In un futuro post-apocalittico dominato dalla violenza e dalla brutalità si muove Kenshiro, successore della Divina Scuola di Hokuto in viaggio tra i deserti alla ricerca della sua amata Julia. Tra combattimenti con temibili nemici e incontri con persone dal buon cuore Ken si carica sulle spalle il destino del mondo.
Karate, Judo, Shorinji Kempo, Taekwondo, Kung Fu e chi più ne ha più ne metta: sono tutti stili di combattimento corpo a corpo. Le arti marziali sono un’insieme di pratiche fisiche, mentali e spirituali legate al combattimento. Tali arti sono inizialmente nate con lo scopo di aumentare le possibilità di vittoria del guerriero in battaglia, mentre oggi sono pratiche il cui scopo ultimo è il miglioramento individuale nonché attività fisica completa e tattiche di difesa personale.
Le arti marziali sono un’insieme di pratiche fisiche, mentali e spirituali legate al combattimento. Oggi il loro studio è dovuto all’apprendimento di tecniche di auto difesa, sport, autocontrollo e molto altro. Il termine era già in uso in Europa già dal 1500 che definiva i vari sistemi di combattimento come arti marziali.
L’origine del termine deriva dal latino poiché il significato letterale di arte marziale è arte di Marte, ovvero il dio della guerra romano. Nonostante la parola abbia un uso antico nella società occidentale odierna si è andato affermandosi a partire dagli anni ’60 quando gli stili di combattimento orientali iniziano a venire diffusi in Europa ed America.
Oggi lo studio e l’apprendimento delle arti marziali ha varie ragioni: imparare a combattere, autodifesa, sport, autocontrollo, meditazione, responsabilizzazione sull’uso della forza, consapevolezza dei propri limiti e così via.
Alcuni di questi stili di combattimento vengono considerate “tradizionali” e sono spesso legati ad un contesto etnico, religioso o culturale ed hanno secoli di storia alle spalle, mentre gli stili più moderni sono legati a moderni sistemi sviluppati da un fondatore o da un’associazione.
Uno dei manga in cui le arti marziali sono parte importante della storia è Hokuto No Ken di Tetsuo Hara e Burunson.
In oriente, ed in particolare in Giappone, le arti marziali sono alla base o sono uno degli argomenti principali dei manga. Prodotti come Dragon Ball, Vagabond, Ranma 1/2 e molti altri hanno come protagonisti personaggi che praticano vari stili di arti marziali e sono dei maestri del combattimento.
Tra queste l’arte più temibile è probabilmente la Divina Scuola di Hokuto e il suo successore Kenshiro è senza dubbio uno dei guerrieri più temibili del mondo dei manga.
Ovviamente sto parlando di Hokuto No Ken (titolo italiano Ken il Guerriero) manga disegnato da Tetsuo Hara e sceneggiato da Burunson, pseudonimo di Yoshiyuki Okamura.
Alla fine del XX secolo il Pianeta è sconvolto da una terribile guerra atomica che porta la civiltà moderna al collasso e la più totale devastazione ambientale. I sopravvissuti della razza umana vivono raggruppati in piccole comunità intorno alle poche oasi o fonti d’acqua disponibili in mezzo al deserto che ormai domina la Terra e spesso subiscono le scorribande di gruppi di predoni.
In un mondo dominato dalla legge del più forte si muove il protagonista Kenshiro, 64º successore della Divina Scuola di Hokuto (Hokuto Shinken), il quale è in viaggio per potersi ricongiunsi con la sua amata Julia.
Se inizialmente lo scopo di Ken è quello di ritrovare la donna di cui è innamorato ma che è stata rapita, ben presto verremo a sapere che il destino dell’umanità è nelle sue mani.
La nascita del manga di Hokuto No Ken si deve all’editore Nobuhiko Horie il quale propose a Tetsuo Hara di creare una storia con protagonista un esperto di arti marziali il cui stile di combattimento doveva basarsi sul principio dell’agopuntura ed essere quindi in grado di uccidere i nemici colpendo “punti segreti” presenti sul corpo umano.
Come spesso accade la prima storia riguardante Ken fu un one-shot pubblicato su Fresh Jump nel 1983. Dato il successo del primo episodio due mesi più tardi il disegnatore realizzò un seguito, anche questo di grande successo.
I due capitoli prototipi della serie che tutti oggi conosciamo furono sceneggiati entrambi da Hara e vedono protagonista un giovane Kenshiro muoversi in una Tokyo contemporanea e combattere contro la potente organizzazione criminale della Scuola Taizan.
Combattenti contro poliziotti corrotti e assassini abili nelle arti marziali e nell’uso delle armi bianche, Kenshiro riuscirà ad avere la meglio grazie alla superiorità della tecnica di Hokuto.
Nei due capitoli anticipatori di Ken il Guerriero vengono presentati il padre del protagonista nonché suo maestro e veniamo a conoscenza del suo cognome: Kasumi.
