One Piece Gold: Il film

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Nella serata del 30 ottobre abbiamo assistito in anteprima nazionale alla proiezione di One Piece Gold: il film qui a Lucca.

Un evento che ha attratto tantissimi appassionati, in fila davanti al Cinema Teatro Astra di Lucca, pronti a riempire la sala. Koch Media Italia ha scelto il Lucca Comics & Games per presentare agli appassionati del manga più venduto di sempre questo lungometraggio dei pirati più amati in tutto il mondo: la ciurma di Rufy Cappello di Paglia.

È con immenso piacere ed orgoglio che annunciamo oggi la distribuzione di One Piece Gold: il film da parte di Koch Media – commenta Umberto Bettini, Country Manager Koch Media Italia – Quale occasione migliore di Lucca Comics & Games per portare all’attenzione del grande pubblico questa incredibile pellicola? Siamo davvero onorati di essere stati i pionieri nella diffusione cinematografica di quello che, a tutti gli effetti, può essere definito ormai un fenomeno a livello planetario.

Sono sicuro che il pubblico di apprezzerà molto questa iniziativa e speriamo ci supporti con il suo entusiasmo in tutto il percorso di lancio della pellicola che approderà nelle sale cinematografiche ufficialmente il 24 novembre 2016.

Bettini ha ringraziato pubblicamente tutta la platea del cinema e, insieme anche ad uno dei responsabili di Toei Animation Europe, ai doppiatori italiani dei personaggi di Rufy e Nami, e al Sindaco di Lucca, ha dato il via alla proiezione della pellicola di cui andiamo a parlarvi.

 

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One Piece Gold si colloca temporalmente al passo con le vicende narrate nel manga e nell’anime, dopo gli eventi di Dressrosa, la sconfitta di Doflamingo e il ricongiungimento di Rufy con il terzo dei “fratelli”, ovvero Sabo, ora in possesso dei poteri del frutto foco-foco un tempo appartenuto ad Ace. Come accade il più delle volte per questi lungometraggi, la vicenda narrata non smuove niente di colossale in termini di proseguimento della trama, è un qualcosa di cui si può sapere come non sapere nulla e ciononostante riuscire a seguire ugualmente la lettura del manga come la visione dell’anime.

Una sorta di side story, dai contorni in parte volutamente esagerati e tamarri, votata alla spettacolarizzazione di tutta la ciurma e al fan service spudorato per le mosse più amate di sempre, ma che si riserva di porre l’accento anche su tematiche allegoricamente molto più verosimili e umane di quanto non possa sembrare.
La ricchezza, il denaro, la povertà e la solitudine, il debito e l’inganno, sono solo alcuni dei temi che la pellicola tocca, con il solito stile scanzonato e divertente di un gruppo di protagonisti che non si prende mai troppo sul serio, nonostante ormai l’indubbia forza e fama nel mondo ove le loro vicende prendono atto.

 

 

La ciurma di Rufy approdare a Gran Tesoro (una nave dalle proporzioni gigantesche che si trova nel Nuovo Mondo, costruita come una enorme città votata alll’intrattenimento) in cui le persone più ricche del mondo si ritrovano per giocare d’azzardo ed assistere a incredibili show organizzati dal padre padrone di questo parco divertimenti d’oro, il cui nome è proprio Tesoro – potete immaginare l’ilarità del sentir pronunciare dalle voci giapponesi il temine!

Gran Tesoro è considerata un paese indipendente in grado di autogovernarsi senza dover rendere conto al Governo Mondiale o alla Marina, che non è autorizzata ad entrare nella nave e non ha giurisdizione. I nostri eroi, attratti dallo scintillante contesto e sicuri di non andare incontro a rogne di qualsivoglia genere con la Marina o altri nemici, decidono di fare una sosta sulla nave/isola e concedersi un po’ di gozzoviglie.

La pellicola fa un po’ il verso a film come Ocean’s Eleven.

La pellicola fa un po’ il verso a film come Ocean’s Eleven (e sequel, cloni, reboot ecc…) in cui un gruppo ben coeso e organizzato di criminali con varie competenze si reca a Las Vegas (in questo caso Gran Tesoro) per mettere a segno il colpo del secolo. Una delle cose più apprezzabili del film è proprio la meticolosità con cui ricostruisce gli stereotipi di questo genere cinematografico, declinandoli nelle atmosfere e nei toni tipici di One Piece.

 

 

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Mi asterrò dal fare spoiler consistenti sulla trama, vi basti sapere che questa muove sui canoni classici del genere. L’ingenuità della ciurma e la loro voglia di divertirsi e arricchirsi andrà scemando man mano che questi si renderanno conto delle ingiustizie che molti abitanti (tra cui anche bambini ridotti praticamente in schiavitù) sono costretti a subire, e finendo coinvolti direttamente nei loschi inganni dell’ambiguo Gild Tesoro.

Non è sempre oro ciò che luccica!

Tesoro è un vero e proprio cattivone, caratterizzato in modo tale da risultare antipatico in una manciata di minuti a chiunque col suo continuo ripetere che il denaro è tutto, che se si ha una ricchezza come la sua si può fare ed avere qualsiasi cosa. Anch’egli è dotato di un potere dei frutti del diavolo, quello del frutto gol-gol che gli permette di manipolare l’oro (una sorta di Re Mida 2.0) che metterà a dura prova i poteri e le abilità dei Mugiwara. Al contempo però, in una fase più inoltrata del film, scopriremo che egli stesso è stato in passato vittima proprio degli atteggiamenti che lo rendono tanto crudele ed insopportabile, motivo per cui non si può non provare una sorta di empatia anche nei confronti del suo personaggio.

Tra i tirapiedi di Tesoro troviamo anche una vecchia conoscenza di Nami, ovvero Carina, la cantante dai capelli color lilla che lavora a Grantesoro. Carina è una giovane ragazza molto affascinante, con un corpo snello, alto e formoso, che in passato è stata una ladra amica di Nami con la quale ha condiviso un’esperienza molto particolare che aiuta a porre l’accento, anche in questa pellicola, sul fattore dell’amicizia. Un tema da sempre centrale di One Piece.

 

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Sebbene il film parta in maniera fin troppo spettacolarizzata e promozionale (sembrava di assistere, nei primi minuti, a pubblicità di merchandising dei vari personaggi) si riprende in breve tempo proponendo una storia piena di colpi di scena, scontri davvero spettacolari e frizzanti (abbiamo persino un confronto tra Rob Lucci e Sabo) che sicuramente sapranno entusiasmare tutti gli amanti del manga di Eichiro Oda. 

Stiamo ovviamente parlando di un prodotto che è rivolto a un target ben identificato però, che al di là del raccontare una bella storia nello stile d’animazione giapponese, non risulta immediatamente comprensibile a chi non abbia mai letto o visto nulla di One Piece, per gli svariati riferimenti ad un momento ben contestualizzato nella storia stessa del manga/anime.

 

 

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