Negli ultimi mesi mi sono dilettato nel giocare con i veicoli per personal mobility. Ho comprato prima un hoverboard con ruote da 10″ della X-Skate. Era un bell’oggetto purtroppo finito malissimo per colpa di mio figlio che ha pensato bene di usarlo per finirci nel fiume. In quel caso ho scoperto che l’assistenza X-Skate è tra le peggiori in assoluto.

La riparazione, evidentemente a carico mio, mi è stata proposta a ben 50 € in più che comprare il veicolo nuovo e includeva pure le spese di “rifiuto riparazione” (ma come ? Nello stesso preventivo di riparazione? Ovvio che se lo accetto non rifiuto la riparazione!).

Sono poi passato ad un minisegway, sempre con ruote da 10″ di origine cinese. Un incubo che mi ha costretto a cambiare tutta l’elettronica e a ricostruire metà dello snodo usato dallo stick per funzionare a dovere. Pagato poco ma vale poco.

Ultimamente ho acquistato due nuovi veicoli elettrici. Il primo, un hoverboard All-Road, è l’oggetto di questa prova. Il secondo, un longboard elettrico da 1800w con due motori separati sarà oggetto della prossima.

 

La scatola dello scooter

 

Smartmove All-Road

In primis due parole sul marchio. Si tratta di una società svizzera che si interfaccia direttamente con i produttori in estremo oriente. È orientata sulla fascia alta della gamma, e quindi i prezzi non sono quelli delle controparti cinesi. Ad ogni modo hanno appena ritoccato i prezzi del loro catalogo e quindi ora costano più o meno come la concorrenza che si trova nella grande distribuzione ma con una qualità decisamente diversa.

Ma andiamo con ordine e parliamo dell’oggetto.

L’hoverboard è disponibile in due colorazioni, nera e camo. Si tratta di un veicolo in parte in plastica  (scocca superiore ed inferiore) e in parte in aluminio aereonautico (telaio e passaruota).

Fa parte della nuova generazione degli hoverboard, ovvero quelli con potenza migliorata (800 W), nuova elettronica in grado di dialogare con lo smartphone (con tanto di App) e ruotone tassellate da 8,5″ che ne permettono l’uso anche su sfondi sconnessi o sterrati.

 

L’hoverboard appena estratto dalla sua borsa

 

Aperta l’elegante confezione grigia, e che si fregia di far capire quasi su ogni lato che è un prodotto che ha origini nella confederazione elvetica, troviamo un splendida borsa rigida, con tanto di marchio “Helvei” e dentro l’ hoverboard stesso. In una busta separata il manuale di istruzioni e il caricatore. La borsa è utile perché l’hoverboard pesa 14 Kg e non sono pochi.

 

La borsa per il trasporto

 

Altra particolarità da segnalare subito è la certificazione IP56.

Altra particolarità da segnalare subito è la certificazione IP56. Questo vuol dire che se per caso ci troviamo sorpresi da un leggero temporale durante un’uscita non abbiamo da preoccuparsi che ci possano essere cortocircuiti o problemi all’elettronica interna o ai motori.

Come già detto si tratta di un hoverboard di nuova generazione. Cosa vuol dire questo?

In primis che ha una sensibilità dei giroscopi e una potenza dei motori drasticamnte migliorate. Ulteriormente dispone di un collegamento Bluetooth di nuova concezione. Attraverso la normale connessione si presenta come un altoparlante. Permette quindi di inviare musica dallo smartphone per ascoltarla mentre si viaggia (e non suona manco male). Il profilo è come altoparlante esterno e non come vivavoce e quindi le telefonate sono tutte dirottate sul telefono.

Se si installa l’app Helvei (via Playstore per Android o App Store per Apple) invece si può controllare i parametri di funzionamento dell’hoverboard. Nella schermata principale si può verificare la velocità istantanea, i chilometri totali percorsi e lo stato della batteria.

Tramite un ulteriore tasto sarà possibile scegliere una delle diverse modalità (Principiante, Normale, Avanzato) che si distinguono una dall’altra per la velocità massima raggiungibile e per la reattività dell’hoverboard ai comandi impartiti.

