Ignara pedina di una trama fatta di avidità e vendetta, John Clayton III dovrà tornare nel Congo, sua terra di origine, e dovrà tornare ad essere Tarzan non solo per salvare il suo Paese ma anche la sua amata Jane. Nuova avventura cinematografica per il Re delle Scimmie con protagonisti Alexander Skarsgård, Margot Robbie, Samuel L. Jackson e Christoph Waltz.
Ideato da Edgar Rice Burroughs, Tarzan rappresenta l’archetipo del bambino che dopo essere cresciuto nella giungla ed essere stato allevato dalle scimmie ritorna in contatto con la civiltà per poi rifiutarla – almeno in parte – per tornare a vivere dove è cresciuto.
Il personaggio appare per la prima volta nel 1912 nel romanzo Tarzan delle Scimmie (Tarzan of the Apes) pubblicato a puntato sulla rivista The All-Story e in volume nel 1914, e successivamente in ben 23 storie, fino a giungere su altri media come cinema, televisione e fumetti. La fortuna di romanzo si deve sia allo stile semplice di Burroughs, ottenendo così facilmente un legame con il lettore, sia nelle storie piene di avventura ed ambientate in posti esotici.
Il cinema è stato il primo mezzo a credere nei personaggi letterari e Tarzan non fa eccezione, basti pensare che i film dedicati all’uomo scimmia dall’epoca del muto ad oggi sono più di cinquanta tra film ufficiali, parodie e cartoni animati, di cui il più famoso è senza dubbio quello ad opera della Disney nel 1999.
La storia di Tarzan è più che nota e racconta le gesta di un uomo allevato dalle scimmie che ha imparato a sopravvivere della giungla di cui conosce ogni segreto e che si innamorerà della bella esploratrice americana Jane Porter, tanto da seguirla in America e lasciare la giungla. Facendovi poi ritorno in un secondo momento.
A distanza di anni dall’ultimo live action dedicato a Tarzan, il regista David Yates (Harry Potter) riporta sul grande schermo il Re delle Scimmie con una storia tutta nuova che vede Alexander Skarsgård nei panni del protagonista e Margot Robbie in quelli di Jane.
Londra 1889. John Clayton III viene convocato a Downey Street 10 dal Primo Ministro Britannico affinché accetti l’invito di Re Leopoldo a recarsi in Congo per poter vedere con i propri occhi le opere che il Belgio sta compiendo in Africa. Dopo un rifiuto iniziale il Lord, una volta noto come Tarzan, sollecitato dall’americano George Washington Williams accetta solo per scoprire cosa sta accadendo veramente in Congo.
Dopo un lungo viaggio George, John e Jane arrivano in Congo dove Tarzan inizia lentamente a riscoprire le sue origini e ritrova vecchi amici. Giunti in un villaggio di una tribù loro amica presto vengono attaccati da Léon Rom, inviato in Congo del Re del Belgio, il cui scopo è catturare e consegnarlo in cambio di diamanti a Capo Mbenga che si vuole vendicare nei suoi confronti.
Il piano di Rom però non va secondo i suoi piani e al fine di attirare Tarzan in una trappola cattura Jane e alcuni membri della tribù loro amica. Aiutato dal suo nuovo amico George Washington Williams inizierà così per l’uomo cresciuto nella giungla un viaggio alla riscoperta di ciò che era per salvare la sua amata Jane e il Congo.
Basandosi sui racconti scritti da Edgar Rice Burroughs, la sceneggiatura scritta da Craig Brewer e Adam Cozard potrebbe benissimo rappresentare uno dei tanti sequel del romanzo che ha dato vita al personaggio. Decidendo di ambientare la pellicola anni dopo l’incontro di Tarzan e Jane e ben dopo il suo ritorno alla civiltà hanno deciso di puntare non sulle origini del Re delle Scimmie – che tutti conosciamo fin troppo bene – ma su una nuova avventura che ha messaggi ecologisti ed umanitari non indifferenti.
