Sta per arrivare al cinema il tredicesimo capitolo del Marvel Cinematic Universe, Captain America: Civil War, pellicola di Anthony e Joe Russo in cui vediamo Steve Rogers, Tony Stark, Natasha Romanoff, Bucky Barnes, Wanda Maximoff, Visione, e un paio di nuove reclute che danno il via all’attesissima “fase tre”: come se la saranno cavata?
Sebbene le premesse fossero ottime, Captain America: Civil War ha dovuto fronteggiare non pochi scetticismi, soprattutto per il non essere totalmente fedele al suo fumetto.
La Civil War, infatti, viene combattuta praticamente dall’intero Universo Marvel. La motivazione? La stessa della pellicola; cioè, una forte divisione all’interno degli Avengers, non tutti concordi con le misure ristrettive che i maggiori capi di Stato del mondo vogliono prendere nei confronti dei vendicatori.
Dopo i numerosi scontri per salvare il mondo i danni collaterali sugli innocenti sono troppo gravi per non essere presi in considerazione.
La sicurezza del mondo vale davvero la perdita di moltissimi innocenti? E perché nessuna giurisdizione può operare sull’intervento di questi “vigilanti”, da sempre guidati dal libero arbitrio?
Dopo l’aver perso totalmente il controllo degli attacchi in Wakanda gli Avengers sono chiamati a essere controllati dalla legge. In caso contrario verranno dichiarati criminali senza alcuna possibilità di redenzione.
La fazione a favore della registrazione, soprattutto per evitare inutili e aggiuntive rogne, è formata da Tony Stark (Robert Downey Jr.), Vedova Nera (Scarlett Johasson), War Machine (Don Cheadle) Visione (Paul Bettany) e Black Panther (Chadwick Boseman)
Dall’altra parte della barricata troviamo Steve Rogers/Captain America (Chris Evans) e il suo patriottismo e libertà di essere, Falcon (Anthony Mackie), Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen), Clint Barton/Occhio di Falco (Jeremy Renner) e Bucky Barnes (Sebastian Stan).
Fin qui parliamo di pensieri solo differenti tra loro, che non mettono in discussione l’integrità e l’amicizia del gruppo. Purtroppo a rendere drammatica la situazione è un attentato alle Nazioni Unite proprio il giorno della firma sugli Accordi di Sokovia. Il sospettato è Bucky Barnes, il soldato d’inverno, misteriosamente ricomparso.
In ballo, adesso, non ci sono solo più pensieri differenti, ma la lealtà e l’amicizia verso i propri compagni. Come andrà a finire?
Entriamo nel vivo
Captain America: Civil War non tradisce le aspettative del pubblico più appassionato del mondo Marvel. Si affianca a Winter Soldier, superandolo in azione, e riscatta totalmente il flop di Avengers: Age of Ultron.
Fin dall’inizio l’azione è adrenalinica e dinamica. C’è poco tempo per pensare e molto poco per agire. Gli attori sono preparatissimi, ed entrano immediatamente in sintonia con i loro personaggi.
Parola d’ordine per questo film? Azione!
Se chiedevate un film Marvel in cui i supereroi usassero finalmente le maniere forti, dall’inizio alla fine, Captain America: Civil War non vi deluderà. Senza troppi sbilanciamenti, le coreografie degli scontri sono tra le migliori di tutte le pellicole Marvel finora prodotte.
Alcune sequenze d’azione sono gestite con grande bravura e precisione. Un’atmosfera equilibrata ma che al tempo stesso riesce a tenere con il fiato sospeso. Acrobazie molto spettacolari, ma al tempo stesso non pacchiane. Nulla di posticcio o troppo artificiale. Determinati momenti del film vengono gestiti con la stessa profondità di un vero action movie di serie A.
Linee di trama piuttosto convincenti, sebbene non si facciano proprio scintille: la sceneggiatura, è ben scritta, però non lascia pienamente soddisfatti se non in dirittura d’arrivo.
Alcune sotto-trame sono molto interessanti, nascondendo una vaga intenzione di thriller che spinge ad andare oltre la narrazione e capire, per chi non ha mai letto il fumetto, cosa si nasconde sotto la patina esteriore.
Nonostante i 150 minuti non vengano tenuti proprio al massimo dello splendore, notevole è come i fratelli Russo siano riusciti a gestire benissimo i dodici (!!!) personaggi protagonisti rendendoli interessanti e capaci di sapere affrontare una Civil War.
Non mancano, ovviamente, i soliti dialoghi molto brillanti con battutine ironiche e sarcastiche (quelle che molti odiano e troppi amano). Le battute, però, non sono mai fuori posto, salvo rare eccezioni. Alcune delle frasi più ironiche vengono dette da Tony Stark che continua a coltivare il suo essere acidamente simpatico. Così come Occhio di Falco che si mostra sempre pronto a controbattere ironicamente contro qualsiasi tipo di battutina.
Il marchio di fabbrica Marvel non manca in questo film, anzi, si fa sentire prepotentemente, ma senza scivolare nello stereotipo o nella banalità di alcune delle pellicole precedenti, che hanno fatto rigirare più volte lo stomaco ai critici, fan e non fan.