Inoltre viene presentata la sua ragazza Yuki, testimone scomoda che verrà uccisa dall’organizzazione. Nel secondo capitolo che vede Ken aiutare un killer e la sua fidanza a fuggire e cambiare vita viene presentato il boss dell’organizzazione, un prototipo del personaggio di Raoul.
Nonostante il buon successo della storia fu grazie alla collaborazione con Burunson che il personaggio di Ken conobbe una grande fama. Lo sceneggiatore decise di rendere il personaggio maggiorenne e di ambientare la storia in un mondo post-atomico poiché riteneva che l’arte di combattimento usata da Ken fosse sprecata in una società ordinaria. Inoltre il nome Kenshiro originariamente scritto in kanji venne translitterato in katakana ed il cognome fu omesso.
Fu grazie alla collaborazione di Burunson che decise di ambientare la storia in un futuro post-apocalittico che il manga ebbe grande successo.
I due numeri pilota della serie furono inseriti nel secondo tankōbon della serie motociclistica di Tensu no Don Quixote, mentre in Italia vennero serializzati dalla Granata Press in quattro parti sulle pagine della rivista Zero e successivamente ripubblicati dalla Star Comics sulle pagine di Express (da luglio ad ottobre del 1998) con il titolo di Ken il guerriero – Le origini.
Inoltre questi due episodi sono omaggiati dalla serie tv con i personaggi del generale Balkom, il quale usa la stessa tecnica di combattimento dell’ultimo avversario affrontato da Ken nella miniserie, e dell’uomo-orso del Villaggio dei Miracoli Goda, fotocopia dell’assassino di Yuki e viene sconfitto dal protagonista con le stesse mosse. Infine anche il manga prequel Ken il guerriero: Le origini del mito omaggia i due episodi originali recuperando il cognome Kasumi e la Scuola Taizan.
Decidendo di ambientare il manga in un futuro post-apocalittico in cui la società moderna non esiste più e si ritorna in un mondo dove vige la legge del più forte Brunson riesce a creare il giusto terreno affinché le arti marziali e i suoi maestri possano mettere in mostra tutta la loro potenza e distruzione.
Grazie a questa nuova società le arti marziali non sono qualcosa fuori posto – come nei capitoli anticipatori – ma divengono strumento di sopravvivenza per i suoi possessori e di salvataggio o condanna per i più deboli.
I due autori del manga mettono in mostra un mondo crudele e senza scrupoli dove i più forti vivono e i deboli soccombono, una società violenta e primitiva dove non c’è spazio per la compassione. Ma al contrario di quello che si potrebbe pensare la violenza non è mai gratuita. In un mondo dove non esistono più leggi che governo la convivenza tra uomini è inevitabile che l’egoismo, la prepotenza e la smania di potere vengano fuori e l’unico modo per assecondare i propri desideri è prenderseli con la forza.
Inoltre è da sottolineare come Ken non sia praticamente mai il primo a sferrare i colpi ma risponde solamente agli attacchi dei nemici o intervenendo per difendere i villaggi e i suoi abitanti. Il successore della Scuola di Hokuto è di base un ragazzo tranquillo e pacifico il cui unico sogno è passare la vita accanto a Julia, l’amore della sua vita.
Sarà solo quando la donna gli verrà sottratta con la forza che reagirà mettendosi in viaggio alla sua ricerca con l’unico scopo di ritrovarla. Iniziando così un viaggio fatto di incontri e duelli all’ultimo sangue e dove non si fermerà per nulla al mondo pur di portare a termine il suo scopo.
Hokuto No Ken è un vero e proprio viaggio di formazione. Con il progredire del racconto il protagonista cresce e matura e sul suo cammino incontrerà alleati, mentori e molti nemici
Hokuto No Ken è quindi in tutto e per tutto un vero e proprio romanzo di formazione. Il lettore assisterà quindi alla graduale crescita di Kenshiro che da ragazzo pacifico si tramuterà in uno shura (demone) tirando fuori quella cattiveria che fino al rapimento di Julia aveva sempre represso. Con il progredire della storia progredisce anche il suo protagonista che matura non solo dal punto di vista del combattimento, divenendo sempre più forte, ma anche caratterialmente tirando fuori nei momenti opportuni tutta la sua forza, la sua ferocia e la sua rabbia. Come ogni viaggio di formazione che si rispetti Ken incontrerà sul suo cammino molti alleati, a partire dai piccoli Lynn e Bart, e mentori – come il fratello maggiore Toki – che gli insegneranno a parole o con gesti molto riguardo i rapporti umani e la vita.
Oltre ai personaggi ben caratterizzati gli elementi che principalmente hanno contribuito al successo del manga sono due: la storia narrata e l’ambientazione.
Come già specificato Hara e Burunson hanno dato vita ad romanzo di formazione dove è possibile trovare stereotipi della cultura giapponese e dei manga a partire dall’olocausto nucleare, passando per le arti marziali, fino ad arrivare al senso del sacrificio, la tristezza, l’amicizia e l’amore. Tutti temi trattati in maniera tutt’altro che superficiale ma approfondendo i vari aspetti nel corso dell’opera.
