Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, il 31 ottobre arriva nei cinema Mazinga Z Infinity, film diretto da Junji Shimizu che riporta al cinema nell’anno del suo 45° anniversario il super robot ideato da Go Nagai.
Era il 1972 quando veniva pubblicato il primo capitolo di Mazinga Z (マジンガーZ Majingā Zetto), manga scritto e disegnato da Go Nagai. L’opera, che nello stesso anno verrà trasposta in un anime di 92 episodi, è rivoluzionaria poiché introduce nei manga di genere mecha i super robot, ovvero robot colossali pilotati da ragazzi e caratterizzati dalla grande potenza distruttiva.
Una serie in cui non solo quando l’eroe attiva specifiche armi ne grida il nome, ma dove il robot protagonista difende la Terra dall’invasione di mostri o alieni giganteschi che puntualmente vengono sconfitti.
Inoltre per la prima volta il robot acquista tratti demoniaci, poiché a seconda del comportamento del pilota può diventare un dio o un demone. Non a caso il nome in giapponese マ(Ma)ジ (ji) ン (n) ガ (ga) ー è scritto in caratteri katakana.
La parola è composta dalle particelle ma che significa demone e jin (o shin) che vuol dire divinità, mentre la particella ga ha funzione rafforzativa. Nella mitologia giapponese i majin sono esseri magici, e la parola viene usata anche per indicare i demoni. Un termine che richiama quindi un essere divino e superiore.
Per la prima volta il robot acquista tratti demoniaci.
Grazie alle innovazioni portate al genere, Mazinga Z fu un grande successo di pubblico e consacrò Go Nagai come uno dei più importanti mangaka di sempre. Una storia editoriale quella del super robot molto travagliata. La pubblicazione inizia su Weekly Shōnen Jump nell’ottobre del 1972, ma nell’agosto del 1973 si interrompe. Ufficialmente i motivi erano il target differente che il manga stava acquisendo e la retribuzione troppo alta chiesta dal mangaka alla casa edistrice Shūeisha.
In seguito la serie riprese su TV Magazine della rivale Kōdansha, la quale impose a Go Nagai di non continuare la storia do dove era stata interrotta e di usare un tono più simile a quello dell’anime. Viene così pubblicata la versione a fumetti di Mazinga Z più nota, quella sceneggiata da Nagai e disegnata da Gosaku Ota. Il manga segue fedelmente la serie tv accentuandone la violenza ed introducendo varie innovazioni (come la conquista di uno stato africano da parte dell’esercito del Dottor Inferno).
La serie di Mazinga Z arriva in Italia con colpevole ritardo e mutilata. Dei 92 episodi ne verranno trasmessi solo 51.
Come di consueto, Mazinga Z in Italia arriverà con colpevole ritardo nel 1980 e successivamente a Il Grande Mazinga e UFO Robot Goldrake, nonostante si ponga cronologicamente prima. A causa di ciò la serie subirà una vera e propria mutilazione. Dei 92 episodi totali ne vennero trasmessi solo 51.
Come se non bastasse furono tagliate diverse scene. Solo nel 2015 con la rimasterizzazione della serie da parte della Yamato Video in una collana di 23 DVD, Mazinga Z è giunto finalmente completo in Italia. Una serie entrata nell’immaginario dei fan italiani anche grazie alla sigla di apertura. Nonostante siano passati 37 anni, la canzone cantata da Enzo Polito riesce ancora oggi a infiammare gli animi degli appassionati.
La storia è nota a tutti i fan di Mazinga Z. Lo scienziato Juzo Kabuto costruisce un enorme robot che alla sua morte viene affidato dal nipote Koji Kabuto. Il compito del ragazzo è sventare i piani del malvagio Dottor Inferno, scienziato tedesco il cui scopo è la conquista del mondo. L’uomo anni prima aveva partecipato insieme a Kabuto ed altri scienziati ad una spedizione archeologica nell’isola greca di Bardos alla scoperta dei resti della civiltà micenea.
