Dopo oltre venticinque anni torna finalmente con una terza stagione la serie di culto di David Lynch, Twin Peaks. Questa la nostra recensione dei primi due episodi andati in onda su Sky Atlantic.
A molti non sarà sembrato vero, nelle scorse ore, l’aver potuto guardare i primi due episodi della terza stagione di Twin Peaks. La serie statunitense è prodotta da Showtime e in Italia è trasmessa da Sky sul canale Sky Atlantic, dove sono andati in onda in contemporanea con gli Stati Uniti i primi due episodi in lingua originale. Ma che serie è Twin Peaks? Perché produrre una terza stagione oggi quando la seconda si è conclusa nel 1991?
Se vi siete posti questa domanda evidentemente non eravate ancora stati catturati da quel fenomeno culturale che all’inizio degli anni ’90 ha portato i telespettatori di mezzo mondo a sintonizzarsi davanti al proprio televisore, divorando puntata dopo puntata questa serie, mossi dall’emblematico interrogativo che dava il via alle vicende della prima stagione:
Chi ha ucciso Laura Palmer?
Non staremo in questa sede a riassumervi il contenuto delle prime due stagioni di Twin Peaks, procederemo dunque nel recensire la terza stagione dando per assodato che chi proseguirà nella lettura conosca già i fatti delle prime due stagioni. Se però siete tra la folta schiera di giovani che hanno sempre sentito parlare di questa serie, pur non avendola mai guardata, non c’è momento migliore per recuperarla.
Anche perché in Twin Peaks, che è stata una sorta di punto zero nella storia del serial televisivo, troverete tantissime cose che sono ormai diventate un paradigma per questo genere di produzioni, riprese da Lost ad esempio, e da tantissime altre serie tv di successo.
Circa a metà della seconda stagione l’assassinio di Laura Palmer è stato risolto grazie alle indagini dell’agente dell’FBI Dale Cooper, che ha identificato l’assassino in Leland Palmer, il padre della ragazza. Egli però operava controllato da Bob, un’entità malvagia e oscura di cui sappiamo davvero poco, se non che risiede nella Loggia Nera.
La tragica storia di Laura Palmer e le sue ultime ore di vita vengono poi raccontate in modo più approfondito nel film Fuoco Cammina con Me, tassello fondamentale per sbrogliare un po’ la matassa.
Da metà della seconda stagione in poi, dunque, le indagini dell’agente Cooper, e così il focus della serie, si concentrano proprio sulla comprensione di questi strani fenomeni e sulla ricerca delle due Logge. Windom Eearl e altri nuovi personaggi si intersecano nell’intricato mosaico che lega Mike, Bob, la foresta di Twin Peaks, i cui alberi di notte celano molti segreti, e gli abitanti di questa comunità, che ne celano a loro volta.
Cooper riesce a entrare nella Loggia Nera, viene in contatto con strane creature, giganti, nani deformi che danzano, e persino Laura Palmer. Ma è davvero lei? O si tratta di una raffigurazione del vortice di malvagità e depravazione di cui è stata vittima, che prende forma in quel luogo per ammonire Cooper?
La seconda stagione non fa che infittirsi di tanti misteri che purtroppo sono rimasti senza risposta per oltre 25 anni. E in fondo, la nostra cara Laura Palmer, ce l’aveva anche detto.
La seconda stagione ci lascia con un cliffhanger spaventoso, Bob che si è impossessato del corpo dell’agente Cooper, ritornando dalla Loggia nel mondo reale. La terza stagione si apre, ovviamente, con il nostro agente in giacca e cravatta seduto nella Loggia, insieme al Gigante. Questa sequenza è in bianco e nero, non abbiamo il rosso accesso caratteristico del posto, è un’introduzione che già porta con se nuovi misteri.
Ognuno vedrà nella serie ciò che vuole.
– David Lynch in riferimento alla terza stagione
Fin dal primo episodio traspare chiaramente la volontà di David Lynch di infondere dentro questa terza stagione di Twin Peaks tutta l’esperienza maturata negli anni come regista, e di non proporre un revival per meri scopi commerciali, così da far felici i vecchi fan. Non è più il 1991, il mondo è cambiato parecchio e questa scelta di dare un carattere nuovo alla serie è audace, ma azzeccatissima. In questi primi due episodi c’è qualcosa di Mulholland Drive come anche di Inland Empire.
