Chi l’ha detto che la bambole sono solo degli innocui giocattoli per bambini? Molte di esse raccontano una storia, e spesso questa storia non ha un lieto fine. Quante volte vi è capitato di fissare quella bambola sul comodino, magari con i boccoli d’oro e il volto di porcellana… e poi notare un leggero movimento nei suoi occhi vitrei? Realtà o fantasia? La cinematografia horror, in particolare quella che va dagli anni ottanta in poi, ci insegna a non fidarci mai di una bambola, soprattutto se questa ha il brutto vizio di rivelarsi una bambola assassina.

Bambole di porcellana, bambolotti simil Cicciobello, bambole da ventriloquo… tutte, nella loro artificiale innocenza, nascondono un’aurea maligna e perversa. Da bambina ho sempre preferito un bel set di Lego o una bella Micro Machines super trasformabile piuttosto che una bambola boccoluta pronta a soffocarmi nel cuore della notte. (Avevo i miei buoni motivi, eh)

Eppure le bambole, che ci piacciano o meno, sono uno dei prop più usati (a volte anche abusate) nella cinematografia horror. Quanti di voi si ricordano ancora il bambolotto con il ghigno sul viso in Profondo Rosso di Dario Argento? Sicuramente non un compagno di giochi di cui fidarsi ciecamente.

 

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Perfino in Toy Story, probabilmente il miglior lungometraggio d’animazione di tutti i tempi, c’è posto per inquietare un pochino il pubblico più giovane con le grottesche creazioni di giocattoli fatti dal pestifero Sid, bambino che Woody e Buzz hanno la sfortuna di conoscere.

Non è un caso se solo un paio di anni fa usciva al cinema Annabelle.

Non è un caso se solo un paio di anni fa usciva al cinema Annabelle, la storia dell’inquietante bambola presente in uno dei migliori film di James Wan, The Conjouring – L’evocazione, e se quest’anno arriva al cinema una nuova bambola pronta a terrorizzarci.

Sto parlando di The Boy, pellicola del regista, sceneggiatore e produttore William Brent Bell, artista non estraneo al cinema horror. Nel 2012 aveva sbancato il botteghino con L’Altra Faccia del Diavolo (Devil Inside), sebbene venne ferocemente distrutto dalla critica. Sei anni prima, Brent Bell aveva girato il “movie game” Stay Alive, amatissimo dal pubblico adolescenziale. Una pellicola fatta con un budget ridicolo ma che riuscì ad incassare oltre 25 milioni di dollari a livello mondiale.

Questa volta Brent Bell si immerge nell’inquietante mondo delle bambole possedute, ma The Boy non vuole essere il solito film sulle bambole assassine.

A far parte del cast troviamo Lauren Coen, la grintosa Maggie Green di The Walking Dead, e Rupert Evans, protagonista del premiatissimo horror The Canal (Ivan Kavanagh, 2014) e della serie tv di successo di Amazon, The Man in the High Castle.

 

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Molti sono i registi affascinati dalla tematica bambola. Già nel 1945 con il film a episodi, Incubi Notturni (Dead of Night), venne inserito un episodio in cui uno psicologo raccontava di un ventriloquo posseduto da una marionetta. L’episodio, intitolato The Ventriloquist’s Dummy, venne girato da Alberto Cavalcanti.

Nel 1959 il sesto episodio della quinta stagione de Ai Confini della Realtà.

Nel 1959 il sesto episodio della quinta stagione de Ai Confini della Realtà (The Twilight Zone) è dedicato a una bambola vivente; l’episodio, infatti, si chiama Living Doll ed è basato su una bambola capace di percepire l’odio del patrigno della sua padroncina.

Dopo ripetute minacce nei confronti dell’uomo, mettendolo in guardia sul suo comportamento nei confronti della bambina, la bambola decide di agire. Inutile che vi dica come vada a finire, vero?

 

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Gli stessi Piccoli Brividi (Goosebumps) di R. L. Stine, tra i personaggi più popolari della saga e della serie televisiva, possono vantare un pupazzo da ventriloquo, cioè l’inquietante e cattivissimo Slappy. Nel film del 2015 con Jack Black, diretto da Rob Letterman, Slappy ha un ruolo più che centrale per tutta la storia.

Ma tra tutte le bambole che la cinematografia horror può vantare, quali sono le più spaventose?

 

 

 

 

Feticcio di Zuni

Trilogy of Terror II, Dan Curtis, 1975

Iniziamo col botto! Negli anni settanta Dan Curtis diede vita con il suo Trilogia del terrore a un vero e proprio film di culto, molto apprezzato ancora oggi ed estimato dai fan più puri del cinema horror.

