Solo otto giorni ci separano dall’uscita dell’attesissimo Deadpool, il nuovo cinecomic Marvel – ottova pellicola per la serie cinematografica degli X-Men – per la regia di Tim Miller con Ryan Reynolds (nei panni del più politicamente scorretto personaggio della Marvel), Morena Baccarin, Ed Skrein, T. J. Miller, Gina Carano e Leslie Uggams.
Sono anni che si vociferava un adattamento in chiave cinematografica del personaggio, eppure più di una breve – e mal riuscita – comparsata in Wolverine – Le origini, non c’era stato.
Solo nel luglio del 2014 un video-test fatto circolare illegalmente sul web ha dato modo di pensare che forse qualcosa stava finalmente bollendo in pentola; e, infatti, pochi giorni dopo già si vociferava un’eventuale data d’uscita per la pellicola, nel febbraio 2016.
Data non così sbagliata, considerando che vedremo finalmente sui nostri grandi schermi Deadpool dal 18 Febbraio 2016.
Ma chi è Deadpool? E perché tutti lo amano?
Nato dalla penna di Rob Liefeld negli anni novanta, Deadpool, alias Wade Winston Wilson, fa la sua prima comparsa nel 1991 all’interno del numero 98 di New Mutants.
Da quel momento in poi sarà sempre affiancato da Cable, tant’è da portare avanti un arco narrativo fino al 2008, Cable & Deadpool anno in cui il “mercenario chiacchierone” avrà finalmente una propria testata firmata da Daniel Way.
Deadpool è un personaggio irriverente, dalle caratteristiche più bizzarre e inusuali per qualsiasi supereroe, e non, all’interno dell’universo Marvel. Deadpool è sicuramente l’antieroe per eccellenza.
Disinteressato, folle, caotico, cinefilo, è come se vivesse in un altro mondo parlando direttamente al suo lettore. È indubbiamente la sua maschera, e al di fuori di questa non c’è nient’altro. Dal momento stesso in cui la indossa, la sua identità reale muore totalmente, quasi cancellando per sempre l’esistenza di Wade.
L’alter ego di Deadpool è Deadpool stesso, sicuramente questa è tra le caratteristiche più particolari di questo personaggio.
Logorroico. Folle. Ossessionato dai Chimichanga.
Tre delle caratteristiche per le quali il lettore medio Marvel ha perso la testa, fin dal primo momento, per l’antieroe mascherato. Eppure Deadpool non è il primo né ultimo antieroe che popola la nostra storia tra cinema, letteratura e fumetti. Indubbiamente è tra i più eccentrici e particolari che esistano.
Chi è un antieroe?
La figura dell’antieroe è assai particolare e spesso oggetto di confusione con quella che è la figura del villain.
Il villain, cattivo per eccellenza, persegue uno scopo, indubbiamente non etico, attraverso le proprie regole e per i propri ideali, proprio come fa l’eroe ma a fin di bene, con una morale di giustizia di fondo, attraverso una spiccata virtù e senso del dovere. L’antieroe, invece, è l’esatto opposto dell’eroe; non possiede nessuna delle sue caratteristiche ma, e qui risiede la grossa differenza, nemmeno per scopi negativi o distruttivi. L’antieroe non è malvagio in quanto anche i villain possiedono degli ideali, mentre l’antieroe ne è privo. Se assume un atteggiamento positivo è perché lui ha deciso così, viceversa se assume un atteggiamento negativo.
L’antieroe è, dunque, un personaggio calato in un contesto eroico ma osservato con un’ottica realista. La sua comparsa avviene di pari passo a quella dell’eroe, e si incontra lungo tutta la storia della cultura occidentale, in particolar modo in epoche dove a dominare è sempre uno stesso fattore: non il sentimento, tipico dell’eroe, bensì il suo contrario, la razionalità, il realismo e, come già detto prima, la mancanza di ideali.
L’antieroe, quindi, nasce precisamente da un contesto culturale dove a dominare è la razionalità, e il sentimentalismo è assente a causa della mancanza di ideali.
La prima figura di antieroe risale già con Euripide nella Medea con quella caratteristica perdita della virtù e di quegli ideali che, invece, erano stati capisaldi per la grandezza della Grecia; ma, sicuramente, il personaggio di Giasone in tutta la sua essenza di antieroe prende forma nelle Argonautiche di Apollonio Rodio.
