Sniper Ghost Warrior 3 è l’ultima fatica di CI Games che passa dalla struttura lineare dei precedenti capitoli ad uno stile open-world. Di seguito la nostra recensione su PlayStation 4.

Sniper: Ghost Warrior è una saga prevalentemente apprezzata dagli appassionati degli stealth-game in stile Tom Clancy’s Splinter Cell e Metal Gear Solid. I precedenti capitoli della serie erano caratterizzati da un gameplay molto lineare e serrato dove l’unica componente determinante era la bravura del giocatore nel gestire tiri di precisione dalla lunga distanza, basandosi su parametri quali vento, inclinazione, rotazione terrestre e persino il respiro del nostro protagonista.

Sebbene la serie Sniper: Ghost Warrior sia stata apprezzata da quella nicchia di giocatori amanti dello stealth di cui parlavamo poco fa, non è di certo adatta a tutti anche perché si porta dietro una serie di problematiche tipiche delle produzioni a budget mid/low. Sniper: Ghost Warrior 3, sia chiaro, non è un gioco tripla A e per questo va analizzato come tale.

Ad ogni modo, se siete curiosi di sapere come se la cava l’ultimo arrivato della serie, non vi resta che proseguire con la lettura della nostra recensione! La versione da noi testata per la review è quella PlayStation 4, ad ogni modo il titolo è disponibile anche per PC e Xbox One.

 

La recensione di questo titolo arriva con un discreto ritardo in quanto la copia per la recensione ci è stata consegnata al day one. Ci scusiamo per l’attesa ma abbiamo preferito aspettare qualche giorno extra invece che essere precipitosi, al fine di dare una valutazione completa e non approssimativa del prodotto.

 

 

 

 

La trama ci mette nei panni di un soldato di nome John Nort che durante una missione scopre che il fratello, da tempo dato per scomparso, sembra essere stato avvistato in terra Georgiana. Questo l’incipit che lancerà il nostro alter ego in un’avventura all’insegna di un plot paragonabile ad un b-movie di stampo action con una trama quasi priva di colpi di scena che non lascia molto spazio a personaggi secondari e condita da un finale passabile.

Il setting ci porta nelle terre della Georgia, tra lande desolate e complessi abbandonati dove sarà imperativo l’uso del fucile di precisione.

Infatti, sebbene nel titolo sia stata implementata per la prima volta una discreta componente action, l’uso del fucile di precisione dalla distanza resta nella maggior parte dei casi la scelta più azzeccata ed appagante.

Una delle tre regioni disponibili

 

Lo stampo open-world non restituisce però la sensazione che dovrebbe. Sia chiaro, il CryEngine 3 fa un ottimo lavoro per quanto concerne la controparte grafica, anche se alcuni asset e texture risultano sotto tono in certe frangenti spezzando il realismo che il motore grafico, padre di Crysis, è capace di offrire.

Per girovagare di zona in zona è possibile utilizzare vari mezzi di trasporto

Le mappe di gioco sono divise in regioni, un po’ come avviene in Metal Gear Solid V: The Phantom Pain. Per girovagare di zona in zona è possibile utilizzare vari mezzi di trasporto sparsi qua e là lungo le mappe. Purtroppo però questi mezzi non restituiscono un modello di guida adeguato che spesso si attesta sotto la media seppur funzionando per buona parte dell’avventura.

 

 

 

 

La vera nota dolente di Sniper: Ghost Warrior 3 è però l’intelligenza artificiale che risulta davvero troppo semplice da gestire. I nemici faranno fatica a rendersi conto dei propri colleghi abbattuti sotto i loro occhi o nei pressi della loro zona di pattuglia, rendendo tutto il gioco come una sorta tiro al piccione molto elaborato. La situazione cambia con l’aumentare del livello di difficoltà che consigliamo di impostare al massimo per poter godere di un buon livello di sfida, che vi costringerà nella maggior parte delle situazioni a ricorrere all’astuzia e ad uno stile di cecchinaggio preciso e ragionato.

