The Winds of Winter, la decima e ultima puntata della sesta stagione di Game of Thrones ci prende per la gola e ci trascina in un vortice di colpi di scena e travolgimenti senza precedenti lasciando ufficialmente i fan della serie sudati e soddisfatti dall’incredibile impresa televisiva.
Se non avete ancora visto questo episodio, tornate quando l’avrete visto. Se invece l’avete già visto e volete approfondire insieme a noi, questo è il posto giusto.
Se la nostra fede qui e lì ha vacillato, gli scrittori di Game of Thrones, con una portentosa raffica di scene memorabili, hanno dato l’epico orgasmo ai nostri coiti interrotti. Malgrado qualche finale di storyline fosse chiamatissimo, il pathos conferito alle scene ha lasciato il pubblico letteralmente senza fiato. L’inverno è arrivato e ha ribaltato le carte in tavola. Ora c’è solo da riprender fiato ed elaborare lo schiaffone della decima puntata.
Per accompagnare questo articolo, mandate in play le note straordinarie di The Winds of Winter:
https://youtu.be/kY2evrkfbiM
Altofuoco, Alto Passero, Alte cadute
Il fuoco verde è giunto, la profezia o premonizione di Bran era corretta. Una vendetta giocata con prodigiosa eleganza e crudeltà, un mortale spettacolo pirotecnico che ha spazzato via cuore e pietra del nuovo potere.
Cersei Lannister compie il suo destino accompagnata da un lento pianoforte e un violoncello a cadenzare il ritmo delle scene che si susseguono, come scivolassero da sole, verso la morte. La preparazione dei quattro protagonisti, la vestizione delle quattro potenze:,la religione e la monarchia nelle loro uniformi d’ordinanza, pronti a scontrarsi nel processo che avrebbe visto Cersei condannata a morte per mano di suo figlio, Re Tommen Baratheon, sotto il vigile controllo dell’Alto Passero. Ser Loras già si è inchinato alla nuova religione, indotto dalla sorella a fare il doppio gioco per poter sopravvivere.
La Montagna blocca il giovane Lannister sulla porta, perchè va bene che sua madre è pazza, ma non ucciderebbe mai volontariamente la sua stirpe. Già due figli sono cenere, Tommen è l’ultima possibilità per mantenere la corona nella Casata. O forse no?
Ma il ritardo della Regina Madre e di suo figlio non passa inosservato agli occhi di Margaery Tyrell. La giovane regina annusa qualcosa, si inalbera, chiede ad Alto Passero di uscire, di scappare tutti, Cersei è nell’aria, la sua sete di vendetta, la sua violenza inaudita è già sotto i loro piedi. E mentre gli uccellini di Qyburn ammazzano gli scagnozzi di Passeri e Monarchia, un vortice di Altofuoco inghiotte il Tempio di Baelor lasciandolo esplodere come il sorriso di Cersei che, gustando vino, osserva dalla Fortezza Rossa i suoi avversari sfumare in una nuvola di morte.
La scena è vera e propria poesia visiva, il ritmo, i dialoghi, le espressioni e le inquadrature si uniscono in una cinica danza della vendetta, la migliore di sempre, progettata e raffinata in modo certosino per scatenare la follia di una donna umiliata. L’ultimo sguardo della Tyrell racconta milioni di emozioni, centinaia di affronti che ha dovuto subire, come donna e come Regina. L’arroganza dell’Alto Passero li ha ammazzati tutti, un uomo che sapeva molte cose, ma che, evidentemente, non aveva mai capito veramente chi fosse Cersei. Le sue vendette sono la perfetta e gloriosa commistione tra solennità e brutalità. Tutti, senza scampo, ne hanno subito le conseguenze.
La camminata della vergogna non si dimentica.
Approdo brucia, come urlava il Re Folle, esplode e istantaneamente crea un nuovo capitolo di storia del trono, la vecchia guardia che scompare in un solo istante, lasciando in piedi soltanto lei, la donna che tutti dovrebbero temere.
Ma nella soddisfazione della vendetta, la perdita è enorme. Incommensurabile e terrificante. Una puntata creata da sguardi, perchè non ci sono più parole, più liti, più inganni o doppi giochi. Esiste solo la faccia di un giovane re, troppo ingenuo e dopotutto innamorato, confuso da dozzine di serpi, lanciato allo sbando sul trono più ambito dei Sette Regni.
E quando ormai il peso è troppo da sopportare, appoggia diligentemente la corona e, abbandonandosi alla propria sconfitta, si lancia dalla finestra.
Nemmeno il pianoforte suona più. Tutto è immobile.
