La guerriera Selene torna al cinema per mettere fine una volta per tutte alla millenaria lotta tra vampiri e lycans con Underworld: Blood Wars. Ma sarà davvero la fine di tutto?

Come molte saghe anche l’universo di Underworld fa parte di quella categoria nata come qualcosa di nuovo sullo schermo con l’obiettivo di unire più mondi insieme, dal fantasy al gotico, dalla violenza al romance, passando per la cospirazione.

Ed esattamente come molte saghe anche quella di Underworld ha dovuto fare i conti con gli alti e bassi dei seguiti, in bilico tra sequel e prequel. Dopo quattordici anni dall’uscita del primo film sul grande schermo, la guerriera Selene – interpretata ormai da una storica Kate Beckinsale – torna questa volta in quello che vorrebbe essere l’ultimo capitolo della saga, Underworld: Blood Wars.

Le sfumature della storia di Underworld sono diverse, sebbene il fulcro di tutto sia la lotta millenaria tra Vampiri e licantropi, nel film chiamati Lycans. Sia i Vampiri che i Lycans appartengono al ceppo della stessa famiglia, discendenti da due gemelli, Marcus e William Corvinus, il primo morso da un pipistrello e il secondo da un lupo.

 

La sete di potere e dominio non guarda in faccia ai legami di sangue, ed è proprio il sangue la chiave di questo Underworld: Blood Wars, una guerra alla ricerca della stirpe perfetta.

 

Sebbene sia Marcus che William siano un ricordo lontano, gli scontri tra le due razze sembrano non avere tregua, portando alla luce nuovi leader sempre più assetati di sangue e potere.

La purezza di un sangue che si trova nelle vene della stessa Selene, artefice insieme all’ibrido Michael (Scott Speedman) dell’essere perfetto, un essere nato sia vampiro che Lycan, ovvero sua figlia Eve.

 

 

 

 

Le cose in Underworld iniziano a complicarsi proprio con le implicazioni di troppi rami da seguire.

Le cose in Underworld iniziano a complicarsi proprio con le implicazioni di troppi rami da seguire e sfumature tra modifiche genetiche e di razze. Riuscire a riassumere la trama in poche righe di questa saga sarebbe davvero più difficile di quanto possa sembrare.

Underworld: Blood Wars è il quinto capitolo della serie, nonché terzo sequel del primo Underworld risalente al 2003. Selene deve, ancora una volta, mettere in gioco tutta se stessa, non solo per riuscire a porre fine a questa guerra ormai andata avanti per troppo tempo, ma soprattutto per tenere sua figlia Eve lontana da entrambe le fazioni che vogliono usarla per i propri fini.

Infatti, come ogni capitolo, la trama principale vede la lotta tra i due clan, ma all’interno delle due razze scorrono ulteriori lotte interne per la supremazia assoluta. Ogni congrega è formata da un consiglio, ma così come Viktor (Billy Nighy) in passato ha tentato di incanalare tutto il potere attraverso la sua figura di vampiro, quest’anno tocca alla bella e seducente Semira (Lara Pulver), disposta a tutto pur di ottenere il sangue di Selene.

Al tempo stesso, dall’altra parte della città c’è un nuovo leader tra i Lycans, Marius (Tobias Menzies), capostipite di una generazione più forte e preparata di quella di Lucian (Michael Sheen), smanioso anch’esso del sangue… ma di quello di Eve, la figlia di Selene e Michael.

 

Underworld: Blood Wars

 

 

Passano gli anni, ma le cose non cambiano

Il non cambiamento stilistico di Underworld, sicuramente è il suo maggior punto di forza. Underworld è una saga immediatamente riconoscibile per il suo look. Un’immagine perennemente dominata dai colori del blu, nero e bianco. Un effetto notte continuo che accentua quell’aurea tra gotico e metal, dalle tutine in latex di Selene ai sensuali vestiti dalle scollature vertiginose di Semira.

In questo capitolo andiamo a scavare anche tra clan sconosciuti, come quello dei vampiri che hanno scelto di non partecipare alla guerra. Creature ancora più eteree, spirituali e dai lunghi capelli bianchi.

