La magia occulta del terzo Reich

Complice un’infanzia vissuta nel tempo d’oro del cinema e dei videogiochi quando si parla di nazisti provo sempre una specie di riflesso pavloviano che mi fa salivare abbondantemente la bocca. Contemporaneamente non posso fare a meno di pensare ad Indiana Jones che beve dal Santo Graal o William “B.J.” Blazkowicz che spacca crani in Return to Castle Wolfenstein.
Vogliamo poi dimenticare quel piccolo gioiello di Indiana Jones and the Fate of Atlantis?
Che si tratti quindi dell’arca dell’alleanza, del potere mistico di Atlantide, del Santo Graal o di un rituale pagano per riportare in vita Enrico I, i nazisti del cinema e dei videogame agognarono disperatamente un mistico potere assoluto, perché in fondo il potere corrompe e il potere assoluto corrompe in modo assoluto.
Possibile che tutto questo sia frutto della fantasia degli sceneggiatori?
Ovviamente no, come si può facilmente intuire dal titolo di questo approfondimento.
Le origini del mito ariano
Le magnificenti parate militari, le fiaccolate notturne, le elaborate coreografie, tutto doveva concorrere per trasformare Adolf Hitler da semplice uomo a dio della razza ariana. Un nuovo ordine mondiale, puro, forte e con radici profonde, antiche di millenni, collegate direttamente alla razza degli Iperborei.
Una civiltà misteriosa che invase il subcontinente indiano e la Grecia tra il 2.000 a.C. e il 1.400 a.C., di lingua sanscrita e che si credeva originaria dell’isola di Thule, un luogo leggendario in cui il sole splendeva per sei mesi l’anno.
Per i gerarchi nazisti questa era l’origine della razza ariana, conosciuta anche come Arya, i nobili.
Le ramificazioni di questa migrazione si diramarono nel corso dei secoli. Il sanscrito fu infatti la lingua usata dai filosofi per esprimere pensieri e concetti inesprimibili in qualsiasi altra lingua, eccetto forse il tedesco. Platone, secondo i gerarchi nazisti, derivò il suo sistema filosofico proprio dalle antichissime conoscenze ariane.
Anche in Tibet nacque una società Indoariana, custode secondo Hitler dell’antica saggezza dell’isola di Atlantide. Nel 1938 il dittatore creò una spedizione con il compito di approfondire le origini della razza ariana.
Secondo Hitler fu infatti nei monasteri del Tibet, salvati dal diluvio universale grazie alla loro ubicazione elevata, che si conservarono i segreti della razza superiore.

I nazisti studiarono meticolosamente i testi sacri indiani, specialmente Bhagavad-Gita, ammirandolo per le sue note ariane. La concezione della storia li riportata era infatti simile a quella degli Yuga indiani.
Questo nuovo secolo, secondo le interpretazioni naziste, era il periodo del KaliYuga, l’età oscura che doveva essere rigenerata tramite un olocausto totale che salvasse il popolo ariano dalla distruzione derivata dalla commistione con le razze inferiori.
Secondo i farneticanti disegni dei gerarchi nazisti, infatti, era loro dovere liberare il mondo dalla civiltà Ginecocratica dei popoli mediterranei e dalla civiltà dei Dravidici indiani, entrambi considerati inferiori e servi degli Aristocratici, i tedeschi puri di razza ariana.
Eppure, difficile crederlo, non fu Hitler il maggior espositore della teoria ariana, ma un uomo che viene spesso indicato come un mite e miope impiegato laureato in agraria, divenuto poi con l’ascesa del nazismo il Reichsführer delle Schutzstaffel, le temibili SS, Heinrich Himmler.

Heinrich Luitpold Himmler (Monaco di Baviera, 7 ottobre 1900 – Luneburgo, 23 maggio 1945) è stato un militare e criminale di guerra tedesco, Reichsführer delle Schutzstaffel dal 1929, comandante della polizia dal 1936 e delle forze di sicurezza del Terzo Reich (Reichssicherheitshauptamt (RSHA) o Ufficio centrale della sicurezza del Reich) dal 1939. Nel 1943, venne nominato ministro dell’Interno del Reich. Catturato dalle forze inglesi per essere giudicato come criminale di guerra dal Tribunale militare internazionale di Norimberga, si diede la morte con del cianuro il 23 maggio 1945. Fu uno dei maggiori responsabili della Germania nazista per l’instaurazione del cosiddetto nuovo ordine nazionalsocialista. (via Wikipedia)
Il castello di Wewelsburg
È l’inverno del 1933, due uomini si incontrano nel cuore della foresta di Teutoburgo. Entrambe hanno una visione comune di un futuro radioso, un futuro costruito con un potere antico e misterioso. Il primo uomo è uno stregone, occultista, mago nero ed esperto di rune, Karl Maria Wiligut, conosciuto in seguito come il Rasputin di Himmler. Il secondo è il Reichsführer delle temute SS, Heinrich Himmler.