Old, but Gold
I “vecchi personaggi”, da Iron Man a Captain America, passando per Vedova Nera e Occhio di Falco, fino ai più giovani Falcon, Visione e Scarlet Witch, vengono riportati sullo schermo tenendo fede agli eventi passati che li hanno scossi.
Tony continua a combattere contro i suoi fantasmi del passato, con l’incertezza del fare o non fare la cosa giusta; Steve, ancora una volta, si sente un pesce fuor d’acqua, per nulla a suo agio nel periodo storico nel quale si è risvegliato.
Per Scarlet Witch vengono seminate le prime avvisaglie di quello che sarà un potere che nemmeno lei sarà davvero in grado di gestire. Una forza che assorbe, sempre di più, la volontà del personaggio. In Civil War ce ne viene giusto fatto assaggiare un po’, ma senza veramente andare a fondo.
Molto meno approfondito, totalmente a discapito del personaggio, è Visione. Presentato quasi come un personaggio marginale, senza davvero esplorare le caratteristiche e potenzialità di uno dei personaggi più interessanti e controversi del mondo Marvel.
Stessa cosa vale per Falcon che, ancora una volta, combatte fedele in prima linea con Captain America, ma la pellicola ancora una volta non gli concede mai tanto spazio.
Nuove entrate
Il pezzo, o meglio, i pezzi forti di questo film sono i suoi nuovi personaggi. La Marvel segna tutti i suoi punti proprio grazie all’entrata in scena di Black Panther/T’Challa (Chadwick Boseman) e Spider-Man/Peter Parker (Tom Holland).
Black Panther è un personaggio rigoroso, apparentemente il più cinico e caparbio di tutti, ma che riesce ad aprire gli occhi su quella che si prospetta essere la vera Civil War.
Il personaggio viene gestito benissimo: affascinante, attira lo spettatore e lo spinge a voler indagare ancora di più (anche perché non c’è un vero e proprio approfondimento in scrittura). I Russo hanno saputo ben preparare il terreno per quello che sarà poi il lungometraggio interamente dedicato a lui.
Chadwick Boseman si mostra all’altezza del compito. Non delude la sua versione di Pantera Nera ma, anzi, invoglia a vederlo ancora di più sullo schermo. Le sue sequenze più action sono tra le miglior in tutto il film. Ad ogni sua entrata in scena la qualità si alza.
La vera star di questa pellicola è “bimbo ragno”! Il giovane Peter Parker, magistralmente interpretato da Tom Holland, è un adolescente nerd, totalmente ammaliato da questi supereroi con i quali si ritrova a combattere dalla sera alla mattina.
Spider-Man è meravigliosamente gestito ed equilibrato, anche se pure in questo caso la caratterizzazione lascia il tempo che trova. Simpatico e tenero come qualsiasi ragazzino fanboy, ma al tempo stesso abilissimo nel combattimento.
Non partite prevenuti con lui, perché vi farà cambiare idea.
È un adolescente, un nerd che vive con una zia May super MILF. Le sue battute, sempre molto ironiche e sopra le righe, non sono mai fuori posto perché centrano perfettamente il personaggio.
Il costume, parte che più preoccupava, non è malvagio. Senza infamia e senza lode, viene gestito in modo tale che possa far capire allo spettatore che è stato interamente creato da Tony Stark. La sua finitura vagamente posticcia, ma molto più convincente del trailer, è volutamente vistosa per accentuare il suo aspetto più tecnologico.
Piccoli, ma indispensabili
E una piccola parentesi va aperta anche per il nostro Ant-Man (Paul Rudd). Avevamo avuto qualche assaggio sia dentro la pellicola dedicata a lui e anche nella sua scena di chiusura, e infatti lo ritroviamo nelle prime file della “squadra” di Captain America.
Scott Lang si distingue per il suo humor e fare un po’ svogliato, mostrandosi indispensabile nel combattimento.
Il personaggio resta fedele alla caratterizzazione del film precedente e, sebbene non gli venga dedicato chissà quanto spazio, la sua apparizione è comunque soddisfacente.
Ben definito e strutturato il villain di questo Captain American: Civil War, interpretato da un sempre più bravo Daniel Brül, che cambia letteralmente le carte in tavola rispetto a tutte le definizione possibili di nemico.
Calcolatore, preciso e attento a non sporcarsi troppo le mani. Il suo punto debole? La vendetta. Ma come vedremo questo elemento diventerà prestissimo la parola chiave per il finale di questa pellicola, e per la vera Civil War che i vendicatori si troveranno a fronteggiare.
Rullo di tamburi: nessuna mamma si chiama Martha e questo ci fa molto felici perché il film si chiude con delle premesse ottime per il prossimo Avengers, senza una “pace fatta” che arriva dal nulla.
Captain America: Civil War è, in linea definitiva, il riscatto dei Vendicatori dopo Age of Ultron.
Questo pur mantenendo le solite premesse Marvel che investono molto sull’azione e sui personaggi, senza però fare fuochi d’artificio per quanto riguarda la trama.
Una pellicola che, molto probabilmente, soddisferà appassionati e non, dando quel giusto hype e adrenalina anche dopo la visione.
Siete pronti per l’Infinity War?
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Captain America: Civil War sarà nelle sale italiane dal prossimo 4 maggio.