Octopath Traveler, il particolare jrpg di Acquire in esclusiva per Switch è finalmente arrivato sull’ibrida di casa Nintendo. Scoprite come ci è sembrato con la nostra recensione.

Talvolta capita di ritrovarsi davanti a dei giochi che mettono in seria difficoltà la stesura di una recensione. E sulla carta, badate, Octopath Traveler non dovrebbe rientrare tra quelli, dal momento che sono state chiare fin da subito molte delle connotazioni che dovrebbero inserirlo in un filone ben preciso, dallo stile grafico 16-bit al gameplay da jrpg vecchio stile con scontri casuali e combattimento a turni. Ma ho detto dovrebbero, appunto.

C’è un fattore piuttosto inedito riguardo il modo in cui le storie di questo gioco ci vengono raccontate, e questo fattore rende difficile incasellare il giudizio nei canoni classici di un jrpg a turni, ma ci arriveremo fra poco. Sviluppato dai ragazzi di Acquire (che già su 3DS hanno dimostrato le proprie capacità con Bravely Default) e pubblicato da Square Enix in esclusiva per Nintendo Switch, questo titolo riesce ad innovare il genere dei giochi di ruolo alla giapponese, pur omaggiando lo stile dei colossi del passato come Chrono Trigger e Final Fantasy VI. Se siete curiosi di saperne di più, non vi resta che proseguire con la lettura della nostra recensione!

 

 

 

 

Otto viaggiatori, otto storie

Partiamo subito col parlare della trama del gioco, aspetto che oltre ad essere da sempre tra i più importanti nel genere dei jrpg, è anche uno degli aspetti più controversi a cui vi accennavo già nell’introduzione. Masashi Takahashi e Tomoya Asan hanno strutturato per Octopath Traveler un curioso sistema di intrecci, che si presta a diverse interpretazioni. Andiamo con ordine: la prima cosa che ci troveremo a fare sarà scegliere uno degli otto personaggi a nostra disposizione, ciascuno dei quali ha una propria classe (qui identificata come “azione viaggio”, che ne determina anche la storia) e un particolare talento.

Troviamo dunque Therion il furfante, che è stato la mia scelta, la cui azione viaggio è rubare e il cui talento, neanche a dirlo, scassinare. Il suo passato è avvolto nel mistero, ma le sue imprese godono di fama sconfinata al punto che anche solo un’allusione ai suoi colpi istilla terrore nell’animo dei più facoltosi. Questo fin quando, mentre attraversa le Regioni montane, giunge al suo orecchio la voce di un ineguagliabile bottino; le sue ambizioni lo condurranno nei pressi di una villa, dove inizierà la nostra avventura tentando il colpo, ma ben presto gli eventi prenderanno una deriva inaspettata.

 

 

Tra gli altri personaggi troviamo il milite errante Olberic, in passato un prode cavaliere che ha perso il proprio Re in seguito a un sanguinoso tradimento e ora si guadagna da vivere come guardia del corpo e maestro d’armi in un piccolo villaggio sugli Altopiani; l’ecclesiasta Ophilia, proveniente dalle algide Terre glaciali dove serve l’ordine della Sacrafiamma; Tressa, la mercante ce trascorre le giornate rifornendo gli scaffali del negozio di famiglia in una sonnecchiante cittadina di mare, ma spesso indugia con lo sguardo sull’oceano come se le mancasse qualcosa; l’affascinante artista Primrose che si esibisce come ballerina nel quartiere del piacere di Solvelato, dove il giorno è cupo come la notte. Ella è in realtà la nobile erede del prestigioso casato di Azelhart, un lignaggio che tuttavia non svela a nessuno. C’è poi lo speziale Afyn che distilla pozioni in un piccolo villaggio delle Terre di fiume, ma da bambino si ammalò gravemente e venne curato da un viaggiatore che non chiese nulla in cambio, così si ripromise che un giorno anche lui avrebbe viaggiato salvando la vita ai bisognosi in giro per il mondo, proprio come era capitato a lui; Cyrus l’erudito, da tempo insegnante presso l’Accademia Reale che pare nutrire interesse solo per libri e misteri, e infine la cacciatrice H’aanit, una delle ultime discendenti di un antico clan, che dimora nel cuore della foresta brandendo l’arco con impareggiabile destrezza.

