Il pregiudizio è una brutta bestia, l’ho sempre detto. Personalmente cerco sempre di rifuggirlo, ma purtroppo sono solo un comune essere umano fallibile – anche più di altri – e mi capita, di tanto in tanto, di cascarci.
Ma nonostante sulla carta un film possa non convincermi, cerco comunque di dargli una possibilità, per verificare con i miei occhi. A dirla tutta, sono abbastanza convinto che in parecchi, vedendo il trailer di Baywatch, il film diretto da Seth Gordon (Come Ammazzare il Capo… e Vivere Felici) tratto dall’omonima serie televisiva degli anni ’90, abbiano pensato che sarebbe stato un film tremendo.
Ma cosa succede quando un trailer esprime tutto il cattivo gusto di cui la pellicola non solo è permeata, ma che ostenta addirittura con orgoglio dall’inizio alla fine? Succede che chi decide di andare in sala a vedere il film sa perfettamente cosa lo aspetta: Baywatch è effettivamente un film terribile sotto molti punti di vista, una vera e propria becera americanata.
Il punto è che si è rivelato essere esattamente il tipo di americanata trash, sopra le righe e completamente folle che in tanti speravano che fosse: una mera messa in mostra di The Rock, le grazie della D’Addario e il fisico inquietantemente pompato di Zac Efron, che ormai è una garanzia di certe commedie ignobili.
Del resto cosa ci si potrebbe aspettare dalla trasposizione di una serie tv come Baywatch? Ecco, è esattamente questo il punto: nonostante il montaggio, con i suoi continui campi e controcampi nei dialoghi, possa risultare fastidioso, nonostante le battute spesso eccessive e volgari in maniera gratuita, ai limiti del disgusto e, soprattutto,
nonostante abbia un tono che non c’entra nulla con la serie originale, il film riesce ad esserne una trasposizione geniale.
Sembra una affermazione in netta contraddizione con le premesse, ma la verità è che la sceneggiatura gioca sapientemente con i canoni dello show televisivo che vedeva protagonista David Hasselhoff, portando in scena alcuni degli storici personaggi, ma adattati al gusto contemporaneo, ironizzando però su tutte le assurdità che riguardavano il programma e che sono diventate sempre più evidenti con il passare degli anni.
Così Dwayne Johnson diventa un pompatissimo Mitch Buchannon, che con il personaggio della serie condivide giusto la sicurezza in sé stesso e le velleità investigative, mentre per il resto è più che altro un supereroe senza superpoteri, dedito a salvare la gente e non molto diverso dal personaggio che interpreta in Fast&Furious.
Il ruolo di C.J., che fu di Pamela Anderson e che tutti i maschi che ebbero il piacere di essere adolescenti all’epoca ricordano con un certo affetto, accarezzandosi la mano destra callosa, è affidato ad un’altra bionda esplosiva, in tutti i sensi: una più sobria, ma non per questo meno attraente, Kelly Rohrbach.
Stephanie Holden, personaggio qui meno incisivo rispetto agli altri, è interpretata da Ilfenesh Hadera in maniera nemmeno troppo ispirata, se si pensa a quanto sembrino più convinti gli altri interpreti.
C’è poi il Matt Brody di Efron, vero e proprio generatore di gag che hanno come punto forte liquidi corporei dall’aspetto repellente e scene che in un qualunque altro contesto risulterebbero semplicemente imbarazzanti, ma che qui sono intrise di un tale gusto per il trash e si prendono così poco sul serio da diventare dannatamente comiche, se vi piace il genere.
Alexandra D’Addario è Summer, una recluta come Brody e che ha la stessa funzione di quel personaggio: mostrare il suo fisico da urlo. Tutti i personaggi infatti non fanno altro che ostentare la loro fisicità dirompente, esattamente come accadeva nello show televisivo, solo in maniera più evidente e parodistica.
A conti fatti Baywatch è un film che mostra una sua identità: vuole essere stupido, provocatorio e molto spesso fuori dai soliti schemi in cui viene imbrigliata certa comicità, piazzandosi a metà strada tra una commedia sguaiata di Paul Feig e una puntata de I Griffin, con un umorismo dissacrante che sfocia ben più di una volta nella più totale mancanza di gusto.
