Arriva sui nostri tavoli da gioco Sid Meiers’s Civilization: Una Nuova Alba, freschissimo adattamento del mitico videogioco strategico a turni e versione ricostruita del precedente boardgame datato 2010, sempre di Fantasy Flight Games. Il viaggio tra le ere della civiltà sarà all’altezza dell’importante retaggio?
Non sono mai stato un amante dei giochi troppo lunghi, quelli da 4 o 5 ore per partita, o addirittura quelli che presentano meccaniche così complesse da richiedere una concentrazione tale da annullare talvolta le interazioni sociali durante una partita (annullando – se permettete – il concetto di “gioco di società”).
Mi rendo tuttavia conto che giochi che presentano tali dinamiche sono parimenti apprezzati da notevoli categorie di giocatori e che tuttora alcuni titoli sono considerati quasi “leggendari”.
Forse anche per questo timore non sono riuscito ad approcciarmi seriamente al Civilization datato 2010. Quando ho saputo di questa rivisitazione da parte di Fantasy Flight (che come sapete nel nostro paese è distribuita da Asmodee Italia), con l’obbiettivo di snellire il titolo e di renderlo più fruibile anche ai giocatori meno hardcore come me, mi sono subito molto incuriosito.
Civilization, dal punto di vista videoludico è una pietra miliare, addirittura nelle sue diverse incarnazioni (il sesto capitolo è uscito nel 2016) un metro di paragone per i titoli strategici.
E il gioco da tavolo ha ancora adesso una notevole fama per quanto attiene a complessità e spessore, nonché un più che discreto fanbase.
Un’eredità dunque pesantissima da portare sulle spalle, specie se con la rivisitazione si tende a rivolgersi ad un pubblico nuovo, un pubblico che in qualche modo rappresento.
Laddove qualche vecchio fan della saga e delle caratteristiche sopra elencate può riscontrare difetti, un giocatore dalla visione diversa potrebbe trovare qualche valore aggiunto.
Come immagino saprete lo scopo del gioco è quello di portare la nostra civiltà ad espandersi e a raggiungere un livello di progresso sempre più elevato, “viaggiando” tra le epoche e compiendo il proprio sviluppo. Non necessariamente violento, ma quasi sempre a scapito degli altri. Mors tua, vita mea.
Dopo aver scelto il nostro popolo, ognuno dotato di caratteristiche proprie (maggior attitudine al combattimento piuttosto che allo sviluppo tecnologico e via dicendo), inizieremo il nostro gioco da una città capitale, posizionata in uno dei tanti esagoni che compongono il continente del gioco.
Le diverse caselle indicheranno terreni pianeggianti, collinari, foreste, deserti e catene montuose, in ordine crescente di difficoltà. Le caselle contenenti acqua sono considerate off limits e costituiranno dei veri e propri ostacoli nei vari percorsi.
Ogni giocatore avrà a disposizione una barra dei focus nel quale collocare le proprie cinque carte focus secondo l’ordine prestabilito dal proprio popolo. In ordine crescente le carte saranno quindi dotate di un livello di potere descritto dal terreno nel quale sono collocate.
Le pianure valgono 1 e così via in ordine crescente fino alle montagne che valgono 5. Questo vuole dire che una carta permetterà un impiego tanto più potente quanto più sarà collocata a destra della barra.
Le carte rappresentano cinque diverse tipologie di tratto:
- Esercito: determina la strategia bellica del nostro popolo, si usa per attaccare gli altri giocatori o i barbari erranti presenti nel tabellone o per rinforzare i nostri avamposti;
- Cultura: generalmente si utilizzano per espandersi sul territorio creando nuovi avamposti per insidiare gli altri popoli e conquistare obiettivi strategici;
- Scienza: il progresso scientifico fa progredire il livello delle carte focus in nostro possesso, ottenendo nuovi poteri ed effetti migliorati (livelli da I a IV);
- Industria: permette la realizzazione delle città o addirittura di una meraviglia che adornerà una delle nostro città (se possediamo le risorse sufficienti) le quali doneranno prestigio ed importantissimi bonus al nostro popolo;
- Economia: permette di muovere le nostre carovane di mercanti neutrali tra i vari territori, per commerciare con le città stato presenti sul tabellone o anche con le città rivali, ottenendo risorse e carte diplomazia che conferiscono bonus.
Ad ogni turno il giocatore sceglierà quale carta attivare, attuando i suoi effetti, collocando la carta usata nel primo slot (quello di valore uno) e “scalando” le restanti carte sulla destra. Questo permetterà ad ogni turno di crearsi la propria strategia personalizzata, risparmiando le carte più potenti per i nostri scopi per momenti più opportuni o insistendo con effetti più radicali per confondere gli avversari.
