Dopo un autunno con i simpatici animaletti di Pets – Vita da Animali, Illumination Entartainment torna sul grande schermo chiudendo in bellezza queste feste con un lungometraggio d’animazione che farà letteralmente cantare e ballare lo spettatore: Sing.
Sing è stato presentato allo scorso Toronto International Film Festival e su di lui aleggiava un grande alone di mistero. Poco più di un anno fa infatti, venne pubblicato su Facebook il primo trailer ufficiale del film, per poi seguire con una serie di poster, senza però mai giungere a nulla di concreto. La stessa data di distribuzione, sia per gli Stati Uniti che per l’Italia, non è stata chiara fin da subito.
Vuoi per l’arrivo imminente di Pets – Vita da Animali, vuoi anche per alimentare la curiosità dello spettatore, Sing è stata una scoperta a scatola chiusa. Una scatola che al suo interno contiene una vera inaspettata sorpresa: un film brillante e divertente.
Non semplicemente la solita storia sui talent o sui sogni, ma qualcosa di più elaborato che riesce perfino ad andare oltre la semplice animazione, quasi a voler omaggiare alcune delle pellicole storiche di questo genere, come il cult Almost Famous di Cameron Crowe.
A rendere ancora più unico Sing è il suo incredibile doppiaggio. I volti che si sono prestati a dare vita alla voce di questo gruppo di sgangherati animaletti sono tra i più importanti attori e premi Oscar del momento, come Matthew McConaughey, Reese Witherspoon, Seth MacFarlane, John C. Reilly, Scarlett Johansson e la cantautrice Tori Kelly.
Il bollino di qualità con Sing lo troviamo fin da subito con la sua regia. Dietro “la macchina da presa” del film troviamo un nome piuttosto conosciuto, quello di Garth Jennings, noto autore di videoclip a cui va il merito di aver portato sul grande schermo il meraviglioso libro di Douglas Adams, Guida Galattica per Autostoppisti con un cast molto assortito tra cui troviamo Martin Freeman, Sam Rockwell, Zoe Deschanel, Bill Nighy, John Malkovich e Jason Schwartzman.
E chi meglio di un autore di videoclip poteva gestire un film tutto musicale come Sing? Ma attenzione! Non aspettatevi il solito musical, perché Sing non è assolutamente questo!
La trama di Sing ruota attorno al koala Buster Moon (Matthew McConaughey), impresario teatrale fallito, amante dello spettacolo e della musica fin da bambino. Dopo mille sacrifici, Buster Moon diventa il proprietario di un importante teatro, ma purtroppo la sua carriera fatta più di bassi che di alti non gli consente di mantenerlo e rischia di perderlo.
Per tentare il tutto e per tutto e salvare il suo teatro, Buster Moon indice una gara di talenti canori. Una sottospecie di America’s Got Talent con un montepremi di mille dollari… se non fosse che la povera e sbadata signorina Karen – un camaleonte dalla vista non propriamente affidabile – abbia aggiunto un paio di zero di troppo a quella cifra, sommergendo letteralmente il teatro di aspiranti cantanti.
In questa folla di improbabili partecipanti, seguiamo fin dall’inizio la vita di Rosita (Reese Witherspoon), una maialina casalinga alle prese con oltre venti di cuccioli; Mike (Seth MacFarlane), un topolino bianco furbacchione ma con una bellissima voce calda e suadente e dallo stile di Frank Sinatra; Johnny (Taron Egerton), un giovane gorilla con la passione per il canto ma che deve confrontarsi ripetutamente con le aspettative, molto lontane dai suoi sogni, del padre; Meena (Tori Kelly), una elefantessa dal talento innato fin troppo oscurato dalla sua enorme timidezza e paura del palcoscenico; Ashley (Scarlett Johansson), un’istrice adolescente ribelle dal look rock e dalle profonde insicurezze.
