Il pirata spaziale Harlock e l’equipaggio dell’Arcadia sono l’unico baluardo di difesa della Terra, governata da una classe dirigente apatica e codarda, contro l’invasione del potente impero di Mazone, governato dalla bella e spietata Raflesia.
I pirati sono quei marinai che consapevolmente o per costrizione abbandonano la precedente vita su navi mercantili e decidono di abbordare, depredare e nel caso affondare altre navi in mare aperto o nei porti. Il termine pirata deriva dal latino ‘pirata, piratae’ ed ha un corrispettivo nel greco antico “πειρατής” (peiratès) che deriva dal verbo “πειράομαι” (peiráomai) i cui significato è “fare un tentativo, provare un assalto”.
I pirati sono quei marinai che decidono di abbordare, depredare e affondare le navi per impossessarsi delle ricchezze che trasportano.
Quello della pirateria è un fenomeno antico, basti pensare che già all’epoca degli antichi greci o romani i pirati solcavano i mari, e con il passare dei secoli la situazione non mutò, anzi si intensifico fino a giungere all’era della pirateria moderna, quella che tutti conosciamo. A partire dal XVII secolo gli eventi si intensificarono e dal Mar Caraibico – considerato il centro della pirateria – in meno di cinquant’anni la cosa si diffuse in tutti i continenti.
Per contrastare il fenomeno e per mettere in difficoltà le potenze avversarie i governi europei iniziarono a stipulare accordi con i pirati mettendoli al proprio servizio. I pirati ottennero lo status di combattente (lettera di corsa) e la bandiera e quindi l’autorizzazione a rapinare navi mercantili nemiche in cambio di parte degli utili.
Il personaggio di Capitan Harlock è uno dei più famosi nel mondo dei manga.
Che siano pirati o corsari, la loro figura è sempre stata al centro di leggende o storie e ben presto sono diventati protagonisti anche delle arti, su tutte la letteratura (vedi L’Isola del Tesoro di di Robert Louis Stevenson) per poi approdare al cinema ed in televisione.
Tali personaggi non potevano mancare nel mondo dei manga e il più famoso pirata (spaziale) dei fumetti è ovviamente Capitan Harlock, ideato dalla mente e dalla matita di Leiji Matsumoto.
Ambientata tanto tempo fa nel lontano 2977, la storia vede il pianeta Terra guidato dal Governo Unificato e conosce da tempo un periodo di pace e le persone sono ormai indifferenti a tutto ciò che accade intorno a loro.
Nonostante le macchine abbiano ormai sostituito l’uomo per ogni lavoro, i mari siano prosciugati e non vi siano più risorse, l’uomo è diventato un essere pigro e svogliato.
La classe dirigente, guidata dal Primo Ministro, ha come unico scopo il farsi rieleggere e nega con forza qualsiasi tipo di problema e chiunque provi a farli notare viene considerato un fuorilegge o un pazzo idealista.
Lo stato di apatia in cui versa il Pianeta non viene minimamente scalfito neanche dall’arrivo di una misteriosa e gigantesca sfera nera chiamata Pennant e sulla quale sono incisi strani simboli.
Indagando su tale artefatto il fuorilegge Harlock scopre che la sfera è un monito inviato dal potente pianeta Mazone il cui scopo è conquistare la Terra e farne la sua seconda patria. Il pirata spaziale insieme alla sua ciurma inizia una guerra contro il potente Mazone e la sua regina Raflesia, una guerra che porterà l’Arcadia nello spazio profondo nel difficile compito di salvare la Terra.
Il manga di Capitan Harlock (宇宙海賊キャプテンハーロック Uchū kaizoku kyaputen Hārokku, la cui traduzione è pirata spaziale Capitan Harlock) è scritto e illustrato da Leiji Matsumoto ed è stato serializzato dalla casa editrice Akita Shoten dal 1977 al 1979.
In Italia il fumetto ha visto tre pubblicazioni, la prima ad opera della Granata Press nel 1993/1994 e divisa in 15 volumi, la seconda ad opera della Planet Manga che nel 2001 ha pubblicato la serie completa in cinque albi e la terza stampa è della D/Visual che nel 2009 lo ha editato in quattro volumi dandogli il senso di lettura originale l’aggiunta di storie extra.
Il successo di Capitan Harlock è da ricercare maggiormente nel suo protagonista e nell’equipaggio che lo accompagna. In un mondo dove vige l’immobilismo più totale, i pirati dell’Arcadia rappresentano un’eccezione molto forte, il cui scopo primario è mettere in evidenza come l’apatia prolungata possa portare all’indifferenza più totale anche nei confronti delle cose importanti, sia come basti un minimo di volontà per superare ogni ostacolo.
Harlock è l’archetipo dell’eroe romantico ed è il prototipo del pirata
Harlock è l’archetipo dell’eroe romantico, infatti il pirata spaziale è un uomo che ha rinnegato la società e le sue convinzioni a cui si oppone fieramente.