Nello stesso momento sua madre, non soddisfatta nell’esplosione verde di mille anime, cattura la septa e, versandole del vino in faccia, la incita a confessare, in un morboso gioco delle parti. Entrambe, dopotutto, hanno qualcosa in comune: adorano seviziare. E mentre Cersei chiude la porta, lasciando Unella da sola con la Montagna, per tre volte urla shame, shame, shame. Esattamente quando il figlio si libera della vita mortale.
Ed è in questo passaggio che la stessa Cersei ammette un fatto fondamentale: suo marito, Robert Baratheon, non è morto durante una battuta di caccia. E’ stata lei a farlo ammazzare, probabilmente stanca delle sue scappatelle, della sua pigrizia e, nella sua mente, il bisogno costante di prevalere sulle altre Casate.
Grande prova attoriale per tutti i protagonisti, coreografati con sensibilità e sottile morbosità, un ottimo esempio di buona televisione. Venti minuti di assoluta perfezione. Marionette nelle mani del fato, i pupazzi della commedia nera, il macabro risvolto della disperazione, dell’amore e dell’irrazionale sete di gloria. Un teatro di voci, di ombre cinesi dietro un sottile strato di destini incrociati.
Delta delle Acque di sangue
In casa Frey Jaime Lannister festeggia la vittoria su Pesce Nero e la conquista del castello. Walder si bulla delle sue conquiste ma ammette senza problemi che orgoglio e onore non sono proprio nelle sue corde: la cosa importante è rimanere vivi. Ma se ogni volta che i Frey falliscono devono arrivare i Lannister a sistemare la situazione, Walder a cosa mai servirà?
Lo sa bene Arya Stark, che trattiene limpida la sua lista nella mente, e il Frey è la prossima vittima. La giovane lupa si è quindi messa in cammino, ma il suo scopo non è quello di arrivare subito a Grande Inverno, bensì finire ciò che molto tempo prima, fin dai tempi della morte del padre, aveva programmato. Arya mette finalmente in pratica gli insegnamenti del Dio dai Mille Volti, una ragazza che nella via verso la vendetta ha acquisito esperienza e potere attraverso duri colpi e insegnamenti dolorosi.
Ora vediamo una no one completa, e paradossalmente un’erede Stark che non dimentica le sue origini. Una dualità e forza d’animo che le permettono di sgusciare inosservata sotto gli occhi di Jaime e Walder, per poi offrire a quest’ultimo uno sformatino con sorpresa. E come nel Tito Andronico, il genitore mangia con gusto la carne dei propri figli, per poi, in questo caso, venire ammazzato con un taglio netto alla gola, l’emulazione della fine ingloriosa della stessa madre, Catelyn, durante il Red Wedding.
Arya Stark è finalmente la macchina di morte che aveva sempre desiderato. Indipendente e letale.
L’ultima cosa che i tuoi occhi vedranno sarà una Stark che sorride mentre muori.
L’evoluzione del Nord
La decima puntata conferma l’evoluzione dei due Night’s Watch più seguiti, Jon Snow e Sam. Mentre il secondo scappa da casa dei genitori con fidanzata e bimbo al seguito e arriva alla grande biblioteca per diventare Maestro, il Bastardo di Winterfell dopo la sanguinosa battaglia ha almeno un paio di grane da sistemare.
La protezione di Melisandre e del Signore della Luce dura molto poco: Ser Davos, scoperta la sorte dedicata alla piccola Shirleen, sbraita parole d’odio e di dolore in faccia alla Donna Rossa per poi chiedere ufficialmente a Snow di poterla giustiziare per omicidio.
Ma il Bastardo ha un qualche tipo di debito verso la donna e la divinità che porta con sè. Malgrado Melisandre cerchi di difendersi, la miglior sorte che le capita è di essere completamente bandita dal Nord.
Un Nord che ora, vinta la battaglia contro i Bolton, sembra riacquistare le parvenze del passato, quando gli Stark erano la Casata di riferimento per tutti e a cui tutti avevano giurato fedeltà. Ed è proprio in questo momento che le grandi famiglie si accorgono di doversi ingraziare nuovamente questo giovane tornado di lupi comandato da Sansa e Jon, l’ascesa al potere dei figli dell’Inverno, Protettori del Nord e difensori della Barriera. La stessa epica Lyanna Mormont ricorda a tutti i leccaculo del momento che per gli Orsi esiste un solo e unico Re, e il suo nome è Stark.
L’inverno è infine giunto, e porterà con sé il vento della morte oltre la Barriera.
Come le casate del Nord, anche Ditocorto si avvicina alla famiglia. Per lui, tuttavia, i piani per il potere sono in azione già da molto tempo. In Sansa vede la moglie che non ha mai potuto avere, innamorato alla follia di Catelyn Stark, ripone ora il suo desiderio e la sua sete di potere negli occhi della figlia. I due hanno una relazione malsana e tormentata, fin dal salvataggio della Stark ai tempi della morte di Joffrey, passando per la cessione ai Bolton, fino ad arrivare a chiederle, abbastanza esplicitamente, la mano.