Sing ci presenta una serie di tipi all’interno dei quali lo spettatore riesce perfettamente a ritrovare qualcosa di se stesso, creando subito quel magnifico rapporto di empatia che coinvolge dall’inizio alla fine della pellicola.
Un’avventura a colpi di musica, che si sviluppa anche sull’importanza di essere sinceri con se stessi e anche con gli altri. Di riuscire ad affrontare la realtà, le proprie insicurezza e paura di proseguire a testa alta verso il proprio cammino, preoccupandosi il giusto degli ostacoli da dover superare.
Nella sua semplicità, al di fuori del contesto musicale, che sicuramente è una cornice estremamente importante del film, Sing riesce a trattare un ventaglio di tematiche capaci di arrivare sia allo spettatore più grande che a quello più piccolo.
La pellicola viene magistralmente gestita in una maniera che qualsiasi tipo di spettatore possa approcciarsi allo stile di narrazione, di immagine e personaggi, facendosi rapire dalla storia e dalle musiche che dominano sovrane la maggior parte delle situazioni.
C’è il complicato rapporto genitori-figli, spesso contrastato dalle differenti aspettative che l’uno riversa sull’altro, senza minimamente domandarsi cosa voglia realmente l’altro dalla propria esistenza. Questo genera un rapporto di ansia, di continua frustrazione da parte dei figli che sanno di non poter soddisfare, o rendere fieri come nel caso di Johnny, la volontà del padre.
Viene esaminata la figura della donna madre e moglie, obbligata a dover passare tutto il giorno tra casa e bambini. Una figura indispensabile, che pensa a qualsiasi cosa a tal punto che se dovesse mancare, ogni ingranaggio della casa andrebbe a pezzi.
Una figura talmente indispensabile, come quella di Rosita, da venir data per scontato, creando un altro tipo di sentimento di frustrazione e infelicità.
Rosita è una donna che non abbandona il suo status di moglie e madre, ma attraverso il canto può ritagliare quel momento per se stessa e uscire dalla tuta e dai guanti di cucina, e poter indossare un vestito di lustrini come Lady Gaga, apparendo bellissima e carica di fascino sul palco.
La tematica più importante, e sicuramente quella più rivolta al pubblico più giovane, verte sulla sincerità col prossimo e non cercare mai nella vita delle scorciatoie. Le scorciatoie non portano mai a nulla di buono. E ciò che all’inizio sembra un ostacolo superato, alla fine si ripresenterà con una dimensione ancora più grande.
Buster Moon è sicuramente il personaggio al quale viene più rivolta questo tipo di emozione, nonostante ogni azione compiuta dal koala non sia a fine di fare un danno agli altri, ma ingenuamente per cercare a tutti i costi di salvare il proprio teatro, simbolo di una vita di sacrifici suoi e di suo padre.
La passione è ciò che muove ogni personaggio di Sing. La passione è il vero cuore di questa pellicola, molto più divertente e ben studiata rispetto a Pets – Vita da animali.
Ironica, romantica, brillante e bilanciata. Un lavoro costruito minuziosamente che non ha nulla da invidiare a produzioni maggiori o live-action. La stessa scelta musicale è varia, si passa dal pop al rock, al jazz e al country. Una serie di suoni e suggestioni che raccontano il mondo, i sentimenti di un personaggio, ma che rispecchiano – a volte anticipando anche – il tipo di situazione che si sta svolgendo sullo schermo.
Ben curato è lo stesso doppiaggio italiano che, saggiamente trattandosi soprattutto di musiche e canzoni molto conosciute, decide di lasciare la parte cantata nella lingua originale.
Sing è un film senza età! Un film che vi coinvolgerà e vi farà cantare dentro al cinema. Un film sinceramente divertente e volto all’intrattenimento di qualsiasi tipo di target. La strada è quella giusta per Illumination Entertainment e, aspettando il nuovo Cattivissimo Me, siamo curiosi di scoprire quali saranno le sorprese che ci riserverà il futuro!
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Sing sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 4 Gennaio!