Dopo un breve incipit in cui ci viene riassunta la storia delle spartizioni coloniali tra le Nazioni europee e dove scopriamo che l’Africa è un Continente tanto bello quanto pericoloso e che un vecchio nemico di Tarzan è ancora in cerca di vendetta nei suoi confronti, veniamo catapultati a Londra dove l’ex Re delle Scimmie è intento a sentire con molta noia le richieste che il Primo Ministro Inglese gli avanza.
La leggenda di Tarzan può essere considerato un sequel dei racconti di Burroughs ed è un viaggio in cui il protagonista riscopre sé stesso
Dopo Londra si viene poi portati lentamente nel pieno dell’avventura. Quello raccontato in La leggenda di Tarzan è un vero e proprio viaggio dell’eroe, che in questo caso dovrà anche riscoprire se stesso e l’uomo che era un tempo per poter adempiere alla sua missione. La pellicola segue tutte le tipiche tappe descritte da Christopher Vogler, a partir dall’iniziale rifiuto passando per l’incontro con il mentore e lo scontro finale per poi tornare da dove si era partiti.
Alexander Skarsgård interpreta un uomo che nonostante non abbia dimenticato le sue origini di certo ha deciso di accantonarle per potersi integrare nella società londinese del XIX secolo. E proprio la possibilità di dover tornare a ciò che era è il principale motivo del suo rifiuto iniziale. Il tornare a mostrare una parte di sé che si decide di lasciarsi alle spalle non è mai facile e il passaggio da Lord Greystock a Tarzan sarà mostrata lentamente.
Una viaggio alla riscoperta di sé stesso che avviene tramite la riscoperta dei luoghi in cui è cresciuto e con il ritrovamento – non sempre amichevole – di coloro con cui è cresciuto. Sapiente la scelta di mostrarci la storia che tutti conosciamo con brevi flashback.
Quello di Tarzan è un personaggio a tutto tondo e nonostante Skarsgård non conosca più di un paio di espressioni grazie alla sua prestanza fisica riuslta l’attore giusto per il ruolo (il pubblico femminile apprezzerà). Vicino a lui la sempre magnifica Margot Robbie nei panni di una Jane più combattiva che mai e Samuel L. Jackson è convincente e a tratti esilarante nei panni dell’ex soldato pacifista George Washington Williams. Discorso a parte per Christoph Waltz. L’attore austriaco ha una naturale faccia da schiaffi ed un innegabile talento ma sarebbe bello vederlo in panni diversi da quelli del villain.
Punto di forza del film sono il cast e la regia
Ottima la regia di David Yates che riesce a portarci nel pieno dell’azione seguendo i protagonisti della vicenda senza allontanarsi mai troppo dall’azione. Convincono anche gli effetti speciali che riescono a restituire tutta la bellezza dell’Africa e la possanza degli animali che la abitano, il problema è che il 3D è fin troppo presente e alla lunga tende a far sembrare tutto finto.
Molto forti i messaggi ecologista e umanitario presente nel film. In entrambi viene messo in evidenza come l’uomo sia un parassita che spinto dall’avidità sia pronto a tutto pur di arricchirsi, e se questo comporta distruggere la natura o soggiogare i suoi simili poco importa. Ecco che Tarzan diviene così la natura impetuosa che si vendica sull’uomo che la sta distruggendo e spezzatore di catene che libera i popoli oppressi.
Il difetto principale de La leggenda di Tarzan consiste nel suo ritmo, troppo lento. Una pellicola d’azione e d’avventura che si rispetti dovrebbe avere un ritmo incalzante, almeno nella parte centrale. Qui invece l’andamento è praticamente costante, sono pochi i punti in cui l’azione è calzante e il ritmo aumenta. Certo le scene in cui ciò avviene valgono il biglietto del film ma è troppo poco. Per non parlare degli scontri clou della pellicola fin troppo brevi, a discapito di un lungo ed interminabile viaggio attraverso il Congo.
Nonostante ciò questo nuovo capitolo su Tarzan riesce a pieno nel suo intento, ovvero divertire ed intrattenere e ci riesce grazie ad una sapiente regia, un quartetto di attori calati perfettamente nella parte e una storia che riesce ad essere tutto sommato avvincente.
La leggenda di Tarzan nei cinema italiani dal 14 luglio.