Karl Maria Wiligut (sx), Heinrich Himmler (dx)
Il numero due di Hitler tuttavia non era un brillante militare, ne un politico avido di potere, ma un mistico, un astrologo, un visionario.
Se Hitler fu intenzionato a costruire un nuovo ordine mondiale, un Reich tedesco che sarebbe dovuto durare mille anni, Himmler fu ossessionato dall’idea di soppiantare il cristianesimo con una nuova religione dai forti richiami mistici e medievali, una comunione di forze naturali e valori cavallereschi basati sulla forza della popolazione tedesca.
Molto meglio essere pagani che cristiani. Molto meglio adorare le entità tangibilmente presenti nella natura e quelle degli antenati che non una divinità invisibile e i suoi fasulli rappresentanti in terra, poiché un popolo che onora i propri antenati e cerca di onorare sé stesso darà sempre vita a nuovi figli e perciò vivrà in eterno.
Per il Reichsführer la foresta di Teutoburgo era un luogo magico, carico di energie primordiali. Fu nei pressi della folta selva situata nel Vestfalia nord-occidentale che nell’anno 9 d.C. 20.000 legionari romani guidati da Varo furono sconfitti dalle tribù germaniche riunite sotto la guida di Arminio, il primo eroe nazionale germanico.
Dalla foresta di Teutoburgo Karl Maria Wiligut guidò Himmler al castello di Wewelsburg. Fu amore a prima vista, un autentico colpo di fulmine. Il maniero di origine benedettina, ormai in decadenza dal 1600, era situato in una posizione geografica dal simbolismo possente per il Reichsführer.
La sua bizzarra architettura non ricalcava la canonica asse est-ovest, ma seguiva un insolita asse nord-sud, creando così una freccia. Un altro simbolo dal potere immenso, un rimando alla punta della lancia di Longino, la lancia che trafisse il costato di Cristo, ma anche un’indicazione precisa per l’ubicazione della perduta isola di Thule.

L’edificio, inoltre, sorgeva vicino al complesso megalitico di Externsteine. Li fu eretto in tempi antichi l’Irminsul, un pilastro sacro che reggeva l’universo e collegava il cielo alla terra, similmente al mito norreno di Yggdrasill, l’albero cosmico, l’albero del mondo (quello che illustra Thor a Natalie Portman per portarsela a letto istruirla sui misteri dell’universo).
Come se non bastasse, il castello durante il XVII secolo fu un punto nevralgico nella caccia alle streghe che macchiò di sangue il territorio cristiano circostante.
Centinaia di presunte adoratrici del demonio furono imprigionate, torturate ed uccise nelle segrete del maniero. Il loro potere, secondo Wiligut e Himmler, era ancora palpabile nell’aria.

I lavori di ristrutturazione
Dietro consiglio di Wiligut, Himmler firmò un contratto d’affitto di cento anni, al prezzo simbolico di cento marchi, con il circondario di Paderborn.
Il piano di Himmler era trasformare il castello nel Omphalos, il futuro centro del mondo ariano. Non una qualsiasi scuola allievi per SS, ma un epicentro per le massime autorità dell’ordine. Dodici cavalieri eletti per guidare una civiltà superiore. Dodici incarnazioni di eroi e divinità germaniche. Himmler stesso era convinto, infatti, di essere la reincarnazione di Enrico I di Sassonia, detto l’Uccellatore. Enrico aveva guidato con successo la resistenza tedesca contro l’invasione magiara e boema del X secolo, fondando così le basi del Sacro Romano Impero.
Tuttavia, volendo usare un termine architettonico puramente tecnico, il castello cadeva a pezzi. Per questo motivo nel 1939, presso il villaggio di Büren-Wewelsburg, venne aperto un campo di concentramento che sarebbe servito da risorsa di schiavi per il restauro dell’edificio.
Il campo di Niederhagen, nonostante fosse il più piccolo del Reich, 3900 prigionieri, non fu meno sanguinario e brutale degli altri. I turni di lavoro furono massacranti e ben 1285 persone morirono di fame e stenti.
[…] Noi tedeschi, l’unico popolo ad aver un corretto atteggiamento nei confronti degli animali, abbiamo la capacità di estendere tale atteggiamento anche a questi animali umani.
Durante i mesi di ristrutturazione che interessarono la struttura la moglie di Himmler visitò spesso il castello e l’attiguo campo di concentramento, come se stesse facendo una piacevole passeggiata.
Ad ogni visita esigeva dei regali fatti a mano dagli schiavi, compiacendosi dei complimenti ricevuti. A guerra finita, quando venne catturata dagli alleati, negò con fermezza la sua complicità nello sterminio degli ebrei presenti nel campo di Niederhagen.

