Il nuovo attesissimo NieR: Automata di Yoko Taro e Platinum Games è finalmente arrivato, scoprite cosa ne pensiamo nella nostra recensione.

NieR: Automata è davvero un videogioco fuori dal comune, tanto da ritagliarsi uno spazio in modo audace nello stesso periodo in cui il mercato vede l’uscita di titoli del calibro di Horizon: Zero Dawn e The Legend of Zelda: Breath of the Wild, che lancia la nuova Switch.

Per chi si avvicinasse per la prima volta alle opere di Yoko Taro con questo gioco bisogna in primo luogo precisare l’unicità dello stile narrativo di quest’ultimo, mai troppo valorizzato in passato da un’altrettanto efficace controparte in termini tecnici e di gameplay.

Automata è giocabile ex novo da chiunque, ma si colloca nello stesso filone del primo Nier (uscito in sordina durante la scorsa generazione di console) che a sua volta rappresenta uno spin-off della serie Drakengard, nata nel 2003 su PlayStation 2. Questa volta però ad affiancare la sceneggiatura di Taro abbiamo i talentuosi ragazzi di Platinum Games, che sono riusciti a confezionare un action-gdr davvero unico e sensazionale.

Se siete curiosi di scoprire come mai NieR: Automata ci abbia colpito così positivamente, non vi resta che proseguire nella lettura della nostra recensione! La versione da noi testata è quella PlayStation 4, su una PlayStation 4 Pro e tv 4K HDR. Vi ricordiamo che il titolo è disponibile in esclusiva console Sony dal 10 marzo, e a partire da ieri anche per PC.

 

La recensione di questo titolo arriva con un discreto ritardo in quanto la copia per la recensione ci è stata consegnata al day one. Ci scusiamo per l’attesa ma abbiamo preferito aspettare qualche giorno extra invece che essere precipitosi, al fine di dare una valutazione completa e non approssimativa del prodotto.

 

 

 

 

La trama di NieR: Automata ci riporta nello stesso mondo post-apocalittico di Nier, in un futuro che si colloca esattamente dopo il quarto finale del precedente gioco. Ciononostante non vi sono collegamenti diretti a livello narrativo con i precedenti titoli del macro universo di Drakengard e la storia è fruibile tranquillamente con questo singolo titolo.

In un non precisato numero d’anni nel futuro rispetto a Nier, dunque, la Terra è dilaniata da un’incessante guerra tra gli umani sopravvissuti e e un esercito di macchine alla mercé degli invasori provenienti da un altro mondo. L’invasione iniziale ha spinto gli umani ad andare sulla Luna, dove ristabilita la calma hanno potuto pianificare un attacco contro il nemico per recuperare il pianeta servendosi di un gruppo di androidi, la Squadra YoRHa. Il nostro protagonista principale è YoRHa No. 2 Modello B (2B per gli amici) una femmina androide YoRHa calma e composta, cui si affianca 9S (YoRHa No. 9 Modello S), un androide di ricognizione che mostra più emozione rispetto alle altre unità, e ad osservarli A2 (YoRHa Modello A n ° 2), un prototipo di androide obsoleto con una personalità taciturna che solitamente preferisce agire da solo.

Il loro obiettivo è dunque quello di supportare la resistenza nella battaglia per riconquistare la Terra e mettere la parola fine a questo lungo conflitto. Un setting non certo dei più originali, verrebbe da pensare, se non fosse che la sceneggiatura di Yoko Taro riesce ad impreziosire la componente narrativa del titolo in un modo estremamente personale, che varia da giocatore a giocatore e porta a riflettere su tematiche forti e per niente semplici. Senza dilungarci in spoiler di sorta, possiamo dirvi che la chiave di volta per comprendere in modo pieno la trama di NieR: Automata sta nel comprendere la psicologia e le emozioni che permeano gli intrecci di personaggi che, in quanto androidi, non dovrebbero sentire nulla.

 

 

Sebbene dunque la trama, e in generale il comparto narrativo nella sua interezza, risultino davvero d’impatto e coinvolgenti, NieR: Automata resta pur sempre un titolo sviluppato da Platinum Games (Metal Gear Rising, Bayonetta) e brilla sopra ogni altro aspetto per il proprio gameplay dinamico ed adrenalinico.

Il combat system è il fiore all’occhiello del titolo e presenta meccaniche profonde che offrono al giocatore una sapiente miscela tra combattimenti in mischia e uso del Pod.

Il combat system è il fiore all’occhiello del titolo e presenta meccaniche profonde che offrono al giocatore una sapiente miscela di combattimenti in mischia (sia con armi pesanti che leggere) e di tutta la potenza di fuoco del nostro fluttuante Pod che permette dinamiche quasi da TPS. La personalizzazione dei chip del Pod garantisce poi al titolo una vena ruolistica: sarà infatti possibile potenziarne i parametri di attacco e di difesa, ottenere bonus e modificarne persino l’interfaccia.

Sono inoltre presenti alcuni elementi da Danmaku che si declinano bene nel contesto del gioco e rendono davvero difficile identificare NieR: Automata in un solo genere videoludico, tant’è diversificato il suo gameplay. Però non spaventatevi, sebbene non sia propriamente un gioco immediato, la curva d’apprendimento delle meccaniche è buona e la difficoltà del gioco ben bilanciata, anche nelle boss fight.

 

 

 

 

Se sceneggiatura e gameplay risultano di altissimo livello in NieR: Automata, al netto di una colonna sonora magnifica e di un comparto artistico affascinante, con cromatismi spesso cupi e che ben si abbinano allo scenario distopico ove si svolgono le nostre vicende, sotto il profilo tecnico il titolo presenta grosse carenze, anche su PlayStation 4 Pro.

Il dettaglio generale non è alto, soprattutto gli spazi più aperti risultano poco curati ma la cosa più grave sono gli incessanti cali di framerate.

Il dettaglio generale non è alto, soprattutto gli spazi più aperti risultano poco curati ma la cosa più grave sono gli incessanti cali di framerate che nei momenti più concitati vanno ad inficiare anche sulla fluidità del gameplay stesso. Probabilmente la situazione su PC sarà gestibile in modo diverso, garantendo performance migliori e anche su PlayStation 4 forse vedremo miglioramenti grazie a patch successive, ma dal momento del lancio purtroppo il titolo soffre in modo piuttosto pesante di questi problemi tecnici ed è giusto evidenziarlo.

 

 

 

Tirando le somme, dunque, NieR: Automata risulta un titolo nel complesso molto godibile che sicuramente farà la felicità di tutti gli amanti delle opere del geniale Yoko Taro e che si configura come il più accessibile anche a nuovi utenti non essendo direttamente collegato in termini di narrazione ai capitoli precedenti e grazie al gameplay made in Platinum Games. Resta però pur sempre una produzione abbastanza di nicchia per il mercato dei blockbuster e gli ingenti problemi tecnici della versione console potrebbero rappresentare un blocco alla riuscita fruibilità dell’opera per i più esigenti.

 

 

 

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NieR: Automata
Recensione di Francesco Ventrella