Il capitano dell’Arcadia vive seguendo il suo cuore ed il suo desiderio di libertà, è un uomo individualista, severo, taciturno (tanto che i suoi pensieri e le sue azioni spesso incomprensibili vengono spiegate da Meeme) e molto fermo nelle sue convinzioni ma con un cuore ed un altruismo enormi, tanto che nonostante la Terra lo consideri un criminale sarà l’unico baluardo di difesa contro l’invasione di Mazone.
Inoltre fisicamente il protagonista è il prototipo del pirata, presentando tre caratteristiche fondamentali: benda sull’occhio, cicatrice in viso e il classico pappagallo, qui però sostituito dal suo fidato dodo Tori-san.
Harlock non è il primo protagonista taciturno dei manga e di sicuro non sarà l’ultimo, ma è forse l’unico con un animo imperscrutabile i cui pensieri e le azioni azioni spesso incomprensibili vengono spiegate da terzi, nello specifico Meeme che diviene in quei casi la voce del suo cuore.
Al suo fianco troviamo una stramba combriccola di individui. Quello dell’Arcadia è a prima vista un equipaggio strampalato visto che sono indisciplinati, disordinati, svogliati ma nel momento del bisogno diventano impeccabili e i migliori che ci siano nelle loro mansioni.
Tadashi, Yattaran, Dr. Zero, Yuki, Mazu-san, Maji e l’aliena Meeme sono tutte persone libere e fanno ciò che vogliono, combattono con Harlock non perché costretti ma perché lo vogliono. Un equipaggio che come il proprio capitano segue solo ed esclusivamente il proprio cuore e questo li porterà a fare degli errori (in particolare il giovane Tadashi) ma è anche ciò che li rende sinceri e veri.
A loro va aggiunto la nave stessa, infatti l’Arcadia è il quarantunesimo membro dell’equipaggio, poiché racchiude l’anima di Tochiro, grande amico di Harlock nonché costruttore della nave.
L’astronave quindi non è un semplice oggetto ma un vero e proprio personaggio con sentimenti. Inoltre la poppa, cioè la porte posteriore della nave, è la replica esatta di quella di una nave pirata.
La grande popolarità di Capitan Harlock la si deve anche alla storia ideata da Leiji Matsumoto. Il manga non è un semplice racconto di guerra tra una banda di pirati e un grande impero, è uno scontro tra filosofie di vita e civiltà. È un racconto in cui l’autore mette in mostra forza, debolezze e contraddizioni di due popoli fieri molto diversi ma più simili di quanto loro stessi credano.
Ciò che più colpisce è che in Capitan Harlock non vi è una distinzione netta tra bene e male, non è un caso che spesso i protagonisti si chiedano se le Mazoniane siano realmente cattive. Il popolo guidato dalla regina Raflesia è lo specchio di quello che da sempre succede sulla Terra quando due popoli si scontrano per la sopravvivenza. Una storia in cui nulla è lasciato al caso, neanche il nome della nave pirata.
L’Arcadia in letteratura è un luogo dove uomini e natura vivono in armonia, e l’astronave guidata da Harlock è l’unico luogo in tutto l’universo dove ciò è possibile. E non è un caso che le mazoniane siano donne bellissime, dover combattere un nemico che per quanto agguerrito ha le caratteristiche fisiche delle top model fa riflettere sulla crudezza della guerra e sull’insensatezza dell’odio.
Il successo del manga è dovuto anche alla storia, dove non esiste una netta distinzione tra bene e male.
Visto il successo dell’opera nel 1978, in piena pubblicazione, la Toei Animation ne produsse la prima serie tv che diretta da Rintarō venne trasmessa in Giappone da TV Asahi, mentre in Italia arrivò nel 1979 su Rai due.
Composta da 42 episodi la prima serie di Capitan Harlock segue la storia raccontata nel manga e come spesso accade molte sono le differenze. Oltre alla presenza di personaggi creati ad hoc per la tv, come la piccola Mayu figlia di Tochiro ed Esmeralda, nell’anime sono stati eliminati momenti cruciali presenti nel manga – come l’episodio delle due manzoniane che scoprono la base asteroide dell’Arcadia – o alcuni personaggi e avvenimenti hanno un maggiore approfondimento.
Come molti manga ed anime anche Capitan Harlock è stato vittima di censura. Molti episodi sono stati tagliati non solo per le scene di nudo o di violenza ma per il contenuto stesso dell’opera. Gli anni ’70 sono stati un decennio di contestazione e Harlock è un pirata, quindi una figura che rifiuta il sistema e critica fortemente la società guidata da smidollati e da principi ingiusti.
La serie in Italia venne comunque trasmessa sulla Rai ma in poco tempo la politica riguardo gli anime e ben presto Capitan Harlock venne messo fuori palinsesto, dopo il 1980 solo alcune reti locali lo trasmisero in maniera saltuaria.