Tramite il pulsante Track è possibile collegarsi alle mappe del telefono, vedere la propria posizione e registrare la strada percorsa.

Infine con il comando Power è possibile spegnere l’hoverboard via software.

 

Come va

Inizio con il dire subito “Benissimo”.

Salendo l’hoverboard prende vita. Sul retro sono presenti due serie di led rossi disposte a triangolo. Rimangono sempre illuminate  in rettilineo e una delle due lampeggia quando si gira. In tal caso lampeggerà il blocco di led nella direzione di svolta, come delle frecce automatiche. All’anteriore si accendono due file di led bianchi che fungono sia da luci diurne sia per illuminare la strada la sera o durante la notte. I led bianchi rimangono fissi durante l’uso. Sulla parte superiore due serie di tre led verdi indicano lo stato della batteria (i tre led di destra), la connessione Bluetooth, lo stato di accensione e la presenza di un viaggiatore a bordo.

Le ruote piene da 8,5″ sono una sorpresa. Più ho a che fare con questi mezzi più sono convinto che gli hoverboard che si trovano comunemente in giro con le ruote strettine e da 6,5″ di diametro non sono null’altro che dei giocattoli. Le ruote sono semplicemente troppo piccole per poter gestire i comuni problemi che si trovano sulle nostre strade. Le ruote da 8,5″ tassellate sono utili invece sia per fare del fuoristrada leggero (parlo per lo più di affrontare qualche strada sterrata o passare qualche praticello) sia per potersi disimpegnare tra collegamenti non perfetti, pavé, piastre di pietra e tutto quello che si può trovare sulla pavimentazione dei centri storici. Solo le ruote da 10″ con camera d’aria, a mio avviso, sono meglio di queste a livello i comfort (ma perdono sui fondi sconnessi).

I motori sono potenti a sufficienza. Nulla che possa far pensare di far derapare le grosse ruote con effetti speciali da motocross, ma più che sufficiente per affrontare salite e rampe anche di una certa angolazione, e poter raggiugnere i 15 Km/h sulla maggior parte dei percorsi.

L’ elettronica è di qualità che ha tempi di reazione nell’ordine di qualche frazione di secondo. Qui bisogna fare una puntualizzazione. I profili di utilizzo impostabili tramite l’app non sono inutili o riservati solo agli utenti alle prime armi o negati nell’uso di questi tipi di veicoli. Tali profili sono invece utilissimi a seconda delle condizioni di utilizzo. Ho provato l’hoverboard in pieno centro di Milano e il profilo “Principiante” è stato un toccasana.

In primis perché sui marciapiedi, non è il caso di avere un veicolo che cambia immediatamnte direzione per via di un minimo movimento del corpo, così come acceleri fino alla massima velocità nel giro di qualche metro.

Imponendo il profilo principiante, la velocità massima viene ridotta a 6/8 Km/h, e i giroscopi sono molto più tolleranti ai cambi di peso. Questo profilo è utile sia per imparare ad usare l’hoverboard sia in situazioni metropolitane “intense”. In pieno centro di Milano, dove ho percorso sino quasi una ventina di chilometri, con una sacco di gente, marciapedi stretti, lavori in corso, binari del tram e ogni altro orpello urbano utile e inutile questo profilo è l’ideale in quanto evita di avere reazioni inconsulte a fronte di qualche imprevisto.

Il profilo “Normale” rimuove i limiti di velocità (si raggiunge senza troppi problemi punte di 17-18 km/h e una velocità di crocera attorno ai 13-14 km/h) e rende i giroscopi più sensibili. Il profilo normale è utilizzabile un po’ ovunque e specialmente sulle lunghe ciclabili che si trovano in provincia.

Il profilo “Advance” è, a mio parere, riservato solo in zone dove il manto stradale sia pressoché perfetto e nel caso si vogliano fare numeri o qualche gara di velocità tra amici.