Il campo di concentramento di Niederhagen
Sotto l’attenta direzione di Himmler il castello divenne presto un luogo mitologico.
Le facciate d’intonaco bianco vennero scurite grazie all’utilizzo di mattoni, per incutere un terrore e una soggezione maggiore all’osservatore, le dodici camere riservate ai cavalieri vennero arredate con vessilli ed oggettistica di rimando germanico.
Ogni stanza e ogni cavaliere furono chiaramente studiati per rappresentare la reincarnazione di eroi mitologici: Enrico I, Widukind, Parsifal, Barbarossa, Artù, …
La maggior parte degli sforzi di Himmler si focalizzò però sulla torre Nord. In quel luogo venne eretto l’Obergruppenführersaal, il centro della visione malata di Himmler.
L’ordine nero
La torre Nord era, ideologicamente, posta al centro della punta della lancia di Longino. Rappresentava inoltre l’onphalos, l’ombelico del nuovo mondo immaginato dal nazista. Il picco massimo del potere per il Reichsführer.
Himmler fece costruire una tavola rotonda, un chiaro riferimento alla storia di re Artù, attorno al quale sedevano dodici cavalieri neri. Moderni templari la cui crociata era diffondere l’ideologia neopagana nazista nel mondo.
Himmler era ossessionato dal numero dodici
La simbologia nascosta dietro il numero dodici, secondo i tarocchi di Wiligut, raffigurava infatti il sacrificio atto a redimere, come quello compiuto da Odino, Cristo, Attys, Mitra.
Dodici costellazioni, dodici segni zodiacali, dodici mesi dell’anno, dodici dei dell’Olimpo, dodici cavalieri della tavola rotonda. In un libro del 1941 scritto da Walther Blacchetta si evidenzia come il numero dodici rappresentasse il raggiungimento della perfezione, la completezza.

Il salone Obergruppenführersaal doveva essere quindi un ricettacolo in cui tutti questi poteri mistici, e simboli esoterici, potessero confluire con forza. Una grande svastica stilizzata, che incorporava una ruota solare, e le rune della vittoria delle SS ricopriva il pavimento del salone.
Sulle pareti vennero esposti dodici stemmi araldici, uno per ogni cavaliere. Curiosamente, essendo i cavalieri alti ufficiali, ma di origini borghesi, dovettero essere creati degli stemmi nuovi per simulare un’appartenenza nobiliare in realtà inesistente.
Ognuno dei dodici cavalieri portava un anello a testa di morto o Totenkopfring. Ogni anello era formato da una corona di foglie di quercia incisa, oltre ad una testa di morto ed alcune rune.
Un’ulteriore testimonianza dell’ossessione di Himmler per le origini divine del popolo tedesco; gli anelli, infatti, erano un rimando all’anello d’argento posseduto dal dio Thor.
Alla morte di un cavaliere l’anello sarebbe dovuto tornare al castello di Wewelsburg, dove sarebbe stato depositato in un sacrario, per l’eternità.

La Obergruppenführersaal.
Himmler fece costruire al di sotto dell’Obergruppenführersaal un sacrario. Chiamata la cripta o terra dei morti, ricalcava la struttura architettonica di una tomba micenea. La sala era circondata da dodici piedistalli di granito, usati dai cavalieri durante le cerimonie, le luci inoltre erano state studiate accuratamente per essere convogliate in un punto preciso della cripta, il centro, in cui risiedeva una zona circolare leggermente sbassata, il cerchio sacro.
Li una fiamma avrebbe dovuto bruciare in eterno, alimentata da una conduttura del gas.
Posta esattamente sopra il cerchio sacro, nel soffitto, una grata a forma di svastica comunicante con la sala principale.
Durante la cerimonia più importante dell’ordine, il solstizio d’inverno, i fumi sacri generati da una bandiera uncinata consacrata da Hitler con il sangue dei martiri caduti durante il Putsch di Monaco sarebbero saliti, insieme alle voci dei cavalieri, attraverso la grata per poi fuoriuscire dal sole nero posto all’interno del Obergruppenführersaal. Li un gruppo di SS avrebbe colto i segnali mistici generati dal rituale.
Arrivano gli alleati, arrivano gli alleati!
Himmler non vide mai il suo folle progetto terminato. La disfatta nazista in Russia e lo sbarco degli Alleati ribaltarono le sorti della guerra.
Le ingenti spese di Himmler non furono più tollerate da Hitler e i fondi dedicati al castello vennero destinati a risorse più urgenti, come munizioni ed armi.