C’è chi, uscito dalla sala, lo ha paragonato alle due trasposizioni della serie tv 21 Jump Street dirette da Phil Lord e Chris Miller, con protagonisti Jonah Hill e Channing Tatum, accostamento non così azzardato, sebbene qui la volgarità sia ai massimi storici, tanto che alcune scene non sfigurerebbero all’interno di un qualunque cinepanettone.
La realtà è che, come già detto, chi paga il biglietto per guardare Baywatch in sala vuole proprio quello che prometteva il trailer: attori muscolari impegnati in gag puerili, ma a tratti geniali nella loro idiozia, belle ragazze seminude e una trama improbabile.
Certo, improbabile, ma che riserva delle sorprese: la pellicola ci tiene ad apparire come scanzonata e genuinamente imbecille, ma sono tutte caratteristiche fortemente volute dai produttori e si nota quanto certe idiozie siano ricercate e come gli sceneggiatori riescano in realtà a tenere ben strette le fila di una storia che, per quanto assurda, finisce con lo stare in piedi con una certa fierezza.
Addirittura la villain quasi bondiana (per sua stessa ammissione) del film, Victoria Leeds, interpretata da una formosa e credibilissima Priyanka Chopra, riesce a costituire una reale minaccia per i personaggi, facendosi odiare abbastanza da far desiderare allo spettatore di vederla fare una fine orrenda.
Tanto per rimanere nello spirito vagamente macabro di alcune delle gag che difficilmente ci si scorderà tanto facilmente. Ciò che viene costantemente rimarcato all’interno della pellicola è quanto fosse assurda l’idea di uno show basato su una squadra di bagnini che per qualche motivo inspiegabile riuscivano a risolvere crimini efferati al posto della polizia.
La chiave di un’operazione commerciale come Baywatch, che sulla carta era semplicemente ridicola alla base, è il mettere alla berlina ogni cosa, dai personaggi alla narrazione, fino ad arrivare anche alla morte, che è costantemente presente nel film, ma in maniera talmente parodistica da diventare quasi un gioco.
Questa pellicola raggiunge livelli di bassezza comica talmente efficaci da farti vergognare di ritrovarti a ridere a crepapelle per cose che normalmente non dovrebbero nemmeno strappare un sorriso, merito di una certa capacità di scrittura che sfrutta espedienti comici difficili da utilizzare, come un nonsense mai ingombrante e perfettamente programmato che non stona.
Baywatch è quindi un film quasi difficile da spiegare: come film in sé non si può definire di certo bello o anche solo carino, complice anche una regia non particolarmente ispirata, soprattutto nelle scene action, e gli effetti visivi che in alcuni momenti sono realizzati davvero male. Se contestualizzato nel tipo di commedia trash e nonsense che vuole essere invece non si può negare che faccia il suo dovere, intrattenendo e divertendo.
Questa è una pellicola che va vista con la piena consapevolezza di quello che è: un film che abbandona ogni tentativo di prendersi sul serio e che propone una collezione di personaggi improbabili e stereotipati, che però funzionano contro ogni previsione e che riescono a dare un senso al titolo.
Quello che colpisce di questo film è infine il grande e visibile impegno che ogni interprete ha infuso nel proprio personaggio ed è forse per questo che, tutto sommato, Baywatch è finito con l’essere una di quelle porcherie – detto bonariamente, ma non troppo – che emanano un malsano fascino per il brutto, ottenendo l’effetto opposto rispetto a quello che normalmente pellicole del genere dovrebbero suscitare.
E poi diciamocelo: nessun film con protagonista The Rock può essere brutto fino in fondo, la sua presenza risolleva il tutto di almeno due o tre punti.
Quindi la pellicola di Seth Gordon, che pure ha qualche corrispondenza nel tipo di umorismo messo in gioco con Come Ammazzare il Capo…e Vivere Felici, è una baracconata che può incontrare il favore di una certa fetta di pubblico, quella più affamata di trash e idiozie varie, quelle orchestrate con sapiente cura.
D’altronde di fronte a certi cameo dal sapore anni ’90 non si può resistere, perchè se James Gunn ci ha insegnato qualcosa è che a David Hasselhoff nessuno può resistere. A Pamela Anderson ancora di meno.
Baywatch approderà nelle sale italiane il 1 giugno