Come possono interagire tra loro personaggi con storie e scopi così diversi?

Semplicemente non interagiscono. Mi spiego meglio: dimenticate il classico party in cui, per diverso che sia il loro background, diversi personaggi finiscono con l’aiutarsi a vicenda e far squadra in virtù di un nemico comune o di un pericolo imminente. In quel tipo di jrpg è lo sviluppatore che sceglie un protagonista per noi e affida agli altri personaggio ruoli più o meno importanti di comprimari. In questo caso, lasciando la scelta totalmente nelle mani del giocatore, vien da se che l’approccio narrativo sarà molto differente.

In effetti le storie degli otto viaggiatori potrebbero verosimilmente non incrociarsi mai, e a me questo fattore è piaciuto perché conferisce davvero un senso quasi da gioco di ruolo cartaceo, un po’ alla Dungeons & Dragons dove si lotta assieme all’occorrenza, ma si può anche portare avanti una propria storia personale. Octopath Traveler riesce a creare più di qualsiasi altro titolo del genere un senso di immedesimazione totale nel personaggio che si sceglie e nella sua avventura, a patto che scegliate quello più affine alla vostra indole e non quello che pensate possa essere il più semplice con cui finire il gioco. Prendiamo Therion ad esempio (il personaggio che ho scelto io), che dal tentativo di derubare la villa di un facoltoso casato si ritroverà coinvolto in una caccia al ladro di Dragoniti, intraprendendo un’avventura del tutto inaspettata ma dovendo fare i conti anche col proprio passato.

 

 

Non vi dirò altro per non rischiare di incorrere in spoiler, ma la sua storia, come quella di tutti gli altri otto personaggi, è composta da quattro macro sezioni per un totale di 32 capitoli. Concluso quello iniziale però, per proseguire, sarà necessario raggiungere di volta in volta un livello consigliato, e qui entrano in gioco gli altri personaggi: per aumentare il vostro livello potreste farmare esperienza passando un centinaio di ore ad annoiarvi in scontri casuali, oppure – scelta che vi consiglio – avventurarvi nell’atipica mappa aperta del continente di Orsterra e viaggiare di villaggio in villaggio dove, interagendo con gli altri sette viaggiatori, potrete affrontare il primo capitolo della loro storia e reclutarli come alleati.

Durante la narrazione introduttiva dei vari personaggi che incontreremo, ovviamente, il tutto sarà incentrato su di loro con delle cut-scene, mentre riprenderemo il controllo del nostro avventuriero non appena riprenderà l’azione di gioco. Molte delle interazioni tra i personaggi potranno sembrare sconnesse e prive di un filo logico, e questa è l’unica pecca davvero rilevante di Octopath Traveler. Sebbene prese singolarmente tutte le otto storie siano belle e ben narrate, pregne di tutto ciò che è fantasy e avventura, manca una linearità, una storia orizzontale che accomuni questi otto personaggi. Il risultato in termini narrativi è stato un’arma a doppio taglio, tanto originale nel raccontare le singole storie, quanto incoerente e frammentaria nel momento in cui si vorrebbero tirare le somme.

 

 

Un gameplay tra passato e futuro

Come accennato in apertura, una particolarità nella caratterizzazione dei vari personaggi che si riverbera fortemente anche sul gameplay è la presenza di diversi talenti e azioni viaggio per ciascuno di loro: il talento di Therion ad esempio è scassinare, mentre la sua azione viaggio (esperibile in qualsiasi momento, fuori dal combattimento, premendo il tasto Y) è rubare; il talento di Primrose è l’evocazione mentre la sua azione viaggio le permette di affascinare gli altri NPC; Olberic ha invece la sfida come azione viaggio mentre il suo talento potenzia la difesa. Insomma, ciascun personaggio offrirà di base un approccio all’azione di gioco molto diverso rispetto agli altri sette.

