Licia Troisi, immancabile ospite del Lucca Comicas and Games, presenta alla stampa il suo nuovo libro: La Saga del Dominio – Le Lame di Myra, il capostipite di una più matura e intensa saga. L’autrice ci racconta un po’ di più rispondendo a un interessante botta e risposta.

Licia TroisiTra gli ospiti più fedeli è sempre molto attesi del Lucca Comics and Games, non può mancare la scrittrice Licia Troisi, regina del fantasy italiano made in Italy.

E quale occasione migliore per questi cinquant’anni di Lucca Comics and Games 2016 per presentare l’inizio di un nuovo percorso della scrittrice con la presentazione del primo libro di una nuova e promettente saga?

Ad accompagnare l’incontro con la stampa c’è anche la presenza di Sandrone Dazieri, amico e mentore della scrittrice, che svela qualche piccolo “mistero” sia sulla nuova saga ma anche su alcuni progetti legati ai famosi libri de Le Cronache del Mondo Emerso.

Plot principale di questo primo libro de La Saga del Dominio – Le lame di Myra, ruota – ancora una volta – attorno alla figura femminile della guerriera Myra.

Il background di Myra non è dei più semplici. Adottata da bambina, è costretta ad assistere all’omocidio del padre adottivo per colpa di un proprietario terriero. La sete di rabbia e vendetta spinge Myra ad arruolarsi, diventando una guerriera molto stimata. Anni dopo, però, ciò che Myra credeva fosse la realtà sulla morte del padre verrà messo in discussione, aprendo le porte verso un mistero da dover risolvere.

Licia Troisi, come sempre, appare disponibile e sorridente di fronte al suo pubblico di giornalisti, non riuscendo a nascondere quella velata timidezza anche sotto l’armatura, comprata negli anni proprio nelle varie edizioni del Lucca Comics and Games.

 

 

Licia Troisi

Io non sono molto brava a parlare dei miei libri.

 

 

Quali sono le tre top novità di questa saga?

La prima cosa in assoluto è il mondo complicato. Rispetto agli universi che ho raccontato prima, c’è sicuramente un grado di complessità superiore. Ho curato moltissimo l’aspetto di costruzione del mondo e dell’uso e costumi dei vari popoli. Ho cercato di inventarmi delle nuove lingue e religioni. C’è sicuramente molta meno omogeneità rispetto ai miei libri precedenti, ma anche molto meno caos. Se sfogliate il libro, ve ne potete rendere conto già dalla mappa.

Stilisticamente è sicuramente superiore. Credo di essermi avvicinata al mio ideale di scrittura: estremamente stringata ma assolutamente efficace. Elementi che ho sempre amato fin da quando ho iniziato a scrivere, ma che fino a questo momento non credo di essere riuscita a realizzare.

Ah, per la prima volta c’è un mistero. In pratica è stata la prima cosa che ha notato mio padre dopo averlo finito di leggere ieri sera. Diciamo che è un altro passetto verso la commistione di genere, che avevo già fatto precedentemente ne I regni di Nashira, ma era un elemento fantascientifico molto sottotraccia. Devo dire che qui, invece, l’elemento noir/thriller/giallo è praticamente al centro dell’intreccio. In sostanza abbiamo un’ambientazione fantasy, ma ciò che tira le fila dell’azione è un mistero.

 

Il suo universo fantasy è una rinuncia alla volgarità che si trova ormai abusata in quasi tutto il fantasy americano. Come mai questa scelta?

Sinceramente è la prima volta che me lo fanno notare. La violenza è comunque presente, alla fine è un qualcosa connaturata all’essere umano e motore di moltissime storie. Non so perché esattamente sia così. Credo che sia la mia indole che mi permette di inserire questo elemento, ma in un modo che il lettore percepisce come più strettamente legato alla trama.

Io sento tantissimo la necessità di seguire le storie, raccontarle come se fossi una sorte di menestrello, perché è quello che mi piace fare. Probabilmente, proprio per questo, tutti gli altri elementi sono legati e funzionali a questo obiettivo, cioè raccontare la storia.