La cripta come si presenta oggi. L’intera struttura è stata adibita ad ostello della gioventù e museo
La cripta non venne mai terminata e risulta nota la celebrazione di una sola cerimonia all’interno del castello. Himmler, conscio ormai della disfatta nazista, non volle che il centro del suo universo cadesse in mani nemiche, per questo motivo ordinò ad un gruppo scelto di SS di far saltare in aria tutto il castello.
Grazie all’aiuto di alcune sacche di resistenza locale, le SS penetrarono oltre il cordone alleato e minarono la struttura con gli esplosivi. Il 31 marzo 1945 gran parte di Wewelsburg venne demolita. Solo la torre Nord rimase relativamente intatta, fortificando così la credenza dei poteri magici posseduti dalla struttura.

Sopravvissuti al campo di Niederhagen
Il 2 aprile le truppe americane arrivarono al campo di prigionia di Niederhagen, liberando gli ultimi prigionieri rimasti. Due mesi dopo Himmler si suicidò con una capsula di cianuro dopo essersi consegnato agli Alleati.
La lancia di Longino
Vienna 1912, un povero e disilluso artista 23enne di nome Adolf Hitler tenta invano di vendere i suoi acquarelli nei caffè della città. Colto da una tempesta, Hitler si ripara nel museo sito nel palazzo di Hofburg. Girovagando per le sale posa il suo sguardo un oggetto con cui creerà un legame speciale, la lancia di Longino.

Si tratta di un manufatto di metallo di circa 50 cm di lunghezza. All’interno della punta fu inserito, in data non certa, una spina ornamentale di metallo, secondo alcuni uno dei chiodi della croce di Cristo.
La punta metallica, secondo le credenze, è tutto ciò che resta della lancia che usò il romano Longino per assicurarsi della morte del figlio di Dio. L’asta di legno andò persa nella notte dei secoli.