Una cosa che si apprezza è la silenziosità di marcia. Il video mostrato in questa pagina è stato girato su una zona pedonale lungo il fiume Ticino. Si possono apprezzare i rumori ambientali e la quasi totale assenza di rumore dovuto ai motori elettrici. Si avverte solo il rotolamento degli pneumatici sull’asfalto. Ulteriormente il video è stato girato senza alcun sistema di stabilizzazione. La fluidità di marcia è assolutamente notevole, al punto che potrei consigliarlo ad un filmer che voglia riprendere scene in movimento come skater o altro.

 

https://www.youtube.com/watch?v=B19V85sXnfI

 

Altro elemento da non sottovalutare è la durata della batteria. Con una carica di circa 3 ore si possono percorrere dai 15 ai 20 km, il che non è certo poco, per me vuol dire potersi disimpegnare con i vari appuntamenti in centro a Milano durante la giornata oppure di poter gestire le varie commissioni quando sono a casa.

La batteria è formata da celle Samsung ed è rimovibile facilmente togliendo qualche vite. Questo ne permette la sostituzione quando inizia a mostrare i segni dell’età e del numero delle cariche che si accumulano (che comunque dovrebbe superare i 1800)

 

Un po’ di riposo dopo lo sterrato

 

Una particolarità riguarda il sistema di controllo. Ho già detto che questo hoverboard appartiene alla seconda generazione di questi apparecchi e questo si traduce in  una notevole facilità d’uso. Con un minimo di esperienza si riesce a dirigere con una tale naturalezza che chi ci incontra rischia di chiedersi se usiamo il pensiero piuttosto che il peso per guidarlo.

 

Alcune particolarità

In primis il design.

Chiunque abbia utilizzato un hoverboard per un po’ di tempo sa che, nel momento in cui si cade, l’hoverboard fa una sola cosa, ovvero rotola in avanti.

Molti dei modelli cinesi (compreso il mio defunto X-Skate) hanno un pessimo disegno delle scocche e questo si traduce in una sola cosa, ovvero che rotolando in avanti le plastiche, specialmente sopra i passaruota, nel migliore dei casi si rigano e nel peggiore si spezzano. Inoltre rotolando possono finire chissà dove, magari in un fiume…

Questo vuol dire che è necessario o comprare delle coperture in silicone o cambiare le plastiche con una certa frequenza. E’ vero costano poco, di solito, ma il cambio richiede una certa manualità e non è alla portata di chiunque. Per quanta attenzione si presti questo è inevitabile, specialmente nei primi tempi dove bisogna capire come gestire il proprio peso e le proprie reazioni.

Il design di questo specifico modello prevede due passaruota in aluminio aeronautico collegati direttamente allo chassis. Se tali passaruota non so quale efficacia abbiano nell’evitare che fango e acqua ci finiscano addosso in caso di maltempo, sono invece utilissimi in casi di caduta. Bloccano il rotolamento dell’hoverboard evitando sia che possa finire chissà dove sia che si rompano le plastiche della scocca. Al massimo essi accumulano qualche graffio sugli angoli, ma la cosa si può gestire con una passata di Dremel e una riverniciata con una bomboletta di smalto nero.

Le pedane sono strette e quindi hanno il vantaggio di non toccare per terra in caso di caduta evitando quindi che le parti in plastica dello chassis si rovinino. Questo però ha uno svantaggio, ovvero quello di avere una superficie piuttosto stretta dove appoggiare il piede. Io non ho un numero particolarmente grande (41) ma finisco o con il tallone o con le dita che sporgono. Alla lunga, ovvero dopo una decina di chilometri, questo affatica sia la schiena sia i muscoli delle gambe che a fine giornata si fanno sentire. Devo dire che dopo quasi 70 Km in giro con questo hoverboard sto imparando ad affrontare la guida con quel grado di rilassatezza che mi fa affievolire questo fenomeno.

 

I due passaruota in aluminio aeronautico

Altra cosa che non mi ha entusiasmato è l’applicazione di controllo. E’ utile ma ha un paio di cose che non mi sono piaciute.

In primis impiega una vita a collegarsi con l’hoverboard. A volte passa più di un minuto prima che riesca a prendere il controllo del mezzo di trasporto. Attenzione che se il profilo come altoparlante si vede subito dallo scan Bluetooth del telefono, questo non vuol dire che anche l’applicazione di controllo sia agganciata dato che usa un servizio differente.

