Il 23 Febbraio la leggenda si mescola con la storia. Arriva al cinema The Great Wall, nuovo film del regista Zhang Yimou ambientato sulla maestosa Grande Muraglia Cinese. Nel cast troviamo Matt Damon, Pedro Pascal, Willem Dafoe e Andy Lau.
Neanche il tempo di arrivare al cinema che The Great Wall è già record! Costato oltre 135 milioni di dollari, la nuova pellicola del famoso regista cinese Zhang Yimou, è il film più costoso mai girato in Cina. E a quanto pare, proprio in Cina, gli incassi della pellicola stanno già andando alla grande, conquistando oltre 65 milioni di dollari nel primo week end.
Zhang Yimou è un regista famoso soprattutto per le sue incredibili scenografie, immagini suggestive e coinvolgenti, ma anche per le sue storie dense e cariche di passione.
Il regista ha sempre, o quasi, puntato su pellicole che racchiudessero la tradizione cinese.Immense pellicole come Lanterne Rosse o La Foresta dei Pugnali Volanti o, ancora, Hero. Non si può negare che questa volontà sia stata mantenuta anche in The Great Wall, sebbene è da riconoscere che la pellicola, fin dalle sue locandine e trailer, sembra essere ammantata da una spettacolarità molto più “americana”.
The Great Wall, infatti, si presenta come un maestoso ed epico blockbuster, dove a dominare è sicuramente un impianto scenico finemente curato e spettacolare, ma dove la narrazione scarna indebolisce l’intera struttura della pellicola, dando come risultato finale un film sicuramente bello da guardare ma che, a conti fatti, lascia ben poco allo spettatore.
La storia si basa su due mercenari occidentali, William Garin (Matt Damon) e Pero Tovar (Pedro Pascal), alla ricerca della rara polvere da sparo, i quali, dopo essere sopravvissuti a una creatura misteriosa, si ritrovano di fronte la Grande Muraglia Cinese.
La Muraglia è sorvegliata da un gruppo scelto di abilissimi combattenti, L’Ordine senza Nome. Il compito dell’ordine è quello di tenere lontani dai confini dei centri abitati una temibile minaccia inviata sulla terra secoli prima a causa dell’avidità di un imperatore.
Queste creature si ripresentano ai confini della Muraglia ogni sessant’anni, sempre più intelligenti e organizzate, per poter superare i confini e distruggere la razza umana.
William e Pero vengono risparmiati dal Generale Lin Mei e dal suo consigliere Wang (Andy Lau), ma potranno mai davvero uscire vivi dalla Muraglia ora che sono venuti a conoscenza degli incredibili segreti che nasconde?
The Great Wall rappresenta una grande sfida per il regista Zhang Yimou. Dopo gli immensi film del regista cinese, i quali lo hanno portato verso la fama e successo mondiale attuale, Yimou punta verso un cinema ancora più epico, votato verso un pubblico più mainstream, pur mantenendo le peculiarità del cinema orientale.
Una pellicola che poteva rivelarsi un enorme successo così come un disastro epico. Per fortuna, o sfortuna, del regista la pellicola è una via di mezzo, in cui la cultura occidentale e orientale cinematografiche vengono perfettamente dosate dall’esperienza del regista e dall’influenza degli attori.
The Great Wall è si un blockbuster, ma sa conservare dentro di sé la tradizione di una cinematografia cinese puntata non solo sulla spettacolarizzazione dell’immagine e ma sulla tradizione, lasciando immergere lo spettatore in sequenza di grande suggestione.
Zhang Yimou, come farebbe un bravissimo chimico, cerca di dosare in modo maniacale gli elementi differenti delle due culture cinematografiche, senza che l’una possa prevalere sull’altra. Il risultato finale è un ibrido che, dall’immagine e sonorità, convince e stupisce lo spettatore più scettico.
Le enormi lande deserte, la sconfinata struttura della Muraglia, lasciano avvicinare lo spettatore verso un racconto si fantasy, ma che affonda le sue radici all’interno della vera storia cinese, della vera storia legata a uno dei momumenti più maestosi al mondo.