 

Fin dagli inizi usavi recitare i tuoi personaggi di fantasia. Ce n’è uno al quale sei particolarmente affezionata?

Ovviamente sono molto affezionata a Nihal, in quanto primo personaggio che mi ha dato la fama, ed è anche quello più amato dai lettori, nonostante io abbia un rapporto di amore e odio.  Ho avuto un periodo in cui non ne volevo davvero sentir più parlare, poi sono riuscita a farci pace e, infatti, due anni fa ho fatto un nuovo libro.

Devo dire la verità, tutti quanti, a modo loro, hanno qualcosa che me li fa amare. Un esempio, La Ragazza Drago me la sento molto vicina proprio perché è un personaggio autobiografico. Voglio molto bene anche a Myra, protagonista de La Saga del Dominio. Ho visto molto profondamente questo libro, e la sua storia mi gira ancora in testa, considerando che la storia non è ancora conclusa.

Se dovessi proprio scegliere probabilmente Dubhe. Non so perché, ma è un personaggio che mi piace molto. Credo sia legato al fatto che percepisco Le Guerre del Mondo Emerso come il mio vero e secondo libro, considerando che le cronache le ho scritte tutte insieme, e quindi quando è davvero iniziato il mio percorso da scrittrice.

 

Quanto c’è di te in Myra?

Non sono ancora riuscita a capirlo. Nel momento in cui io scrivo una storia, ci metto dentro moltissime cose inconsciamente, e poi non sono in grado di capire quali parti della mia biografia sono finite esattamente nel libro. Ci vuole un attimino di distacco. Sicuramente più avanti riuscirò a capirlo. Per ora posso dire che, in effetti, c’è il passaggio dell’età che si inizia ad avvertire.

Rimaniamo sempre figli dei nostri genitori, eppure abbiamo bisogno del distacco. Non è un caso che questa storia sia di emancipazione dai genitori e racconto di rapporti padre e figli particolare.

 

Quale percorso hai intrapreso attraverso questa nuova saga? E cosa ti ha ispirata?

L’idea è arrivata tantissimo tempo fa. La prima cosa che mi è venuta in mente è il funzionamento della magia. Questa viene usata tramite gli elementali, i quali vengono schiavizzati dai maghi che li catturano, imprigionandoli sotto pelle. I maghi, infatti, hanno un reticolo di tatuaggi lungo tutto il corpo. Sono personaggi molto particolari, considerando anche che questi possono muoversi sotto pelle.

Periodicamente mi viene in mente di creare un personaggio cattivo. Ed ero partita anche qui con questa idea, ma fondamentalmente le cose cambiano, e non mi sono smentita neanche in questo caso. Diciamo che, per questa volta, non mi sono data una scadenza. Mi sono presa del tempo proprio per pensarci bene a questa storia, in modo tale da poter entrare e perdermi totalmente all’interno del mondo. Dovevo viverlo molto, per poter essere in grado di raccontarlo per bene.

Credo di aver impiegato almeno sei mesi per la costruzione del mondo. Avevo scritto praticamente un altro libro per gli appunti di questo libro. Inoltre l’ho riscritto tre volte e ci ho davvero lavorato moltissimo.

 

Sei considerata la regina del fantasy a livello europeo. Da giovanissima ha iniziato il tuo percorso nel mondo della letteratura ispirando le persone. Quale consiglio potresti dare a chi vuole intraprendere questa carriera?

La cosa più importante in assoluto, e non mi stancherà mai di dirlo, è il concentrarsi sul piacere di raccontare una storia. Non bisogna pensare al pubblicare. Nel mio caso, la pubblicazione è stata una conseguenza del fatto che mi piaceva scrivere e mi ci impegnavo tanto. Quando ho iniziato, l’ho fatto perché avevo un’idea in testa. Non stavo pensando ai lettori, ma era una specie di obiettivo mentale che mi ponevo.

Raccontare perché si ha il bisogno di raccontare.

 

Hai parlato della creazione di lingue e religioni. A cosa ti sei ispirata? Alla grande tradizione del fantasy o hai cercato qualche ispirazione differente. 