Rinvenuti l’esercito di mostri meccanici costruiti dai Mikenes, il Dottor Inferno rivela le sue vere intenzioni, ovvero usare l’antica tecnologia per riportare sulla Terra i discendenti del popolo scomparso. Unico superstite della spedizione è Kabuto, il quale tornato in patria, utilizza la lega Z da lui scoperta per costruire Mazinga Z. Scopo del robot, ultimo baluardo di difesa della Terra, è fermare il folle scienziato. Al suo fianco il professor Yumi e sua figlia Sayaka, pilota del robot Afrodite A e lo strampalato Boss Robot.
Il super robot di Go Nagai torna al cinema con Mazinga Z Infinity, storia ambientata dopo la serie classica.
Dopo i recenti reboot che hanno rinarrato in chiave moderna le vicende di Mazinga e Il Grande Mazinga, a distanza di 45 anni dalla pubblicazione del primo capitolo del manga, il super robot ideato da Go Nagai, torna al cinema con Mazinga Z Infinity. Una storia completamente nuova ambientata anni dopo la conclusione delle serie con protagonisti Mazinga Z e Il Grande Mazinga.
Sono passati dieci dalla anni dalla sconfitta del temibile Dottor Inferno e dei suoi mostri meccanici. Grazie a Koji Kabuto e ai suoi colleghi dell’istituto di Ricerca di Energia Fotonica la Terra è finalmente in pace. L’ex pilota di Mazinga Z è divenuto un rispettato scienziato la cui vita scorre tranquilla. Almeno fino al giorno in cui all’interno del monte Fuji vengono scoperte delle misteriose rovine chiamate Infinity.
Contemporaneamente le centrali di energia fotonica di tutti il mondo vengono attaccati dai mostri del Dottor Inferno, il quale sembra essere in qualche modo sopravvissuto. Ancora una volta la Terra e i suoi abitanti rischiano l’estinzione. Ancora una volta il destino del mondo è nelle mani di Koji Kabuto e di Mazinga Z. Riuscirà l’eroe a sconfiggere ancora una volta il suo acerrimo nemico?
Diretto da Junji Shimizu e scritto da Takahiro Ozawa, Mazinga Z Infinity farà la felicità di tutti i fan. Un film in grado di risvegliare il bambino in ognuno di noi. Perché è inutile negarlo, vedere a distanza di anni Mazinga Z e Il Grande Mazzinga tornare in azione è un’emozionante. Tornare a sentire Koji Kabuto e Tetsuya Tsurugi gridare a gran voce i colpi dei robot, farà la felicità di ogni nerd cresciuto con i personaggi di Go Nagai.
Vedere Mazinga Z e Il Grande Mazinga tornare in azione è emozionante.
Dopo un incipit adrenalinico in cui Il Grande Mazinga si scontra con i mostri meccanici del Dottor Inferno che attaccano la Terra, e dopo i titoli di testa che ricordano la sigla della serie tv, con un flashback torniamo indietro e scopriamo il motivo di questa nuova invasione. Veniamo così a conoscenza che Koji Kabuto è divenuto un ricercatore e che sta studiando una nuova creatura demoniaca costruita dai Mikenes apparsa misteriosamente sotto il monte Fuji e che mostra segni vitali. L’eroe si trova di fronte ad un mistero da risolvere al più presto.
La storia assume quindi i contorni più tipici dei film di fantascienza, in cui l’uomo viene a contatto con creature misteriose di cui cerca di capirne l’origine e i segreti. Una vicenda che, soprattutto nella parte centrale, si focalizza molti sui personaggi ormai cresciuti, in particolare sull’ex pilota di Mazinga Z. Perché Koji Kabuto prima di essere il cuore e l’anima del super robot è un uomo con sogni, aspirazioni e dubbi.
