Abbiamo provato a lungo l’ultimo capitolo della saga di Call of Duty e in questa recensione vi diremo come ci è sembrato.
Quando dici Call of Duty ormai, crei quasi uno spartiacque generazionale nel modo di fare, giocare, percepire, amare o odiare il mercato dei videogiochi.
C’è però un dato oggettivo da considerare, ovvero che si tratta di una delle saghe più longeve e vendute di sempre.
Un vero e proprio system seller capace di spingere tantissimi giocatori a comprare anche una nuova console solo per giocarci, pur non essendo un titolo esclusivo.
Ultimamente più di un attore ha provato a rubare la scena alla serie, e mai come quest’anno abbiamo potuto vedere un trittico così accentuato con l’uscita molto ravvicinata anche di altri due giochi sul genere: Battlefield 1 e Titanfall 2 (di cui trovate le nostre recensioni di seguito).
In questo clima così avverso, con tanti rivali e tante polemiche sorte prima ancora che il titolo vedesse la luce, Call of Duty: Infinite Warfare ne sarà uscito vincitore o sconfitto?
Per scoprirlo continuate nella lettura della nostra recensione. La versione da noi testata per la recensione è quella PlayStation 4 – giocata sia su console standard che su PlayStation 4 Pro – vi ricordiamo che il gioco è disponibile anche per PC e Xbox One dal 4 novembre 2016.
Call of Duty: Infinite Warfare segna il ritorno al timone della serie del team Infinity Ward (lo studio che ha sviluppato anche Call of Duty 4: Modern Warfare, titolo all’epoca rivoluzionario che torna in versione remastered esclusivamente con la Legacy Edition del nuovo titolo).
Dico all’epoca rivoluzionario in quanto per la prima volta traghettava l’acclamata serie di fps bellici dai classici scenari ed ambientazioni basate sulla ricostruzione del secondo conflitto mondiale, ad un contesto moderno e a tratti futuristico, con una sceneggiatura validissima e innovando molto anche in termini di gameplay sia per il single player che per il multiplayer.
Un’innovazione che i più giovani probabilmente non hanno vissuto in prima persona e che ha portato in tanti, dopo anni e anni di fps moderni e futuristici, a chiedere una sorta di ritorno alle origini accolto a braccia aperte da DICE col suo nuovo Battlefield, ma non dalla serie Call of Duty che osa ancora di più e con questo Infinite Warfare ci porta nello spazio.
Infinity Ward ha osato in maniera vincente con questo titolo. Restituendo importanza anche al single player di una serie da molti oggi considerata meramente per la sua componente online e che, negli ultimi capitoli, non aveva certo brillato quanto a componente narrativa. La campagna di Call of Duty: infinite Warfare si svolge in un futuro prossimo in cui la sovrappopolazione ha ormai scardinato l’ecosistema terrestre costringendo l’umanità ad esplorare il sistema solare in cerca di un nuovo pianeta che la ospiti e di risorse che sempre più scarseggiano sulla Terra.
L’incipit non è dei più originali forse, ma il tutto è reso in maniera estremamente verosimile. La stessa tecnologia è priva di fronzoli, si avverte che la storia narrata potrebbe davvero aver luogo intorno a noi fra qualche centinaia d’anni, a differenza di produzioni più sci-fi in cui nell’arco di cinquecento anni arriviamo a colonizzare Alpha Centauri.
Nel gioco impersoniamo il Capitano Reyes a bordo della nave da guerra Retribution, intento a combattere il Fronte, fazione separatista capitanata dall’Ammiraglio Kotch (interpretato da Kit Harington, il Jon Snow della serie Game of Thrones) che mira a sottomettere la Terra.
La storia riserva tantissimi colpi di scena e i vari personaggi sono caratterizzati bene dalle interpretazioni di attori grazie ad un accuratissimo uso del motion capture. Questa è stata, per chi vi scrive, la sorpresa più gradita di questo Call of Duty: Infinite Warfare.
Pur avendo tra le mani un franchise che macina vendite ogni anno contando anche solo su una componente multiplayer solida ed apprezzata, il team ha deciso di non assecondare le richieste (o per meglio dire i capricci) dei fan, e di sperimentare qualcosa di nuovo come in passato non era ancora stato fatto ed è riuscita alla grande nel suo intento.