C’è una visione più ampia e matura che rispecchia non solo l’esperienza di Lynch, la sua eredità, ma anche una volontà di Mark Frost di raccontare una storia nuova oltre a concludere quelle vecchie. Con l’immancabile colonna sonora di Angelo Badalamenti, da pelle d’oca non appena si torna ad ascoltare l’opening theme.
Nei primi due episodi ci vengono ripresentati alcuni dei personaggi che già conosciamo del vecchio cast oltre a Dale Cooper (Kyle MacLachlan) tra cui il dottor Jacoby (Russ Tamblyn), Hawk (Michael Horse), Lucy Moran (Kimmy Robertson) e Andy Brennan (Harry Goaz), oltre all’immancabile Margaret (Catherine E. Coulson) ovvero la signora del ceppo. Insieme a un sacco di nuovi personaggi i cui intrecci con la comunità di Twin Peaks sono ancora tutti da scoprire. La stessa location dei primi due episodi cambia spesso (a differenza di quanto accadeva nelle prime due stagioni) portandoci anche a New York City e in South Dakota.
Un ragazzo siede da solo su un divano, in un’enorme stanza semivuota e blindata con una guardia alla scrivania subito fuori l’uscita. All’interno della stanza un grosso cubo di vetro con un foro nella parete da cui si intravedono le mille luci dei grattacieli di New York, tante telecamere puntate verso il cubo.
Il compito affidato al ragazzo dal misterioso miliardario che lo ha ingaggiato consiste nell’osservare se qualcosa appare nel cubo e sostituire ogni tanto le schede SD, scrupolosamente catalogate in delle casseforti. Una situazione statica che subisce un brusco cambiamento quando il ragazzo acconsente a far entrare Tracey (Madeline Zima) nella stanza, e proprio mentre i due stanno per consumare un rapporto, qualcosa appare nel cubo di vetro…
Nel frattempo, in un paese in South Dakota, una bibliotecaria viene rinvenuta dalla Polizia nel proprio letto, decapitata e accostata a un altro corpo. Un crimine efferato e brutale che sembra sia da ricondurre al preside della scuola del paese, William Hastings (Matthew Lillard) le cui impronte digitali sono state rinvenute sulla scena del cimine in casa della ragazza. Egli però si proclama innocente, e dopo essere stato arrestato confessa a sua moglie di aver sognato di andare a casa della ragazza, ma di non esserci stato per davvero.
Qual è la connessione tra questi eventi e quelli del passato? E cosa è accaduto a Twin Peaks in questi 25 anni?
Nelle poche sequenze ambientate a Twin Peaks di questi due primi epsiodi scopriamo che ora ci sono due persone che rispondono al nome di Sceriffo Truman, che Lucy e Andy si sono sposati e hanno avuto un figlio, che anche alcuni dei ragazzi coinvolti nella tragica vicenda di Laura, come James Hurley e Shelly Johnson sono andati avanti con le proprie vite. L’agente Dale Cooper è sparito e di lui non si hanno più notizie proprio da 25 anni, e il ceppo di Margaret fa sì che lei contatti Hawk per alltertarlo sul ritorno di Cooper.
Il Dale Cooper che conoscevamo infatti è intrappolato nella Loggia Nera da allora, ma il suo corpo è sotto il controllo di Bob e ha continuato a vivere nelle depravate iniziative di quest’ultimo. Ci viene presentato come un rozzo individuo dai capelli lunghi, con giacca di pelle e alla guida di una Mercedes ultimo modello, compiere azioni apparentemente tra loro scollegate e al momento prive di significato per lo spettatore.
Egli recluta alcuni giovani, che però cercano di fare il doppio gioco con lui. Dopo l’arresto del preside Hastings si reca a casa sua freddando con un colpo di pistola negli occhi sua moglie e dicendole “Hai fatto bene. Hai seguito la natura umana alla perfezione”.
Orbene, chi sperava nella risoluzione dei vecchi misteri si troverà invece a doverne affrontare di nuovi, ma dal canto nostro non possiamo che fare un applauso a Lynch e Frost per questi due primi incredibili episodi e restare col fiato sorpreso per i restanti sedici che comporranno questa terza stagione di Twin Peaks.