No, mi sono ispirata proprio al mio mondo. Chi lo leggerà e vedrà le lingue, capirà che avranno varie ascendenze con delle varie lingue europee. Le religioni, invece, sono andate molto di più a fantasie. Molte sono state le naturali conseguenze al tipo di mondo che avevo creato.

 

 

licia troisi

 

 

Ti hanno mai proposto, o hai pensato, a una trasposizione cinematografica/televisiva per Le Cronache?

Mi piacerebbe moltissimo, ma è davvero difficile. I diritti delle Cronache sono stati venduti alla Colorado Film. Un cinque anni fa mi mandò un trattamento in inglese, ma era tutt’altra storia. Io non ero convinta, loro non volevano scendere a compressi, e quindi non ne abbiamo fatto più nulla.

Tra l’altro, hanno fatto finta di coinvolgermi. Dalla sera alla mattina mi è arrivato il trattamento da un inglese, di cui ignoravo totalmente l’identità. In un altro ambito, per esempio i fumetti, durante la prima stagione de Le Cronache del Mondo Emerso, Roberto Recchioni mi chiamò subito. Ovviamente, poi, la massima libertà, perché è giusto che sia così.

La Colorado ha ancora i diritti, sebbene credo che decadino dall’anno prossimo, ma io credo che non c’è ancora posto in Italia per un film fantasy. Non ci sono i soldi. Io vengo molto tradotta, e amata, in Francia e Germania. Sono stata tradotta in inglese esclusivamente in ebook, ovviamente questo non mi ha giocato molto a favore.

Ho avuto un altro momento in cui mi è stato chiesto di scrivere una serie televisiva, assieme a Sandrone, da un’idea originale. Avevamo fatto praticamente tutto, dalla bibbia al trattamento, ma tutt’ora è tutto bloccato.

Davvero un peccato, perché era assolutamente fattibile quella serie, proprio perché calibrata sul budget.

Avevano anche opzionato i diritti per La Ragazza Drago ma anche lì, purtroppo, non se n’è fatto nulla. Purtroppo capita.

 

E una trasposizione su videogame?

Ad un certo punto si è cercato di fare anche questo, se non sbaglio nel 2007. Era anche uscita la demo, un filmato molto semplice ma davvero carino, in allegato al primo libro illustrato delle Cronache. Purtroppo la casa di produzione, essendo molto piccola, non aveva abbastanza soldi e quindi, anche lì, non se n’è più parlato.

 

Eventi come Lucca Comics & Games, quanto stimolano il tuo rapporto con il pubblico? E, nel corso del tempo, pensi che questo tipo di rapporto sia positivo o spesso senti il peso della pressione e delle aspettative?

Incontrare i fan in queste occasioni è una cosa meravigliosa, perché il lavoro della scrittura è un qualcosa davvero solitaria. Io devo stare da sola, possibilmente nel mio studio e in assoluto silenzio. In linea di massima mi da fastidio anche chi sta subito fuori lo studio.

Quando incontri per davvero le persone, e non ti basi su una recensione letta, puoi realmente comprendere l’emozione che ha suscitato un libro o un film. Secondo me è una cosa fondamentale, poi soprattutto a Lucca dove mi sento a casa.

Aspettative e ansia ci sono sempre, ma anche per indole persona. Devo dire però che questa è una cosa che prescinde dalla fama. Nel momento stesso in cui scrivere è diventato un lavoro, e ho iniziato a scrivere il secondo, sono cominciate le ansie e ho avuto davvero il terrore. Ovviamente è sempre così; con gli anni ho imparato a far fruttare questa cosa. Mi aiutata a cercare di fare sempre del mio meglio.

 

Quali sono le aspettative per questa saga?

Tante. Io percepisco che Le Cronache del Mondo Emerso sono l’opera che maggiormente mi ha caratterizzata. Io, però, vorrei che la gente con La Saga del Dominio si sentisse a suo agio, provando la stessa sensazione che ha provato quando ha preso il mio primo libro, perché è la stessa che ho provato io.

 

 

Potete trovare in libreria La Saga del Dominio – Le lame di Myra dal 25 Ottobre.

 

 

 

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