Monster Hunter: World

Il nuovo capitolo della celebre serie Capcom è finalmente tornato e lo ha fatto in gran stile debuttando in multipiattaforma su PlayStation 4 e Xbox One. Scoprite come ci è sembrato con la nostra recensione.

Monster Hunter: World è il punto d’arrivo di una gestazione durata quasi 15 anni, in cui la serie ha mutato la propria forma in modo lento, quasi impercettibile, per arrivare dov’è ora. Se lo si paragonasse a quel primo capitolo pubblicato nel lontano 2004 su PlayStation 2, il nuovo arrivato in casa Capcom apparirebbe come tutt’altro gioco, sebbene conservi più o meno intatto lo spirito con cui questa produzione nasce.

Monster Hunter è sempre stato un percorso catartico per i giocatori che hanno saputo amarlo.

Uno spirito, un’anima, completamente votata alla sfida. Monster Hunter è sempre stato un percorso catartico per i giocatori che hanno saputo amarlo, un percorso attraverso il quale mettersi alla prova, migliorare le proprie abilità, raggiungere un obiettivo giocando insieme a degli amici online. Chi vi scrive non fa parte di questa categoria, lo preciso da subito. Ma ho accettato volentieri la sfida, dopo aver provato in anteprima il titolo mesi fa, perché mi è sembrato da subito molto diverso dal prodotto che conoscevo.

Di seguito vi riporto quell’anteprima, per conoscenza, in cui si ripercorreva un po’ il passato della serie analizzandone la doppia vita a cavallo tra sistemi console casalinghi e portatili, prima Sony poi Nintendo. Analisi su cui non ci soffermeremo nuovamente in questa sede avendone già discusso lungamente anche nel gameplay della puntata dedicata nella rubrica #LaPrimaOra.

 

 

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Ci siamo presi un po’ di tempo extra per analizzare il gioco dall’ottica di un semi-neofita che si avvicina per la prima volta alla serie. Siete curiosi di scoprire come ci è sembrato? Allora non vi resta che proseguire con la lettura della nostra recensione! Vi ricordiamo che per ora Monster Hunter: World è disponibile solo su PlayStation 4 e Xbox One, ma arriverà anche su PC nel corso dei prossimi mesi. Non è invece prevista alcuna versione per Switch.

 

 

 

 

La prima cosa da rilevare, nonché una delle più importanti e che crea una gran differenza di approccio per un nuovo giocatore tra Monster Hunter: World e i vecchi capitoli, è che qui c’è una storia, una trama.

La prima cosa da rilevare, nonché una delle più importanti e che crea una gran differenza di approccio per un nuovo giocatore tra Monster Hunter: World e i vecchi capitoli, è che qui c’è una storia, una trama che, seppur di contorno alle dinamiche di caccia che restano –  è giusto precisarlo – il cuore dell’intera produzione, ci introduce al mondo di gioco.

Dopo una breve sequenza filmata saremo catapultati nel ricchissimo editor in cui creare sia il nostro personaggio che il suo compagno felino. Come dicevamo già nella nostra anteprima, qui vi potrete sbizzarrire in una personalizzazione estrema, potendo scegliere tra una miriade di diverse opzioni estetiche.

Non è da escludere che finiate per passare le prime due ore di gioco in questa schermata, senza neanche rendervene conto. Creati i due, parte un tutorial la cui durata può variare dalle 3 alle 4 ore di gioco che ci introduce alle principali dinamiche del gioco grazie, appunto, a una narrazione ben scandita, con tanto di sequenze filmate.

La trama di Monster Hunter: World ruota intorno a un ciclo decennale noto come Traversata degli Anziani, una migrazione dei draghi antichi alla volta di un continente ancora in gran parte inesplorato chiamato Nuovo Mondo. La Gilda dei Cacciatori decide di formare una commissione di ricerca con l’intenzione di far luce su questo strano fenomeno, e invia periodicamente nuovi membri verso il misterioso continente.

Tra i vari cacciatori inviati con la quinta flotta ci siamo anche noi e il nostro compagno felino, che dopo essercela vista brutta in seguito alla semi distruzione del nostro trasporto, messa in salvo la pellaccia, arriveremo ad Astera, hub cittadino da cui parte ufficialmente la nostra avventura.

Inutile aspettarsi una narrazione orizzontale scandita da chissà quali intrecci, ma sul piano della scrittura il gioco fa quel che deve fare come non l’aveva mai fatto prima.

Inutile aspettarsi una narrazione orizzontale scandita da chissà quali intrecci, ma sul piano della scrittura il gioco fa quel che deve fare come non l’aveva mai fatto prima: scandisce in tre archi narrativi che invogliano il giocatore a mettersi alla prova e andare avanti, una storia che, pur essendo di contorno, non è un mero riempitivo e ha il grande pregio di introdurre in modo progressivo sia alle dinamiche che ai moltissimi contenuti che il gioco offre. Si ha in effetti la sensazione di essere immersi in un mondo vivo e pieno di cose da fare, misteri da scoprire, possibilità nascoste ma alla nostra portata. Questo, personalmente, non mi era mai capitato prima con altri titoli della serie, dove l’azione di gioco per quanto stimolante in termini di gameplay mi era sempre sembrata molto fine a se stessa.