Alla prima serie animata seguì il lungometraggio Capitan Harlock: L’Arcadia della mia giovinezza (わが青春のアルカディア Waga seishun no Arcadia) che narra la giovinezza del protagonista e come divenne il pirata spaziale che tutti conosciamo. I
l film funge da prologo alla serie TV Capitan Harlock SSX – Rotta verso l’infinito, la seconda ispirata al personaggio. Ambientata circa un lustro prima della serie classica, in questa nuova serie composta da 22 episodi vediamo Harlock combattere contro gli invasori Umanoidi.
Nel 1998 Matsumoto trasporta in chiave fantascientifica la saga dei Nibelunghi, opera di mitologia norrena di Richard Wagner. Harlock Saga – L’anello dei Nibelunghi (ハーロック・サーガ ニーベルングの指環 Hārokku Sāga Nīberungu no yubi wa) si compone di 6 OAV ed ha anche una trasposizione cartacea, L’anello del Nibelungo. I due prodotti sono differenti tra loro, infatti gli OAV hanno una trama più breve e raccontano solo l’inizio della storia raccontata nel manga.
Nel 2001 Matsumoto da vita ad una nuova serie anime composta da 13 episodi + 2 special. Cosmowarrior Zero (コスモウォーリアー零 Kosumo Wōriā Zero) funge da prequel alla saga di Capitan Harlock e vede il pirata spaziale braccato dall’equipaggio capitanato da Warrius Zero a cui il governo centrale ha affidato la missione di catturare il pirata.
L’anno successivo è la volta di Space Pirate Captain Herlock – The Endless Odyssey (宇宙海賊キャプテンへーロック – The Endless Odyssey Uchū kaizoku Captain Herlock – The Endless Odyssey), 13 OAV che rivisitano liberamente il personaggio di Matsumoto. In questa nuova avventura Herlock riunirà il suo vecchio equipaggio per fronteggiare una nuova minaccia.
Esiste anche una versione che potremmo definire alternativa di Capitan Harlock e che vede il pirata e il suo amico Tochiro lasciare lo spazio per il Far West americano. Gun Frontier è un manga, e successivamente un anime di 13 episodi, del 1972 scritto e disegnato da Matsumoto ed è il primo prodotto in cui l’autore introduce i suoi due personaggi più famosi. Oltre all’ambientazione la storia è una commedia e vede protagonista Tochiro e Harlock come spalla.
Oltre alle serie Capitan Harlock è stato protagonista anche di lungometraggi. Il primo intitolato Le nuove avventure di Capitan Harlock – Il pirata dello spazio è un montaggio degli episodi 7, 4, 14, 25 e 20 della prima serie a cui venne aggiunta una narrazione con lo scopo di unire i vari episodi e farli divenire così un’unica cosa.
A questo seguì Capitan Harlock: L’Arcadia della mia giovinezza, intro della seconda serie tv, e nel 2013 il film in CGI Capitan Harlock (キャプテンハーロック SPACE PIRATE CAPTAIN HARLOCK).
Diretto da Shinji Aramaki e scritto da Harutoshi Fukui la pellicola è stata presentata fuori concorso alla 70ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e riscrive la storia del pirata spaziale, che qui combatte contro la Gaia Sanction, entità sovraplanetaria corrotta.
Il Leijiverso è caratterizzato dall’assenza di logica e coerenza narrativa.
Leiji Matsumoto rientra in quella schiera di autori – come Kurumada (Saint Seya) e Toriyama (Dragon Ball) – che non si è praticamente mai distaccato dal suo prodotto più celebre, riproponendolo in molte varianti nel corso degli anni. Quello che distingue il mangaka di Kurume è la continuità temporale.
L’universo di Matsumoto, conosciuto come Leijiverso (in inglese Leijiverse), non conosce logica e coerenza narrativa e questo gli permette ogni volta di modificare i suoi personaggi e di farli divenire così di volta in volta qualcosa di nuovo.
Non stupisce quindi che a distanza di anni Matsumoto abbia deciso di riprendere il pirata spaziale e dargli nuova vita, o meglio un restyling.
Affidando i disegni a Kouiti Shimaboshi, il mangaka con Capitan Harlock: Dimension Voyage riporta su carta la storia classica che tutti conosco e dargli un’impronta non solo più moderna ma di riunire in quest’opera le varie incarnazioni di Harlock e di tutto l’universo creato intorno a lui. Una sorta di sintesi di tutta l’epopea del capitano e del suo equipaggio seguendo però la storia classica.
Capitan Harlock è senza dubbio uno dei personaggi più cupi, complessi e affascinanti dei manga e della cultura pop in generale. Un eroe non privo di difetti ma che ha il grande pregio di seguire il suo istinto e la sua volontà. Un’icona che ancora oggi conquista nuovi fan, in fondo…
Harlock è più di un semplice pirata, è un’ideale.
- Capitan Harlock su Lega Nerd (leganerd.com)
- Capitan Harlock (wikipedia.it)
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