Non di solo Escobar vive l’appassionato di crime fiction: negli ultimi anni, con Narcos in testa, la figura ormai leggendaria del trafficante colombiano è stata gettonata tanto da diventare quasi stucchevole.

Allora perché non raccontare la storia di una delle tante figure secondarie che hanno ruotato attorno all’impero del crimine legato alla droga (e non solo)?

Quello che fa il film che porta il nome di Barry Seal è semplice: dare “dignità” a quella che poteva apparire come una semplice pedina nella grande narrazione del Cartello di Medellin.

Narrare la “storia americana” di un outsider (non per niente il titolo originale è “American Made“) e quindi della Storia attraverso una lente deformante, divertendo(si) un mondo al tempo stesso.

Questo dev’essere quello che ha pensato il buon regista Doug Liman (The Bourne Identity, Edge of Tomorrow), cogliendo anche l’occasione di elevare allo status di protagonista una figura emblematica, ovvero Barry Seal.

Chi?, si chiederà qualcuno di voi.

Beh, Barry Seal è un personaggio interessante per vari motivi – ed è comparso anche in Narcos per un breve momento – perché è stato non uno dei tanti, ma probabilmente l’americano-chiave che ha dato una mano al buon vecchio Pablo nei suoi loschi traffici.

 

Per rendere tridimensionale e accattivante le figura di un opportunista senza tanti scrupoli ci voleva un attore dotato di grande carisma, e quindi… ecco Tom Cruise.

 

Tom Cruise? Quello che si guarda bene dall’interpretare chiunque sia anche solo lontanamente etichettabile come “cattivo”? (Collateral a parte).

Ebbene sì.

Cruise si è messo in gioco in un esercizio mimetico e interpretativo fuori dai soliti canoni degli ultimi anni (leggasi: action e simili) per calarsi in una storia sopra le righe, piena di chiaroscuri, moralmente discutibile ma molto divertente.

O almeno, questo è quello che ha cercato di fare Doug Liman.

Adesso il film è disponibile su Mediaset Infinity ed è l’occasione per (ri)scoprire un’opera meritevole, ben scritta e ancor meglio diretta, che getta luce inedita sul puzzle che è stato il “romanzo criminale” che ruota attorno a Escobar.

Essendo appassionato si storia e di storie vere che finiscono per essere “romanzate” e portare sul grande schermo, ho deciso di raccontare quella che è la vera storia di Barry Seal, cercando di non fare troppi spoiler…

Detto fra noi, gran parte del fascino e della riuscita del film sono completamente merito di Liman e Cruise, che si sono inventati delle sequenze irresistibili e un’interpretazione al tempo stesso affascinante e respingente. Vedere per credere!

 

 

 

Da Pilota della TWA a criminale trafficone

 

Con una licenza di volo ottenuta alla tenera età di 16 anni, Barry Seal aveva il volo scritto nel DNA. Per molti anni Barry è stato un pilota di linee commerciali, lavorando alla Trans World Airlines (TWA) nella quale nel 1964 è stato il più giovane comandante di un Boeing 707: aveva 26 anni!

La sua (doppia) vita avventurosa pare sia iniziata molto presto, prima di quel periodo.

Il ragazzo faceva parte della Civil Air Patrol in New Orleans, e fu reclutato dalla CIA grazie a qualche spregiudicata operazione alla guida degli aeroplani.

 

Barry Seal

 

Da lì a compiere qualche missione segreta per la madrepatria il passo è stato breve: principalmente trasportava armi e munizioni destinati agli oppositori di Castro, a Cuba, e anche in Laos.

Nel film il racconto è un po’ semplificato, per forza di cose, ma la storia del reclutamento di Seal è divertente anche sul grande schermo.

Stesso discorso per la svolta professionale: la sua carriera reale di pilota “commerciale” fu interrotta dal licenziamento in tronco arrivatogli dalla TWA per aver mentito sul suo stato di salute.

Insomma, non è che puoi dire di essere a letto col raffreddore se poi te ne vai in giro per il cielo trasportando carichi di mitragliatrici… e vieni arrestato dagli stessi americani con un quintale di esplosivi al plastico mentre voli per il Messico.

 

 

Ti presento il killer di Kennedy

 

Quella che potremmo pensare essere una esagerazione da film americano è in realtà un curioso fatto d cronaca reale.

Sempre durante il servizio per la Civil Air Patrol, nella zona di Baton Rouge, Barry Seal fece la piacevole conoscenza di un certo Lee Harvey Oswald, ovvero colui che qualche anno dopo avrebbe (???) fatto saltare le cervella al presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy.

 

 

 

 

Servitore di due padroni

 

La situazione più interessante che il film ci mostra è il doppio gioco (quando non triplo) che avviene quando Barry si ritrova a lavorare allo stesso tempo per la CIA e per Pablo Escobar e il suo Cartello di Medellin.

Stando alla versione di alcune biografie non autorizzate e fonti governative, negli anni Ottanta Seal non lavorava più per la CIA.

Ok, se vogliamo credere a quanto ci dicono fonti governative: la tesi più accreditata è che la CIA facesse finta di non sapere quello che stava succedendo, e cioè che Seal trafficasse ingenti quantitative di droga sulla rotta Colombia-USA, per continuare ad avvalersi dei suoi servizi di esperto pilota per continuare a inviare armi ai ribelli del Nicaragua.