Diverse missioni secondarie rendono l’esperienza più duratura e divertente, ma non lasciano nulla di memorabile.

La natura open-world del titolo mette a disposizione del giocatore anche una serie di missioni secondarie che rendono l’esperienza più duratura e divertente ma che non lasciano nulla di memorabile. Le missioni secondarie sono spesso simili e ripetitive e alla lunga finiscono per essere abbandonate per concentrarsi nuovamente sulla trama principale. Una delle componenti più interessanti è la possibilità di cambiare la tipologia di proiettili in base alla situazione. Proiettili dal calibro maggiore o esplosivi saranno più utili contro nemici corazzati ma anche più difficili da trovare e fabbricare, dovranno quindi essere utilizzati con parsimonia dal giocatore.

 

 

 

L’uso del drone è d’obbligo per agire nell’ombra

I gadget ed il crafting ricoprono una parte fondamentale del gameplay. L’uso del drone è d’obbligo per agire nell’ombra e spottare quanti più nemici possibile per poi poter agire inosservati. Il sistema di crafting, anche se poco elaborato, è comunque solido e divertente.

E’ possibile customizzare le proprie armi secondo i gusti personali, applicare silenziatori, caricatori maggiorati, grip e molto altro. Un po’ in stile Gunsmit, come in Tom Clancy’s Ghost Recon ma con molta meno varietà.

 

 

La kill-cam non è purtroppo ai livelli di Sniper Elite, dove viene evidenziata in maniera chirurgica la zona colpita, ma restituisce comunque una buona soddisfazione quando un tiro va a buon fine.

In base al vostro stile di gioco verrete ricompensati con diversi punti abilità da spendere in tre rami diversi: Cecchino, Fantasma e Guerriero che rispettivamente sposano dinamiche di gameplay diverse tra loro. Chi di voi ha giocato Splinter Cell: Blacklist sa già di cosa stiamo parlando. Se utilizzerete spesso il fucile di precisione e vi cimenterete in particolari sfide otterrete punti abilità relativi al cecchinaggio e così via per gli altri stili di gioco.

 

 

Spesso vi ritroverete in situazioni dove i 20 FPS saranno lo standard.

Sniper: Ghost Warrior 3 regala degli scorci molto realistici in alcuni frangenti ma sfortunatamente alterna più bassi che alti. Per quanto la grafica sia passabile ed al passo coi tempi, lo stesso non si può dire per la fluidità del titolo su PlayStation 4.

Il gioco non è per niente ancorato ai 30 FPS e spesso vi ritroverete in situazioni dove i 20 FPS saranno lo standard. Aspetto passabile se calcoliamo che il gioco ha uno stile piatto e ripetitivo ma che comunque non giustifica la carenza di ottimizzazione sul lato tecnico del titolo. Un altro aspetto di cui ci si rende conto già dalle prime battute di gioco è sicuramente la carenza di animazioni particolarmente ispirate che spesso risultano legnose e poco realistiche. Aspetto che certamente non aiuta ad aumentare il livello di realismo.

 

 

 

 

La colonna sonora del gioco è molto ispirata e da subito piuttosto apprezzabile. Non stiamo parlando certamente di produzioni Hollywoodiane ma la traccia principale è sicuramente uno di quei temi che entra nella testa del giocatore, che finisce per canticchiarlo qua e là o durante i caricamenti.

Sniper: Ghost Warrior 3, seppur con qualche difetto, è comunque un passo in avanti rispetto ai precedenti capitoli della serie e probabilmente CI Games è sulla strada giusta per il successo. Con qualche accorgimento Sniper: Ghost Warrior potrebbe divenire una serie molto interessante e, sicuramente, allo stato attuale è decisamente consigliato a tutti gli amanti degli stealth-game.

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Sniper: Ghost Warrior 3
Recensione di joshuafidone