Presentato nella sezione After Hours del 34° Torino Film Festival, Yoga Hosers è il secondo film a comporre la trilogia del True North del regista Kevin Smith, con protagoniste la figlia Harley Quinn Smith e Lily Rose Depp.
Yoga Hosers è il seguito della trilogia del True North, iniziata due anni fa da Kevin Smith con il grottesco Tusk e che continuerà, prossimamente, con Moose Jaws.
Un progetto molto particolare che ha come punto cardine il Canada e il bizzarro personaggio di Guy Lapointe – interpretato ancora una volta da Johnny Depp – un investigatore strampalato canadese che si ritrova sempre sulle tracce di personaggi inquietanti e raccapriccianti.
Se in Tusk Guy Lapointe si trova a fare due conti con il fanatico Howard Howe (Michael Parks), deciso più che mai a tirar fuori dall’essere umano – letteralmente parlando – la sua vera natura da tricheco, questa volta il nemico è un “sopravvissuto” nazista trapiantato in Canada, il folle Andronicus Arcane (Ralph Garman).
E se in Tusk il protagonista era uno solo, l’americano speaker Wallace Bryton (Justin Long), specializzato in storie assurde e che si ritrova in Canada a fare i conti con la follia di Howe, questa volta il numero raddoppia e diventa femmina.
Già viste in Tusk come le poco adorabili commesse Eh-2-Zed con le quali si scontra Wallace, Colleen McKenzie (Harley Quinn Smith) e Colleen Collette (Lily-Rose Depp) sono le indiscusse protagoniste di questo secondo capitolo.
Fin dall’inizio capiamo subito che Yoga Hosers non sarà solo un passo avanti verso questa genialmente no sense trilogia di Smith, ma anche un ritorno alle origini, verso gli adorabili idioti di Clerks.
Totalmente soggiogate dalla tecnologia, da un linguaggio fumettoso e da una vita divisa tra lezioni di yoga, turni al supermarket e le prove con la “band” tenute nel retro del negozio tra una pausa e l’altra, Colleen M. e Colleen C. sono un ritratto molto realistico degli adolescenti dei nostri tempi.
Volutamente sopra le righe ed estremamente bionde nell’anima, le ragazze si muovono in bilico tra emozioni apatiche ed esaltazione adolescenziale, tenendo unicamente conto della popolarità su Instagram e dell’essere notate dai ragazzi più grandi.
Le nostre Colleen sono in tripudio di ironia e sarcasmo, agguerrite e al tempo stesso ingenue, con quell’accento un po’ canadese strampalato e dalle parole inventate.
All’interno del contesto entro il quale si muovono le due ragazze, stanno avendo degli episodi veramente inquietanti. A quanto pare un serial killer si muove nell’ombra, facendo brutalmente a pezzi uomini non del tutto originari del Canada.
Un killer molto particolare, piccolo e astuto: Bratzi, una salsiccia uomo nazista.
Le ragazze non sembrano essere troppo affascinante dalle notizie inquietanti, nonostante la visita inaspettate dell’ispettore Guy Lapointe. Il loro interesse è decisamente più rivolto verso la festa che Hunter Calloway (Austin Butler), ragazzo dell’ultimo anno, darà quel week end.
Ma i piani di gloria delle ragazze vengono rovinate dal padre di Colleen C., Bob Collette (Tony Hale), il quale le costringe a lavorare proprio quel giorno. Come fare a rimediare alla situazione? Semplice! Basta spostare la festa direttamente all’Eh-2-Zed.
L’idea di festa di Hunter, però, è molto diversa da ciò che stanno pensando le ragazze nelle loro fantasticherie adolescenziali; inoltre, all’interno del locale, sembrano aggirarsi proprio decine di Bratzi. Cosa faranno nel nostre “Yoga Hosers”?
Yoga Hosers è una commedia demenziale e trash che sa fin da subito conquistare per la sua sagacità, tipica dello stile di Smith, dove il regista torna a dar voce alle frustrazioni dei commessi annoiati, questa volta in versione adolescenziale e femminile.
