Sono stati ospiti del Lucca Comics & Games gli attori Jason Isaacs e Shazad Latif, i protagonisti di una delle serie più chiacchierate della stagione Netflix: Star Trek: Discovery. Un po’ stregata dagli occhi di Isaacs, ma anche dal bell’accento di Shazad Latif, ho indagato su questa nuova e controversa serie di Star Trek intervistando i due attori.
Star Trek: Discovery ha fatto la sua comparsa lo scorso settembre su Netflix. Nello specifico si tratta della sesta serie ambientata nell’Universo di Star Trek, arrivato al suo 51esimo anniversario.
La serie è stata ideata da Bryan Fuller e Alex Kurtzman per CBS ed è composta da 15 episodi, divisi in due parti. Il 13 Novembre, infatti, è andato in onda il nono episodio su Netflix. La serie, già rinnovata per una seconda stagione, riprenderà a Gennaio.
Nella cornice di Lucca Comics & Games è arrivato parte del cast di Star Trek: Discovery, ovvero la protagonista Sonequa Martin-Green assieme a Jason Isaacs, interprete del Capitano Lorca, e Shazad Latif, volto del Tenente Tyler.
Nel corso della giornata ho incontrato sia Jason Isaacs – di cui sono perdutamente innamorata dal 1996 – che Shazad Latif. Il primo non ha sicuramente bisogno di presentazioni, ma è stato il volto dei più celebri villain del cinema, tra cui Felton in Dragonheart, il colonnello William Tavington in Il Patriota e il platinatissimo Lucius Malfoy in Harry Potter. Di recente Isaacs è stato anche il volto del Dottor Hap nella serie originale Netflix The OA.
Carriera decisamente più acerba, anche considerando l’età, quella di Shazad Latif, celebre soprattutto per essere stato il volto del Dottor Jekyll nella terza stagione di Penny Dreadful.
Andando in giro, in bilico tra galassie, personaggi tormentati e ruoli interpretati, ho fatto quattro interessantissime chiacchiere con i due attori, alla scoperta di Star Trek: Discovery, ma non solo.
J.I.: Ogni versione di Star Trek riflette i tempi in cui è stato fatto. Questa versione è uscita in un periodo di scompiglio per l’umanità. Quando ha debuttato la serie classica, era il periodo della nascita del femminismo, della lotta per i diritti civili, adesso il mondo è fortemente diviso. L’Europa sta cadendo a pezzi, gli Stati Uniti sono governati da un leader che punta alla divisione, incoraggia l’odio e l’isolamento. È un momento perfetto per Star Trek che proclama l’unità e l’inclusione piuttosto che vivere in una bolla. La nostra storia riflette i tempi morali complicati in cui viviamo. La posta in palio è sempre più alta in tempi di guerra. I personaggi si rivelano quando la posta in palio è cosi’ alta.
S.L.: Quando i personaggi sono sotto pressione, come in tempo di guerra, il conflitto ti permette di conoscerli meglio. Inoltre, la disperazione, spinge il personaggio a mostrarsi per quello che è e a unirsi con altri. Per esempio, quando incontriamo il personaggio di Jason lui è molto stressato e quel momento di tensione riusciamo a superarlo insieme.
J.I.: In tempo di guerra devi affrontare delle scelte morali molto difficili. Per esempio, come mantenere un universo etico; affrontiamo scelte binare per come affrontare il conflitto.
S.L.: È stata una giornata molto difficile, abbiamo corso moltissimo, quindi fisicamente l’ostacolo maggiore è stato quello. Non abbiamo avuto molto tempo per preparare la lotta quindi sbattevamo le teste un po’ a caso. Sai fai un bagno caldo e passa tutto, però si quella è stata una giornata intensa.
J.I.: È bello e divertente: ci travestiamo, facciamo da adulti cose che i bambini fanno nei parchi divertimento. Lottando, correndo, sparando e lottando contro i Klingon, cose che facevo quando avevo 7 anni… Adesso mi pagano per farlo!
J.I.: Guarda, io direi che è il primo capitano di Star Trek che incontriamo nei tempi di guerra. Lui deve affrontare l’estinzione della Federazione e della popolazione di tutti i pianeti. E ha un lavoro importante da completare. Ma non ha gli strumenti adatti. Ha una nave scientifica, un gruppo di esploratori. E penso che lui pensi che nessuno della federazione capisca veramente la portata del problema e lui deve fare di tutto per proteggere gli altri. Quindi non penso che sia un personaggio negativo, penso che sia uno duro, cinico forse, ma non negativo.
S.L.: È qualcuno che ha bisogno di Lorca in quel momento. In lui trova una figura paterna, un mentore, Il suo capitano. È un soldato, quindi sente di avere una responsabilità nella morte del suo vero capitano. Sia Lorca che Tyler hanno degli elementi in comune: sicuramente entrambi stanno passano un periodo complicato e questo li avvicina. È una bella collaborazione la loro.
S.L.: [ride] Lui no, però io si.
J.I.: Io credo che chi parla in klingon abbia delle corde vocali diverse. Gli attori che li interpretano devono usare parti differenti: la bocca, il naso, la gola, io non ci riesco.
S.L.: Si, è molto difficile!
J.I.: Non sono mai riuscito ad imparare una parola.
