L’ultima iterazione della celebre serie Capcom arriva finalmente anche su PS4 nella sua edizione completa, scoprite cosa ne pensiamo nella nostra recensione!
Dopo un iniziale esordio come esclusiva per Xbox One , Dead Rising 4 torna in grande stile anche su PlayStation 4, al contrario del suo predecessore, mai uscito su piattaforme Sony. L’occasione ha dato quindi l’opportunità a Capcom, come da prassi, di proporre ora un’edizione molto più ricca e completa rispetto a quella distribuita, ormai un anno fa, solo sulla console della casa di Redmond (di seguito la recensione curata da Francesco).
In Frank’s Big Package non troviamo infatti solamente l’avventura del capostipite della saga, ma anche tutta una serie di contenuti piuttosto interessanti e variegati, piacevoli aggiunte rispetto all’offerta principale; chi non vorrebbe giocare a minigolf in un setting horror o distruggere orde di zombie nei panni di Mega Man ?
Ritorno a Willamette
Dopo i vari focus su altre location e personaggi, Dead Rising 4 torna a concentrarsi – per una campagna principale della durata di circa dieci ore – sulla città (Willamette) che ha dato inizio agli eventi della serie, con la partecipazione del reporter Frank West, storico protagonista e irriverente personaggio, introdotto nel primo capitolo del 2006.
Anno 2022. Sono passati 16 anni – un anno dopo l’epidemia di Los Perdidos – West si è ritirato ormai a vivere un’ esistenza tranquilla come insegnante di college, con il passato da giornalista ormai alle spalle. Coinvolto però da Vicky Chu, una sua alunna, investiga, suo malgrado, su una nuova epidemia zombie nella città di Willamette, finendo per essere il ricercato numero uno degli Stati Uniti, nel classico tentativo di insabbiamento.
Contattati però da Brad Park, un colonnello della ZDC (Zombie Defense and Control) , ci troviamo di nuovo a sperimentare i terrori della piccola cittadina del Colorado, tra le varie fazioni locali e l’organizzazione militare Obscuris.
Senza entrare più nel dettaglio, il comparto narrativo di Dead Rising 4 convince decisamente, anche se con alti e bassi. La trama infatti, sebbene molte volte prevedibile e stereotipata, prende una piega molto interessante a circa metà dell’ avventura, in un continuo riferimento agli eventi della prima epidemia e, in particolare, alla genesi del villain del gioco.
Affianco alla progressione della narrazione si sviluppa anche un tono comico particolarmente ispirato, divertente e scanzonato, che strizza molto l’occhio al genere dei B-movie e si concretizza in dialoghi mai pesanti e alle volte esilaranti. Da premiare è inoltre la caratterizzazione dei due protagonisti, Vicky e Frank, uno l’antitesi dell’altro, ma soggetti entrambi a costanti ipocrisie nel proprio modo di agire; talmente tante sono le incongruenze da delineare, verso le sequenze finali, una vera e propria evoluzione del loro rapporto e del loro personaggio.
Peccato però, su questo versante, per una direzione della cutscene non proprio brillante e per animazioni facciali obsolete e mal implementate, risalenti a quello che era lo standard della generazione precedente. Da far notare, per concludere, è anche un audio dei dialoghi – nella localizzazione italiana – spesso sbilanciato rispetto a quello di gioco.
Smashing Zombies
Dead Rising 4 mantiene, nelle sue meccaniche di base, quello che sono stati gli stilemi della serie fino a questo momento. Stiamo ancora parlando di un survival horror e di un beat ’em up , non c’è dubbio, tuttavia, anche in questo capitolo, non si è (totalmente) orfani di aggiunte.
Partiamo dal parlare delle piacevoli sezioni investigative, assoluta novità per la saga: attraverso la fotocamera di West potremo infatti muoverci all’interno di ambientazioni apposite, alla ricerca di indizi per progredire con le nostre indagini. Al lavoro di ricerca si legano quindi due filtri, gli infrarossi (ovviamente per la vista al buio) e il curioso analizzatore di spettro. Tramite quest’ultimo , infatti, potremo effettuare l’hacking di dispositivi elettronici, ma anche rilevare impronte, in modo da acquisire collezionabili o accedere a zone nascoste.