Curtis nei tre episodi che compongono il film riuscì a sintetizzare il concetto della cultura horror: far pressione sulle paura più recondite dell’animo umano.

 

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L’episodio Amelia fu uno di quelli che più lasciò impietriti gli spettatori.

L’episodio Amelia fu uno di quelli che più lasciò impietriti gli spettatori, in particolar modo, quelli più giovani. Il malvagio feticcio di Zuni e gli effetti che poi ha sulla sua protagonista, non sono certo immagini che all’epoca venivano prese alla leggera.

Adesso potrà sembrare ridicolo, se non proprio trash, eppure ogni volta che mi dedico alla visione di questa pellicola, ho il cuore che mi inizia a martellare all’impazzata. Ricordatevi sempre: stare lontanissimi dalle bambole dall’aspetto inquietante e provenienti da chissà quale luogo remoto del mondo.

 

 

 

Fats

Magic, Richard Attenborough, 1978

Se nella vostra vita aspirate a diventare ventriloqui, vi consiglio di non guardare Magic. Una pellicola che sfocia dall’horror al psicologico, capace di inquietare e conservare ancora il suo fascino macabro a distanza di anni.

 

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Un giovanissimo Anthony Hopkins, fin dagli inizi della sua carriera alle prese con personaggi controversi, interpreta il prestigiatore Corky. Ma ben presto, Corky diventerà succube della sua stessa marionetta, Fats.

Fats non è un semplice pupazzo, ma un abilissimo suggeritore e plasmatore di menti. Quali atrocità sarà capace di sussurrare e far commettere al confuso Corky?

 

 

 

Clown

Poltergeist, Tobe Hooper, 1982

Siete sonnambuli o avete persone in casa sonnambule con il brutto vizio di parlare nel cuore della notte con lo schermo della televisione? Bene, dopo Poltergeist vi assicurò che questo “innocuo” gesto vi sembrerà molto più terrificante.

Eppure, a spaventare più del “vizietto” della piccola Carol Anne, è il clown di pezza deciso più che mai a strangolare il piccolo protagonista Robbie.

 

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Non vi sentireste anche voi un po’ a disagio se, un clown di pezza, seduto su una sedia a dondolo, cominciasse a fissarvi nel cuore della notte, per poi prendere vita e tentare di uccidervi? Come se Stephen King non ci avesse già dato abbastanza problemi. Poltergeist è un vero cult del cinema anni ’80. Solo due anni fa è stato fatto il remake della pellicola, non riscuotendo però successo.

 

 

Le Bambole

Dolls, Stuart Gordon, 1987

Se le bambole proprio non vi piacciono, vive o morte che siano, vi sconsiglio caldamente di guardare Dolls di Stuard Gordon, ormai classico nella cinematografia horror di fine anni ottanta. Tutte le bambole di Dolls, nessuna esclusa, sono tutto fuorché carine e coccolose.

 

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Da quelle di porcellana ai bambolotti in plastica, passando per burattini e soldatini, le bambole di Dolls sono tutte delle macchine da guerra a sangue freddo con un odio viscerale nei confronti dell’uomo materialista.  Una vera chicca per gli amanti degli horror.

 

 

Chucky

La bambola assassina, Tom Holland, 1988

Quando si parla di bambola assassina, il primo pensiero corre immediatamente allo spietatissimo bambolotto Chucky. Non pochi sono i bambini, soprattutto in passato, rimasti letteralmente terrorizzati da questo bambolotto indemoniato.

Come se non bastasse, perché il cinema horror porta sempre con sé quella giusta componente sadica, la pellicola vanta di ben 5 sequel, dal 1990 fino al 2013, diretti però da registi differenti.

 

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La storia di Chucky, ormai serial killer che ha preso posto assieme ai più feroci “mostri” del panorama cinematografico, da Freddy Kruger a Leatherface, è ispirata alla vera storia di una bambola maledetta. La bambola, Robert, è in esposizione all’interno di una villa, diventata oggi un museo, l’East Fort Martello Museum in Key West, Florida.

 

 

 

Blade

Puppet Master, David Schmoeller, 1989

Una delle saghe horror più amate dagli anni ’90 fino ad oggi è Puppet Master – Il burattinaio, creata dal produttore e sceneggiatore Charles Band. Dal 1989 fino al 2012, la saga è composta da ben dieci film.