Lungo tutto il periodo ellenista sarà particolare questa figura, in quanto specchio della cultura e della società del tempo. Gli ideali caratteristici della figura dell’eroe rifioriranno solo con l’arrivo del Romanticismo, ovvero quando si assisterà a una rinascita dei sentimenti e dei forti ideali dell’uomo e della società. Ma, in questo contesto, ormai la figura dell’antieroe si è ben radicata, e spesso diventa personaggio comprimario, se non protagonista, di molte delle produzioni letterarie da quel momento in poi.
L’eroe è colui per il quale generalmente si simpatizza sempre, quello che rappresenta un ideale di vita perfetta; il villain è la parte più affascinante, la malvagità carismatica che attrae inesorabilmente e contro la quale si fa sempre un po’ fatica a distinguere l’odio dall’amore; l’antieroe è, generalmente, il personaggio più reale. Quello privo di qualsiasi aspettativa, disilluso e, a volte, maschera di se stesso. Questo suo tipo di cinismo lo ha reso col tempo una delle figure sulle quali costruire di più, dalla letteratura al cinema e, come nel caso di Deadpool, ma non solo, nei fumetti.
Sulla base di Deadpool, antieroe dei fumetti e adesso del cinema, ho fatto una selezione di cinque antieroi tipo presenti all’interno dell’universo fumettistico e cinematografico.
L’antieroe nei fumetti
Rorschach
Tra i protagonisti di uno dei capolavori di Alan Moore, Watchmen, Rorschach – alias Walter Joseph Kovacs – è l’ultimo dei vigilanti rimasto in circolazione dopo il Decreto Keller che ha messo al bando tutti gli eroi mascherati. Rorschach è un personaggio molto particolare.
Pensate a un estremismo? Bene, in Rorschach ci sono tutti! Violento, sociopatico e sessuofobo, elimina i criminali con ferocia e senza pietà. Al tempo stesso è un pessimista e catastrofista, a tal punto da sembrare quasi ingenuo nel suo modo di fare e porsi.
Proprio come Deadpool, anche Rorschach rinnega totalmente la sua identità reale, diventando un tutt’uno con la sua maschera.
Punisher
Severo ma giusto. Quale definizione migliore per descrivere Frank “Punisher” Castle? Sebbene sia nato come villain nel n.129 di The Amazing Spiderman, Punisher si è subito contraddistinto, si per la sua indole violenta e il concetto strettissimo di giustizia, ma anche per il non toccare neanche con un dito gli innocenti.
Ex-marine la sua storia è costellata di eventi paradossali che lo hanno portato a diventare il sadico sicario che è adesso. Nonostante questo, e il disprezzo da parte della stragrande maggioranza degli altri supereroi, Punisher ha sempre e comunque portato avanti il suo concetto di giustizia, ripulendo il mondo, a modo suo, dalla feccia criminale.
Insomma, uno psicopatico impossibile da non amare.
Magneto
Suonino lo trombe. Squillino le campane. Ci troviamo di fronte a uno dei personaggi più amanti e odiati dell’Universo Marvel nati da quel gran signore di nome Stan Lee. Se c’è uno che sa agire solo per i propri interessi, senza preoccuparsi dei morti, o non, che lascia dietro le sue spalle, quello è proprio Magneto, alias Erik Magnus Lehnsherr.
Nato come nemico per eccellenza degli X-Men di Xavier, si è sempre contraddistinto per la sua personalità carismatica e l’affermazione del gene “x” non come una mutazione ma bensì come un dono per pochi privilegiati.
Successivamente alla scomparsa della maggior parte dei mutanti, Magneto si è unito a quei pochi rimasti, in particolar modo entrando nella cerchia dei fedelissimi di Ciclope. Ma quanto ancora durerà?
John Constantine
Altro personaggio controverso di Alan Moore è John Constantine. In questo caso la situazione, a differenza di Deadpool e Rorschach, si capovolge. L’identità reale del personaggio è anche la sua identità segreta. Una delle particolarità di Constantine è quella di riuscire a infilarsi in qualche grosso grosso guaio di continuo, ma uscirne sempre illeso, o quasi.
Non ha superpoteri, se non una conoscenza generale della magia nera, arma principale con la quale rompe perennemente le scatole sia all’Onnipotente che al Re degli Inferi.
