Drew Goddard e i suoi “maledetti sette” arrivano a Roma aprendo la tredicesima edizione della Festa del Cinema con 7 Sconosciuti a El Royale (Bad Times at the El Royale), in arrivo nelle nostre sale dal 25 Ottobre grazie a 20th Century Fox. Un thriller pulp dal sound anni ’70 che si regge su grandi interpreti.

7 Sconosciuti a El Royale è il nuovo lavoro come regista e sceneggiatore di Drew Goddard, che abbiamo già visto in passato come sceneggiatore di film e serie come Cloverfield, The Martian, Buffy – The Vampire Slayer e Daredevil, e regista dell’horror Quella Casa Nel Bosco.

Goddard assimila la lezione del pulp del cinema tipico di Quentin Tarantino in un mix tra Pulp Fiction e The Hateful 8, e gli da una visione nuova, ma che conserva, nella sua essenza più profonda, una nostalgia quasi naive.

 

7 Sconosciuti a El Royale
Una pellicola “vintage” che, nel suo piccolo, sembra essere destinata a diventare un cult.

Cavalli di battaglia di questo film sono, senza ombra di dubbio, le splendide e grandiose interpretazioni dei suoi interpreti, primi fra tutti Jeff Bridgers, Jon Hamm e un inedito Chris Hemsworth assieme alla splendida Cynthia Erivo. Ma le sorprese arrivano anche da una – mai davvero fino in fondo convincente – Dakota Johnson, la giovanissima Cailee Spaeny e i camei di Xavier Dolan e di uno straordinario Nick Offerman.

A completare il cast troviamo anche Lewis Pullman nei panni dell’ingenuo e apparentemente fifone “lobby boy” Miles Miller, un personaggio decisamente più complesso di quanto ci si potrebbe immaginare.

Pregio e difetto di questa pellicola sono proprio le sfumature di cui sono caratterizzati tutti i personaggi, dei quali non sapremo mai tutto, ma ci sarà sempre qualcosa lasciato in sospeso fino alla fine, ingigantendo l’aura di mistero e charme attorno a loro.

 

7 Sconosciuti a El Royale

 

L’intera pellicola è ambienta in meno di 24 ore all’interno dell’hotel El Royale.

L’intera pellicola è ambienta in meno di 24 ore all’interno dell’hotel El Royale, un luogo quasi fermo nel tempo, letteralmente a metà tra lo Stato della California e quello del Nevada. Ma El Royale non è un semplice hotel e bisogna stare molto attenti ai segreti che si decide di portare tra le camere di questa struttura.

In un’apparente giornata di sole, la calma prima della tempesta, la struttura “porta” al suo ingresso sette sconosciuti, inconsapevolmente legati l’uno all’altro. Una lunga notte sta per attenderli a El Royale. Una notte che difficilmente chi sopravviverà sarà capace di dimenticare. O forse no?

Drew Goddard costruisce un’intera pellicola sul segreto, sulle prime apparenze, sul non farsi ingannare troppo dall’aspetto perché… l’abito non fa il monaco.

E tutto ciò viene allestito in un mondo cinico, marcio, dove le discriminazioni di genere e razziali sono sempre più aspre, dove non esiste religione ma solo falsi dei egoisti ed ipocriti, proiettati esclusivamente verso il proprio tornaconto personale.

Eppure in tutto questo quello che viene fuori non è solo il ritratto di sette grandi personaggi tanto diversi tra loro quanto influenti sulle azioni degli altri, ma anche un grande ritratto femminista, di una donna che non ha iniziato a combattere solo ora e che, se vuole, può essere decisamente più abile di un uomo.

 

7 Sconosciuti a El Royale

 

7 Sconosciuti a El Royale è una pellicola molto interessante, che sa come conquistare l’attenzione dello spettatore

7 Sconosciuti a El Royale è una pellicola molto interessante, che sa come conquistare l’attenzione dello spettatore, che fa riflettere su alcune tematiche centrali, come appunto l’inganno, la disperazione e anche la religione.

Drew Goddard non si mostra essere solo un abile sceneggiatore – arte affilata più volte negli ultimi anni – ma anche un abile regista che arrivato al suo secondo film sa ben mescolare i generi, sa darci il thriller e il pulp, ma anche incantarci con inquadrature magistrali.

Si inizia con un’apertura particolarmente teatrale a macchina fissa, dove solo il personaggio è l’ultimo elemento in movimento di quella porzione visiva mostrata e si arriva a dei lunghi piani sequenze carichi di azione o campo o contro campo dove la suspense si potrebbe affilare con un coltello.

 

7 Sconosciuti a El Royale

 

Goddard sfrutta alcuni trucchi con la macchina da presa veramente eccezionali.

Goddard sfrutta alcuni trucchi con la macchina da presa veramente eccezionali, originali e che al tempo stesso riprendono il cinema di Tarantino, ma anche la schematizzazione del cinema di Anderson con riprese perfettamente centrate, simmetriche dove il gioco del confine tra California e Nevada gioca un ruolo fondamentale.

Eppure si trovano nella pellicola momenti più dinamici e momenti meno intensi che rendono la visione meno scorrevole, più appesantita dal minutaggio e che potrebbero portare lo spettatore a distarsi. Gestire un cast corale non è semplice. Goddard ci riesce molto bene, un po’ meno però per quanto riguarda i background di alcuni di essi.

Il regista vuole solo farci dare dei piccoli morsi per fantasticare, curiosare, dare noi la nostra versione della storia. Infarcisce la scena di piccoli dettagli, sia nella scenografia che nei dialoghi. Al tempo stesso però resta un po’ incastrato in alcune sotto trame non particolarmente necessarie.

 

7 Sconosciuti a El Royale

 

Ciò che risplende in questo film sono i suoi attori,  dalla maestosità di Jeff Bridges alla determinazione di Cynthia Erivo, fino ad arrivare allo charme di Jon Hamm.

Ma la sorpresa più interessante è Chris Hemsworth in un ruolo atipico dove è il corpo maschile a venir strumentalizzato sessualmente da un personaggio manipolatore, cinico, che sfrutta il suo fascino e desiderio sessuale per costruire un piccolo impero di disturbarti figli dei fiori che non poco strizza l’occhio alla ben più terrificante Manson Family.

Fiore all’occhiello del film, oltre ai suoi grandi interpreti, è la colonna sonora dal sound anni ’70, costruita perfettamente in armonia con l’epoca ma in totale contrasto con le azioni che si susseguono sulla scena.
7 Sconosciuti a El Royale

 

Goddard alterna momenti cantati, momenti di jukebox e tappeto musicale, risultato parte integrante di una composizione sonora molto più amplia e complessa. Un mix sonoro che dona il ritmo alla narrazione, ai dialoghi sopra le righe, alle scene più cruente e dolorose.

Forse 7 Sconosciuti a El Royale potrebbe essere definito un progetto fin troppo ambizioso per la regia di Goddard, eppure il film nella sua imperfezione riesce a essere convincente, intenso, interessante.

Un film che si presta a più visioni, forse spronando di più lo spettatore a cercare ancora più dettagli.

 

 

7 Sconosciuti a El Royale arriva nelle sale italiane il 25 Ottobre.

 

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