Triste notizia per il mondo del cinema. All’età di 86 anni ci lascia il regista Premio Oscar di origine ceca Miloš Forman, dopo una breve malattia che lo ha portato a spegnersi nella sua casa a Warren in Connecticut. Il regista è conosciuto soprattutto per grandi film come Qualcuno volò sul nido del cuculo, Amadeus, Hair e Man on the Moon.
Dall’infanzia complessa a causa della guerra, dagli esordi con un cinema impegnato e sociale, fino ai grandi Oscar vinti con Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo e Amadeus, Miloš Forman è stato un regista dalla grande fama internazionale, autore di alcune delle pellicole più amate e di enorme bellezza, riconosciute anche nei testi di storia del cinema.
Con il suo Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo, con protagonista Jack Nicholson, dove Forman ha parlato, con enorme sensibilità, del disagio degli istituti psichiatri, è divenuto uno degli unici tre film di sempre – assieme a Accadde una Notte e Il Silenzio degli Innocenti – ad essersi aggiudicato tutti i premi della cinquina degli Oscar.
Nella notte di ieri, all’età di 86 anni, il regista ceco ci lascia dopo una breve malattia che lo ha portato alle morte nella sua casa statunitense, accanto a sua moglie e ai suoi cari. A darne notizia è proprio il lungo dove la carriera di Forman ha preso vita, influenzando il corso della sua filmografia più hollywoodiana.
Infatti, tutto ha inizio negli anni sessanta nella Cecoslovacchia comunista, dove Forman insieme a un gruppo di cineasti da origine alla Nouvelle Vague praghese. In questo periodo il regista ha dato vita ad alcune bellissime pellicole, riconosciute anche oltreoceano, come L’asso di picche (1964), Gli amori di una bionda (1965) Al fuoco, pompieri! (1967), questi ultimi due nominati agli Oscar come Miglior Film Straniero.
Negli anni ’70 inizia la sua carriera oltreoceano di stampo sociale, grazie alla quale Forman da vita ai suoi più grandi successi. Sono gli anni di Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975), Hair (1979) e Ragtime (1981).
Ma l’anno d’oro di Forman è, indubbiamente, il 1984 quando sul grande schermo prende vita il meraviglioso kolossal Amadeus, ad oggi considerando uno dei più grandi film in costume di tutti i tempi. La pellicola, basata sulla vita di Wolfgang Amadeus Mozart, narrata attraverso gli occhi del rivale Antonio Salieri, vinse quattro Golden Globe e ben otto premi Oscar, inclusi miglior film e miglior regia.
Dopo Amadeus, Miloš Forman firma la pellicola Valmont nel 1989, liberamente tratto da Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos, prima di ritirarsi per un breve periodo dalla regia, ricominciando nel 1996 con Larry Flynt – Oltre lo scandalo, biografia del magnate del porno, e successivamente Man on the Moon (1999), biografia del comico statunitense Andy Kaufman, interpretato da Jim Carrey che proprio quest’anno ha presentato un documentario, durante la 74. Mostra del Cinema di Venezia, basato sul backstage del film, Jim&Andy: The Great Beyond.
L’ultima grande pellicola del regista ceco risale al 2006 con L’ultimo inquisitore, pellicola che si ispira alla figura del pittore Francisco Goya, con protagonisti Natalie Portman e Javier Bardem.
Nel 2011 Forman rivela il perché del suo rallentamento nel campo come regista ma anche come attore. La motivazione, svelata nel corso di un’intervista per un giornale ceco, il Blesk, è legata ad una malattia: la degenerazione maculare, patologia che, a lungo andare, porta alla totale cecità. Nonostante questo Forman ha continuato a collaborare in qualche progetto, fino alla sua ultima comparsa sul grande schermo, risalente proprio al 2011, nel film Les bien-aimés (The Beloved), pellicola che chiuse la 64ª edizione del Festival di Cannes.
Oggi, a poche ore dalla sua scomparsa, non è così difficile collocare Miloš Forman nell’Olimpo dei grandi cineasti che hanno influenzato, e influenzeranno, generazioni su generazioni di nuovi registi.