Alfonso Cuarón: “Roma è un omaggio alla mia memoria, ad una vivida cicatrice che porto dentro”

ROMA

Nel secondo giorno di Festival arriva l’attesissimo ROMA, il nuovo film di Alfonso Cuarón dopo cinque anni di assenza dal grande schermo. Per l’occasione l’abbiamo incontrato per farci raccontare del suo nuovo film, della nostalgia e della necessità di parlare del passato.

Dopo essere stato presidente di giuria al 73° Festival di Venezia, Alfonso Cuarón torna al Lido da regista. La pellicola ROMA è stata presentata in anteprima in Concorso e sarà distribuita a Dicembre su Netflix.

 

 

Dopo Sulla Mia Pelle, ROMA è il secondo film di Netflix a passare da Venezia: il Lido si è mostrato aperto più che mai con la grande piattaforma di streaming, valutando i film non per come sono distribuiti, ma per la loro qualità.

 

ROMA

 

A questo proposito è proprio lo stesso regista, che abbiamo incontrato in una piccola conferenza dedicata unicamente alla stampa italiana, a dire:

Quando è stata l’ultima volta che avete visto al cinema un film di Bergman? La gente spesso non ha il tempo o la possibilità di andare al cinema. Non vede più film.

Il problema, quindi, non è dove vedere un film, ma è vedere un film. Ecco cosa conta. ROMA sarà distribuito sia su Netflix che al cinema. È un film fruibile ovunque.

E ROMA consumato tra le mura domestiche, forse, potrebbe dare perfino qualcosa in più.

Un vero e proprio dramma a due facce di due donne, tra le pareti della stessa casa a Città del Messico nel 1971. La storia di Cleo (Yalitza Aparicio), domestica di una famiglia benestante, che si riscopre ragazza madre senza certezze, e donna Sofia (Marina De Tavira), mamma e moglie lasciata dal marito, che riversa su Cleo alcune delle sue frustrazioni.

 

ROMA è lo sforzo eroico di queste due donne, non solo dei loro personaggi. Abbiamo girato tutto in continuità. Hanno imparato giorno dopo giorno a muoversi davanti alla telecamera, a comprendere le situazioni che le avrebbero coinvolte.

Abbiamo girato per lo più senza copione, cercando di apprendere il più possibile dalla storia nel momento in cui si stava girando. Per me era fondamentale che tutti riuscissero ad entrare in questo meccanismo.

 

ROMA

 

A questo proposito rispondono anche le due attrici. La prima è Yalitza Aparicio, che afferma:

È vero, abbiamo lavorato senza copione e il risultato lo dobbiamo tutto ad Alfonso. Nel mio caso mi ha sempre tranquillizzato. Mi diceva sempre di pensare come se fossi realmente dentro a quella famiglia e di reagire nel modo più naturale possibile. Di muovermi in maniera spontanea.

 

Marina De Tavira, invece, dice:

Tutte le relazioni che si sono sviluppate, lo hanno fatto piano piano che frequentavamo il set. In questo modo abbiamo avuto modo di dare forma a dei veri rapporti umani che dall’esterno riuscivamo a portare all’interno del film.

 

Cleo e Sofia rappresentano solo una parte di ROMA, quella dei ricordi di Alfonso Cuarón, ovvero la motivazione per la quale il regista ha dedicato tanto del suo tempo su questo film.

ROMA è un film autobiografico. Sicuramente è rappresenta il limite del fin dove posso arrivare con una mia biografia. Circa l’80%/90% delle scene fanno parte della mia memoria, soprattutto in quello che ho messo nel personaggio di Cleo.

Ho cercato di essere il più fedele possibile, ricostruendo i luoghi della mia infanzia. Per esempio, la casa dove si ambienta il tutto è fedelmente ricostruita e circa il 70% dei mobili usati sono originali.

Potrei definire ROMA come un dialogo sulla memoria, ma rappresentato con uno sguardo proveniente del presente.

 

ROMA

 

Ci sono molte scene, così come le si vede nel film, nate esclusivamente dalla mia memoria e poi rappresentate con estrema fedeltà. Come l’incendio nel bosco la notte di capodanno.

Questo momento diviso di festa che vede la classe ricca festeggiare di sopra, poi scendiamo le scale assieme a Cleo e vediamo il momento di festa dei lavoratori, quelli al servizio dei più ricchi.

E una volta che scoppia l’incendio, cosa succede? I lavoratori tornano a lavorare, mentre per i ricchi è tutto un gioco, una nuova esperienza da fare.

 

All’interno del film c’è anche un aspetto socio-politico molto importante che si distacca dalla memoria di Cuarón e attinge più dal presente.

ROMA sicuramente è un omaggio ad una mia profonda cicatrice proveniente dal passato; al tempo stesso vuole essere omaggio, faro su una cicatrice presente e profonda per il popolo messicano. Voleva rappresentare la violenza, le condizioni nelle quali alcuni miei connazionali si trovano in questi anni.

 

Così diverso da ciò che abbiamo visto negli anni precedenti dal regista, ROMA conserva alcune delle tematiche più care al regista, come mettere le vite umane, soprattutto quelle dei bambini al primo posto.

Ritorna in più di un’occasione il tema del “salva il bambino”, che già era stato estremo protagonista nella pellicola I Figli degli Uomini.

 

ROMA

 

Sinceramente non mi ero reso conto di aver inserito degli elementi che potessero addirittura citarmi. Anzi, ho cercato in questo film – più che in qualsiasi altro – di non essere referenziale.

Se vedevo qualcosa che mi ricordava troppo qualcos’altro, l’accantonavo immediatamente. Al tempo stesso, nel mio DNA da cinefilo, scorrono tanti nomi e film di grandi autori come Fellini, Scola, Taviani e Pasolini.

 

Per Yalitza Aparicio e Marina De Tavira la memoria ha gioco un ruolo meno fondamentale, rispetto a quello di Cuarón, per l’interpretazione dei loro personaggi. Ma la famiglia, i ricordi, sono stati dei validi alleati per entrambe le donne. Marina ci dice:

Io sono nata agli inizi degli anni ’70, quindi dopo l’epoca in cui è ambientato il film. Non avevo dei riferimenti, però man mano che il film andava avanti, potevo vedere la storia di mia madre uscire fuori. È questo che mi ha legato a Sofia.

Durante la lavorazione del film mi sono resa conto che uscivano davvero queste cicatrici che appartenevano anche alla mia vita. Il lavoro è stata una sorta di immedesimazione il più aperta possibile a fare propri tutti questi aspetti.

 

A chiudere, invece, è la testimonianza di Yalitza Aparicio:

Nel mio caso non posso fare riferimenti all’epoca ma non è stato difficile perché ho tratto ispirazione da mia mamma, mia nonna, l e donne di casa della mia famiglia. Credo che per questo motivo tutti possano ritrovare parte di queste storie nella propria storia famigliare.

 

La Mostra del Cinema di Venezia si terrà al Lido dal 29 Agosto all’8 Settembre. Noi di Lega Nerd, come ogni anno, seguiremo la mostra per tenervi costantemente aggiornati con news, recensioni, interviste e recap live dal Lido. Segui il nostro hub dedicato: leganerd.com/venezia75
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