Una vicenda che esplora i rapporti personali tra i vari personaggi in scena, senza lasciare nulla al caso, e che analizza l’umanità. In Mazinga Z Infinity viene sottolineato ancora una volta come, nonostante la presenza di un nemico comune, l’uomo sia sempre guidato dall’egoismo e dalla paura.
Incapace di seguire una direzione comune nel momento di bisogno. Un film politico che si ancora alla realtà odierna, dove oltre al messaggio di unione trova spazio anche l’ecologismo. E non poteva essere altrimenti da un popolo che è stata vittima di uno dei più grandi disastri ecologici degli ultimi anni.
Un film che ha nel titolo una doppia chiave di lettura. Infinity può riferirsi sia alle infinite possibilità e vie che una vita può prendere nel corso della sua durata, sia al fatto che Mazinga sia infinito, nel senso di eterno. Perché il super robot di Go Nagai, nonostante sia stato creato più di quattro decenni fa, è riuscito a “trascendere” il tempo e ad essere ancora oggi un’icona della cultura pop amata e riconosciuta in tutto il mondo.
Una storia che ripropone l’ironia tipica della serie anni ’70 che lo hanno preceduto. Anche in Mazinga Z Infinity la parte comica è affidata allo strampalato e goffo Boss Robot. A pilotarlo come sempre troviamo Boss, affiancato da Nuke e Mucha. Anche in questo caso lo scassato robot riuscirà ad essere utile al protagonista, uscendo come sempre dalla battaglia malconcio.
Al suo fianco troviamo le avvenenti Mazin-Girls, un quartetto di ragazze formose il cui compito – oltre a quello di cheerleaders di Mazinga Z – è quello allietare la visione dello spettatore e di farlo ridere con i loro ingressi in scena.
Viene riproposta l’ironia tipica della serie anni ’70. La parte comica è ancora una volta affidata allo strampalato e goffo Boss Robot.
Una comicità spinta sino al suo limite, facendo intendere come la pellicola non si prenda sul serio. Uno espediente che se da una parte farà ridere di gusto raggiungendo così il suo scopo, dall’altra avrà un’effetto straniante rendendo Mazinga Z Infinity una pellicola al limite del ridicolo.
Non mancano i combattimenti. La pellicola farà la felicità di tutti i fan della serie, i quali assisteranno a scontri avvincenti. Accompagnati dall’immancabile brano principale della colonna sonora.
Come ci si aspetti da un film del genere, le battaglie sono concentrate in punti ben precisi della narrazione. Oltre ad aprire e chiudere la vicenda, ci sarà spazio per il più tipico dei contrattacchi delle forze terrestri. Il quale ovviamente fallirà. Nonostante i combattimenti siano emozionanti, hanno il grande difetto di risultare sin troppo frettolosi.
Nel giro di una manciata di secondi i super robot sferrano senza tregua e in rapida successione tutti i loro colpi. Neanche il tempo di sferrare un colpo che ne lanciano subito un altro. Stordendo così più lo spettatore che il nemico.
Nonostante gli scontri siano avvincenti risultano fin troppo frettolosi. Inoltre la pellicola si perde in spiegazioni scientifiche complicate. Ma riesce comunque a conquistare lo spettatore.
Inoltre purtroppo il film si perde in spiegazioni scientifiche complicate. I dialoghi si aggrovigliano su loro stessi nel tentativo di spiegare teorie come il multiverso e gli spazi contigui. Argomenti interessanti ma che a causa di ciò risultano poco accattivanti e non ben amalgamati con la vicenda a cui si assiste. Sono sostanzialmente un’espediente narrativo per giustificare il ritorno di vecchi nemici.
Nonostante ciò e la trama sia più che prevedibile, Mazinga Z Infinity farà la felicità degli appassionati della serie, i quali oltre ai personaggi con cui sono cresciuti, troveranno omaggi e citazioni ai quegli anime che hanno fatto la storia dell’animazione giapponese. Mazin-Go!
Mazinga Z Infinity sarà al cinema dal 31 ottobre.