Se un momento primo lo vediamo far fuori qualche forza oscura, al tempo stesso sarà pronto a soggiogare qualche angelo.
Lobo
Debutta nel 1983 all’interno della serie DC, Omega Men, dalla penna di Keith Giffen. Sebbene sia nato come parodia del supereroe, la fama e il successo di Lobo sono cresciuti tanto rapidamente da far diventare il personaggio tale a tutti gli effetti, fino alla creazione della sua miniserie nel 1991: Lobo, l’ultimo czarniano.
Lobo è quello che andrebbe definito come un CM (caotico malvagio), ma fondamentalmente questo mercenario motociclista è un amante delle imprese/omicidi no sense e del metal.
Se il suo aspetto vi ricorda vagamente un certo gruppo musicale, sappiate che è esattamente come pensate (confessione dello stesso Giffen).
L’antieroe al cinema
Travis Bickle (Robert De Niro)
Taxi Driver di Martin Scorsese (1976)
Ma dici a me? Ehi con chi stai parlando? Dici a me?
Antieroe per eccellenza, il tassista più folle di tutta New York. Un’interpretazione che ha consacrato De Niro direttamente nell’Olimpo dei Grandi.
Un personaggio a limite tra lo psicopatico e un senso di giustizia senza pari, guidato apparentemente da uno status di caos continuo. Il monologo allo specchio è indubbiamente tra i più importanti ed emulanti all’interno di tutta la storia del cinema.
Max Rockatansky (Mel Gibson)
Mad Max di George Miller (1979)
Solitario e assetato di vendetta. Max Rockatansky ricorda incredibilmente Punisher per il suo ideale di giustizia alimentato dall’odio e dalla vendetta. Il suo stesso stile di vita, da dopo la morte della moglie e del figlio, solitario e taciturno, ricorda molto l’antieroe dei fumetti.
Il ruolo lanciò per la prima volta Mel Gibson nella storia del cinema, riconfermato per gli altri due volumi della saga distopica di Miller.
Snake Plissken (Kurt Russell)
1997, Fuga da New York di John Carpenter (1981)
Le regole sono semplici: una volta entrati, non si esce più.
Snake (nella versione italiana Jena per motivi di doppiaggio) è indubbiamente uno degli antieroi più famosi nella storia del cinema, assieme a De Niro.
In questo personaggio Carpenter concentra tutte quelle che sono le caratteristiche fondamentali di un antieroe, se in più ci mettiamo un’interpretazione davvero cazzuta di un Russell giovane e prestante, un personaggio oltremodo sporco e violento, otteniamo un mix esplosivo (in tutti i sensi).
Léon (Jean Reno)
Léon di Luc Besson (1994)
È il sicario sociopatico più famoso del cinema. Cinico, taciturno e solitario. Ha una sola regola: donne e bambini non si uccidono. Un “unico” amore: una piantina dentro un vaso che porta ovunque. Léon è un antieroe che, se si scava bene, risulta essere più un eroe disilluso, vittima dei tempi moderni.
La sua incapacità di rapportarsi agli esseri umani, se non per ucciderli, è quasi dolce e commuovente, soprattutto con l’arrivo di Mathilda (una giovanissima Natalie Portman).
“Drugo” Lebowski (Jeff Bridges)
Il Grande Lebowski di John e Ethan Coen (1998)
Sai, questo… questo è un caso molto, molto complicato, Maude. Un sacco di input e di output. Sai, fortunatamente io rispetto un regime di droghe piuttosto rigido per mantenere la mente, diciamo, flessibile.
Drugo Lebowski è l’antieroe postmoderno per eccellenza, sicuramente quello che più ci rappresenta. Simbolo di uno stato sociale che i Coen ben sanno delineare all’interno delle loro pellicole.
Disimpegnato, disinteressato e fannullone, vive la sua esistenza così come viene, fino a quando – per uno strano scherzo del destino – si ritrova invischiato in una rete fittissima fatta di inganni e riscatti, popolata da personalità più che eccentriche e fuori dall’ordinario. L’accanito bevitore di white russian e amante della marijuana si ritrova a passare per eroe di turno. Ma in che modo?
E per voi, quali sono gli antieroi perfetti al cinema e nei fumetti?