Seconda novità di valore è invece l’implementazione dell’esoscheletro, appositamente inserito, come elemento chiave, per le fasi più complesse e convulse, all’interno di ambienti delimitati nell’avventura. Nella normalità infatti il suo utilizzo ci sarà possibile solo per qualche manciata di minuti ,per un’ ovvia scelta di bilanciamento del gioco. Una volta corazzati avremo quindi la possibilità di utilizzare armi discretamente over-powered e di assimilare (assurdi) potenziamenti da alcune strutture che avremo intorno.
Per quanto riguarda le fasi più comuni, beat ’em up con una buona tendenza allo splatter, il gioco non presenta invece aggiunte di rilievo; trovando o craftando le diverse improbabili armi (da lancio, melee e da fuoco), dovremo affrontare orde su orde di zombie ( di vario tipo e pericolosità ), mettendo in atto una finish dopo l’altra con sano button mashing.
Questa sezione del titolo è tuttavia piagata da animazioni legnose, confuse e imprecise, comandi poco efficaci, hitbox totalmente a caso e un sistema shooting che chiamare problematico è un complimento. I problemi di un combat system così raffazzonato derivano probabilmente dal fatto dell’essere stato sviluppato per scontri con un grande numero di nemici, senza aver minimamente pensato alla disastrosa situazione in caso di boss fight e simili.
Come se non bastasse, il gioco ha dei seri problemi nell’interazione con l’ambiente, dalla raccolta di oggetti all’apertura della porte: tutto risulta forzato, confuso e, soprattutto, frustrante. Anonimo è invece lo stealth, rovinato da un’ IA dei nemici deficitaria e dalla totale assenza di un sistema di ripari.
Mettendo da parte la campagna principale, il gioco offre inoltre una gamma di 4 episodi dove giocare in multiplayer, sia con amici che tramite matchmaking casuale; qui il timer torna a essere protagonista; allo scadere del tempo, infatti, si ha il game over, esattamente come avveniva nel gameplay dei capitoli precedenti.
Modalità DLC
La prima modalità aggiuntiva, Frank Rising, ci vede nei panni di un Frank trasformato in zombie, con a disposizione un totale di tre abilità attive caratteristiche (utilizzabili con pressione di dorsali e triangolo). Si tratta nel complesso di un’addizione al pacchetto decisamente divertente, specie in funzione del sistema di timing imposto (bisogna concludere tutte le quest in un’ora e mezza di gioco).
La seconda è Super Ultra Dead Rising 4 Minigolf , in cui, come intuibile dal nome, dovremo completare percorsi di minigolf con un aspetto simulativo dalle basse pretese, votato alla filosofia arcade. Sarà anche qui possibile sfidare gli amici in lobby da 4 giocatori, sia online che in locale.
L’ultima è Capcom Heroes, la divertentissima modalità che ci porta a vestirci, nella campagna principale, come alcuni tra i più importanti personaggi Capcom: da Mega Man a Dante di DmC , da Ryu a M.Bison, da Street Fighter, e così via. Ogni costume avrà particolari abilità e animazioni, secondo le caratteristiche dell’eroe di di riferimento, per uno sforzo davvero lodevole da parte dei ragazzi di Capcom Vancouver.
Old Generation
Ad aggiungersi ai problemi del gameplay è anche un aspetto tecnico veramente retrogrado, situazione abbastanza ingiustificabile, data anche la semplicità degli ambienti. Ad eccezione del Megaplex Mall, ricco di negozi e simpatiche aree tematiche, il resto di Willamette, in Dead Rising 4, appare infatti spoglio di dettagli e particolari, in un continuo riciclo di asset di ogni tipo.
Gli asset tra l’altro non sono neanche da considerarsi di grande qualità: le texture non sono (nel 99 % dei casi) pulite, spesso sgranate anche nei modelli più semplici e banali, facendoci quasi pensare che non si siano fatti grandi salti in avanti dal Dead Rising 3 del 2013.
Nota positiva è un buon filtro antialiasing (ci mancherebbe) e una fludità di 30 FPS abbastanza costanti (tanti nemici a schermo causano stuttering), sebbene, secondo il parere di chi scrive, si sarebbe potuto puntare anche ai 60 fissi.
Dead Rising 4: Frank’s Big Package è un titolo imperfetto e a volte problematico, risulta però in grado di convincere i fan dei capitoli precedenti, anche grazie a dei validi contenuti aggiuntivi.
- Comparto narrativo ben sviluppato e divertente
- Esoscheletro e Investigazione sono ottime novità
- Contenuti aggiuntivi validi
- Ma storia piuttosto stereotipata
- Combat system molto problematico
- Interazione con ambiente mal implementata
- Reparto tecnico non aggiornato