Infinite Warfare è il Call of Duty con il gameplay più diversificato di sempre. Oltre ad aver implementato la possibilità di svolgere anche missioni secondarie, c’è per la prima volta una vera e propria diversificazione di base che spezza la dinamica da first person shooter coi piedi per terra, grazie a scontri nello spazio sui Jackal (jet da combattimento spaziale anche personalizzabili) e a sparatorie non soltanto contro altri soldati, ma anche contro mecha da abbattere con armi più pesanti.
Sia ben chiaro, aspettarsi una profondità al calibro di produzioni più meramente storybased da questo titolo sarebbe sciocco, ma anche grazie al fatto di metterci nei panni del Capitano invece che di un soldato, questo Call of Duty: Infinite Warfare riesce a stupire con una campagna che supera abbondantemente le dieci ore di gioco se si decide di affrontare anche le varie missioni secondarie che potremo selezionare a bordo della nave Retribution.
Il titolo ci propone dunque un gameplay innovativo, ma sempre veloce e frenetico, che si declina decisamente bene sia nella campagna che nel multiplayer. La campagna, una volta completata, ci da accesso alla Modalità Specialist, che aumenta il livello di sfida in modo esponenziale con handicap legati alla salute e allo stato fisico del protagonista (bisognerà curarsi manualmente con gli iniettori e anche ricaricare sempre manualmente le armi), oltre a tanti vari accorgimenti per chi non teme una run più impegnativa.
In questo capitolo torna la Modalità Zombie con tinte in stile anni ’80 in Zombies in Spaceland, con un vasto Luna Park pieno di attrazioni che mescolano il tema dello spazio a quello più horror nel solito modo divertente a cui ormai la saga ci ha abituati. Quattro aspiranti attori, partecipando alle audizioni della famosa star dell’horror Willard Wyler, si ritrovano a recitare in questo Luna Park evitando possibilmente di rimetterci la vita. Anche in questo caso è stato fatto un ottimo lavoro da cui risulta una delle modalità più divertenti ed apprezzabili dell’intero titolo, con anche dei minigiochi in attesa del respawn.
Ultimo, ma non ultimo, il comparto multiplayer competitivo che si rivela come sempre uno dei più validi e ben strutturati in circolazione. Disponibili fin da subito tantissime modalità e mappe, con svariate opzioni. Tra le novità più importanti saltano all’occhio nuove granate e armi, il Kit da Combattimento (successore spirituale degli Specialisti di Black Ops III) ovvero una tuta high-tech che si adatta allo stile di ogni giocatore, e le Missioni di Squadra che danno la possibilità di livellare insieme con un gruppo di amici.
Da un punto di vista tecnico Call of Duty: Infinite Warfare offre una campagna spettacolare e senza caricamenti, intervallando il gioco con sequenze filmate che creano anche più empatia per i personaggi e la vicenda narrata.
Artisticamente il titolo eccelle molto più dei suoi predecessori, offrendo scenari davvero mozzafiato sia sulla terra ferma che nello spazio, con giochi cromatici e di luci bellissimi e in generale con un ottimo dettaglio insieme ai granitici 60 fps.
Mentre su pannello 1080p con PlayStation 4 le texture dei personaggi e delle armi in primo piano risultavano più dettagliate dei fondali e degli elementi secondari, con PlayStation 4 Pro e su pannello 4K HDR la situazione cambia notevolmente regalandoci un’immagine più pulita e profonda, sempre con una fluidità eccellente, ma a un livello di dettaglio incredibile.
Call of Duty: Infinte Warfare è infatti uno dei titoli che più sfrutta le potenzialità della nuova console di Sony grazie al suo aggiornamento ad Enanched Edition e se possedete questa console è sicuramente la miglior piattaforma su cui giocarlo.
In conclusione, Call of Duty: Infinite Warfare è un titolo che osa innovare una formula ben consolidata e riesce nel suo intento con successo.
Lo fa con un occhio di riguardo (finalmente) per la componente single player, senza però dimenticarsi del multigiocatore che pur non portando enormi novità rispetto a Black Ops III si attesta come uno dei più validi in circolazione, e riproponendo la Modalità Zombie in una salsa decisamente azzeccata.
A discapito delle previsioni negative che hanno purtroppo accompagnato questi titolo, è un videogioco di ottimo livello che consigliamo vivamente a tutti gli amanti degli fps.