Arriva oggi su Netflix la sua prima serie originale italiana, Suburra – La Serie, tratta dall’omonimo film di Stefano Sollima. Dieci episodi ambientati nel lato più marcio e oscuro di Roma dove a contare è solo la legge del più forte. Abbiamo visto in anteprima la prima stagione della serie.

Dopo essere stata presentata in anteprima alla 74. Mostra del Cinema di Venezia, Suburra – La Serie arriva su Netflix. Prima serie originale italiana della piattaforma, Suburra – La Serie si porta dietro il bagaglio dello stampo della nuova serialità italiana di genere, iniziata proprio con Sollima nel 2008 con Romanzo Criminale – La Serie.

Questa volta però la situazione si è capovolta; infatti se nel 2008 Romanzo Criminale era la versione televisiva dell’omonimo film realizzato da Michele Placido, tratto dal romanzo di Giancarlo De Cataldo, questa volta Sollima non si è occupato della realizzazione della serie, lasciando questo compito proprio a Placido, accompagnato da Andrea Molaioli e Giuseppe Capotondi. Invece, della stesura della sceneggiatura se ne sono occupati Daniele Cesarano, Barbara Petronio, Ezio Abbate, Fabrizio Bettelli e da Nicola Guaglianone, lo sceneggiatore di Lo Chiamavano Jeeg Robot.

Suburra – La Serie, composta da una prima stagione di 10 episodi, è tecnicamente un prequel del film diretto da Stefano Sollima.

Il film, a sua volta, e la trasposizione dell’omonimo romanzo di De Cataldo. La serie prende forma all’interno di una Roma sconvolta da 20 giorni di eventi politici e criminali, con la carica di sindaco scoperta e una lotta spietata a dei terreni molto particolari su Ostia.

 

Suburra - La Serie

 

Vaticano, politica, criminalità e mafia

Vaticano, politica, criminalità e anche mafia. Un circolo vizioso a cui prenderanno parte i tre protagonisti più giovani della serie. Infatti, se nel film Sollima porta sul grande schermo le conseguenze di alcuni di questi personaggi dopo le scelte fatte in precedenza, la serie indaga proprio su quelli che sono stati gli eventi a definire questa tragica storia italiana.

Tragica soprattutto perché tratta da eventi reali. Il tutto coperto dall’anonimato, ma nello sviluppo dei dieci episodi è facile riconoscere quelle situazioni che hanno diviso e sconvolto attualmente la nostra Italia, vedendo nella Capitale il cuore convergente di una società sempre più sporca e meschina.

Santa e dissoluta, Roma ama e non perdona. Roma ti divora come un barracuda.

 

 

Suburra - La Serie

 

 

Chiesa. Stato. Società. Dieci episodi in cui ritornano personaggi come Numero Otto (Alessandro Borghi), Spadino (Giacamo Ferrara), Samurai (Francesco Acquaroli) e, in cui, ne vengono introdotti altri come il giovane Gabriele (Eduardo Valdarnini) e l’imprevedibile Sara Monaschi (Claudia Gerini).

Durante la Mostra del Cinema di Venezia sono stati proiettati in anteprima i primi due episodi di Suburra – La Serie, i quali pur avendo suscitato un certo interesse, non erano riusciti a convincere del tutto, riconducendo Suburra – La Serie allo stile e stampo, sia nei colori che nella regia, ai precedenti Romanzo Criminale, Gomorra – La Serie e 1992 .

Non poca, per tanto, è stata l’iniziale delusione nel vedere un primo prodotto italiano Netflix che poco rispondeva ai canoni della serialità internazionale della piattaforma.

Grazie a Netflix abbiamo potuto vedere tutta la prima stagione di questa serie, facendoci un’idea completamente diversa. Suburra – La Serie sicuramente è un prodotto che fa tipicamente parte dello stile di Stefano Sollima e dei prodotti, molto validi e di qualità, proposti dall’autore, arrivati a distribuzioni mondiali. Eppure, nel complesso del lavoro, si riesce anche a riconoscere l’impronta di un gigante come Netflix.

Ogni episodio è, infatti, strutturato in modo da spingere lo spettatore ad andare avanti. Continuare, episodio dopo episodio, appassionandosi alla storia dei personaggi, in particolar modo quelli più giovani. Un lavoro minuzioso e dettagliato, fatto soprattutto di caratterizzazione, di scelte, azioni e conseguenze che poi vanno a definire la struttura di tutta la storia.

 

 

Suburra - La Serie

 

 

Sì, perchè la Suburra di Netflix è una Suburra divisa in due parti: quella ordinaria della politica e della chiesa (molto più cinematografica) e quella straordinaria della strada e delle febbrili ambizioni (e che strizza fortemente l’occhio alla serialità americana). Da un lato abbiamo una donna in vaticano, divisa tra paura e sete di potere, e un uomo politico stanco di essere buono e invisibile; dall’altro lato abbiamo la Roma zingara, quella pariolina e Ostia.

Storie destinate a incrociarsi ma che al tempo stesso sembrano essere state girate in modo completamento diverso.