Altro problema che ho trovato è che l’applicazione non blocca l’hoverboard. I modelli più economici dispongono di un telecomando con cui è possibile bloccarli o sbloccarli. Mi sarei aspettato che l’app, una volta cambiata la password, potesse essere utilizzata per lo stesso scopo. Invece basta riaccendere l’hoverboard con il suo pulsante per farlo ripartire. Non è il massimo per la sicurezza e vuol dire che non lo possiamo parcheggiare da qualche parte sapendo che il suo uso è inibito senza il suo telefono collegato.

Infine il tracking non risulta essere ne’ particolarmente preciso ne’ molto utile. Sarebbe stato molto più interessante se avesse implementato delle funzioni di navigazione, specialmente urbana.

Spero vivamente che questi difetti possano essere migliorati con una release successiva dell’applicazione.

 

Conclusioni

Quindi? Il veicolo elettrico definitivo? Posso dire che come hoverboard è certamente il migliore che ho provato. Di contro visto  prezzo attorno ai 500€ (che non lo pone tra i prodotti più economici) un po’, me lo aspettavo.

Al contrario di altri suoi “cugini” che si possono trovare, ad esempio, con il marchio TEKK, ha il vantaggio di disporre dei passaruota in metallo che lo rendono molto più robusto e meno prono a potersi rovinare nel corso del tempo.

Per il resto purtroppo ha i classici difetti derivanti dal design di questi mezzi. E’ spesso un po’ troppo largo per potersi muovere agevolmente nella giungla urbana e la mancanza di un manubrio  da sempre la sensazione di essere un po’ troppo “sospesi”. Questo fa si che sia piuttosto difficile essere totalmente rilassati  quando si è alla guida e questa cosa si paga con postura che tende a essere un po’ rigida e che affatica le gambe dopo un uso prolungato.

Inoltre, difetto che hanno tutti questi mezzi, pesa molto. Bisogna sperare che la batteria duri per tutto il tempo in cui stiamo fuori perché, in caso contrario, portarlo in giro a spalla è tutto fuorché semplice.

 

NdItomi

Non riesco a farmi piacere gli hoverboard, soprattutto visto quanto costano. Un monopattino elettrico come lo Xiaomi M365 o simili offrono ruote alte con camera d’aria, freno a disco, un manubrio a cui appoggiarsi per un controllo perfetto… il tutto ad un prezzo inferiore.

Ricordo poi a tutti che questi acceleratori di velocità sono illegali in Italia, con rischio di multe molto alte (1200€) ritiro del mezzo e 5 punti sulla patente. È bene saperlo prima di acquistare e utilizzare questi mezzi!

 

NdDarkpila

Vorrei in parte smentire Itomi. E’ vero i vigili di Trento hanno imposto una multa di 1500 € ad una persona. Ma non per questo hanno ragione.

Segway difatti cheise lumi al dipartimento dei trasporti che se ne scaturì con questa nota:

Il Ministero dei Trasporti italiano, Dipartimento per i Trasporti Terrestri, personale, affari generali e pianificazione generale dei trasporti, con propria nota 26702 del 20.03.07, riassume i criteri per l’utilizzo di Segway PT su “marciapiedi”, “aree pedonali” e “piste ciclabili” definiti dall’art. 3 del Codice della Strada (CdS), dettando le seguenti limitazioni:

  • velocità massima non superiore a 6 Km/h con sistema di limitazione predisposto dal costruttore, per le “aree pedonali” e per i “marciapiedi”;
  • velocità massima non superiore a 20 Km/h su piste ciclabili;
  • obbligo di dare la precedenza ai pedoni e di tenere la destra sui marciapiedi;
  • divieto di utilizzo a conducenti con età inferiore a 16 anni;
  • divieto di utilizzo in condizioni di scarsa visibilità. Per esempio marciapiedi e piste ciclabili per niente o poco illuminate durante le ore notturne.
  • Tali limitazioni non sussistono per quanto riguarda un possibile utilizzo del mezzo da parte delle forze armate di cui all’art. 11 c. 1 del CdS e agli enti o corpi equiparati ai sensi del c. 11 dello stesso articolo, e da parte delle polizie municipali.

