Nel terzo giorno del 70. Festival del Cinema di Cannes arriva il primo dei due film presentati in Concorso di Netflix, Okja di Bong Joon Ho, ed è subito amore.

Dopo Snowpiercer, che aveva affascinato e lasciato perplessi, Bong Joon Ho cambia, apparentemente, genere e arriva al “grande schermo” con un film dal sapore agrodolce, Okja.

Okja è una pellicola che vuole parlare di amicizia ma anche del mondo, del credere nei propri ideali senza fermarsi mai, dell’innocenza della giovinezza ma anche dell’ipocrisia dell’uomo, delle multinazionali e del continuo dibattito tra carnivori e vegetariani.

Tutto questo viene fatto passare attraverso un filtro ironico, dove tra CEO di cera e animalisti in versione terroristi contro la violenza, Bong Joon Ho ci porta tra le bellissime colline e montagne della Corea ai terrificanti macelli e laboratori di sperimentazione sugli animali.

 

Okja

 

Prima delle due pellicole di Netflix presentate al concorso del 70. Festival del Cinema di Cannes, Okja è stata presento alla stampa rispecchiando totalmente il clima controverso che si sta respirando tra la piattaforma on demand e il Festival di Cannes.

Cannes, infatti, ha recentemente dichiarato che non sarà più possibile presentare alla Selezione film che non passeranno dalla sala cinematografica. Netflix, a tutto questo, risponde sventolando in faccia a Cannes il film di Scorsese, The Irishman, prodotto proprio dalla piattaforma statunitense.

 

 

In questo clima un po’ teso, dove si è aperto il dibattito se un film deve o meno passare dalla sala, durante l’anteprima riservata alla stampa di oggi a Cannes, il mascherino dello schermo è stato posizionando male, tranciando parte dell’immagine. La non prontezza da parte dei tecnici ha generato urla, fischi e i primi gridi al complotto a tal punto da dover interrompere la proiezione e ricominciare da capo, questa volta senza ulteriori problemi tecnici.

La stampa aveva già mostrando di essere pronta, sul piede di guerra, applaudendo nel vedere il logo di Netflix sul grande schermo del prestigioso Grand Théâtre Lumière, la maggior parte schierata a favore di Netflix. L’imprevedibile errore, che puzza di bruciato perchè accaduto proprio con una pellicola di Netflix, è stato solo il giusto escamotage per smuove un maremoto.

 

 

Okja

 

 

Dispettucci o meno, schermi cinematografici o casalinghi, il film Bong Joon Ho è puro cinema. Un cinema che appassiona, emoziona e diverte. Un film che trascina lo spettatore dall’inizio alla fine, apprezzando ancora di più l’estro del regista sudcoreano.

In un mondo in cui la tecnologia continua a crescere senza sosta, dove a goderne sono soprattutto le grandi multinazionali, travestendosi da agnelli, meri specchietti per le allodole per poter attirare ancora di più consenso, il progresso biologico ha iniziato a creare particolari incroci tra diversi tipi di animali.

Il risultato mira a gremire allevamenti su allevamenti, riempiendo le pance degli stolti, proponendo cibi healthy e privi di OGM, e le tasche di ci lavoro a questo paradossale massacro.

E la prima aziende fra tutte è la Mirando Corporation, attualmente gestita dalla narcisista Lucy Mirando (Tilda Swinton), in continua lotta con il suo aspetto e con sua sorella. Lucy appare brillante, spigliata e ironica, dicendosi di voler assolutamente abbattere gli errori del passato commessi da suo nonno e poi da suo padre.

L’obiettivo di Lucy è quello di far conoscere al mondo un nuovo tipo di animale, una sorta di maiale dalle dimensioni di un ippopotamo. Ventisei esemplari sono stati inserite nell’habitat umano dieci anni fa, ed ora è giunto il momento di vedere i frutti che questo super pig può dare.

