Con una provocazione Rocco ha lanciato una petizione su Change.org in occasione della giornata mondiale dell’orgasmo femminile: vogliamo l’educazione sessuale anche nelle scuole italiane, come nel resto d’Europa.
La pornografia dovrebbe essere intrattenimento, ma in mancanza di alternative è diventata uno strumento di apprendimento, soprattutto tra i giovani. Secondo voi è normale?
Inizia così la petizione di Rocco su Change.org, possibile che l’educazione sessuale sia obbligatoria in tutti i paesi dell’Unione tranne che in Italia, Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia, Romania e Regno Unito?
Per saperne di più ho telefonato a Rocco e questa è la breve intervista che è saltata fuori dalla telefonata. Se volete a fine articolo è disponibile anche la registrazione audio del tutto.
Nel concreto ho approfittato della giornata dell’orgasmo per ribadire quello che dico da un bel po’, non è che lo dico da adesso: secondo me in Italia c’è poca attenzione all’educazione sessuale. È normale che la mia sia una provocazione, ma è una provocazione legata proprio al sistema che da per scontato che i teenager delle scuole medie e licei siano dei ragazzi che hanno una sessualità totalmente normale e che non facciano assolutamente uso di siti porno. Io so di per certo che è il contrario e siccome la pornografia è lo specchio della società, lo è sempre stato e lo sarà sempre, sono sicuro che il tipo di hard che va di moda adesso, che facciamo, che produco anche io, è roba che quando un ragazzino lo vede [ride] se non è sotto choc, sicuramente ci va [sotto choc].
Quindi la domanda è solo quella: perché le istituzioni fanno finta che questo non sia un problema le riguarda.
Questo è il sesso che ti hanno insegnato a te! [ridiamo] bravo, tu stai parlando proprio dell’ipocrisia che c’è, è proprio quello il discorso, avere degli insegnanti che non siano così ipocriti.
È normale che quando si parla di educazione sessuale, vedi che anche tu entri subito nell’educazione sessuale “classica”, quella vecchia, senza adeguarsi al nuovo mondo, perché se uno non si adegua al nuovo mondo non può insegnare nulla, ma con ironia far capire che il porno non è educazione sessuale: il porno è entertainment per adulti.
Quindi per i teenager replicare delle scene molto strong, molto forti, o imitare Rocco Siffredi non è il massimo, tutto lì.
Non c’entra niente vendere più film, meno film, no: io parlo chiaro, dico: sono italiano io in primis, sono io che sono stato educato senza sesso, quindi credimi, so di cosa si parla, c’è grande taboo e ci sarà sempre taboo sul sesso. Vogliamo togliere questo taboo oramai che siamo globalizzati e che internet è entrata a casa di tutti? Vogliamo cominciare che pure nostro figlio che magari ha 12/13 anni va su quei siti, anche non volendo, vede l’immagine di una che c’ha un traforo che sembra il traforo del San Bernardo e poi dice “ma che roba è?!?”, “ma le donne son tutte così?”, “ma io non scopo più”, “ma tu sei matto!”.
Ecco, quella immagine li andrebbe spiegata, io mi dico: farle vedere e non spiegarle non è peggio? La mia domanda è quella.
Non si capisce quanto sia facile oggi accedere a questo genere di siti. Visto che non siamo capaci di gestire questa cosa, se non altro qualcuno potrebbe prendersi la briga di spiegare un’ora a settimana questi argomenti.
Me ne rendo conto io in prima linea: quando arrivano le ragazze sul set diciottenni sono aggressivissime, vogliono hard strong estremo, anale forte, vogliono essere scopate fortissimo… e allora mi chiedo, ma da dove cazzo arrivate?!?
Alla fine spagnole, francesi, italiane, russe, son tutte globalizzate. L’uomo è sempre più spaventato, sempre più chiuso… perché? Perché effettivamente un ragazzino di 18 anni non è come una di 18, una di 18 è molto avanti. Quindi mi dico: vogliamo spiegare che quello che facciamo è entertainment per adulti?
Che anche quella che prende quattro cazzi nel culo non si diverte, ma lo fa per creare un’enfasi in chi guarda e dice “WOW! che roba!”… poi tu che guardi ti masturbi, ma non hai preso quattro cazzi nel culo…
È un atto visivo, una rappresentazione teatrale della fiera del sesso.
Io che sono in questo lavoro so anche come si fa quella roba là, bisogna che le ragazze prendano di tutto e di più per addormentarsi il sedere, altrimenti hanno solo male…
È tutta una finzione.
Ma no, la mia è una provocazione, non è che posso andare ad insegnare nelle scuole io in primis [ridiamo] È una provocazione, lo potrei anche fare, ma credimi, non serve alle università, serve soprattutto alle medie e alle superiori, perché li c’è il problema più grande secondo me.
Il problema vero arriva se magari si ritrovano una ragazzina nei bagni con tre ragazzi che cercano di incularla tutti e tre insieme, dicono: “ah, l’abbiamo visto fare sui siti, secondo me ti piacerà!”…
Poi come glielo spieghi al genitore?
Me l’ha proposto anche mia moglie questa cosa, ha detto che sarebbe la cosa migliore.
Si, può essere fattibile, però la mia, credimi, è una provocazione. Abbiamo preso la giornata dell’orgasmo femminile come pretesto. Una provocazione legata alla natura morta del sistema che fa finta che il problema non ci sia.
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Ecco la registrazione della telefonata, se preferite:
Non mi resta che augurarvi buona giornata dell’orgasmo femminile (è domani, 22 dicembre) e invitarvi a firmare la petizione di cui si è tanto parlato:
Sul nostro Soundcloud trovate le altre “grandi” interviste di Itomi (LOL!)