Le norme comportamentali da rispettare da parte dei conducenti del mezzo sono derivate da quelle di cui all’art. 190 del CdS -comportamento dei pedoni- con le precisazioni di seguito riportate:

  • Comma I: si conferma solo il primo periodo secondo cui “I pedoni devono circolare sui marciapiedi, sulle banchine, sui viali e sugli altri spazi per essi predisposti; qualora questi manchino, siano ingombri, interrotti o insufficienti, devono circolare sul margine della carreggiata opposto al senso di marcia dei veicoli in modo da causare il minimo intralcio possibile alla circolazione”. Si vieta, pertanto, l’utilizzo del mezzo fuori dai centri abitati.
  • Comma II: si conferma il testo contenuto per cui “I pedoni, per attraversare la carreggiata, devono servirsi degli attraversamenti pedonali, dei sottopassaggi e dei sovrappassaggi. Quando questi non esistono, o distano più di cento metri dal punto di attraversamento, i pedoni possono attraversare la carreggiata solo in senso perpendicolare, con l’attenzione necessaria ad evitare situazioni di pericolo per sé o per altri”. Quindi lo stesso tipo di comportamento deve essere osservato dal conducente del mezzo.
  • Comma III: si conferma il testo contenuto per cui “E’ vietato ai pedoni attraversare diagonalmente le intersezioni; è inoltre vietato attraversare le piazze e i larghi al di fuori degli attraversamenti pedonali, qualora esistano, anche se sono a distanza superiore a quella indicata nel comma II”. Quindi lo stesso tipo di comportamento deve essere osservato dal conducente del mezzo.
  • Comma IV: si conferma il testo contenuto per cui “E’ vietato ai pedoni sostare o indugiare sulla carreggiata, salvo i casi di necessità; è, altresì, vietato, sostando in gruppo sui marciapiedi, sulle banchine o presso gli attraversamenti pedonali, causare intralcio al transito normale degli altri pedoni”. Quindi, lo stesso tipo di comportamento deve essere osservato dal conducente del mezzo.
  • Comma V: si conferma il testo contenuto per cui “I pedoni che si accingono ad attraversare la carreggiata in zona sprovvista di attraversamenti pedonali devono dare la precedenza ai conducenti”. Quindi lo stesso tipo di comportamento deve essere osservato dall’utilizzatore del Segway.
  • Comma VI: si conferma il testo contenuto per cui “E’ vietato ai pedoni effettuare l’attraversamento stradale passando anteriormente agli autobus, filoveicoli e tram in sosta alle fermate”. Quindi lo stesso tipo di comportamento deve essere osservato dal conducente del mezzo.
  • Commi da VII a IX: il testo contenuto non è rilevante in quanto non attiene il comportamento che deve osservare il conducente del mezzo in esame.
    Comma X: si conferma il testo contenuto per cui “Chiunque viola le disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da €. 19,95 a €. 81,90”.

Il Ministero chiarisce, inoltre, che Segway PT non rientra tra gli acceleratori di andatura di cui ai commi 8 e 9 dell’art. 190 del CdS in quanto trattasi di mezzo non funzionante a propulsione esclusivamente muscolare.”

Ora qui si parla di Segway ma vi sono molte opinioni, sia di costruttori sia di giuristi che dicono che sia valida per tutti i mezzi simili. Vi invito a guardare:

https://www.laleggepertutti.it/130904_si-puo-usare-lhoverboard-sulle-strade (specialmente i commenti)

http://www.green-runner.it/regolamentazione-per-l-uso

http://www.energekoemobility.it/personal-transporter-elettrico-green-runner.php

Quindi a tutti gli effetti esiste un vuoto legislativo che comunque è in parte colmato dalla nota ministeriale che, per assonanza, regola l’uso di tutti i mezzi ad esso comparabili. Quindi, considerato tutto, penso sia utile girare con una copia di questa nota in tasca anche per eventualemnte opporsi a qualche funzionario pubblico particolarmente solerte e restrittivo.