Outcast: un inizio degno del suo fumetto

Outcast

Outcast, serie evento di questo 2016, prima produzione originale di Fox International Studios, sta per fare il suo sbarco in tutto il mondo. Prodotta e scritta da Robert Kirkman, creatore di The Walking Dead, Outcast è disegnato dal bravissimo Paul Azaceta, che abbiamo incontrato in occasione di Lucca Comics and Games 2015, proprio per presentare questo titolo. Outcast arriverà in tutto il mondo il 3 Giugno e in Italia, su Fox, il 6 Giugno.

Noi di Lega Nerd abbiamo assistito non solo alla première europea tenutasi a Roma, ma anche allo speciale incontro e proiezione organizzato in occasione del Napoli Comicon 2016.

Outcast è un prodotto molto particolare e decisamente più maturo di The Walking Dead. Kirkman “sacrifica” un po’ di action, a favore di una storia molto più introspettiva che scorre in bilico tra demoni reali e demoni interiori.

Un racconto su più livelli che si intensifica, man mano che la trama va avanti, di sfaccettature sempre più inquietanti e creepy.

Outcast è ambientato, non a caso, nella città immaginaria di Rome.

Outcast è ambientato, non a caso, nella città immaginaria di Rome, in Virginia. Protagonista è il giovane Kyle Barnes, perseguitato da tutta la vita da molteplici presenze demoniache. Dalla madre alla moglie, tutte le persone care attorno a Kyle sono vittime di una guerra che a loro non appartiene. In cerca di redenzione, Kyle vive come un reietto, isolato da tutto e da tutti.

Eppure questa attrazione verso il maligno non è un caso. Sebbene Kyle sia una vera e propria calamita per i demoni, al tempo stesso è l’unico in grado di scacciarli. Qualcosa di molto potente scorre in lui, ma cosa sarà?

 

 

Entriamo nella serie

Outcast, sia il fumetto che la serie, gira attorno alla figura di Kyle. Un uomo solo, tormentato dal passato e da sconosciute forze oscure. Il diavolo in persona sembra essere molto interessato a Kyle, sebbene ancora non si sappia cosa spinga queste creature ad avvicinarsi a tal punto all’uomo.

Unico elemento che sproni davvero Kyle ad uscire dal suo guscio e provare ad avere una vita, quanto meno socialmente accettabile, è la possibilità di poter far del bene sfruttando questo potere che lui stesso non conosce.

I demoni sembrano aver, infatti, preso possesso degli innocenti animi della città di Rome. Kyle, passo dopo passo, non solo è costretto a fare i conti, una volta per tutte, con il suo passato, ma anche a raccogliere i pezzi di quell’enigmatico puzzle che da sempre ha caratterizzato la sua esistenza difficile.

 

Outcast
Robert Kirkman con Outcast si cimenta in un lavoro particolarmente suggestivo

Robert Kirkman con Outcast si cimenta in un lavoro particolarmente suggestivo ed evocativo. Ambientazioni e personaggi, tra i loro silenzi e flussi di coscienza, portano a una profonda riflessione che si pone in bilico tra bene e male. Attraverso il personaggio di Kyle, Kirkman cerca di indagare le diverse sfumature dell’animo umano e fin dove, la seduzione del maligno, può arrivare.

Scrivere e produrre Outcast è stata un’esperienza incredibile. Dall’idea originale alla realizzazione del fumetto fino alla serie tv (…)

La cosa incredibile di Outcast, sebbene ci si possa sbilanciare molto poco avendo visto solo il pilot, è la sua apparente fedeltà al fumetto. Non parlo esclusivamente del seguire minuziosamente la trama, quanto più delle atmosfere e delle intenzioni date dal tratto particolarissimo di Azaceta. I chiari/scuro del fumetto, vengono ripresi con far ancora più enfatico, senza risultare però posticcio o finto.

Il fumetto procede in questo continuo andare avanti tra passato e presente, dando solo piccole gocce di quelle che sono state l’esperienze di Kyle e che servono, sia al personaggio che al lettore, a ricostruire l’intricata rete di misteri che si è avvolta attorno ad esso.

Allo stesso modo, almeno per questo pilot, si pone la serie televisiva. Sappiamo quel giusto di Kyle per poter essere incuriositi nell’andare avanti dentro la sua storia, sebbene spesso le immagini siano caratterizzate da lunghi silenzi interiori o dialoghi particolarmente verbosi e spirituali. Non abbiamo un pilot fatto, come nel caso di The Walking Dead, da molta azione e adrenalina; ma parliamo di serie molto diverse tra loro.

 

Outcast

 

Outcast impiega gran parte del suo tempo per prepararsi al decollo, seminando quelle che saranno sicuramente i plot twist più succosi che andremo a vedere nell’arco dei suoi episodi.

