Ospite al Lucca Comics & Games anche la bella Sibel Kekilli, volto di Shae, la concubina traditrice di Tyrion, dalla prima alla quarta stagione di Game of Thrones. L’abbiamo incontrata e abbiamo scambiato qualche chiacchiere con lei parlando della sua esperienza sul set di Game of Thrones e delle sue aspettative sul finale della serie.
Attrice tedesca di origine turca, Sibel Kekilli è nota al grande pubblico per il suo ruolo di Shae all’interno della serie Game of Thrones, la trasposizione televisiva di HBO della saga Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin che, come tutti sappiamo, questa primavera arriverà alla sua ultima stagione.
L’attesa per la season finale della serie è tanta, soprattutto perché svelerà quale sarà la casata a vincere definitivamente – forse – la guerra che divide il grande Regno creato da Martin per la prima volta nel 1991 e che ancora, neanche all’interno dei libri, ha trovato una sua conclusione.
La serie è arrivata, invece, sul piccolo schermo della televisione grazie ad HBO nel 2011 e Sibel Kekilli vi ha partecipato dalla prima stagione per poi essere costretta – per esigenze di copione – ad abbandonare lo show alla quarta stagione.
Fin dall’inizio dello show, intendo dalla prima stagione, non c’è stato davvero il tempo di pensare “Oh mio Dio, questa cosa è pazzesca!”.
Ci rivela l’attrice quando l’abbiamo incontrata a Lucca per poterla intervistare.
Parti dal presupposto “Ok, vediamo che cosa succederà”. Poi dalla terza stagione, quando il cast si è riempito di nuovi attori, quando arrivavano per la prima volta sul set e mi vedevano, iniziavano a dire “Oddio, ma tu sei Shae! Oddio sei Shae!” ed io rimanevo assolutamente stranita.
Mi chiedevo cosa diavolo stesse succedendo perché “hey, ma sei un attore anche tu!”. Questo è per dire che inizi a comprendere davvero questo genere di esperienze quando la gente ti riconosce sul set, per strada, in giro e magari, invece, di chiamarti col tuo nome, ti chiama con quello del personaggio.
Game of Thrones non è stata la prima esperienza come attrice per Sibel, ma indubbiamente quella che più l’ha fatta conoscere al grande pubblico. La sua prima grande esperienza e sfida come attrice; infatti, la recitazione in inglese la Kekilli l’ha imparata proprio sul set, non avendo mai parlato prima di quel momento in inglese.
Sinceramente avevo una carriera prima di Game of Thrones e ce l’ho anche dopo Game of Thrones, ma è anche vero che entrare in Game of Thrones è stata una vera lotteria per me. Improvvisamente incominci a diventare internazionale, esci dalla tua piccola bolla.
Sarò sincera, in quegli anni sono stata felice ogni singolo istante, ma non tanto per il successo della serie o per l’essere diventata famosa, quanto per l’atmosfera sul set. A cominciare dagli showrunner arrivando agli attori, tutto su quel set era speciale, magico. Davvero, fin dall’inizio è stato per come stare in famiglia.
Una famiglia che l’ha portata a confrontarsi con non poche sfide; prime fra tutte, come già detto prima, sicuramente quella della recitazione in inglese.
Fino a quel momento la Kekilli non si era mai trovata di fronte ad un ostacolo del genere, avendo sempre recitato in tedesco. Game of Thrones, invece, ha dato la possibilità all’attrice di espandere i suoi orizzonti e allargare il suo ventaglio d’esperienze all’estero.
La parte più difficile è stata inizialmente la lingua. Quando ho iniziato sul set di GoT non parlavo assolutamente inglese e, la cosa peggiore, è che spesso non capivo assolutamente cosa stesse succedendo attorno a me perché non capivo nessuno.
Era frustrante. Ma Peter (Dinklage) è stato veramente gentile con me. Mi ha aiutata tantissimo. Adesso il mio inglese è migliorato tanto, ma credo che questo sia anche grazie a lui.
Il personaggio di Shae ci viene presentato come un personaggio femminile apparentemente positivo. Una prostituta che viene “salvata” da Tyrion Lannister (nella serie interpretato da Peter Dinklage), il quale, convinto dell’affetto sincero della donna, la conduce ad Approdo del Re con l’intento di sposarla.
