Un designer americano ha deciso di spingersi dove nessun designer si era mai spinto prima creando un modello in CGI della prima astronave warp terrestre. Ah, no, aspettate lo avevano già fatto nel 1966 con la prima serie di Star Trek.

Il designer Mark Rademaker, ispirato da alcuni progetti della NASA sul “warp drive”, ha pensato di ipotizzare la struttura della futura nave a curvatura terrestre. Il progetto è ispirato da Harold White, fisico della NASA, il quale da diversi anni sostiene lavorare ad un motore a curvatura per viaggiare nello spazio a distanze oggi impensabili.

Incredibile, la NASA sta lavorando al motore WARP, dove arriveremo, signora mia?

Da nessuna parte, se continuiamo così.

White è un fisico dalla carriera piuttosto discutibile.

White è un fisico dalla carriera piuttosto discutibile. Si laurea nel 1999 in fisica, ma solo nel 2008 prende il dottorato di ricerca con una tesi sulla ionosfera di Venere, attualmente non ha alcuna pubblicazione scientifica nel campo della propulsione spaziale. Da diversi anni diversi giornali riprendono le teorie di White che, in maniera piuttosto discutibile, parla delle sue ipotesi con toni decisamente troppo concreti.

In Italia, persino Le Scienze era cascata nel tranello del motore a curvatura di White prendendolo per buono. Purtroppo, se andiamo ad analizzare nel dettaglio le affermazioni del fisico, scopriamo che le teorie sulle quali si fonderebbe il suo motore a curvatura sono poco più che voli di fantasia.

 

 

White parla di estensioni della relatività di Einstein mai dimostrate, l’accesso a dimensioni multiple e altre teorie tutte da dimostrare. Si tratta di “paper science”, ovvero di scienza puramente ipotetica che funziona, nemmeno troppo, sulla carta, ma che nella realtà incontrerebbe enormi problemi.

Anche un bambino può disegnare su carta un’automobile, ma dubito sappia anche costruirla.

La matrice che ha ispirato White è chiaramente fantascientifica, in particolare ha attinto a piene mani dall’ambientazione di Star Trek. Basta ascoltare un discorso del fisico statunitense per accorgersi che dalla fantascienza è stato anche mutuato l’uso delle tecnobubbole (in inglese technobabble), ovvero l’uso di parole scientifiche a sproposito per far colpo su un pubblico di non esperti. In particolare il suo motore funzionerebbe grazie ad un “plasma quantistico” e “all’interferometria dei motori warp” tramite la distorsione dello spazio-tempo.

Inutile dire che queste parole, pur esistendo nella realtà, non hanno nulla a che fare l’una con l’altra e con il contesto in cui sono inserite.

 

 

Nonostante White dica che il suo progetto è della NASA, nella realtà l’ente spaziale americano non ha progetti in tal senso.

Un dipartimento che si occupa di nuovi tipi di propulsione esiste e si chiama Advanced Propulsion Lab, ma studia metodi fisici innovativi che, guarda caso, esistono anche fuori da un foglio di carta.

Riassumendo il progetto di White è a dir poco campato per aria, non ha la minima base scientifica e tanto meno il supporto ufficiale della NASA, ma il fisico statuniteste finisce continuamente sui giornali che danno credito alle sue affermazioni azzardate.

Questa volta si parla di design e Mark Rademaker, che collabora con White, ha confezionato un bel pacchetto con cui pubblicizzare il fantomatico progetto del collega.

 

 

 

 

L’astronave si chiamerà, guarda caso, IXS Enterprise.

L’astronave si chiamerà, guarda caso, IXS Enterprise e aiuterà l’uomo a raggiungere gli angoli più remoti dell’universo in qualche settimana o al più pochi anni. Secondo Mark la tecnologia dietro questa nave è veramente incredibile.

Si tratta di espandere lo spazio-tempo dietro la nave che quindi riceverà una spinta in avanti. Il motore warp ipotizzato da Mark e White ci porterebbe su Alpha Centauri in 15 giorni nonostante la distanza di oltre 4 anni luce.

La cosa strana è che questa notizia trovi ancora spazio su giornali e social quando da oltre quattro anni White racconta questa favola del motore warp senza presentare uno straccio di supporto teorico alle teorie scientifiche che presenta.

In pratica è come se dicesse “Bene, prendete una nave, ci montate su un motore warp e grazie alla relatività e alla colla vinilica… bam… siete su Alpha Centauri prima che si sia raffreddato il the delle 5! Ecco un disegno di come sarà”.

 

 

Tuttavia, se prendiamo il progetto per quello che è, ovvero un volo di fantasia, bisogna ammettere che il design di Mark ha parecchio fascino. Per quanto sia molto bello vedere immagini di questo tipo manca la parte innovativa. Cosa cambia tra questo progetto e un qualsiasi film di fantascienza?

Fondamentalmente nulla, anzi conoscendo a fondo Star Trek è facile capire come White e Rademaker si siano fortemente ispirati alla celebre serie televisiva siano nel dare il nome alle varie parti della nave, sia nel design.

Le immagini sono state pubblicate sul profilo Flickr di Mark, altro indizio di serie scientificità del progetto, insieme a decine di altre immagini di astronavi. Oltre alla IXS Enterprise troviamo la IXS Clarke e una serie di immagini in CGI di astronavi in pieno stile Federazione. Mark ha precisato che le immagini servono solo per avere un’idea del possibile design che potrebbe avere una ipotetica nave con tecnologia warp anche per ispirare i giovani ad intraprendere una carriera nell’ingegneria spaziale.

Tutto molto bello e altruistico almeno in principio, peccato che non avendo la più pallida idea di come possa essere fatto un motore warp e tanto meno se mai esisterà è piuttosto dura prendere quelle immagini in maniera più seria di una qualunque altra astronave vista nei telefilm dal 1960 ad oggi. Ma in fondo che male c’è a sognare un po’?

 

 

Ma in fondo che male c’è a sognare un po’?

C’è eccome del male! Pensare di ispirare le giovani menti spacciando per vere delle ipotesi fantascientifiche è sbagliato. Star Trek ha ispirato centinaia di scienziati in tutto il mondo, me compreso, ma non ha mai preteso di essere una concreta finestra sul futuro dell’umanità.

I viaggi della nave Enterprise erano fantasia, ma mostravano come, anche nella fantascienza, si potesse creare un’ambientazione tutto sommato coerente. La scienza di domani nasce dalla fantasia di oggi, ma non è scambiando la fantasia per realtà che si agevola il progresso.

In breve il design di Mark rimane un’opera di fantasia che non ha nessuna attinenza con il reale design delle navi spaziali che costruiremo da qui a 100 anni. Per altro, va bene che Star Trek ha fatto storia, ma un po’ di originalità onestamente non guasterebbe.

#mobastaveramenteperò