Il primo marzo torna sul grande schermo Wolverine, questa volta abbandonando la sua veste da X-Men per presentarsi unicamente nei panni di Logan, accompagnato da una giovanissima X-23 e uno stanco professor Xavier. Rispetto alla sue precedenti pellicole, come se la sarà cavata questo terzo film su Wolverine diretto da James Mangold?

A distanza di quattro anni torna nuovamente sul grande schermo una pellicola interamente dedicata a Wolverine, ovvero Logan, interpretato da Hugh Jackman. E questa volta sembrerebbe che sia davvero l’ultima volta che l’attore australiano interpreterà il famoso personaggio nato dalla penna e matita di Len Wein e Herb Trimpe nel 1974.

Decima pellicola sugli X-Men, Logan è la terza pellicola interamente dedicata a Wolverine.

Già nel 2009 e nel 2013 avevamo visto questo personaggio protagonista con X-Men le origini – Wolverine e Wolverine – L’immortale.

Eppure, per quanto Wolverine tra gli X-Men sia uno dei personaggi più complessi e amati dal pubblico di lettori, le pellicole non sono mai riuscite a rendergli giustizia, ponendosi diverse spanne sotto ai precedenti e successivi film sui mutanti.

Liberamente ispirato alla serie a fumetti Vecchio Logan di Mark Millar e Steve McNiven per la Marvel Comics, Logan si ambienta in un universo in cui la popolazione degli X-Men è calata drasticamente. La vita non è più come la conoscevamo, soprattutto per gli X-Men.

Logan, il cui potere rigenerativo è fortemente compromesso, vive in solitudine lavorando come autista.

Logan, il cui potere rigenerativo è fortemente compromesso, vive in solitudine lavorando come autista e perennemente con la bottiglia in mano, prendendosi cura del professor X (Patrick Stewart), gravemente malato.

La vita per Logan, sebbene priva di qualsiasi prospettiva, non può certo essere così tranquilla. Infatti, a infrangere la precaria stabilità dell’X-Men arriva una donna che chiede all’uomo di scortare sua figlia Laura (Dafne Keen) sino ai confini del Canada, perché inseguita da un’organizzazione molto potente e pericolosa.

La natura bruta e scontrosa di Logan è la prima a farsi sentire, rifiutando drasticamente la richiesta della donna. Ma Laura, come ben presto anche Logan si renderà conto, non è una bambina come tutte le altre e sembra avere molto più in comune con l’uomo più di quanto si possa immaginare.

E tra la mancanza di lucidità e una crisi epilettica, sarà proprio il professor Xavier (Patrick Stewart) ad aprire gli occhi a Logan sulla natura di Laura e la loro estrema somiglianza.

 

Logan

 

Logan dovrebbe essere l’ultimo film a chiudere la trilogia delle pellicole dedicate a Wolverine.

Logan dovrebbe essere l’ultimo film a chiudere la trilogia delle pellicole dedicate a Wolverine, ambientato in un futuro distopico che non fa riferimento alla nuova continuity azzerrata in X-Men – Giorni di un futuro passato. Compito non facile per questo film, soprattutto se messo a confronto con le due pellicole precedenti con focus su Wolverine.

Logan, invece, è pronto a stupire fin dall’inizio. Fotografia scura, colori sabbiosi e che rendono il protagonista logorato, inasprito dal dolore e dalla solitudine. Un film che si mostra maturo sia per il suo stile che per la storia, la quale dimostrerà di aver un piano narrativo robusto e dinamico, appassionando lo spettatore soprattutto sul passato di Laura e l’identità dell’organizzazione che la cerca.

Logan è il film su Wolverine che aspettavamo di vedere da anni. La pellicola più matura sugli X-Men fatta fino a questo momento.

Il film si apre con un Logan estremamente invecchiato dal tempo, appesantito dalla sofferenza e irrigidito dalla solitudine e dalle perdite. Un uomo che vive ai margini di una società consumata da se stessa; una società che ha dimenticato i sacrifici degli X-Men, che ha dimenticato gli stessi X-Men.

Eppure Logan sa benissimo che il pericolo può sempre essere dietro l’angolo, ecco perché la sua è una vita al margine. Una vita che lo sta consumando e lui stesso si lascia consumare perché ormai, a parte il professor Xavier, di quella famiglia non gli è rimasto niente.

I giorni gloriosi dello stesso Charles Xavier sono ormai andati. Adesso quello che vediamo è più un uomo involucro. Un’ombra fragile e quasi tenera, persa nei vaneggiamenti della propria mente, lucida solo per qualche brevissimo tratto.

Alla ribelle e animalesca Laura sembra toccare il compito di riportare alla vita questi due uomini.

Alla ribelle e animalesca Laura sembra toccare il compito di riportare alla vita questi due uomini. E se con Xavier il compito è più semplice, stessa cosa non si può dire di Logan. Del resto, siamo sempre stati abituati a vederlo nella sua corazza, non quella d’adamantio, ma quella della solitudine, della fragilità.

 

 

Logan

 

 

In Logan c’è molto spazio per l’introspezione di questo personaggio. Non più un supereroe, ma bensì un semplice uomo che fa i conti con lo scorrere del tempo, con il passare della propria esistenza. Un uomo logorato dal rimorso, dalla perdita e da quel senso di frustrazione verso la propria natura che non ha mai saputo accettare.

Per molti motivi, primo fra tutti quello stesso istinto di rabbia e diffidenza nei confronti delle persone, il rapporto con Laura è molto complesso. Laura obbliga Logan a fare i conti con se stesso, ad aprirsi nuovamente ai sentimenti e al rischio di mettere in gioco tutto pur di salvare una vita.

