Denzel Washington torna a interpretare l’ex spia Robert McCall in The Equalizer 2, il primo sequel della sua vita, diretto ancora una volta dall’amico Antoine Fuqua. Abbiamo incontrato il premio Oscar a Londra, dove ci ha rivelato i consigli che ha dato al figlio, anche lui attore, prima di girare con Spike Lee.

Sorriso smagliante e sguardo che fulmina: Denzel Washington, un paio di premi Oscar a casa e una lunga serie di ruoli cult nel curriculum, può essere la persona più affabile del mondo e, un istante dopo, quella più puntigliosa.

Notoriamente un carattere forte, Washington è uno degli attori più versatili e amati dal pubblico, in grado di passare facilmente dal registro drammatico all’azione. In The Equalizer 2 – Senza perdono, nelle sale italiane dal 13 settembre, diretto sempre da Antoine Fuqua, è di nuovo l’ex spia Robert McCall.

Abbiamo incontrato l’attore a Londra, all’anteprima europea del film, il primo sequel della sua lunga carriera:

Ho fatto il sequel di The Equalizer perché me l’hanno chiesto! E anche perché in molti dei miei altri film non sopravvivo.

 

Ci ha detto ridendo, proseguendo:

Si è parlato di sequel per Safe House – Nessuno è al sicuro: alcuni ipotizzavano che il mio personaggio non fosse morto davvero e potesse quindi tornare. All’epoca avevamo pensato anche a un prequel, ma poi non se n’è fatto nulla.

Alla fine abbiamo fatto un sequel di The Equalizer perché è stato un grande successo al botteghino, ma ho accettato solo dopo aver letto la sceneggiatura: era un mondo completamente diverso.

Un’altra ragione che ha convinto Washington ad accettare è la regia dell’amico Antoine Fuqua, con cui è al quarto film insieme:

Con Tony Scott avevo la stessa intesa: insieme abbiamo fatto cinque film e alla fine impari a conoscerti, a capire come lavora l’altro.

Con Antoine siamo a quota quattro, come con Spike Lee. I nostri rapporti sono fatti di fiducia. E anche di successo!

 

 

The Equalizer 2: Robert McCall angelo della vendetta

In The Equalizer 2, che esce a quattro anni di distanza dal primo capitolo, ritroviamo McCall impegnato in un lavoro completamente diverso: messe da parte armi e mosse letali, ora è un autista di Uber, che prende a cuore il destino di un ragazzo che vive nel suo stesso palazzo, Miles (Ashton Sanders), dal grande talento artistico ma indirizzato su una strada pericolosa. Un’evoluzione molto interessante per il suo interprete:

Robert ora è un autista, ma la cosa che mi ha davvero convinto a interpretarlo ancora è il rapporto, quasi padre-figlio, con Miles. Per me è un’esperienza nuova: non ho mai interpretato due volte lo stesso personaggio, di solito quando il film è finito ho chiuso con lui.

È stata una sfida: è quello che ha reso il film interessante per me, anche perché il personaggio è molto diverso da come lo ricordiamo.

Alla fine del primo film non era molto bravo a relazionarsi con le persone, mentre ora le porta in giro in macchina, ci parla. Cosa gli è successo in quattro anni?

È questa la domanda che mi sono fatto. Ha promesso a stesso che non avrebbe mai più usato le sue capacità, ma, per natura, non riesce a rimanere indifferente all’ingiustizia, è, se vogliamo, il suo super potere.

 

 

La missione di essere popolari

Washington è un attore e un regista impegnato, ma ha sempre frequentato il cinema popolare perché sa che è quello più amato dal grande pubblico:

Il portiere del mio palazzo a New York ha apprezzato Barriere, ma adora The Equalizer! Un mio amico, che fa il dottore, quando ha visto Grido di libertà, una storia che parla di vita e di morte, mi ha detto: Denzel, non vado al cinema per vedere storie di vita e morte, per quello c’è già il mio lavoro, vado al cinema per evadere. Non l’ho mai più dimenticato ed è successo trent’anni fa!

Mi ha fatto pensare: se una cosa è importante per me non vuol dire che lo sia anche per gli altri. Da piccolo volevo essere Shaft: sono quelli i film che poi ti ricordi anche da grande.

 

 

I consigli di Denzel Washington

Washington ha davvero a cuore il ruolo da mentore del suo personaggio, forse perché anche lui lo è per i suoi figli: padre di quattro ragazzi, il più grande, John David Washington è una stella nascente, protagonista dell’ultimo film di Spike Lee, BlacKkKlansman, premiato al Festival di Cannes con Grand Prix Speciale della Giuria, in uscita il prossimo 27 settembre.

Che consigli ha dato a suo figlio prima di girare il film che cambierà per sempre la sua carriera?

Il mio consiglio è: studiare! Tutto dipende dal lavoro: a mio figlio dico di non preoccupasi del suo brand, dei like su Instagram. Se ti vedono gratis tutta la settimana non verranno a pagare per vederti al cinema nel weekend.

Bisogna rimanere umili, affinare la propria arte e continuare a crescere come attori. Facciamo un lavoro fantastico, possiamo vivere molte vite diverse: lui ha il talento per farlo, lo ha fin da quando era piccolo, come sua sorella.

Sul set del film Glory – Uomini di gloria era molto attento, aveva imparato le battute di tutti, le mie, quelle di Morgan Freeman, e poteva fare qualsiasi accento. Mi lascia dei messaggi telefonici in cui passa dall’accento giamaicano a quello del Bronx, poi di nuovo quello di Los Angeles.

 

Che ne pensa l’attore e regista del film?

Spike se l’è cavata, ma io ero troppo impegnato a guardare mio figlio! Devo rivederlo: sono orgoglioso di lui, come di tutti i nostri figli.

 

 

The Equalizer 2 – Senza perdono è in sala dal 13 settembre.