Nel tabellone saranno presenti diverse città-stato (tutte realmente esistenti da Buenos Aires a Seul), oltre a quelle che vengono definite “meraviglie della natura”, che custodiscono importanti giacimenti di risorse.
Il gioco si concluderà quando un giocatore metterà a segno per primo 1 obiettivo su ogni carta vittoria pescata all’inizio della partita.
Naturalmente non saranno solo gli altri giocatori ad impedire i nostri sogni di conquista, ci saranno anche i barbari governati dal tiro dei dadi che vagheranno per il tabellone pronti a razziare le nostre città.
Civilization Una Nuova Alba si presenta come uno strategico semplice e piuttosto immediato, con meccaniche di base facilmente imparabili in mezz’ora anche per i meno esperti del genere.
I turni dei singoli giocatori si svolgono in maniera rapida creando una certa dinamicità e permettendo di completare una partita a 4 giocatori anche in 90/100 minuti di gioco.
Ma questa è veramente una caratteristica positiva?
Dipende a chi lo chiedete.
Da non affezionato al genere ho trovato l’immediatezza del gioco sviluppato da James Kniffen un discreto valore aggiunto, capace di abbattere il muro di diffidenza che alcuni provano per il genere e regalando un’esperienza divertente, di tempo abbastanza contenuto.
Tuttavia per un esperto del genere credo che questo gioco possa presentare notevoli delusioni.
Le meccaniche semplificate snaturano lo spessore insito nel percorso strategico, così come lo sviluppo temporale delle civiltà sembra piuttosto randomico.
Potremmo essere ancora una civiltà con scarso progresso tecnologico, tuttavia con le giuste risorse e la giusta collocazione potremmo essere in grado di costruire una meraviglia del mondo moderno, senza passare prima da quelle del mondo antico o medievale.
Una cosa tipo avere una bella Torre Eiffel in mezzo ai barbari assedianti, con soldati armati di cerbottane e lance.
Senza considerare poi che non esiste una vera e propria parte dedicata alla diplomazia e al rapporto con gli altri popoli.
Ma la questione è che ogni boardgame ha un suo target di riferimento e in questo caso Civilization Una Nuova Alba sembra strizzare l’occhio ad un pubblico non necessariamente esperto di questi titoli e più portato verso un’esperienza magari estemporanea piuttosto che per la sistematicità.
Se il Civilization del 2010 era un’auto da Formula Uno, tutta calibrazioni, strumentazione avanzata e strategia, Una Nuova Alba è più un’auto da rally, sporca di fango, più votata all’azione immediata e alla reattività. Hanno lo stesso nome certo, ma due scopi decisamente diversi.
La cosa su cui non si può sorvolare è una realizzazione dei componenti non all’altezza del solito standard qualitativo di Fantasy Flight. Che siate dei patiti di German o degli Ameritrasher incalliti, la qualità delle illustrazioni , dei componenti e delle pressochè indifferenti miniature non accontenta nessuno.
La componentistica si limita a svolgere il proprio ruolo, senza farsi ricordare per brillantezza dei colori o per ricercatezza nel design, nonostante alcuni disegni risultino comunque piacevoli.
Sotto questo aspetto si poteva fare decisamente di più.
Tuttavia sarei un bugiardo se vi dicessi di non essermi divertito nelle due ore scarse di gioco che ho effettuato.
Mi sono trovato subito a mio agio con la rapidità di apprendimento e con gli obiettivi, e ho provato una sana competizione verso gli altri giocatori, senza mai annoiarmi tra un turno e altro.
E mi sono fatto pure grandi risate pensando al progresso militare di livello IV, il volo, immaginando i miei temibili Aztechi volanti scoccare dardi avvelenati sui poveri giapponesi del mio avversario, risvegliando i miei istinti bellici come antiche reminiscenze di Warhammer. Bloody death from above.
Vedete, su Lega Nerd rappresentiamo una molteplicità di approcci e gusti diversi e per questo gioco forse serviva anche il punto di vista di un rappresentate del target per il quale il gioco è stato concepito.
Se non avete mai provato un titolo strategico e siete incuriositi, Civilization Una Nuova Alba potrebbe rappresentare per voi un valido tassello di partenza.
Se siete esperti fruitori del genere tenete stretta la vostra copia di Civilization 2010.
Questo non è Civilization 2.0. Non è migliorato o impreziosito, è semplicemente diverso, come appunto una Nuova Alba per nuovi occhi.
- un gioco stretegico immediato e semplice, adatto ai non esperti
- Non ci si annoia tra un turno e l'altro
- Una partita si può concludere in 90 minuti
- Discretamente economico e facile da imparare
- Non è destinato ad un pubblico di esperti del genere, che lo considererebbero una sorta di notevole passo indietro
- Componentistica in generale non a livello degli standard Fantasy Flight
- Spessore strategico estremamente ridotto rispetto il fratello maggiore del 2010