 

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Tra le bambole assassine più amate c’è sicuramente il personaggio di Blade, leader del gruppo di burattini assassini creati da Andre Toulon. Silenzioso, spietato e astuto come un essere umano, si dice che le sue fattezze siano ispirate all’attore Klaus Kinski. Blade è ormai un’icona e si inizia a vociferare si un ulteriore seguito per i burattini di Toulon.

 

 

Dolly

Dolly Dearest, Maria Lease, 1991

E se la passione di mamma e papà fosse quella di creare bambole? Va bene, direte voi, un lavoro come un altro. Non proprio convenzionale, ma comunque un lavoro.

Ma se poi queste piccole e adorabili creazioni venissero prese di mira da uno spirito maligno? Bene, questo è il caso di Dolly, la spietatissima bambola del film di Maria Lease.

 

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Il film non è tra i più conosciuti, così come la sua regista, ma posso assicurarvi che è una vera chicca e Dolly, da portatrice di femminismo tra i serial killer, è una bambola senza pietà.

Non lasciatevi ingannare dal suo bel vestito rosso, i suoi lunghi capelli castani e gli occhioni con le ciglia folte, perché potrebbe sbucciarvi in pochi secondi come se foste delle belle mele da mangiare. Provare per credere!

 

 

Billy

Saw, James Wan e Leigh Whannell, 2004

Saw è uno di quei casi in cui, a lungo andare, qualcosa stanca. Wan e Whannell danno vita, soprattutto con il primo film, a un intreccio spettacolare. Un vero e proprio rompicapo dove, però, la posta in gioco è la vita dei partecipanti costretti a giocare. E pensare che per James Wan era solo il progetto di fine anno accademico!

Prima che le altre pellicole diano un volto in carne e ossa a Jigsaw (Tobin Bell), abbiamo a che fare con un inquietante burattino da ventriloquo sopra al triciclo, Billy.

 

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Ogni volta che si sentono quelle rotelle in lontananza i presagi non sono mai dei migliori.

Billy nasce inizialmente come regalo costruito da John/Jigsaw stesso per il suo bambino mai nato. La funzione che assumerà da questo punto in poi sarà tutt’altro che amichevole.

Nel suo bel smoking nero, farfallino rosso e scarpe tirate a lucido, Billy è messaggero del male. La sua risata, pre-registrata e inserita al suo interno, è il segnale che la tua vita è appesa a un gioco dal quale non puoi tornare indietro e la sua voce è quella del suo stesso burattinaio.

 

 

Billy

Dead Silence, James Wan, 2007

Parliamo ancora di James Wan e della sua mania per i pupazzi. Infatti prima di Annabelle c’è stato Billy, il pupazzo da ventriloquo della terrificante Mary Shaw, spirito maligno protagonista della pellicola Dead Silence.

 

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Attenti a Mary dagli occhi pazzi! Non aveva figli ma solo pupazzi!

Non proprio uno dei film più riusciti di Wan che invece generalmente riesce sempre a ben gestire la suspense.

Billy ricopre una componente centrale nel film e la sua presenza basta per far comprendere le atrocità che verranno compiute da lì a breve. Attenzione però a non urlare in sua presenza, potreste ritrovarvi esattamente come lui… un pupazzo di Mary Shaw!

 

 

Annabelle

Annabelle, John R. Leonetti, 2014

Se la presenza di Annabelle ne L’evocazione – The Conjuring non vi era bastata, John R. Leonetti, prodotto da James Wan, crea uno spin off sulla terrificante bambola della pellicola. Esattamente come si è già visto nel caso di Chucky, anche Annabelle nasce da una storia vera.

 

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L’omonima bambola che nel 1979 terrorizzò tre studenti universitari.

L’omonima bambola che nel 1979 terrorizzò tre studenti universitari, i quali chiesero aiuto ai coniugi Warren per liberarsi dallo spirito che, lentamente attraverso la bambola, stava prendendo possesso della loro casa.

Dopo l’esorcismo, i Warren presero con sé la bambola, che oggi si trova nel museo dei Warren stessi, assieme a tutti gli altri oggetti demoniaci che la coppia ha trovato nel loro percorso.

Sebbene il film di Leonetti non sia inquietante e sinistro tanto quanto la vera storia della bambola o la pellicola di Wan, prossima a un sequel, Annabelle resta comunque una bambola con la quale gli incubi sono assicurati.

 

 

E Brahms, l’eccentrico “bambino” della famiglia Heelshire in The Boy si mostrerà essere all’altezza di questi predecessori? Lo scopriremo il 12 maggio!

Quale tra queste bambole vi ha fatto venire incubi e lo fa ancora adesso?

 

 

 

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