il tredicesimo si presenta nella serie).

La prima cosa che salta all’occhio è la qualità della produzione, gli effetti speciali, il trucco, i costumi, il ritmo serrato e una nuova fotografia alzano ulteriormente l’asticella della qualità della serie, rendendo tutto molto più profondo, credibile e cinematografico.

Vi basti sapere che vedendo la puntata in un cinema, non ho mai avuto la sensazione di guardare una puntata di una serie, ma di assistere alla proiezione di un vero e proprio film.

La regia invece non vuole fare salti pindarici e ci riporta con i piedi per terra, tenendoci stretti a quel mondo che solo il Dottore è capace di mostrarci, in pratica mi sono sentito decisamente a casa.

 

 

Non c’è Dottore senza companion e anche qui, non si fa eccezione. Per il momento in realtà sono più di uno, e sono decisamente assortiti e ottimamente scritti, permettendoci di legarci a loro subito dopo i primi minuti di spettacolo.

Ho amato questo primo episodio perché nonostante ci sia effettivamente una sorta di reboot per diversi motivi, principalmente tecnici, ci mostra e ci regala tutto quello che Doctor Who deve trasmettere: divertimento, battute, tensione, inquietudine e le immancabili emozioni forti.

Emozioni che non hanno tardato ad arrivare in un momento decisamente epico che mi ha strappato una lucidità negli occhi improvvisa e inaspettata seguita da un hype a dismisura in attesa del 29 gennaio, data in cui potremmo vederla anche in Italia.

Eccovi il momento di Gas Spalancato che mi ha strappato l’occhio lucido.

Spoiler Alert

Oh, yes, I’m glad you asked that again. Bit of adrenaline, dash of outrage, and a hint of panic knitted my brain back together.

I know exactly who I am. I’m the Doctor. Sorting out fair play throughout the universe.

Now, please, get off this planet while you still have a choice.

 

https://www.youtube.com/watch?v=X05oCNxgKPE

 

La percezione generale è che sia tutto incredibilmente al suo posto ma con una grande voglia di cambiamento, come se il nuovo showrunner della serie, Chris Chibnall, si stia giocando tutte le carte possibili per conquistare il pubblico legato e affezionato da tempo ad un nome importante come quello di Steven Moffat, il suo predecessore.