The Devil and Father Amorth: “L’Esorcista” di Friedkin che non convince

The Devil and Father Amorth

The Devil And Father Amorth, presentato nella sezione Fuori Concorso della 74. Mostra del Cinema di Venezia, l’atteso documentario di William Friedkin, “papà” dell’amato cult horror L’Esorcista. Le riprese originali del primo esorcismo a cui ha assistito il regista, ben 43 anni dopo L’Esorcista.

William Friedkin, regista di uno dei più terrificanti film horror della storia del cinema, decide di indagare, questa volta in modo molto più realistico, l’oscura materia del diavolo portando a Venezia il documentario The Devil and Father Amorth.

Da sempre affascinato dalle possessioni demoniache, galeotto per Friedkin fu il romanzo di William Peter Blatty, successivamente anche sceneggiatore del film del 1973, che si ispirò a un reale caso di esorcismo nel 1945 nel Maryland.

Ma ciò che venne messo in scena da Friedkin non è mai stato frutto di una vera e propria esperienza personale di esorcismo. L’occasione, infatti, è arrivata solo 43 anni dopo per il regista, durante un’intervista al famoso esorcista italiano Padre Gabriele Amorth.

Durante un incontro tra i due, William Friedkin, conscio della stima di Padre Amorth nei propri confronti, chiede al prete se sia possibile filmare un esorcismo. Dopo l’iniziale titubanza e la richiesta formale al Vaticano, Padre Amorth acconsente alla richiesta, ma tutto ciò che potrà portare Friedkin è solo una reflex: niente camere professionali o assistenti.

 

 

The Devil And Father Amorth
Il 1 Maggio 2016 inizia l’avventura terrificante di Friedkin che darà successivamente origine al documentario The Devil and The Father Amorth, presentato il primo giorno Fuori Concorso alla 74° Mostra del Cinema di Venezia.

 

Il documentario, in uno stile drammaticamente anni novanta, si apre con quelle che sono state le origini del famoso film di William Friedkin, L’Esorcista. Il regista stesso ripercorre i luoghi diventati culto del film, come la scalinata e la finestra di Regan. Ad arricchire il racconto del regista, mentre passeggia tra i palazzi (con una tale mancanza di profondità da far pensare a un green screen), ci sono anche alcuni interventi dello scrittore e sceneggiatore William Peter Blatty, morto lo scorso 12 Gennaio.

Il preambolo serve non solo per presentare l’incontro con Padre Amorth e l’esorcismo che verrà successivamente mostrato, ma anche a introdurre nuovamente lo spettatore verso la visione di Friedkin.

Più possibilità diamo a queste cose parlandone, più possibilità diamo al maligno di farsi strada dentro di noi.

L’esorcismo seguito da Friedkin, il 1 Maggio del 2016, è quello di una ragazza italiana di nome Cristina. Sulla trentina, cresciuta in una famiglia cattolica, Cristina è convinta di essere perseguitata. Troppi anni di sofferenze e malattia hanno fatto crescere in lei una rabbia animalesca a tal punto da portarla a credere che tutto questo sia opera di una possessione.

Quello ripreso all’interno del documentario The Devil and The Father Amorth è il nono esorcismo di Cristina. Tutti i precedenti esorcismi compiuti dallo stesso Amorth non sono andati a buon fine. Ovviamente, prima dell’esorcismo, Friedkin si preoccupa di mostrare la testimonianza di chi dal prete è stato realmente “curato”.

 

The Devil And Father Amorth

 

In sé per sé il documentario parte con una notevole dose di interesse. Credenti o meno c’è pur sempre William Friedkin alla regia. Eppure gran parte della naturalezza che ci si aspetterebbe da un documentario di questo tipo viene persa dall’enfasi con cui lo stesso regista narra l’intero racconto.

Le stesse interviste sembrano costruite un po’ a tavolino, ad eccezion fatta dei parari medici che Friedkin chiede mostrando le schede dell’esorcismo di Cristina.

L’esorcismo vero e proprio non ha nulla di eclatante.

L’esorcismo vero e proprio non ha nulla di eclatante. Quello che vediamo potrebbe essere una normale crisi isterica e il fatto che la ragazza sia microfonata fa storcere il naso anche sull’unico vero fenomeno inspiegabile: la voce della posseduta.

Certo, l’emotività di uno spettatore in questo caso fa la differenza, ma a prescindere dal crederci o meno, le scene mostrate da Friedkin sono estremamente piatte.

Un filmato su youtube, di quelli che sembrerebbero reali e che magari sono dei fake, o gli storici filmati e foto di repertorio di violenti esorcismi avvenuti anni fa, hanno sicuramente un impatto maggiore sul pubblico.

Decisamente più interessante la parte scientifico-medica.

Le interviste selezionano un campione di neurologi e psichiatri nei quali si vede una reazione sorpresa alla visione delle immagini. Sebbene la possessione demoniaca in campo medico venga già riconosciuta come disturbo da trance dissociativa, è importante in molti di questi casi il contesto da cui proviene chi manifesta i sintomi della possessione.

Infatti in tutti i casi la componente religiosa, soprattutto in famiglia, fa sì che il paziente associ immediatamente al demonio il malessere che prova. Inoltre un tumore al cervello può intervenire sulle zone motorie e linguistiche di un paziente creando quegli stessi sintomi.

 

The Devil And Father Amorth
La possessione demoniaca non viene quindi esclusa, ma ritenuta una vera patologia.

Al di là delle teorie, che sicuramente rappresentano la parte più interessante della pellicola, The Devil and Father Amorth sembra essere il capriccio di un regista ossessionato da un determinato argomento o, peggio ancora, che spera di portare nuovamente in voga un mito che lo ha reso tanto famoso anni fa.

Dare un aspetto più antropologico e sociologico al documentario e magari indagare sull’intreccio tra fede e medicina, avrebbe dato un aspetto molto più interessante al documentario.

Dare un aspetto più antropologico e sociologico al documentario e magari indagare sull’intreccio tra fede e medicina, avrebbe dato un aspetto molto più interessante al documentario. Studiare in modo molto più approfondito questa tematica, piuttosto che riprendere un esorcismo dalla dubbia veridicità, avrebbe dato più senso alla pellicola di William Friedkin.

E così come la materia risulta essere scialba e deludente, anche la tecnica sembrerebbe esseri bloccata ad anni e anni fa.

Un documentario di vecchio stampo, del tutto impersonale e privo di anima. Un’occasione sprecata che avrebbe potuto dare un interessante punto di vista da colui che viene considerato il padre degli esorcismi al cinema.

 

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