Che cosa fareste voi se un giorno scopriste di essere gli unici umani ad avere ancora la vista in un mondo dove le piante camminano e si cibano di persone?
Il mondo creato da John Wyndham in “Il giorno dei trifidi” si avvicina molto al nostro. L’umanità si trovava in un momento molto rigoglioso, in un mondo mite e civilizzato. Non c’era bisogno di munirsi d’armi e ogni luogo era accessibile senza gran fatica.
Ma poi sono arrivati loro. Non si conosce bene la loro provenienza; c’è chi sostiene che siano venuti dallo spazio, altri dicono che siano nati spontaneamente. In un modo o nell’altro, i trifidi hanno iniziato a crescere per il globo, sfruttati inizialmente per produrre olio.
Queste piante si sono diffuse tranquillamente, perché gli uomini avrebbero dovuto sospettare qualcosa?
I trifidi erano, per generale riconoscimento, un po’ strani, ma solo perché dopotutto si trattava di una novità; a pensarci bene, erano poi tanto più strani d’una serpe, degli struzzi, dei girini, e di tanti altri esseri? Il pipistrello era un mammifero che aveva imparato a volare, e lì avevamo una pianta che aveva imparato a camminare, e allora?
I trifidi hanno un verticello con un aculeo per ferire e lacerare la carne. Non hanno una forza muscolare tale da strappare la carne viva, ma quella decomposta, anche umana, sì. Poi hanno iniziato a sollevare le radici e a camminare.
Da quel momento l’umanità è corsa ai ripari anche se non è riuscita a debellare totalmente questi vegetali. In una notte è infatti cambiato tutto. Il cielo di Londra viene illuminato da una pioggia di meteoriti verdi, uno spettacolo incredibile impossibile da perdere. William Masen è fuori dal giro a causa di una puntura di trifido che l’ha costretto a letto bendato. Il giorno dopo scopre che, in fin dei conti, non si è perso granchè ma che anzi quelle bende l’hanno salvato. Chiunque abbia guardato i meteoriti è stato privato della vista e si diffonde il panico.
Quel mondo tanto rigoglioso sembra ora un’utopia. Le persone sono impazzite, molte di queste non riescono a sopportare il fatto di essere diventate cieche e si tolgono la vita. Altre si approfittano violentemente di chi ha ancora la vista per rubare cibo e acquisire potere. Lo scenario che dipinge Wyndham è il classico romanzo post apocalittico, a cavallo fra fantascienza e horror. I trifidi sfrutteranno questo momento di debolezza per approfittarsi degli umani.
La vista era il vantaggio che permetteva agli uomini di combattere queste piante, senza quella si trovano in seria difficoltà. Al di là però della minaccia vegetale, quello che emerge è una forte riflessione sociale. L’umanità si trova in un momento critico, ogni legge sembra essere caduta, persino la morale.
Molti cadono vittime della violenza saccheggiando il possibile e cercando, in alcuni casi, di creare un nuovo tipo di società. Alcune delle nuove idee che si fanno avanti sono a dir poco grottesche e fanno riflettere sul significato di essere umani.
Nonostante si tratti di un libro scritto nel 1951, non si ha la percezione di trovarsi di fronte a qualcosa di vecchio e superato. Il romanzo è più che attuale per le tematiche che veicola. L’autore crea un’atmosfera fantascientifica agghiacciante senza bisogno di grandi invenzioni tecnologiche.
Si basa tutto sulla natura umana e sulla reazione di questa in situazioni anomale e particolarmente critiche. Paradossalmente fa più paura una società in cui le persone non si preoccupano di perdere il libero arbitrio, diventando delle mere macchine riproduttive, che un mondo popolato da piante deambulanti e carnivore.
In alcuni punti la narrazione può risultare un po’ lenta e priva di azione, ma vale la pena leggere ogni pagina per riflettere sulla condizione umana. È questa la vera forza di Wyndham e il motivo per cui “Il giorno dei trifidi” rientra nei grandi della fantascienza.
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