Può una sola oliva in meno far risparmiare decine di migliaia di euro l’anno ad una compagnia? Vediamo, numeri alla mano, cosa c’è di fondato nella vecchia storia dell’American Airlines.

Quando si parla di ottimizzazione delle spese aziendali ogni tanto salta fuori la fantomatica storia dei 40.000$ che, nell’ormai lontano 1987, la compagnia aerea American Airlines avrebbe risparmiato togliendo una sola oliva dalle insalate servite in prima classe. La storia è riportata in diversi articoli e citata in vari libri di economia, ma non esiste una vera e propria fonte a cui fare riferimento ed alcuni la considerano semplicemente una leggenda utile come esempio, più che un fatto realmente accaduto. Vediamo quindi cosa c’è di vero.

I fatti

Si racconta che nel 1987 l’allora CEO di American Airlines, Robert Crandall, per ottimizzare i costi della compagnia pensò di togliere una singola oliva dalle insalate servite in prima classe, portando al già citato risparmio di 40.000$ annui. Le fonti però non sono concordi e c’è chi si spinge anche alla cifra di 500.000$, come ad esempio il libro “Corporate Creativity: how innovation and improvement actually happen” a pagina 107. Gli autori raccontano che American Airlines pagasse le insalate in base al numero di ingredienti: fino a 4 gli costava 60 cent, da 5 ad 8 gli costava 80 cent e le olive erano il 5° ingrediente che faceva aumentare il prezzo delle insalate di ben un terzo. La scelta fu determinata a seguito di uno studio sulle rimanenze nei vassoi nel quale si evidenziava che il 72% dei passeggeri non mangiava le olive nell’insalata. 20 centesimi a pasto sono certamente un risparmio maggiore di una singola oliva, normalmente indicata con un costo 10 volte inferiore, e le proporzioni alla fine possono tornare.

Di questo ed altre ottimizzazioni di Bob Crandall si parla anche nel famoso documentario del giornalista Peter Greenberg dal titolo “Inside American Airlines: A Week in the Life”, andato in onda nel 2004 sul canale CNBC e pubblicato in DVD nel 2007.

 

Facciamo due conti

Prendiamo un esempio in Europa, giusto per divertirci ad applicare lo stesso concetto ad una compagnia a noi più vicina e per attualizzare il calcolo ai giorni nostri. Il gruppo Lufthansa, che comprende anche Austrian e Swiss oltre a compagnie regionali come Germanwings ed Air Dolomiti, ha fatto viaggiare nel 2014 quasi 106 milioni di passeggeri su una flotta di 595 aerei, con un load factor del 80.1% (in pratica ogni 100 posti disponibili ne venivano occupati 80).

Tanto per fare un confronto, American Airlines nel 2004 ha fatto viaggiare circa 89 milioni di passeggeri, mentre la Delta Airlines oltre 129 milioni. Alitalia poco più di 23 milioni di passeggeri.

Lufthansa Group

Per prima cosa dobbiamo ricavare i dati relativi alla flotta di aeromobili in uso ed il numero di posti dedicati alle varie classi. Incrociando i dati della flotta presenti nel loro report finanziario del 2014 con la disposizione dei posti in cabina fornita da Seat Guru ricaviamo i seguenti dati:

flotta gruppo Lufthansa

In grassetto ho evidenziato i modelli di aerei utilizzati per le tratte long-haul (a lungo raggio), quelle in cui viene servito il pasto completo. In rosso i modelli che hanno anche la prima classe.

flotta gruppo Lufthansa con First Class

A questo punto sappiamo che su questi 4 modelli di aeromobile ci sono i posti di Prima Classe, quindi ci servirebbe sapere quanti ne viaggiano ogni anno. Purtroppo i dati precisi non sono presenti nei documenti pubblici, quindi useremo necessariamente un po’ di approssimazione: quando ci sono gli scioperi viene spesso indicato nei comunicati stampa il numero dei voli cancellati o garantiti, e da uno di questi ricaviamo il dato di 170 voli a lungo raggio al giorno. Altri comunicati in periodi diversi citano più o meno lo stesso numero, quindi lo diamo per buono.

Essendoci un totale di 90 aerei con Prima Classe sui 232 usati per le tratte long-haul ne ricaviamo che il 39% degli aerei a lungo raggio dispone anche della First Class.

Non sono disponibili a noi comuni mortali i dati di quante tratte al giorno fanno i singoli velivoli, quindi dobbiamo giocare un pochino con i numeri e fare una media generalizzata. Il senso del ragionamento rimane comunque lo stesso.
passeggeri in prima classe

Distribuendo equamente questi 66 voli (il 39% dei 170 giornalieri) tra i 4 modelli di aerei disponibili, abbiamo 18 mila passeggeri al giorno sulle tratte lunghe di cui il 2,35% (423 passeggeri) in Prima.