 

 

Dal punto di vista del gameplay potremmo restar qui a parlare fino all’arrivo di un nuovo Monster Hunter e probabilmente non avremmo ancora concluso un’analisi dettagliata della miriade di meccaniche di questo titolo, che presenta una struttura ricca di contenuti, molto complessa e stratificata.

Come dicevamo sopra non sarete mai lasciati del tutto soli visto che il titolo vi guiderà nella comprensione delle varie meccaniche (ciò non significa però che vi terrà per mano fino ai titoli di coda).

Se non avete troppo tempo da dedicare a un singolo videogioco, probabilmente Monster Hunter: World non fa per voi.

Volendo ridurre all’osso l’analisi per dare un’idea non prolissa di cosa vi aspetta, possiamo concentrarci su tre aspetti: esplorazione, combattimento, miglioramento delle nostre armi e armature.

L’esplorazione ha subito un boost non da poco con il passaggio ai più moderni e performanti hardware delle attuali console casalinghe rispetto agli ultimi titoli per 3DS, che si esplica nell’introduzione di mappe molto estese (sia orizzontalmente che verticalmente), e nell’abbandono della transizione durante lo spostamento tra le varie aree di gioco. Il titolo presenta una notevole interazione con l’ambiente circostante, anche grazie all’introduzione della fionda (utile per lanciare diversi tipi di oggetti contro i mostri o contro elementi dello scenario oppure per agganciarsi a essi). É importantissimo sfruttare la territorialità delle diverse specie di mostri, portando le creature a scontrarsi tra loro.

Anche il rinnovato sistema di combattimento risente positivamente dell’arrivo su console come PlayStation 4 e Xbox One, sia in termini di gestione della telecamera durante gli scontri che più banalmente per i controlli. La gerarchia dei mostri rimane intatta e la caccia non sarà affatto semplice, rappresentando fondamentalmente la miglior versione finora mai realizzata della classica formula di combat system della serie.

Troviamo anche un sistema di targeting migliorato; tutte le armi dispongono di un albero di potenziamento con diverse diramazioni possibili, la varietà di approccio permane così come resta ben chiaro il crafting di armi e armature presso la fucina del fabbro.

Altra gradita introduzione che rende gli scontri meno estenuanti è la presenza di un danno numerico inflitto al mostro che ci permette di intuire facilmente quale sia il punto in cui colpire per massimizzare i danni.

 

 

 

 

I giocatori potranno spostarsi per la mappa a piedi, ancorandosi ad alcuni mostri volanti o sfruttando il viaggio rapido che permette di spostarsi rapidamente tra i vari accampamenti disseminati qua e là.

Qui sarà possibile cambiare armi, armature e accessori equipaggiati, mangiare dei cibi in grado di fornire bonus alle abilità e molto altro ancora. Da sottolineare anche l’introduzione degli strumenti dedicati: mantelli e bengala (oggetti che si potranno utilizzare illimitatamente, ma che hanno un tempo di ricarica) di diversa foggia in grado di fornire bonus ai cacciatori. Infine impossibile non sottolineare l’importantissima presenza degli insetti guida che ci indicano la strada da seguire.

Questi possono essere potenziati anche per fare dello scouting delle caratteristiche peculiari di ciascun mostro nelle fasi più avanzate del gioco, e inoltre le attività di ogni missione sono ora ben visibili sull’interfaccia.

Tirando le somme, Monster Hunter: World continua ad essere un’esperienza di gioco non propriamente semplice (presentando diversi fattori hardcore che faranno la gioia dei fan storici della serie) ma decisamente più appropriabile che in passato, anche per i neofiti.

La struttura di gioco è stata interamente pensata per abbracciare le più disparate esigenze e rivolgersi ad un pubblico mai così ampio, complice l’arrivo in multipiattaforma sulle console casalinghe più performanti attualmente in circolazione (oltre che su PC, a breve) dato da cui deriva anche una notevole qualità grafica e sonora. Il titolo è estremamente bello da vedere, da ascoltare e da giocare.

Ed è sicuramente questo l’obiettivo che in Capcom si erano riproposti. Consigliatissimo, dunque, a chiunque cerchi un gioco grande e intenso, pieno di sfide e misteri da affrontare anche in compagnia dei propri amici online.

92
ME GUSTA
  • Una trama che fa il suo dovere
  • Il miglior gameplay della serie
  • Tecnicamente notevole
FAIL
  • Resta comunque un'esperienza molto hardcore
  • Qualche sporadico calo di framerate
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