Dopo aver sconfitto i Kaiju nel primo capitolo della saga, una nuova generazione di piloti Jaeger è pronta a tornare in azione e a difendere ancora una volta la Terra dall’invasione dei mostri giganti che giungono dal sottosuolo in Pacific Rim – La rivolta. Dal 22 marzo al cinema.
Inutile negarlo, ognuno di noi da ragazzo ha sempre sognato di vedere un film in cui si scontrassero robottoni e mostri giganti. Un sogno divenuto finalmente realtà nel 2013 grazie a Guillermo Del Toro (La forma dell’acqua) e al suo Pacific Rim.
Prendendo spunto dal kaiju eiga e dall’animazione giapponese, il regista messicano fresco di Oscar, ha portato sul grande schermo un film senza dubbio imperfetto e dove abbondano i cliché, ma capace di divertire ed emozionare. Due ore e 10 di botte da orbe tra robot colossali e mostri enormi, per la gioia di ogni nerd.
La storia è nota e vede la Terra essere invasa da mostri titanici che giungono dal sottosuolo. Per poterli sconfiggere le nazioni del mondo si uniscono e danno vita al programma Jaeger (che in tedesco significa cacciatore), dando così il via alla fabbricazioni di colossali robot antropomorfi guidati da due piloti connessi a livello neurale.
Nonostante la strenua resistenza del genere umano, la situazione è sempre più critica. Il muro costruito per tenere i mostri lontani dalle città si è rivelato inutile. L’unica speranza per l’umanità sono due scienziati sull’orlo di una crisi di nervi ed un ex pilota di Jaeger che ha smarrito la via, il quale insieme ad una recluta tornerà a guidare il leggendario Gipsy Danger.
A distanza di cinque anni e molti rinvii dal primo capitolo, finalmente arriva nei cinema il tanto atteso Pacific Rim – La rivolta, che ci racconta il secondo round per la conquista della Terra. A dirigere il film troviamo Steven S. DeKnight (noto per aver ideato la serie Spartacus) e vede protagonisti John Boyega (il Finn della nuova Trilogia di Star Wars), Scott Eastwood (Fast & Furious 8), Jing Tian e Adria Arjona.
Al loro fianco ritroviamo Rinko Kikuchi che riprende il ruolo di Mako Mori e gli scienziati (mezzi) pazzi Charlie Day e Burn Gorman.
Dopo anni di rinvii finalmente arriva al cinema Pacific Rim – La rivolta.
Dare vita ad un sequel degno di nota ad un film che in qualche modo è divenuto un cult, è un compito più difficile di quanto sembri. Soprattutto se il primo capitolo in questione aveva la coattaggine e l’ignoranza giusta per un blockbuster, il cui scopo primario era far scontrare robot giganti e mostri enormi. Riuscendo nell’intento, nonostante gli evidenti difetti, a partire dalla prevedibile trama.
Fortunatamente Pacific Rim – La rivolta porta sul grande schermo un secondo round nello scontro tra Jaeger e Kaiju che non delude. Riproponendo, per fortuna o purtroppo, pregi e difetti del predecessore. Perché se è vero che nel nuovo capitolo, di quella che dovrebbe diventare una trilogia, lo svolgimento della storia è in gran parte facilmente intuibile, è altrettanto vero che azione, combattimenti ed adrenalina non mancano. Anzi nel nuovo Pacific Rim abbondano, e seguendo la tradizione hollywoodiana è tutto di più. Quindi abbiamo più Jaeger e Kaiju più grandi, più cattivi e più determinati.
Sono passati ormai dieci anni dalla fine della guerra contro gli invasori alieni e la chiusura della breccia. La Terra sta ormai tornando alla normalità e molte città sono state ricostruite. Ma come in ogni zona post bellica non mancano i quartieri dove i cittadini vivono alla giornata, facendo l’impossibile per sopravvivere. Tra loro vi è Jake Pentecost, figlio ribelle del Marshall Pentecost che si è sacrificato per salvare il pianeta.
Abbandonato il suo ruolo di Ranger e pilota Jaeger, il ragazzo si è dato ai furti di parti di Jaeger in disuso, con successi altalenanti. Dopo l’ennesima bravata, sua sorella Mako Mori gli offre l’ultima occasione per seguire le orme di suo padre: addestrare la nuova generazione di piloti dei giganteschi robot a difesa della Terra.
Ma dopo anni di pace, la tranquillità viene interrotta dall’attacco a sorpresa del vecchio nemico che torna prepotentemente alla carica con il solo scopo di annientare l’umanità. Spetterà a Jake, insieme all’amico/rivale Lambert e ai giovani piloti Jaeger difendere la Terra dal nuovo attacco. Riuscirà la squadra a sconfiggere nuovamente i Kaiju?
Dopo un incipit in cui viene ricordata la prima guerra Kaiju, vinta dall’umanità a caro prezzo, si viene trasportati nel “nuovo mondo” post bellico. Una realtà dal doppio volto, dove alle città ricostruite si contrappone la periferia ancora distrutta, in cui abbondano i resti di Kaiju e Jaeger ormai fuori uso, obbiettivo principale di tutti colori in cerca di parti da poter riutilizzare. Proprio in una di queste periferie facciamo la conoscenza dei protagonisti di Pacific Rim – La rivolta.