Sono più di 154 mila passeggeri l’anno in Prima Classe ai quali andremo a togliere un’oliva a testa…

Ora dobbiamo calcolare quanto costa un’oliva alla Lufthansa e non è proprio facile, visto che oltre a non conoscerne la tipologia potrebbero comprarla ovunque nel Mondo a prezzi irrisori.
Ma visto che stiamo improvvisando non avendo tutti i dati a disposizione, prendiamo il mercato italiano come riferimento dove una buona oliva nera pesa sui 5 grammi con un costo all’ingrosso di 5€ al Kg, per un costo ad oliva di 2,5 centesimi. Se invece prendo molto scientificamente il barattolo di olive taggiasche che ho in casa e ne metto una (denocciolata) su una bilancia di precisione questa mi pesa in media 1,4 grammi. Il barattolo da 120 grammi mi è costato 4,5€ e contiene 87 olive, con un costo quindi di 5 centesimi l’una. Diciamo che all’ingrosso e con buoni quantitativi la paghiamo la metà ed arriviamo anche qui a 2,5 centesimi ad oliva. Molto a spanne, verissimo, ma per i nostri calcoli va più che bene ed almeno ci consente di proseguire il discorso.

risparmio un olivaA questo punto, visto che sappiamo quanti passeggeri abbiamo nelle varie Classi, la moltiplicazione è semplice. Togliendo l’oliva solo alla Prima Classe non riusciamo a risparmiare i 40.000$ come l’America Airlines, ma basta toglierla anche alla Business ed ecco che siamo, facendo una conversione di valute, praticamente ai fatidici 40.000$ risparmiati in un anno.

risparmio 5 olive

Ma siamo ingordi e non ci basta: vogliamo risparmiare ancora di più ed eliminiamo tutte le olive dall’insalata. Poniamo che siano solo 5 e rifacciamo le moltiplicazioni del caso. Arriviamo a quasi 20 mila € per la sola Prima Classe e quasi 174 mila € annui per tutte e due le Classi.

Prendiamo a questo punto l’esempio del libro sopra citato, che riportava un risparmio di 20 cent ad insalata rimuovendo le olive (evidentemente o le pagavano di più o ce n’erano di più di 5):

risparmio 20 centil risultato ovviamente cambia ed arriviamo a quasi 31 mila € annui per la sola Prima Classe e quasi 278 mila € annui per tutte e due le Classi.

Tutto questo togliendo solo le olive dall’insalata. Ma il risparmio non è finito qui, anzi….

Andrebbe infatti aggiunto anche il risparmio di carburante dovuto al minor peso trasportato, perché 5 olive da 5 grammi (totale 25 grammi) fanno risparmiare quasi 35 tonnellate l’anno:

risparmio peso olive

Ora, sempre non sapendo quanto effettivamente costa a Lufthansa il carburante e continuando ad improvvisare, prendiamo il dato del supplemento carburante del 2014 come riferimento:

A seconda dell’area di destinazione, il supplemento relativo ai voli intercontinentali dall’Europa sarà compreso tra 80 e 200 euro per direzione per voli in economy e tra 100 e 250 euro per direzione per voli in Business e First Class.

Secondo il regolamento Europeo il peso medio di un passeggero va stimato in 85 kg compreso di bagaglio a mano, quindi le nostre 35 tonnellate di olive corrispondono a circa 412 passeggeri. Moltiplichiamolo per il supplemento carburante medio per passeggero (175€) ed avremo un risparmio aggiuntivo di 72.100 € annui.

Togliendo in pratica le olive dalle insalate si risparmierebbero dai 106.840€ l’anno (per una sola oliva) ai circa 350.000€ l’anno (20 cent in meno ad insalata). Mica male!

 

Certo, se consideriamo che le spese per i prodotti del catering LSG Sky Chefs (società di Lufthansa che si occupa dei pasti a bordo) sono state di 511 milioni di € nel 2014 per i soli passeggeri del gruppo, 350.000€ sono lo 0,068% del totale. Un’inezia. Ma sempre soldi.

Conclusioni

Dopo tutti questi calcoli, seppur con dati parziali e vari assunti, possiamo alla fine affermare che la teoria dell’oliva in meno (nome inventato per l’articolo, visto che un nome vero non ce l’ha) è dimostrabile ed applicabile anche ad altre compagnie aeree.

Il concetto alla base della teoria è che anche una microscopica ottimizzazione, se applicata a grandi numeri o ad un periodo di tempo lungo, può portare a sostanziali risparmi.

Naturalmente il motivo per cui questa teoria viene citata spesso nei manuali di economia e nelle discussioni sulle ottimizzazioni è che risulta applicabile a qualsiasi contesto economico, grande o piccolo che sia. Facciamo qualche esempio sotto gli occhi di tutti.

Avete notato che nelle confezioni di fazzoletti per il naso ci sono solamente 9 fazzoletti e non più 10? O vi siete accorti che rispetto a quando eravamo piccoli le mitiche Galatine sono diventate rotonde, garantendogli un 20% in più di caramelle utilizzando lo stesso quantitativo di prodotto?

galatine

Anche i tappi delle bottiglie di plastica, vedi Ferrarelle ed altre marche di acqua minerale, si sono ridotti in altezza facendo risparmiare diversi grammi di plastica dura per ogni bottiglia prodotta.

La teoria dell’oliva in meno è un buon sistema di ottimizzazione dei costi, che se ben elaborato non dovrebbe comportare alcuno svantaggio né per il produttore né per il consumatore (vedi il caso dei tappi) e che, soprattutto, può essere applicato anche nelle piccole cose:

  • Cosa succede se uso dei faretti da 24W invece che da 35W per le vetrine del negozio?
  • Quanto risparmio in 2 anni se attivo quell’offerta per l’ADSL al posto dell’attuale?
  • E se faccio stampare le shopper con 2 colori invece di usare la quadricromia?
  • Quanto risparmio in 5 anni comprando a scatole invece che sfuso?

Di esempi ce ne possono essere molti ma, soprattutto in piccoli ambiti, raramente ci si mette davanti ad un foglio Excel a fare proiezioni ed ottimizzazioni dei costi. Se avete un attività, che sia un negozio, uno studio od una fabbrica, provate a dedicare del tempo alla ricerca dello 0,0…% di risparmio. Potreste scoprire che la somma di tanti micro importi, singolarmente insignificanti, può portare a somme considerevoli e addirittura al risanamento di un bilancio in perdita. Garantito.