The Shadow Planet goes to Hollywood

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Già alla prima lettura, Radium era rimasta impressionata da The Shadow Planet: si trattava di una storia con tutto ciò che serve per attirare l’attenzione. Quindi l’etichetta reggiana di fumetti indipendenti non ci ha pensato due volte a mettere in cantiere come suo quarto progetto l’horror cosmico dalle suggestioni retro sci-fi ideato, sceneggiato e disegnato dai Blasteroid Bros.

Il crowdfunding organizzato per finanziarlo e il conseguente promozione tra social network, blog e piattaforme dedicate al mondo del fumetto, cui Radium si è dedicata con passione, hanno dato la conferma che quella prima impressione era giusta: cifra necessaria per la pubblicazione raccolta (e anche qualcosa in più) e missione compiuta. I primi volumi stanno per raggiungere le case dei sottoscrittori proprio in questi giorni.

La fortuna di The Shadow Planet non finisce qui. Ancora prima di arrivare in anteprima nelle buchette delle lettere dei suoi micro-finanziatori e di fargli prendere posto sugli scaffali delle fumetterie, Radium è riuscita ad accendere su questa produzione l’interesse del mondo cinematografico e televisivo, grazie alla partnership nata con Grey Ladder Productions, realtà emergente e “2.0” nel settore media entertainment.

 

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In attesa dei prossimi progetti Radium in corso di programmazione, lo sceneggiatore, produttore e fondatore di Grey Ladder Alessandro Regaldo ha accettato di rispondere a qualche domanda sull’approdo di The Shadow Planet sullo schermo.

 

Ciao Alessandro, puoi raccontarci brevemente cos’è Grey Ladder Productions?

Grey Ladder Productions è una giovane società di produzione cinematografica e televisiva con base a Torino. Mettiamo l’accento su “giovane”, sia perché a livello societario esiste da poco più di due anni, sia, soprattutto, perché si offre come perno per un eterogeno talent hub composto esclusivamente da giovani professionisti del settore audiovisivo. Grey Ladder offre servizi professionali di produzione esecutiva e post-produzione video, ma il suo core business è indubbiamente lo sviluppo progetti.

Gli executive che gravitano attorno a Grey Ladder, attraverso una fitta rete di contatti maturati nel corso delle loro specifiche esperienze professionali a livello nazionale e internazionale, perlustrano costantemente l’orizzonte contemporaneo dei media alla ricerca di nuove e interessanti proprietà intellettuali sviluppate su ogni possibile medium, dai fumetti ai libri, ai videogiochi e via dicendo.

A prescindere dalla loro qualità intrinseca, le idee che selezioniamo devono presentare particolari caratteristiche di focalizzazione e forza produttiva che consentano un loro efficace sviluppo cinematografico e televisivo.

L’opera selezionata attraversa poi un percorso di raffinazione, sviluppo, adattamento e rielaborazione, curato da un team di sceneggiatori, story editor, filmmaker e produttori, sempre con la supervisione dell’autore o degli autori dell’opera originale, fino a trasformarsi in un solido e organico progetto produttivo, che oggigiorno rappresenta la “valuta corrente” all’interno del mercato cinematografico e televisivo a livello nazionale e, soprattutto, internazionale.

In un mercato saturo di creator, avere una buona idea, un buon soggetto o una buona sceneggiatura, nella maggior parte dei casi non è purtroppo più sufficiente ad attivare un sano processo produttivo.

Ciò che le produzioni e i network attualmente richiedono all’industry è un progetto di produzione onnicomprensivo, nel quale un disegno di storytelling targettizzato e sostenibile è affiancato a una lucida strategia di produzione, finanziamento e distribuzione.

 

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Quindi cosa vuol dire produrre, oggi?

Significa tastare il polso all’evoluzione dei media, unire i puntini rapidamente tra proprietà intellettuali e vuoti di mercato, spostarsi da un medium all’altro senza soluzione di continuità, avere sempre sott’occhio il “quadro generale”, anticipare i trend e ragionare al di fuori dei vecchi schemi mentali dell’industria cinematografica, soprattutto nazionale.

Come si dice in gergo, occorre continuamente push the envelope (alzare l’asticella) del panorama produttivo contemporaneo. Abbracciando questa particolare filosofia produttiva e rendendola la propria mission aziendale, Grey Ladder Productions, nonostante la sua “giovane età”, è stata una delle poche società di produzione indipendenti ad essere convocata da un colosso dell’entertainment come Netflix in concomitanza con il suo arrivo in Italia: attualmente, Grey Ladder sta sviluppando due progetti insieme al network di streaming on demand più famoso al mondo.

 

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Come nasce il vostro interesse verso il mondo del fumetto?