Dall’inzio alla fine, Logan è un continuo percorso all’interno di questo complicato personaggio

Dall’inzio alla fine, Logan è un continuo percorso all’interno di questo complicato personaggio. Per la prima volta si riesce a scavare più a fondo, ed è lo stesso personaggio a scoprire qualcosa più di sé, arrivando quasi al punto di accettazione. Arrivando finalmente ad assaporare, in modo assai agrodolce, un momento di inaspettata serenità e felicità.

In tutto questo, ovviamente, non può mancare una dose di violenza molto mirata.

Quando non c’è di mezzo Disney, possiamo finalmente respirare pellicole politicamente scorrette che possono mostrare la realtà nuda e cruda.

Logan non ha bisogno di alcun tipo di filtro. Dai dialoghi di Jackman alle scene di azione, tutto è estremamente violento e viscerale. Il sangue non manca di certo in questa pellicola, particolarmente dark anche nei modi di affrontare la violenza, colpendo lo stesso spettatore con un pugno in pieno stomaco.

 

Logan
Non c’è il tempo per respirare. Tutto è messo costantemente in discussione. Tutto viene affrontato a muso duro, scandendo ferocemente ogni colpo sulla pelle dei personaggi.

La storia prende lungo tutto il suo possente minutaggio, senza mai appesantire la scena.

Dinamico. Violento. Commovente. Una pellicola che non da tregua e che racconta una realtà nel modo più drastico possibile, senza mai perdere di credibilità.

Coreografie ben giostrate che rendono il racconto action ancora più realistico, supportato dagli effetti speciali ben dosati, leggermente sovraccaricati nell’ultimo atto del film, ma senza mai appesantire davvero la scena.

La pellicola non è dominata da dialoghi, soprattutto se teniamo in considerazione che sia Logan che Laura non sono due grandi chiacchieroni.

La pellicola non è dominata da dialoghi, soprattutto se teniamo in considerazione che sia Logan che Laura non sono due grandi chiacchieroni. Le parole di Xavier, da quelle più sagge a quelle più ironiche, sono tutte perfettamente misurate. Molto divertente è il tipo di rapporto, davvero padre e figlio, tra il professor X e Wolverine. Battibecchi continui che sanno di quotidianeità ma anche di amore puro e devozione.

 

 

Logan

 

Patrick Stewart si conferma, come sempre, un attore capace di passare dal teatro shakesperiano ai grandi blockbuster senza perdere mai di professionalità e credibilità. La prova più grande per il suo Charles Xavier è stata proprio questa, al limite tra la demenza senile e un uomo che raccoglie l’ultima briciola di lucidità che ha pur di salvare, ancora una volta, qualche anima.

La vera grande sorpresa è la giovanissima Dafne Keen, che nei suoi modi di fare non può non ricordare la coraggiosa Elven della seria Stranger Things. Del resto, Laura e Eleven hanno molto in comune, dall’infanzia rubata al bisogno di guardare il mondo con gli occhi di un bambino come mai hanno potuto fare.

Laura non parla molto, ma la sua espressione apparentemente fredda e apatica bastano per raccontare la rabbia e la sofferenza.

Laura non parla molto, ma la sua espressione apparentemente fredda e apatica bastano per raccontare la rabbia e la sofferenza dentro questo giovane personaggio. Una prova non semplice per un’attrice così piccola che si dimostra essere all’altezza del ruolo, dando una performance migliore di moltissimi attori più adulti che abbiamo visto negli ultimi anni all’interno dei cinecomics. Un nome, un volto, che farà davvero parecchia strada!

Non da meno l’interpretazione di Hugh Jackman, ormai pelle di Wolverine, che con estrema sollenità sembra interpretare, ancora una volta, questo personaggio. Nelle poche battute scorbutiche e nei tanti sguardi di silenzioso dolore, Jackman fa vedere in questa pellicola tutta l’anima che c’è in questo grande personaggio.

Andando ben oltre le prestazioni atletiche, l’autenticità di Logan risiede proprio nei suoi momenti di confronto, di solitudine e di attesa. In momenti di costante bilancio della propria esistenza e l’idilliaca sequenza di accettazione, di comprensione della propria natura.

 

Logan

 

Enorme nota di merito anche nei confronti della colonna sonora che non gioca che le solite sonorità epiche tipiche dei cinecomics, ma punta a suoni molto più maturi, intensi e profondi. Gli strumenti musicali, a volte messi a contrasto con l’azione, sembrano essere perfettamente in armonia con ogni sequenza, come se fossero stati studiati nel corso della sceneggiatura stessa. Dalla storia al personaggio, passando per la regia, fotografia e musica, possiamo notare la maturità di questa pellicola.

Difficile credere che Logan sia un cinecomic.

Difficile credere che Logan sia un cinecomic. James Mangold non vuole cedere all’etichette e confeziona una pellicola di puro cinema action, fatta di personaggi, di storia, di azioni e sentimenti. Una pellicola non dettata unicamente dalla mera creazione dell’ennesimo sequel sul quale speculare, ma dentro la quale ci si legge molto di più.

Un finale epico, commovente e incalzate. Il degno finale per un eroe come Wolverine. Il giusto saluto per un interprete che con quel personaggio, dopo quasi vent’anni di onorata carriera, è divenuto un tutt’uno. L’agrodolce e perfetta fine.

 

 

Logan sarà nei cinema italiani dal 1 Marzo. 
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