Jake Pentecost è il classico figlio scavezzacollo che non riesce e non vuole accettare la pesante eredità (morale) lasciatagli dal padre, ma che sarà successivamente costretto ad accettarla per cause di forza maggiore. Amara Amani è un’abile giovane meccanico che ha deciso di non farsi più cogliere impreparata da niente e da nessuno, prendendo tutte le precauzioni affinché ciò non avvenga.
Nonostante la prima parte del film sia prettamente introduttiva non mancano inseguimenti, scazzottate e dialoghi taglienti.
Una prima parte in cui non mancano inseguimenti, scazzottate e dialoghi taglienti, la cui funzione è prettamente introduttiva, come è giusto che sia quando si hanno nuovi personaggi, e dopo la quale si entra finalmente nel vivo.
Una seconda parte, quella di Pacific Rim – La rivolta, che alza lentamente, ma inesorabilmente il ritmo. Perché dopo tutte le introduzioni del caso, si ha il primo colpo di scena, in cui il più classico dei meeting, che sulla carta dovrebbe essere una formalità, si trasforma in una battaglia per la sopravvivenza, in cui vediamo finalmente i nuovi Jaeger in azione.
Un primo scontro che arriva improvvisamente e che riesce appieno nel suo intento di divertire ed intrattenere lo spettatore, che non potrà che restare con gli occhi sullo schermo, gustandosi il primo di molti scontri. Un combattimento che darà il via quindi a quello che tutti i fan del franchise attendono. Ponendo anche le basi per un mistero da rivolvere, e la cui soluzione porterà a nuove ed incredibili rivelazioni.
Non mancano i colpi di scena e misteri da risolvere.
Perché se è vero che la sceneggiatura racconta una storia in parte molto prevedibile, ha però il grande pregio di ribaltare quelle certezze che lo spettatore si fa con lo svolgersi degli eventi, capovolgendo il tutto con colpi di scena ben costruiti e sorprendenti. Spiazzandolo non poco.
Inoltre i personaggi sono ben caratterizzati e più che credibili. Se John Boyega / Jake Pentecost rappresenta il difficile rapporto tra un padre ingombrante ed un figlio che non si sente all’altezza, Scott Eastwood / Nate Lambert è un soldato tutto d’un pezzo ligio al suo dovere. Al loro fianco la sorprendente esordiente Cailee Spaeny / Amara amani nei panni di una ragazza tanto giovane quanto determinata, e un gruppo di nuovi piloti inesperti ma coraggiosi.
Una pellicola che riprende e ripropone quindi il filone dei film adolescenziali degli anni ’80, seguendo la scia di recente revival, proponendo dei giovani protagonisti. Una scelta dettata sicuramente dal momento, ma che nonostante tutto riesce nel suo intento di dare nuova linfa a Pacific Rim dopo l’abbandono dei suoi vecchi eroi.
Un film in cui la distanza, soprattutto morale, tra le generazioni è abissale. Se in Pacific Rim avevamo uomini tutti d’un pezzo, in questo secondo capitolo troviamo degli adolescenti che devono trovare ancora il loro posto del mondo, la cui convivenza non è facile ma che sono l’unica speranza dell’umanità. I Power Rangers vi dicono qualcosa?
Ancora più evidenti le citazioni e gli omaggi ai prodotti che hanno fatto la storia del genere mecha.
Un film in cui ritornano l’ossessione per i Kaiju, un nemico sconfitto ma ancora temuto e che tornerà a minacciare nuovamente la Terra. Così come tornano le innumerevoli citazioni ai vari prodotti che hanno fatto la storia del genere mecha, da Patlabor ad Evangelion, passando per Matrix, Mazinga e Transformers, solo per citarne alcuni. Qui ancora più evidenti.
Una storia in cui torna più prepotente che mai il tema del gioco di squadra. Se nel primo capitolo la collaborazione era qualcosa dettato dalla necessità, in Pacific Rim – La rivolta è l’arma vincente della squadra di difesa del pianeta. I piloti degli Jaeger formano una vera e propria squadra di difesa che combatte in maniera affiata e guardandosi le spalle. Richiamando quegli episodi speciali degli anime mecha in cui i vari vari robot si uniscono per combattere un nemico comune.
Sicuramente non è tutto oro quel che luccica. Come già espresso la storia è abbastanza prevedibile, come se non bastasse alcune scelte risultano forzate e fuori luogo, così come si sente e tanto la mancanza di Guillermo Del Toro alla regia. L’esordiente Steven S. DeKnight, noto autore televisivo di serie come Buffy e Smallville, non delude ma di certo non ha il talento del regista messicano premio Oscar.
Per quanto Pacific Rim – La rivolta risulti avvincente e divertente nel senso più ampio del termine, rimane comunque il fatto che la produzione non abbia voluto osare troppo, portando si novità, ma restando comunque su un sentiero più che sicuro, lasciando a casa però quel mordente che abbondava nel primo capitolo.
Un action movie che farà la felicità degli appassionati del genere.
In ogni caso un action movie che farà la felicità degli appassionati del genere i quali avranno di che divertirsi tra combattimenti adrenalinici – anche se mancano dell’ignoranza che abbondava nel primo – nuove armi e plot twist non indifferenti, ed una vicenda comunque interessante. Insomma, non un capolavoro, ma neanche un totale disastro.
Pacific Rim – La rivolta sarà al cinema dal 22 marzo.