Praticamente, Barry all’andata lavorava per gli Stati Uniti trasportando fucili, bombe e caricatori e al ritorno lavorava per i Narcos accompagnando casse di cocaina sul suolo a stelle e strisce.

 

Un’ombra abbastanza infamante sulla CIA, nel caso ne fosse davvero a conoscenza…

Quel che è certo è che il nostro protagonista è stato davvero a libro paga di Escobar ed ha quindi contribuito al grande sbarco e smercio di droga avvenuto nei primi anni degli anni Ottanta in America.

Si stima che, solo con quanto si faceva pagare per i suoi viaggi in aereo “scortando” la polverina magica dei colombiani, Barry si sia messo in tasca in quegli anni qualcosa come 60 milioni di dollari.

Diciamo che, se nel film Cruise riesce a recitare la parte del simpatico guascone anche prima della sua collaborazione con le autorità antidroga, nella vita reale sarebbe stato un po’ difficile provare simpatia per un tipo del genere..

 

 

 

Più vero del falso

Ovviamente siamo portati a credere che Seal, un buon diavolo nonostante la testa calda e i pochi scrupoli, sia stato “reclutato” dagli uomini del Cartello di Medellin tramite il classico rapimento e ricatto.

Stando a quanto riporta la prima moglie di Barry – che ne ha avute tre e non era certo un “family man” come lo fa sembrare Cruise – il ragazzo dopo i casini con la TWA aveva già iniziato a trafficare con la marijuana da metà degli anni ’70, e dopo qualche anno aveva aggiunto anche un po’ di polverina magica alla sua attività per sbarcare il lunario ad alta quota.

Contrariamente dunque a quanto si vede nel film (ma in modo decisamente più efficace) il primo contatto di Seal con i narcos è stato in Honduras, quando fu beccato con 40 chili di cocaina, nel 1979.

 

 

Si è fatto quindi la dolce esperienza di nove mesi in una cella onduregna, che non dev’essere stato il top, ma si sa, in galera si incontra tanta gente interessante… tipo il manager degli affari americani della famiglia Ochoa, fondatrice e una delle più importanti componenti del Cartello di Medellin.

Da lì alla pianificazione della conquista del mercato USA della droga, attraverso le capacità peculiari di mr. Seal, il passo è stato breve…

 

 

 

Pablo, Pablo Pablo

Ovviamente è affascinante pensare che Barry Seal lavorasse fianco a fianco con Pablo Escobar. Anche cinematograficamente figo, perché mettere in scena don Pablo ha sempre il suo perché.

 

 

Infatti è quello che avviene del film, ed è molto divertente assistere a quei siparietti, anche se a realtà è un po’ meno soddisfacente: il Nostro non aveva abitualmente contatti diretti con Escobar e gli altri capoccia della banda, e li incontrò di persona solo verso la fine del 1984, dopo l’arresto che lo portò a fare da informatore per la DEA ed essere una talpa dentro la bocca del leone per gli uomini dell’antidroga americana.

 

 

 

Cara, la mia amante si chiama Cocaina

Ma in tutto questo, la moglie di Seal sapeva quello che il marito stave facendo?

Stando alle dichiarazoni della donna, no.

Anche se può apparire strano non accorgersi dello stile di vita di uno che pian piano arriva a guadagnare mezzo milione di dollari ad ogni volo-consegna di droga, lei dice che sapeva che l’uomo si fosse lanciato negli investimenti sulle compagnie aeree.

 

 

Stavolta possiamo affermare che il film è un po’ più credibile della realtà, laddove la mogliettina di Barry inizia a farsi due domande dopo qualche episodio un po’ sospetto che riguarda le attività del marito.

Comunque, la donna non ha mai visto niente che avesse a che fare con la droga nel mondo reale, e questo forse è credibile.

Per uno così bravo a mentire, era possibile questo e altro.

 

 

 

Non il classico film biografico

Quanto importi della distinzione tra realtà e finzione lo si evince dale parole del regista Doug Liman:

“Non ci interessava fare il classico biopic: cioè, basta vedere come Tom Cruise non assomiglia troppo al vero Barry.

Il film è ispirato a una storia reale che ha un fascino incredibile, ma non ha nessuna pretesa di raccontare nei dettagli la vita dell’uomo”

Non per niente, nelle parole della produzione, il film era etichettato come “Una bugia divertente basata su una storia vera”.

 

 

 

 

Ma alla fine della fiera, che tipo era il vero Barry Seal?

Il personaggio che vediamo interpretato da Tom Cruise rischia di sembrare troppo simpatico, è vero, e troppo… “cruisiano”, per così dire.

Ci sarà però un motivo se il notoriamente pignolo ed esigente Tom ha deciso di incarnare un tipo così.

Stando a quanto raccontano tutti quelli che lo hanno conosciuto e persino gli agenti della CIA, della DEA e della squadra anti-Escobar, Barry Seal era sì un poco di buono, ma una persona davvero piacevole.

Era ironico, non attaccava briga con nessuno e dimostrava sempre una dose di freddezza e “palle” che piacevano a tutti.

Assumeva rischi, non scaricava responsabilità, ma aveva il grosso difetto di credere di essere più furbo di quello che era in realtà.

 

 

Trovate Barry Seal – Una Storia Americana su Infinity da questo mese.