Un continuo rimando alle atmosfere dark divenute una vera moda tra la fine dei novanta e l’inizio dei duemila.

Underworld ha sicuramente rifatto lo stile del vampiro, abbandonando la tradizione più romantica e cercando di rendere omaggio, a modo suo, a quelli che sono stati i film più iconici del genere.

 

 

Underworld: Blood Wars

 

 

 

Le congreghe, le lotte di sangue, quelle tra razze. C’è un rimando anche alla cultura ludica e videoludica, come per esempio al famoso universo di World of Darkness, creato dalla White Wolf, che vede tra i suoi principali prodotti Vampire: The Masquerade e Licantropi: l’apocalisse.

NdItomi: La White Wolf ha denunciato nel 2003 la produzione del primo Underworld per gli evidenti parallelismi tra il suo mondo e quello descritto nel film. La causa è finita con un accordo economico segreto tra le parti.

Un’altra forte caratteristica dell’universo di Underworld, la quale non manca nemmeno in questo Underworld: Blood Wars, è il tasso di violenza. Combattimenti che prendono spunto direttamente dall’universo di Matrix, dove c’è una continua sospensione dell’azione.

I personaggi vengono spinti all’estremo della loro violenza, passando da capitoli particolarmente sanguinosi a capitoli leggermente più soft.

In questo capitolo si è voluto particolarmente esagerare con le armi da fuoco, rendendo alcune scene, in particolar modo la battaglia finale, esageratamente forzate e molto poco credibili, suscitando più ilarità che epicità.

 

Underworld: Blood Wars
La grave carenza di Underworld: Blood Wars, già manifestatasi nel capitolo precedente Underworld – Il Risveglio, è l’uso di stereotipi già visti e rivisti.

Dalla stessa lotta interna tra i clan fino ad arrivare alle storie d’amore “segretissime” tra le due razze, la pellicola finisce col diventare banale e posticcia.

Un continuo ristagnare su elementi già visti alla base dei primi due capitoli, con la stessa storia di Selene e Michael, nel prequel con Lucien e Sonja. Un paradigma che sarebbe bastato usare una volta, in fondo utile per arrivare al mito dell’essere perfetto, ma che a lungo andare stanca come le idee già viste di questa saga.

 

 

Underworld: Blood Wars

 

 

Non particolarmente convincenti neanche i vampiri “pacifici”, una via di mezzo tra eschimesi ed elfi usciti direttamente dall’universo tolkieniano.

Non particolarmente convincenti neanche i vampiri “pacifici”, una via di mezzo tra eschimesi ed elfi usciti direttamente dall’universo tolkieniano.

La bellezza di Underworld, dei suoi primi capitoli, risedeva proprio nell’usare dei paradigmi già noti, trasportandoli però in una chiave diversa e più moderna. Inserire delle potenti scene d’azione all’interno di uno scenario complottistico e fermo nel tempo. Splatter e romanticismo al tempo stesso, con quella giusta nota di trash, e un bel vedere grazie anche alla Beckinsale.

Eppure tutto crolla, come in ogni saga, nel voler per forza complicare le cose. Allungare fino allo stremo una storia che si sarebbe potuta compiere in una trilogia: film, sequel e prequel, le pellicole che meglio rappresentano Underworld.

Underworld: Blood Wars si conferma efficace solo nel suo aspetto esteriore, resuscitando ancora una volta una saga che aveva colpito anche per il suo mood oscuro, ma senza dare indietro allo spettatore quella buona dose d’adrenalina tipica del passato.

 

Underworld: Blood Wars

 

Una storia che si complica inutilmente, rimanendo imbrogliata su se stessa.

Gran parte dei nodi della matassa non vengono al pettine, chiudendo il film con una sequenza che lascerebbe presagire un ulteriore capitolo della saga…

Eppure Underworld: Blood Wars vorrebbe essere la fine di tutto, ma sarà davvero così?

 

Underworld: Blood Wars vi aspetta al cinema dal 6 Aprile.