 

Okja

 

Molto lontano da New York, tra le foreste della Corea del Sud, c’è uno di questi: Okja. Allevato dalla piccola Mija (An Seo Hyun), Okja e la sua amichetta umana trascorrono la loro vita felici, in un piccolo paradiso di mondo non contaminato, privo dell’ipocrisia umana.

Purtroppo la pace non può durare in eterno, e Mija si ritroverà a dover affrontare un’avventura più grande di lei, smascherando il vero volto della Mirando Corporation, assieme a un’associazione di manifestanti animalisti molto particolare, rischiando il tutto per tutto per salvare il suo Okja.

Una seconda favola arriva al Festival del Cinema di Cannes, questa volta però dai toni molto più forti e duri, a volta perfino crudeli. Un divertente ed emozionante viaggio, dove la tenacia e la speranza sono le ultime a morire, anche quando si è costretti a piegarsi ed accettare un compromesso.

Un film, inquadrato da molti punti di vista, e che cerca di dare un’idea molto ampia del tipo di mondo ritratto dal regista. Un mondo dove l’essenza spietata di alcuni esseri umani non guarda in faccia nulla, un mondo dove le copertine sono più importanti della vera essenza e dove le bugie, per arrivare al proprio fine, sono all’ordine del giorno.

Un mondo dove la fedeltà, l’onore e il principio sono qualcosa di estinto e dove la pace sembra essere un premio troppo grande.

 

 

 Okja

 

 

Sicuramente il ritratto che Bong Joon Ho fa con il suo Okja non è dei più lusinghieri verso l’umanità

Sicuramente il ritratto che Bong Joon Ho fa con il suo Okja non è dei più lusinghieri verso l’umanità, ma non vuole nemmeno esserlo.

Al tempo stesso lo sguardo dell’innocenza della piccola protagonista, i buoni propositi dell’improbabile banda di manifestanti animalisti capeggiata da Jay (Paul Dano), e la stessa vivacità e allegria del “piccolo” Okja, sembrano essere un vero moto di speranza. Un inno di dolcezza e sincerità. Un piccola goccia di purezza all’interno di mare melmoso.

 

Ironico e realista, dolce e amaro, divertente e doloroso, Okja è una piccola perla che, a prescindere dal medium con il quale verrà visto, entrerà nel cuore degli spettatori.

 

Scorrevole e coinvolgente, con un cast eccezionale che può far affidamento su una brillante apertura con una Tilda Swinton più esaltata che mai o su un Jake Gyllenhaal in un ruolo molto sui generis, sopra le righe e strampalato.

Molto interessante anche l’interpretazione del personaggio di Paul Dano, attore che negli anni si fa sempre più convincente sullo schermo cinematografico, spiccando per il suo essere versatile e saper trasmettere dolcezza e, al tempo stesso, inquietudine.

 

 

Sebbene raschiando solo un po’ la superficie del complesso discorso sul mangiare carne o meno, a volte poggiandosi su alcuni luoghi comuni, la storia di Bong Joon Ho funziona. Riesce a convincere e a emozionare. Riesce a far riflettere e scivolare nei panni dei suoi personaggi, a provare rabbia, dolore. A restare un attimo senza fiato nel rendersi davvero conto di cosa sia in grado di fare l’essere umano, e subito dopo farci ridere.

Okja ci accompagna anche all’uscita della sala, lasciandoci con un po’ di amaro in bocca e un sorrisetto sdolcinato sulle labbra.

Una grandissima produzione Netflix. Ottimo film da Concorso. Una grande prova di coraggio, originalità e apertura verso una nuova dell’intrattenimento cinematografico.

 

Okja sarà disponibile su Netflix dal 28 Giugno su Netflix.

 

#Cannes70 si terrà dal 17 al 28 Maggio. Seguite tutti gli aggiornamenti con noi sul nostro hub dedicato: leganerd.com/cannes70