Fin dai primi secondi è facile farsi rapire dalla storia

Fin dai primi secondi è facile farsi rapire dalla storia. Entrare in empatia con i personaggi, in particolar modo con la mente instabile di Kyle, interpretato nella serie da Patrick Fuggit (Almost Famous, Gone Girl).

L’esplorazione del maligno e dell’oscurità è molto interessante. Il rapporto che Kyle va a creare con queste forze e che, inevitabilmente, coinvolgono tutti gli altri personaggi della storia, come se fosse un circolo dal quale, una volta entrati, è impossibile uscirne.

Io penso che esplorare le tenebre è una delle cose più intense che noi attori facciamo. Arriviamo a toccare ambiti remoti, cosa che ha anche una azione catartica sul pubblico. Penso anche che esplorare la solitudine sia un’esperienza umana veramente universale, che tutti abbiamo, ed è una cosa positiva e allo stesso tempo negativa. Non amo la solitudine ma penso anche che ti faccia crescere.

Afferma l’attrice Wrenn Schmidt, durante il junket romano della serie. La Schmidt interpreta la sorella adottiva di Kyle, Megan Holter. Il rapporto tra i due è molto controverso, ma protettivo.

Sebbene Kyle cerchi disperatamente di allontanarsi il più possibile da chiunque gli sia caro, Megan non può restare con le mani in mano ad assistere all’autodistruzione del fratello, soprattutto perché, quando erano più piccoli, è stato proprio Kyle a salvarla dalle “tenebre” entro le quali stava cadendo.

 

Outcast

 

La spiritualità che Outcast vuole rappresentare non è delle più convenzionali

La spiritualità che Outcast vuole rappresentare non è delle più convenzionali. Sebbene il prodotto seriale, in linea di massima, possa ricordare serie del tipo Supernatural, dovuto soprattutto al suo taglio un po’ primi anni duemila, al tempo stesso sa porsi come una serie sui demoni totalmente diversa e nuova.

Se con The Walking Dead Kirkman ha dato vita nuova agli zombie, allo stesso modo si vuole porre Outcast con la presenza del demonio. E in questo, molto efficace, è il suo essere, per ora, così legato al fumetto, pur mantenendo una propria identità come prodotto audiovisivo.

Le sequenze sono studiate di pari passo a quelle del fumetto, creando una perfetta armonia tra narrazione e immagini. In questo caso è palese come il lavoro di sceneggiatura, fotografia e scenografia sia andato avanti di pari passo.
Outcast

 

Indubbiamente Outcast serie porterà in progressione un processo differente rispetto al fumetto, del quale è appena uscito l’ottavo volume, edito Salda Press. La lentezza della distribuzione, di pari passo a quella americana, è da attribuire alla volontà di Kirkman di creare un progetto transmediale, che da un lato sia fumetto e dall’altro sia un prodotto audiovisivo.

 

 

Il Cast

Ottima prova per gli attori che fanno parte del progetto, in particolar modo per Patrick Fuggit. Fuggit entra immediatamente in simbiosi col personaggio di Kyle Barnes, dandogli un aspetto leggermente più umano rispetto al Barnes del fumetto.

Al tempo stesso le sue espressioni facciali e il suo modo di recitare, molto credibile, guardingo e paranoico verso qualsiasi cosa che lo circondi, ricalcano perfettamente le intenzioni di Azaceta nelle sue tavole.

Patrick Fuggit ci fa essere con Barnes dall’inizio alla fine.
Outcast

 

Molto interessante anche l’interpretazione di Philip Glenister nei panni del Reverendo Anderson.

Molto interessante anche l’interpretazione di Philip Glenister (Life on Mars) nei panni del Reverendo Anderson, emblematica figura capace di spronare Kyle nella lotta contro il male. Rispetto al fumetto, l’Anderson della serie è un po’ meno ruvido, ma comunque sia convincente.

Ancora non particolarmente definiti sono, invece, i personaggi del Comandante Giles, interpretato dal fantastico Reg E. Cathey – che per chi non lo conoscesse è il Freddy di House of Cards – e dell’ex moglie di Kyle, Allison Barnes, interpretata dalla più anonima Kate Lyn Sheil.

 

Outcast

 

41R2uke3qgL._BO1,204,203,200_Le carte che Outcast mette in tavola sono molto buone. La carne sul fuoco è giusta, ed è pronta per essere cucinata nel modo giusto.

Robert Kirkman saprà bissare il successo di The Walking Dead evitando gli eventuali scivoloni che, una serie come questa, potrebbe comportare?

Lo scopriremo presto! E, attendendo questo 3 e 6 Giugno, vi invito a leggere il fumetto di Kirkman e Azaceta, o nella prima versione in bianco e nero (molto suggestiva) o nel blocco più americano a colori.

Sarà difficile restarne delusi!

 

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