Storie destinate a incrociarsi ma che al tempo stesso sembrano essere state girate in modo completamento diverso, passando dal canonico a un ritmo ben più accattivante e decisivo. Ed proprio questa parte quella più convincente di questa serie.

Tre giovani molto diversi tra di loro, disposti a tutto, anche nella loro inconsapevolezza iniziale, pur di arrivare al potere massimo. Tre universi diversi che si incrociano, quasi per caso, generando un nuovo cuore pulsante di ambizione, speranze e anche ingenuità. Fragilità nascoste dal finto muso duro che si sono imposti di indossare, ma che nel corso della stagione si infrangerà sempre di più, mostrando le debolezze e incertezze, ma anche i segreti.

 

Suburra - La Serie

 

Un’apparente storia di lealtà ed amicizia proibita

Un’apparente storia di lealtà ed amicizia proibita, ma che non potrà che avere dei risvolti inevitabili – ma non scontati – andando a creare quei personaggi che avevamo precedentemente conosciuto nel film del 2015.

Rispetto al film Suburra – La serie, esattamente come nel caso analogo di Romanzo Criminale, riesce ad andare molto più in profondità. Ogni episodio comincia con una conseguenza, per poi andare a ritroso per poterne scoprire la causa.

I primi episodi hanno l’arduo compito di definire tutta la struttura del prodotto in generale, quindi, rispetto agli altri otto, sono sicuramente quelli più lunghi e meno ritmati. Quelli meno convincenti e che si prendo un tempo esagerato, facendo subito pensare al peggio. Ma bisogna dare fiducia, spingersi verso il terzo episodio di questa serie dove tutto ha davvero inizio e i cliffhanger finali sanno portare lo spettatore oltre.

 

Suburra - La Serie

 

Non fermatevi all’apparenza, Suburra va sviscerata esattamente come viene fatto con i suoi protagonisti, dove primi in assoluto sono Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara, nei ruoli di Numero Otto e Spadino. Il lavoro dei due attori è stato di destrutturazione, unici membri del cast, oltre ad Adamo Dionisi, ad essere comparsi anche nel film nello stesso ruolo. Sul piccolo schermo veniamo a conoscenza di due persone molto diverse da quelle viste sul grande.

Semplicemente Aureliano e Alberto. Diversi e al tempo stesso simili. Soffocati dalla propria famiglia, costretti ad un estremo sacrificio pur di ottenere la loro rivincita. Pur di non farsi più mettere i piedi in testa da nessuno, consapevoli di non poter avere altra scelta, di non poter essere liberi.

 

Suburra - La Serie
Giacomo Ferrara con il suo Spadino conquista immediatamente il pubblico, riuscendo a essere il personaggio più riuscito di tutta la serie; ma sicuramente ad ottenere il podio come sfumature e complessità e proprio Numero 8, l’Aureliano di Alessandro Borghi.

Tra le nuove promesse del cinema, Borghi è sicuramente tra le migliori scommesse di questo momento, sebbene purtroppo ancora troppo incastrato in questi ruoli estremi e al limite.

Ottima interpretazione anche per Francesco Acquaroli nel ruolo di Samurai, superando la precedente performance di Claudio Amendola. Personaggio cardine, amministratore reale della Roma più marcia ma anche di quella “bene”. Burattino e burattinaio. In lui si concentra l’amore e l’odio per Roma. Una Roma che sa farsi amare, ma al tempo stesso ti distrugge, ti ingloba nella sua aurea di annichiliménto.

 

 

Suburra - La Serie

 

 

Meno convincenti le interpretazioni di Filippo Nigro e, soprattutto, del giovane Eduardo Valdarnini. Pur considerando l’esperienza più acerba di Valdarnini, non si riesce mai ad entrare in empatia con il suo personaggio. Il tutto risulta essere sempre tremendamente forzato e poca naturale, rendendo l’interpretazione dell’attore molto fastidiosa.

Fiore oll’occhiello l’attrice teatrale Barbara Chichiarelli, interprete di Livia Adami, sorella di Numero Otto. Una vera donna della criminalità, calcolatrice e spietata. Nella sua fragile femminilità, Livia è tra i personaggi più temibili. Un Giuda costretto dagli eventi e che non si volterà mai indietro o rimpiangerà le scelte fatte.

Personaggio che si ama e si odia, che si comprende e non comprende al tempo stesso, e che sa mettere in ombra tutti i restanti interpreti maschili.

 

Suburra - La Serie
Interessanti le location utilizzante, il linguaggio ben studiato dei giovani, cambiando sfumature su sfumature in base alle varie zone di Roma. Una Roma mutaforma, imprevedibile, madre e matrigna.

Nel complesso Suburra – La Serie sa porsi perfettamente in una visione globale come quella di Netflix, andando incontro molto più verso la miniserie piuttosto che la lunga serialità. Convincendo più sul finale che sull’inizio, e lanciando le basi per quella che potrebbe essere una inevitabile seconda stagione.

Un prodotto da assimilare, che nel suo piccolo sa essere estremamente godibile e coinvolgente, ma che sa anche riflettere su tutti quelli che sono le piccole sfumature che sanno fare la vera differenza.

 

Suburra – La Serie è disponibile dal 6 Ottobre su Netflix