Sebbene Smith parta con un inizio estremamente basato sulla gag e sull’assurdità delle sequenze, successivamente la pellicola riesce a prendere sostanza, affermandosi come un tripudio di paradosso e umorismo.
Nuovamente, al centro di tutto, c’è la paranoia al fanatismo canadese, questa volta inquadrato dal particolare punto di vista del nazismo. Non mancano le continue battute e riferimenti provocatori, a partire dalla stessa presenza del personaggio di Guy Lapointe che, questa volta, si mostra essere decisamente più attivo rispetto al precedente Tusk.
I trichechi giganti questa volta vengono sostituiti da mostri altrettanto inquietanti, ma che Kevin Smith sa perfettamente coniugare in una tecnica sopraffina e macabra, riuscendo a rendere molto interessante e dettagliate anche le sequenze più grottesche e assurde.
La parodia è al centro dell’immaginario di Kevin Smith e di questa trilogia del True North, non a caso l’ultimo capitolo della trilogia sarà proprio una presa in giro nei confronti de Lo Squalo.
Harley Quinn Smith e Lily Rose Depp, nonostante la giovane età e ancora un po’ di acerbità, riescono comunque perfettamente sullo schermo come coppia, mostrandosi capaci di saper affrontare la sfida e portare avanti l’azione di tutto il film.
Sincronizzate e armoniose, le due ragazze sembrano realmente vivere in simbiosi, spesso non mancando di fare battute autoreferenziali e che, ovviamente, ricordano Clerks.
Sicuramente una mano non poco importante è stata data da papà Smith e papà Depp, amici sia fuori che dentro il set. Inoltre le due Colleen, assieme al caro Guy Lapointe, sembrano essere gli unici personaggi destinati a comparire sempre e comunque in tutti e tre i film.
Cambiano i personaggi, ma non cambiano gli attori. Sebbene Yoga Hosers sia una storia diversa che si muove nello stesso universo di Tusk, non ritroviamo i vecchi protagonisti, ma possiamo ritrovare gli attori di quei ruoli, come il consolidato Justin Long, questa volta nei panni dell’insegnante di Yoga effemminato; Haley Joel Osment, nelle vesti di un altro folle nazista canadese, Adrien Arcand; Génesis Rodriguez nei panni dell’insegnate di ginnastica delle Colleen, Ms. Wicklund; e, infine, Ralph Garman che dalla parte del buono passa a quella del cattivo, regalando allo spettatore tante sane risate attraverso delle imitazioni uniche.
Non mancano nemmeno dei personaggi nuovi, in questo caso le mamme delle due protagoniste, Vanessa Paradis nei panni dell’insegnante di storia, il bello e dannato (e idiota) batterista Ichabod interpretato da un tatuatissimo Adam Broody, e la giovane new entry protagonista di The Shannara Chronicles, Austin Butler, questa volta in un ruolo piuttosto sui generis.
Ad arricchire ancora di più il cast ci sono almeno tre camei molto gustosi, tra cui uno proprio dello stesso Kevin Smith che, a quanto pare, comparirà anche nel terzo ed ultimo capitolo della saga.
A questo punto la curiosità non è poca, e nella speranza che le risprese di MooseJaws inizino presto, speriamo che Yoga Hosers riesca a trovare una distribuzione cinematografica piuttosto soddisfacente, senza passare in sordina come, invece, avvenne nel caso di Tusk.
Quello di Kevin Smith è sicuramente un cinema paradossale, volgare e stravagante, ma riesce comunque ad essere un cinema che colpisce nel segno. Un cinema critico e ricco di sfumature anche nella sua essenza più semplice e demenziale.
Un cinema che con poche battute sa scivolare nella profondità dei personaggi e delle situazioni, senza risultare mai banale e scontato.
Sebbene Tusk fosse un capitolo molto più grottesco ma che faceva affidamento – nella sua parte centrale – su dialoghi molto profondi e discorsi filosofici consistenti, ciò che conquista di Yoga Hosers è la sua semplicità nel far ridere con la battuta giusta, intelligente e votata verso qualcosa di molto più superiore.
E poi, come si fa a resistere alla versione rock ‘n roll e dissacratoria di “O Canada” delle due Colleen?