Insieme all’amico Walter Johannes Stein, Hitler studiò a lungo il manufatto, raccogliendo le testimonianze storiche di imperatori e re che, in possesso della lancia, furono portatori di un potere inarrestabile. Hitler, in seguito, confidò all’amico che lo attendeva un grande destino da compiere, e per questo motivo necessitava della lancia di Longino.
Ventisei anni più tardi, nel 1938, l’Austria venne ufficialmente annessa alla Germania. Il 14 marzo Hitler ritornò a Vienna e, accompagnato da Himmler, si recò immediatamente al palazzo di Hofburg. Lasciato solo dal Reichsführer, Hitler meditò davanti alla lancia per più di un’ora.
In seguito venne allestito un trasporto a bordo di un treno blindato. La lancia di Longino venne spostata da Vienna a Norimberga, sempre sotto lo sguardo vigile di un gruppo scelto di SS.
Il 30 agosto la lancia venne esposta nella chiesa di santa Caterina, dove venne allestito un santuario apposito.
Il presunto potere della lancia, tuttavia, non aiutò Hitler.
Il fallimento dell’operazione Barbarossa e lo sbarco degli Alleati, prima in Italia e poi in Francia, avevano rovesciato irrevocabilmente le sorti della guerra. La lancia di Longino venne spostata per sicurezza all’interno di un bunker antiaereo, ma a causa dei continui bombardamenti se ne persero le tracce; era il 13 ottobre 1944.
Mesi dopo, con l’occupazione alleata, venne organizzata un’operazione di recupero guidata dal generale Patton. Il 20 aprile 1945 la lancia di Longino venne ritrovata ed entrò in possesso degli americani. Un anno più tardi, nel 1946, la lancia venne ufficialmente restituita alla città di Vienna.
Come se questi fatti non fossero già abbastanza incredibili di loro, secondo alcuni storici Hitler si suicidò nell’esatto momento in cui perse la lancia di Longino. È inoltre credenza popolare nei paesi germanici che la lancia esposta a Vienna sia una replica, una copia realizzata dagli americani.
La vera lancia è tutt’oggi nascosta in un’ubicazione segreta, dove nessuno possa sfruttare nuovamente il suo potere invincibile.
La lancia di Longino presente a Vienna, secondo studi recenti, è datata tra il VII e VIII secolo d.C.
Un importante reperto storico del periodo medievale, ma sicuramente non la lancia che trafisse il costato di Cristo.
Il santo Graal
Perché un regime che mirava anche a sostituirsi al cristianesimo cercò con tanta tenacia la coppa da cui bevve Cristo durante l’ultima cena?
Secondo alcune tradizioni il Graal sarebbe una coppa sacra fatta con uno smeraldo appartenente al diadema di Lucifero, diviso poi in 144 facce. Il Graal era, però, anche il calice che usò Giuseppe d’Arimatea per raccogliere il sangue di Cristo, trafitto dalla lancia di Longino, che per gli esoteristi di Himmler non fu altro che uno dei rappresentanti della scomparsa razza ariana. Insomma, secondo i nazisti Gesù era ariano.
A capo delle ricerche del Graal fu posto il colonnello Otto Rahn, che – incredibilmente – era un personaggio parecchio strano anche per gli standard nazisti.
Costretto ad arruolarsi nei ranghi delle SS, Rahn iniziò le sue ricerche nei Pirenei, in Francia, recandosi a Montsegur, ultima roccaforte Catara. Il collega d’oltreoceano di Indiana Jones era spinto dalla convinzione che la civiltà Catara fosse strettamente imparentata con gli ariani.
Smantellò completamente il castello. Niente venne risparmiato, pavimenti, soffitti, scavò anche nei terreni limitrofi, ma del Graal nessuna traccia.
Rahn venne successivamente accusato di omosessualità. Degradato nel 1937, fu costretto a trasferirsi al campo di Dachau. Le terribili azioni dei nazisti di cui fu testimone lo segnarono nel profondo e personalmente. A differenza degli altri ufficiali SS, Rahn non presentò mai un certificato di origini ariane, in quanto in parte ebreo da parte di madre. Nel 1938 Rahn si dimise dalle SS.
Il 13 marzo 1939, in circostanze mai chiarite, fu trovato morto congelato sul fianco di una montagna vicino a Söll, nel Tirolo austriaco.

La morte di Rahn non fermò, tuttavia, le ricerche del Graal. Contemporaneamente all’avanzata nazista nell’est Europa, squadre di archeologi cercarono invano artefatti magici da inviare al Führer.
In seguito alle infruttuose cacce al tesoro naziste, l’industriale Albert Pietzsch, amico di Hitler, fabbricò una copia del Graal da donare al dittatore. Ovviamente non disse mai ad Hitler la vera natura della coppa, portandosi il segreto nella tomba.
Le tracce del finto calice si perdettero nella confusione della guerra, sino a quando venne gettato nel lago Chiemsee, in Germania, da alcuni ufficiali intenti a nascondere le nefandezze del regime.
Curiosamente il finto Graal venne recuperato dal lago e, nel 2001, venne venduto ad una ricca signora, per poco più di un milione di euro, da un commerciante di oggetti d’arte di San Gallo.
Ovviamente la signora pensava di entrare in possesso di una fonte di vita eterna.
Ha scelto molto male come investire i suoi soldi.
Al momento il finto Graal si trova in una banca nella periferia di Zurigo, in attesa di chiarimenti giudiziari.
Del vero Graal ancora nessuna traccia.
- Ariani, Iperborei e la mitica Thule (wikipedia.it)
- Il castello di Wewelsburg (wikipedia.it)
- Wewelsburg: la fortezza dell’occulto di Himmler (centrostudilaruna.it)
- Heinrich Himmler (wikipedia.it)
- Karl Maria Wiligut (wikipedia.it)
- Battaglia della foresta di Teutoburgo (wikipedia.it)
- Niederhagen (wikipedia.en)
- Sole Nero (wikipedia.it)
- Camelot nera (daltramontoallalba.it)
- Lancia di Longino (wikipedia.it)
- Graal (wikipedia.it)
- Otto Rahn (wikipedia.it)
- Santo Graal Quel calice falso che beffò Hitler (repubblica.it)
- In testa all’articolo e in cover: The Nazi Occult – The Tome by Wraithdt (deviantart.com)