Ditocorto ha un’immagine in testa: seduto sul trono di spade con la rossa al suo fianco. Immaginando la forza di volontà, estremamente viscida, dell’uomo, potremmo quasi considerarla un’opzione per un finale a sorpresa.
Resta un po’ il dubbio sulla legittimità del progetto, ma dopotutto anche Robert Baratheon prima di innalzare guerra contro i Targaryen non era di certo il legittimo pretendente al trono. Tutto è ancora in divenire.
Origini svelate
Attraverso gli occhi di Bran, che ora lascia lo zio Benjen che non può attraversare la Barriera perchè, dopotutto, è un White Walker e legato alla magia di quel luogo, scopriamo una delle rivelazioni più gettonate della serie.
Le origini di Jon Snow erano piuttosto confuse, quello che sapevamo è che il padre era Ned Stark e che la madre era una donna random con cui il Protettore del Nord aveva avuto una storiella. Fine della questione.
La puntata invece rivela un nuovo mondo, una nuova verità, che gira attorno al Bastardo e ne segna definitivamente l’appartenenza. La visione di Bran ci mostra un giovane Ned al capezzale della sorella, Lyanna Stark, morente dopo il parto. Chi è il bambino che ha appena partorito?
È il frutto dell’amore tra Lyanna e… Rhaegar Targaryen.
Rhaegar è il figlio di Aerys Targaryen detto il Re Folle, e quindi fratello della Khaleesi. È anche colui che scatenò le ire di Robert Baratheon, quando rapì la sua futura moglie, Lyanna Stark. Il fatto portò alla guerra tra Targaryen e Barathen (la Battaglia del Tridente), con la conseguente sconfitta di Rhaeger e l’ascesa al trono di Robert.
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In realtà, e la puntata lo conferma, Rhaegar non rapì la donna, i due erano sinceramente innamorati e il frutto del loro amore portò la nascita di Jon Snow. Il figlio bastardo però andava protetto, perchè Rhaegar era sposato con Elia Martell, principessa di Dorne. Per proteggere la sorella, Ned prende il nipote sotto la sua ala e lo fa passare per suo figlio.
Jon Snow è quindi mezzo Stark e mezzo Targaryen, e questo lo colloca come un po’ meno erede di Grande Inverno ma forse forse un po’ più pretendente al trono di spade.
Snow è quindi, in tutto e per tutto, la quintessenza delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco: in lui la gloria del Nord e il fuoco dei draghi. Quale destino lo attenderà ora?
Donne in divenire
I poteri più forti, almeno per ora, risiedono nelle mani di due donne, due furiose kickass pronte a tutto per la supremazia, ognuna a modo suo.
Cersei, dopo l’auto-defenestrazione del figlio, sale al trono. Jaime torna ad Approdo giusto in tempo per partecipare all’incoronazione della sorella, con uno sguardo che lascia intendere tutto. Potrà mai perdonarla? Potrà il suo amore superare la morte anche del terzo figlio?
Dall’altra parte, in partenza da Meereen con al fianco il suo nuovissimo Primo Cavaliere, Tyrion Lannister, c’è Daenerys Targaryen. La Khaleesi porta con sè un’immensa flotta di navi, composta al 100% da vendetta nei confronti dei Lannister e brama per l’ambito trono. Con lei Olenna Tyrell e il suo esercito, ma anche i dorniani e i Greyjoy, per finire con Dothraki e draghi.
Sarà un epico scontro tra femmine alpha. La prossima stagione si prospetta come una delle più succose, che ci porterà verso il finale esplosivo delle cronache che stiamo amando e ameremo per sempre, malgrado George R.R. Martin.
Premio speciale ad altre due donne che hanno lasciato un segno nel nostro cuore. La più giovane e la più anziana, unite da una dialettica spaventosamente tagliente, cinica e sfacciata. Olenna Tyrell e Lyanna Mormont vincono a mani basse la sesta stagione di Game of Thrones per i loro toni acidi e per aver saputo esplicitare con eleganza i nostri pensieri.
La sesta stagione di Game of Thrones, tra alti e bassi, ha dato una bella spinta in avanti alla trama orizzontale. Il rimescolamento dei poteri e delle alleanze plasma nuove strategie di vendetta, di supremazia e di futuri scontri tra le casate di Westeros.
Mentre Martin non si decide ancora a sfornare libri, i fan ormai fanno affidamento sulla HBO per scoprire come andrà a finire. L’inverno è arrivato, e noi siamo pronti alla guerra.
Lannister, Stark e Targaryen, un milione di satelliti che ci ruotano attorno. Chi finirà sul trono di spade per restarci e regnare senza più rivali nei Sette Regni?