Dietro e, soprattutto, prima del professionista c’è sempre e comunque il fan. La passione è il carburante dei giovani professionisti che collaborano con una realtà per molti versi innovativa come quella di Grey Ladder: appassionati di fumetti, serie TV, cinema, videogiochi e letteratura, meglio ancora se di genere.

La linea produttiva di Grey Ladder è profondamente influenzata dalle passioni dei suoi executive, che sono però in grado di filtrarle attraverso il mestiere e la lucidità di una visione professionale attenta alle necessità del mercato.

Tutti coloro che collaborano con Grey Ladder sono, a conti fatti, degli “appassionati professionisti”, che dalla passione sono guidati nella ricerca di progetti che si prestano alla contaminazione di medium e di generi.

 

Perché avete scelto The Shadow Planet e come l’avete conosciuto? Cosa vi ha colpito del progetto? Ha giocato qualche ruolo la grande attenzione al cinema degli autori e della fan base (penso al trailer in live action prodotto durante la campagna)?

The Shadow Planet è subito sembrato un progetto dalle grandi potenzialità di adattamento transmediale. Abbiamo colto subito la sua innata vocazione cinematografica e citazionista, ad esempio nello stile vintage delle sue lobby card e nel taglio dello splendido trailer animato con cui si è presentato ufficialmente al pubblico.

Inoltre abbiamo apprezzato la sua commistione consapevole e post-moderna di horror alla maniera di Lovecraft, retro sci-fi e caratterizzazioni anni ’80. Inoltre la possibilità di costruire una partnership creativa con l’etichetta indipendente Radium, fondata da quel Matteo Casali ben noto agli “appassionati professionisti” di Grey Ladder dai tempi di Bonerest e da Alessandro Apreda, il DocManhattan dell’omonimo seguitissimo blog, non ha fatto altro che rendere The Shadow Planet ancora più interessante.

 

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Cosa vi ha fatto pensare che ci fosse spazio per The Shadow Planet nei palinsesti?

Anche se non si può negare che sia stata la passione per il cinema di “serie B” e gli orrori metafisici di H.P. Lovecraft a suscitare l’interesse degli executive di Grey Ladder verso The Shadow Planet, la successiva analisi dei trend attuali del mercato cinematografico e televisivo ha confermato la validità della loro intuizione.

Passione e mestiere possono incontrarsi in un possibile adattamento di The Shadow Planet, un’idea che ha il potenziale per inserirsi con naturalezza in un panorama produttivo come quello contemporaneo, dominato a livello internazionale dall’horror fantascientifico (Life, Alien: Covenant), dalla space-opera (Guardiani della Galassia Vol.2, Valerian e la città dei mille pianeti) e dal revival degli anni ’80 (Stranger Things, The Void). Si tratta esattamente dei tre “pilastri” sui quali si fonda l’opera firmata dai Blasteroid Bros.

 

In che modo la campagna di crowdfunding è utile a un progetto del genere?

La forza della property è ulteriormente valorizzata dal suo originale iter di sviluppo attraverso il crowdfunding, un vero “marchio di fabbrica” dei progetti dell’etichetta Radium.

Nel rapporto con produzioni e network, due degli elementi che vengono valutati con maggior attenzione sono il reach di una proprietà intellettuale, ovvero la sua capacità di raggiungere efficacemente un solido e preciso target di pubblico, e la dote di una fan base definita e partecipativa: il grande successo del crowdfunding che ha sostenuto The Shadow Planet è la perfetta cartina tornasole per testarne la capacità di coinvolgimento rispetto al suo pubblico di riferimento. La property di The Shadow Planet presenta numerose caratteristiche che la rendono decisamente appetibile al mercato odierno.

 

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Come sta procedendo il lavoro per The Shadow Planet e quali sono i prossimi step?

Allo stato attuale esiste un primo draft di sceneggiatura approvato dagli autori. Il progetto si trova in una fase di sviluppo embrionale ed esplorativa, che prevede contatti preliminari con co-produzioni e network di distribuzione a livello nazionale e internazionale e l’interessamento iniziale di talent e filmmakers.

Fra questi alcuni nomi di primo piano fra le giovani promesse del cinema di genere che si sono fatte notare recentemente a livello mondiale – se volete sapere di chi si tratta, è sufficiente dare un’occhiata alle classifiche dei migliori film horror del 2016 e tirare a indovinare…

È un processo lungo e complesso nel quale nulla deve essere dato per scontato, ma gli executive di Grey Ladder non potrebbero essere più entusiasti dei primi riscontri produttivi e dell’ampio ventaglio di possibilità, collaborazioni e sinergie creative stanno emergendo all’orizzonte del progetto The Shadow Planet.

 

 

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