Imponenti non sono soltanto le scenografie, dagli interni agli esterni, ma anche la disposizione dei personaggi. Centinaia comparse tutte sincronizzate, perfettamente inserite all’interno della composizione dell’immagine, dove a spiccare sono soprattutto gli accostamenti cromatici tra tutte le armature dei vari reparti dell’Ordine.
Sensazionali sono i comabattimenti, dove sembra di assistere a danze tipiche della tradizione orientale, dove a risuonare sono i suoni vibranti dei tamburi. La colonna sonora, di stampo epico come tradizione fantasy vuole, viene arricchita dalle suggestioni sonore tipiche del periodo e del popolo di cui Zhang Yimou si fa portavoce.
Possiamo respirare momenti di vera storia e cultura, tra percusioni e canti di guerra, di vittoria, di soffereza e rabbia. Emozioni differenti che si aprono a ventaglio attraverso la musica, rimettendosi poi nei personaggi che, rispetto a tutto il resto, perdono moltissimo la loro intesità.
La prima battaglia è senza ombra di dubbio la più suggestiva e coinvolgente.
Trascina nel pieno della storia lo spettatore, scuotendolo dall’interno e dandogli un combattimento coreografato magnificamente e magnetico. La pellicola, aprendosi in questo modo, alza fin da subito il tiro, rassicurando lo spettatore in una pellicola carica di pathos fino alla fine.
Questa promessa, purtroppo, non viene mantenuta e dopo il primo scontro il film inizia a farsi pesante. Dalla durata piuttosto leggera – meno di 120 minuti in un fantasy sembra quasi impossibile – la pellicola dopo i primi 20/30 minuti di pura adrenalina, scivola in un ristagnare di scene e immagini prive di valore e di passione.
Il vero elemento negativo di The Great Wall, che va a pesare su tutto l’intero film, è la gestione degli elementi narrativi. Una storia lasciata troppo a sé stessa, dettata più dall’istinto e poco dalla razionalità di procedere verso una racconto logico e con del senso.
Errori banali, soprattutto nei personaggi, che appesantiscono moltissimo l’azione, finendo per ridurla al minimo. Dialoghi inconsistenti, scene prive di un fine per la storia principale. La stessa leggenda, per quanto si possa parlare di fantasy, fonda radici su un qualcosa di assolutamente illogico e poco credibile per il tipo di storia che si sta raccontando.
Tutto assume una forma ridondante, dilatando ed esasperando il secondo atto fino allo stremo dello spettatore. C’è una ripresa verso la fine, ma ormai lo spettatore è già uscito dalla narrazione e i personaggi hanno perso qualsiasi tipo di coinvolgimento emotivo.
La stessa superficialità si legge in alcuni personaggi, a partire dal fin troppo frivolo Matt Damon proseguendo per l’inutilità e lo spreco di un attore come Willem Dafoe, confinato in un personaggio dalla dubbia utilità. Personaggio sfruttato unicamente come escamotage per le scelte del personaggio di Pedro Pascal, anche lui non troppo trattato bene.
Interessante è il tipo di rapporto, molto ironico e fraterno, tra i due personaggi di Damon e Pascal. L’unico vero attore a spiccare è Andy Lau, interprete feticcio per Yimou, anch’esso però non sfruttato al massimo.
The Great Wall è un film che, dall’alto del suo alto budget, sa sorprendere per il suo immenso impianto scenico, suggestionando lo spettatore con atmosfere mistiche e in bilico tra lo storico e il leggendario.
Zhang Yimou non sa però sfruttare tutti gli elementi a suo disposizione, peccando per una trama fin troppo superficiale e un frivolo approfondimento dei personaggi principali.
Una pellicola piacevole, ma che al tempo stesso non lascia nulla di più che una semplice vetrina di colori e immagini allo spettatore.
The Great Wall arriva il 23 Febbraio nelle sale cinematografiche italiane.