J.I.: [ride] Ci ha preso alla grande!
S.L.: Si, è strano! Penso che sia sempre una gran cosa poter interpretare personaggi psicologicamente forti. I produttori avevano già visto Penny Dreadful e a uno di loro ero piaciuto proprio grazie a Jekyll, quindi voleva che facessi Star Trek. Mi scelgono per personaggi tormentanti.
J.I.: Oppure sei tu quello a essere tormentato!
S.L.: Forse!
J.I.: [ride] No, tu non puoi ricordarlo! Non prendermi in giro, non eri grande abbastanza. Forse non eri neanche nata quando è uscito Dragonheart!
No, no. Ti sbagli! Non ero grande, ero una bambina ma me lo ricordo bene!
J.I.: Va bene, ti credo! Comunque Dragonheart non è stato l’inizio. Ho cominciato a recitare nel 1988 in tanti ruoli diversi. La gente ricorda gli antagonisti perché i film hanno avuto un grande successo, come Harry Potter, uno dei film più importanti in cui ho lavorato. Ma tendo ad accettare delle parti quando penso di poter portare qualcosa di originale e renderle tridimensionali e umane.
Quindi non penso che nessuno dei miei personaggi abbia mai pensato di fare niente di sbagliato. Il personaggio in The Patriot non è cattivo ma cerca di vincere la guerra per l’Inghilterra. Anche Malfoy è un razzista, si, ma… Le cose che diceva e che voleva, la necessità di avere un sangue puro, odiando i Babbani o i Mezzo Sangue, è la lingua dell’antiemigrazione, sono le cose che senti per tutta Europa e in America adesso.
Quella gente pensa di fare la cosa giusta, di portare avanti una missione sacra. Quindi cerco di interpretare dei ruoli in cui posso portare qualcosa di umano, qualcosa che ritroviamo nei giornali.
J.I.: L’ho fatto per tanto tempo, e penso che abbiamo raccontato la storia dall’inizio alla fine e questa è stata una delle gioie più grandi. Non è stato solo aggiunto un altro numero alla serie. Si è trattato di una serie molto famosa. C’era una storia che è stata raccontata in otto film, e abbiamo finito di raccontare quella storia. Abbiamo condiviso tanto ma non mi manca.
J.I.: No, no! Hap cerca di curare la morte e per fare questo lui deve compiere una serie di cose molto spiacevoli alle persone. Ma è consapevole del fatto che attraversare delle barriere morali costi. Non è un personaggio negativo, non è un sadico. Sa che quello che compie è terribile proprio a livello umano, ma il risultato potrebbe essere talmente tanto grande, i benefici di cui godrebbe l’umanità sono così enormi che è pronto a pagare le conseguenze delle sue azioni. Ma non agisce mai a cuor leggero, mentre a Volmer non importa nulla.
S.L.: Si, appena arrivato dovevo farlo. Esatto, nel primissimo casting ma poi i produttori volevano che facessi la prova per Tyler. E alla fine si è rivelata una scelta molto più appropriate per me, perché è una parte bellissima.
J.I.: Si’ infatti, ma anche perché gli attori che interpretano i Klingon arrivano alle due del mattino e passano cinque ore al trucco. Lui si sveglia alle otto!
S.L.: [ride] Sì, molto meglio per me!
J.I.: Sono io, ovvio! Come potrebbe qualcuno dire che il suo personaggio preferito non è il capitano Lorca!?
S.L.: A me piace Tilly. È sempre bello avere un po’ di comicità, soprattutto perché tutti noi altri siamo così seri.
J.I.: Io sono rimasto molto impressionato da Doug Jones chi interpreta Saru perché indossa un secchio gigantesco di gomma sulla testa ogni giorno, eppure riesce a trasmettere un grande ventaglio di emozioni: compassione, rabbia, dignità, tutto senza muovere nemmeno la faccia, camminando poi con quelle scarpe incredibili.
J.I.: Perché odiare qualcuno?? Non vedo l’ora di guardare tutta la serie. Infatti, sono appena tornato dalle vacanze con i miei figli e non ho ancora visto Star Trek: Discovery. Non avevo una connessione internet decente. Ho visto delle puntate , per tenermi un po’ aggiornato e a distanza delle riprese posso dire di essere innamorato di tutti!
S.L.: A me è piaciuto molto vederlo. Sono un vero fan della seria, mi piace ogni puntata. È bello vedere il lavoro di tutti.
J.I.: I personaggi sono così nuovi e freschi che nessuno è simile a quelli precedenti, non sono gli stessi personaggi ristampati. C’è una nuova dinamica e una nuova situazione in sintonia con i nuovi tempi.
J.I.: Vuoi dire a parte di Star Trek: Discovery!? [ride] Non esiste!
S.L.: Io sono cresciuto con The Next Generation. Adoravo Spock nella vecchia serie ma Next Generation è quello che guardavo sempre da bambino.
J.I.: Mi sento vecchio… Io sono cresciuto con Jim Kirk e Spock, quelli autentici. Sono un tipo da “serie originale”, quella dove tutto ha avuto inizio. Tutta la famiglia rimaneva incollata a guardarla!
La prima parte della prima stagione di Star Trek: Discovery è disponibile su Netflix.