Ovviamente, come ormai George R.R. Martin ci ha fatto capire fin troppo bene, con Game of Thrones non va dato assolutamente nulla per scontato, soprattutto quando ci sembra di trovarci di fronte a un lieto fine. Shae non solo si mostra essere un personaggio controverso e doppiogiochista, ma anche una minaccia destinata a fare un’inevitabile triste fine.
A questo proposito abbiamo chiesto all’attrice cosa ha provato quando, dopo quattro stagioni di show, ha scoperto di dover dire addio al suo personaggio e alla sua collaborazione con Game of Thrones.
Inizialmente ho pensato che, visto che in fondo la strada dei libri è diversa da quella della serie, e già il mio personaggio aveva subito dei cambiamenti, forse David Benioff e D.B. Weiss avrebbero potuto fare un’eccezione, avrebbero potuto cambiare idea. Ovviamente così non è stato.
All’inizio è stata durissima perché non potevo pensare di dover lasciare, dopo tutti quegli anni, quel tipo di atmosfera. Non volevo lasciare la famiglia di Game of Thrones. È stato davvero triste perché potete chiedere a qualsiasi membro del cast, ma nessuno ti metterà mai così a tuo agio, ti darà così tanto rispetto, come lo fa HBO.
Shae, in tutti i suoi pregi e difetti, è solo uno dei tanti personaggi femminili della serie che cercando in tutti i modi di trovare il proprio posto in un mondo che vuole essere dominato unicamente dall’uomo, facendo affidamento sulle proprie forze; usando i mezzi a propria disposizione e provando a precedere tutti d’astuzia.
Una piccolo riflesso di una condizione sociale, sotto alcuni punti di vista, più attuale che mai dove, serie come Game of Thrones o Westworld, cercano di combattere lo stereotipo della donna sottomessa, creando personaggi sempre più approfonditi, coraggiosi e indipendenti.
Penso che questo sia un aspetto importantissimo e che HBO è stato un pioniere sul rompere gli stereotipi legati alle donne. Penso, per esempio, a Sex and the City. Quattro donne libere, indipendenti che vivevano la loro femminilità e il loro essere femministe. Carry, Samantha, ognuna di loro quattro, ed è stato davvero incredibile trovarsi di fronte a quella realtà differente. Adesso penso a Westworld e a Game of Thrones.
La gente mi ha detto più volte “No, ma le donne in Game of Thrones non sono così forti”, ma non è vero. Non è assolutamente vero. È l’opposto! Fin dall’inizio le donne di Game of Thrones sono state fortissime e nel corso della serie crescono ancora di più. Questo succede anche in altre serie di HBO, penso a Big Little Lies dove grandi attrice fungono anche da produttrici, come per esempio Reese Witherspoon, e parlano di violenza, parlano di diritti, parlano alle donne. È un cambiamento importante, buono e giusto.
Non è solo una corrente momentanea o una “moda” da show. È un’onda che si sentirà, che avrà una risonanza positiva anche per i prossimi anni. Non so in Italia, ma in Germania ti considerano vecchia e inadatta ad alcuni ruoli se hai quarant’anni. Assurdo, no!? Questo sta cambiando. L’industria del cinema sta cambiando. Purtroppo ciò che ancora credo e che mi rende triste è che le vere nemiche delle donne sono le donne stesse. Siamo noi le nemiche di noi stesse.
Nell’avvicinarsi alla conclusione del nostro incontro con Sibel Kekilli, non possiamo non chiederle del suo rapporto con i romanzi della serie e della sua idea sulla conclusione di questa attesissima ottava stagione che segnerà, una volta per tutte, fine a una delle più grandi produzioni HBO che ha cambiato radicalmente la storia della serialità.
Ammetto di aver iniziato i libri di George R.R. Martin dopo la mia morte nello show. Comunque io e lui siamo ancora amici.
Proprio qualche giorno fa ci siamo sentiti e gli ho chiesto che cosa avesse in mente, chi salirà sul trono. Lui prima non mi ha risposto, poi mi ha detto “Hodor”, ma sappiamo tutti che Hodor è morto. Allora poi ha cambiato la sua risposta in “Hot Pie”. Voi conoscete un personaggio che si chiama così!? Ovviamente mi stava prendendo in giro.
Sinceramente vorrei che fosse una donna a salire sul trono, ma forse è fin troppo scontato e prevedibile. Non so… Vedremo! Certo, se dovessi proprio scegliere vorrei vedere me stessa sul Trono di Spade!