Tra gli elementi che hanno sancito il successo di hokuto No Ken vi è l’ambientazione post-apocalittica ripresa dalla trilogia di Mad Max di Geroge Miller.
Per quanto riguarda l’ambientazione post-apocalittica i due mangaka si sono ispirati al futuro medioevo in cui sono ambientati i film della trilogia di Mad Max (in particolare i primi due Interceptor ed Interceptor – Il guerriero della strada) diretti da George Miller.
Proprio da questa trilogia cult Brunson oltre ai paesaggi desertici riprende le bande di motociclisti alla cui testa vi sono dei sadici, mostruosi esseri, piccole comunità e gli abiti indossati sia da Ken che dai suoi antagonisti sono ispirati rispettivamente a Max Rockatansky (personaggio protagonista interpretato da Mel Gibson) e dai nemici da lui incontrati nei film. Brunson dipinge un mondo brutale e violento dove l’unica legge è quella del più forte e dove almeno in apparenza non sembra esserci spazio per la gentilezza e l’amicizia.
Visto il successo di Hokuto No Ken molti sono stati i progetti collaterali a partire dalla serie animata formata da due blocchi di episodi: il primo composto da 109 puntate inizia con la ricerca da parte di Ken di Julia e si conclude con lo scontro con Raoul, il secondo conta 43 puntate inizia con l’avvento dell’imperatore e termina con lo scontro contro Kaioh nella Terra dei Demoni.
Proprio il cartone ha sancito il successo mondiale di Hokuto No Ken, in particolare in Italia dove oltre ad essere nota per gli appassionati anche per le sigle: il brano della prima serie Ken il guerriero è stato scritto da Lucio Macchiarella su musica di Claudio Maioli che ne è anche l’interprete, mentre per la seconda serie si è deciso di lasciare i brani originali, ovvero Tough Boy in apertura e Love Song in chiusura, dei TOM★CAT.
Impossibile non ricordare l’intro degli episodi:
Siamo alla fine del XX secolo. Il mondo intero è sconvolto dalle esplosioni atomiche. Sulla faccia della terra, gli oceani erano scomparsi, e le pianure avevano l’aspetto di desolati deserti. Tuttavia, la razza umana era sopravvissuta.
A differenza di molti anime di oggi tratti dai manga la serie tv di Hokuto No Ken è fedele al manga se non per alcune differenze di poco conto e l’aggiunta di pochi episodi filler. L’unica grande differenza è che mentre la serie finisce con il combattimento con Kaioh nel manga la storia continua e vede Ken addestrare Ryu, figlio di Raoul, libera una nazione dalla tirannia di un ex seguace del Re di Hokuto, perdere la memoria e infine riacquistarla in tempo per salvare Burt da un vecchio nemico che voleva vendicarsi.
Ciò che più colpisce della serie tv é la censura a livello grafico che tramite il controluce elimina il sangue e edulcora le scene più cruente.
Inoltre nella serie è presente una censura a livello grafico: viste le tante uccisioni presenti il sangue non è mai rosso ma di colore nero o bianco (in rare occasioni giallo) e quando i corpi stanno per esplodere e essere fatti a pezzi divengono scuri improvvisamente o sono messi in controluce.
Visto il buon risultato dell’anime vennero prodotti vari film ed OAV. Ken il guerriero – Il film è del 1986 e segue la storia già raccontata nell’anime e nel manga con evidenti differenze come ad esempio l’assenza di Toki.
Nel 1996 vennero realizzati La città stregata, La tecnica proibita e Quando un uomo si fa carico della tristezza tre OAV che costituiscono La trilogia di Ken il guerriero.
I film più recenti sono una serie di 5 OAV intitolati Shin Kyūseishu Densetsu (真救世主伝説? t.l. La leggenda del vero salvatore) e che ripropongono la storia che tutti conosciamo secondo i punti di vista di vari personaggi. Raoh – Il conquistatore è un manga ed un anime spin-off che mostra la storia di Raoul da quando lascia la Scuola di Hokuto al suo primo scontro con Ken.
Come se non bastasse esistono molti videogiochi ed anche film live action ispirati a Ken, il più famoso è made in USA intitolato Fist of the North Star di Tony Randel con Gary Daniels e Malcolm McDowell. Se potete recuperateli.
Concludo questo approfondimento su Ken con un piccola curiosità riguardo al significato del titolo originale della serie che ha una doppia chiave di lettura.
Se la traduzione letterale è Pugno delle stelle del nord, poiché hokuto indica le sette stelle che formano l’Orsa Maggiore, Hokuto No Ken può anche essere tradotto come Ken delle stelle del nord poiché “ken” oltre a significare pungo o colpo è anche il primo kanji del nome del protagonista, ovvero Kenshiro.
- Ken il guerriero (wikipedia.it)
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