Cercando Camille: la bellezza del perdersi e ritrovarsi

Cercando Camille

Nella sezione parallela Alice Nella Città alla XII. Festa del Cinema di Roma arriva il dolcissimo road movie Cercando Camille di Bindu de Stoppani. Una sorta di favola su quattro ruote con protagonisti un padre e una figlia e il faticoso percorso alla ricerca della propria identità.

Arrivata al suo secondo lungometraggio, dopo importanti collaborazioni con registi come Danny Boyle, Bindu de Stoppani presenta in Alice Nella Città – sezione parallela della Festa del Cinema di Roma – il suo Cercando Camille, storia di una figlia che cerca di aiutare suo padre, finendo col ritrovare se stessa.

Strutturato come un road movie ma dai colori e suggestioni musicali di una favola, Cercando Camille è uno struggente viaggio agrodolce, in cui si sorride, si ride e ci si commuove assieme alla semplicità genuina e un po’ bizzarra dei suoi personaggi.

Protagonisti una notevolissima Anna Ferzetti, interprete di Camille, assieme a Luigi Diberti, nel ruolo di Edoardo.

 

Cercando Camille

 

Edoardo è un corrisponde di guerra, ormai malato di Alzheimer, e che vive con sua figlia Camille. Nonostante la malattia, Camille non si arrende e cerca di assecondare il padre in tutto e per tutto, a differenza del fratello Ugo.

Edoardo non è mai stato un padre presente, un padre che, a detta di Ugo, ha il diritto di definirsi tale; eppure, per Camille è diverso e l’ossessione di Edoardo per una sua omonima perduta chissà dove, spinge Camille a intraprendere un viaggio su un vecchio furgoncino.

Un viaggio alla riscoperta di un rapporto, alla ricerca di ciò che è perduto e di ciò che è stato nascosto per troppo tempo. Cercando Camille è, in fondo, proprio questo: un viaggio per perdersi per poi potersi ritrovare.

Camille ed Edoardo partono in questo viaggio sgangherato, armati di una scatola colma di ricordi, pronti per trovare questa famigerata “Camille”. Ad unirsi a loro ci sarà un violoncellista di nome Leo (Nicola Mastroberardino), diventando improvvisamente la voce di quella coscienza che Camille non vuole sentire.

Si, perché nel voler salvare la memoria di suo padre e la sua identità, Camille salva la propria

Si, perché nel voler salvare la memoria di suo padre e la sua identità, Camille salva la propria, affrontando un vero viaggio nei ricordi, tra risate, pianti, incomprensioni. E capirà che, in fondo, alla fine di quel viaggio, volente o nolente, dovrà per forza lasciare andare suo padre e, per la prima volta nella vita, lasciarsi andare.

 

Cercando Camille

 

Bindu de Stoppani mette in scena l’idealizzazione di una figlia nei confronti del padre, ma anche lo sgretolamento di questo mito, facendo prendere alla realtà il proprio posto.

Una realtà più ruvida, ma non meno intensa, dove la protagonista conosce finalmente il legame con suo padre, la forza di quel sentimento e la sua struggente bellezza, tra difetti e pregi.

Al tempo stesso, il viaggio nel Cercando Camille della Stoppani diventa una metafora, in bilico nel tempo come le vecchie favole. Un road movie alla ricerca di se stessi e dei legami che si, strizza l’occhio a film iconici come Into the Wild o anche Transamerica, ma si muove nei colori pastello, nelle musiche soffuse ed oniriche, in cui ci si perde anche nei ricordi dell’infanzia, nell’essere un po’ bambini, abbandonando scudi, paure, insicurezze.

 

 

Una pellicola costellata di piccoli elementi che parlano dei personaggi, come il malconcio furgoncino che porta i tre personaggi in giro per l’Europa, disordinato, un po’ svuotato, una sorta di involucro, che simboleggia lo status dello stesso Edoardo.

La regista affronta la malattia in modo originale, lasciando che lo spettatore si perda e si riscopra assieme agli stessi personaggi. Costellando la narrazione di piccoli impreviste, gioie e infantili sorprese. Di piccole e di grandi scoperte, ma anche di accettazione, sofferenza e felicità.

 

Cercando Camille

Le cose migliori della vita sono i fuori programma

E Cercando Camille è proprio questo: un fuori programma dalla solita cinematografia, dalle solite storie struggenti sulla malattia, sulla perdita, sui legami. Una storia semplice e profonda come una favola, dolce e amara. Una piacevole eccezione alla regola di 100 minuti, che conquista, rapisce, riscalda ed accompagna fino all’uscita della sala.

Un film in cui ci si riconosce, in cui si ride e si piange con i personaggi

Un film in cui ci si riconosce, in cui si ride e si piange con i personaggi. Una storia come tante ma con un’esposizione unica, e questo non è solo merito della brava Bindu ma anche delle intese interpretazioni dei suoi attori.

Una pellicola che riuscirà a conquistarvi e a farvi riflettere sull’importanza dell’essere figli, dell’essere genitori; sull’importanza di perdersi per potersi ritrovare.

 

Cercando Camille non ha ancora trovato una distribuzione per le sale italiane.

 

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