 

 

 

L’offerta eterogenea  invoglierà gli appassionati a rigiocare anche più volte il titolo, scegliendo un viaggiatore diverso da quello della run prima.

Questa dinamica rende davvero eterogenea l’offerta e di certo invoglierà gli appassionati a rigiocare più volte il titolo, scegliendo un viaggiatore diverso da quello della run prima. Oltre ad azioni viaggio e talenti il gioco presenta ovviamente l’esplorazione sia di villaggi e luoghi chiusi o dungeon, sia del peculiare open world di Orsterra. L’omaggio alla tradizione dei jrpg dell’era 16-bit (a parte nel comparto grafico su cui ci soffermeremo più avanti) sta negli scontri casuali e nel tradizionale combat system a turni.

Anche qui però gli sviluppatori sono riusciti a smorzare la ripetitività degli scontri basandoli su una astuta meccanica chiamata Dominio: tutti i nemici hanno delle debolezze specifiche verso armi o magie, sfruttando queste debolezze possiamo far breccia nei suoi punti difesa (indicati da un piccolo scudo accanto allo sprite del nemico) e una volta azzerati portarlo in Dominio, vale a dire in una situazione di stunn che inibirà i suoi attacchi per un paio di turni in cui saremo liberi di attaccarlo infliggendogli molti più danni del normale. Inoltre di turno in turno accumuleremo Punti Potenza che ci permetteranno di sferrare attacchi multipli con una singola azione (nel caso degli attacchi fisici sarà possibile colpire fino a un massimo di quattro volte nello stesso turno, mentre per gli attacchi magici avremo l’attacco singolo con portata duplicata, triplicata o quadruplicata).

 

 

 

 

Comparto tecnico e artistico

Ed eccoci infine giunti a parlare di quello che è forse il primo aspetto che ha colpito tutti i giocatori fin dall’annuncio di Octopath Traveler, ovvero l’affascinante comparto tecnico e artistico che la produzione vanta. Qui, come si diceva, lo sviluppatore ha voluto rendere omaggio ai pezzi da novanta dell’era 16-bit, quei jrpg che hanno fatto la fortuna del Super Nintendo e che per molti restano ancora i giochi più belli di sempre.

Non si è cercato però di copiare il passato, bensì di reinterpretarlo in chiave moderna: grazie all’uso dell’Unreal Engine 4 il team ha costruito uno stile grafico unico che ha chiamato HD-2D, dove fondali ed elementi bidimensionali coesistono in un ambiente tridimensionale sfruttando meravigliosi effetti prospettici e di sfumature. Il design delle ambientazioni e dei personaggi poi è estremamente ispirato e convincente, capace di trasportare in un credibile immaginario fantasy  grazie anche all’aiuto della meravigliosa colonna sonora.

 

 

Tirando le somme, Octopath Traveler è un jrpg che omaggia i classici del passato innovando in modo perfetto tanto lo stile estetico quanto il gameplay, senza mai snaturare l’anima portante del filone in cui si inserisce, è altresì estremamente sperimentale nell’approccio alla narrazione e questo risulterà inevitabilmente un fattore divisivo: chi cerca un avventura epica e lineare che porti a un univoco finale rimarrà deluso, chi invece saprà farsi trasportare nel viaggio, nell’avventura, immedesimandosi nel proprio personaggio, vivrà un’esperienza di una bellezza davvero rara.

90
Octopath Traveler
Recensione di Francesco Ventrella
ME GUSTA
  • Approccio originale alla narrazione
  • Gameplay solido che innova un sistema old school
  • Artisticamente meraviglioso
FAIL
  • Chi cerca una storia lineare ne rimarrà deluso
  • In certe fasi diventa inevitabilmente un po' ripetitivo