Paul Azaceta e l’occulto mondo di Outcast

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Tra i protagonisti della terza giornata del Lucca Comics and Games 2015 c’è Paul Azaceta, giovanissimo illustratore particolarmente conosciuto per Outcast, realizzato in collaborazione con quel mattacchione di Robert Kirkman (The Walking Dead).

Prossimo ad un adattamento televisivo in uscita nel 2016, Outcast è la storia di Kyle Barnes, un uomo predestinato ad avere a che fare con le presenze demoniache all’interno della sua stessa famiglia. A causa di questo Kyle decide di isolarsi, non solo dalla famiglia ma dalla società stessa, riducendosi ad una vera e propria figura di reietto, ombra di un reverendo con l’unico scopo nella vita quello di sconfiggere per sempre la presenza del demonio dalla terra. Ma se fosse Satana stesso a presentarsi alla porta di Kyle?

 

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Kirkman e Azaceta riescono a trasportare il lettore, attraverso l’esorcismo, in un mondo che fa da simbolo un po’ di quel luogo interiore in cui sono concentrate tutte le paure umane, proprio come accade al protagonista.

L’incontro non è stato incentrato sulle sfumature del fumetto e sulla sua prossima trasformazione in serie televisiva, oggetto dell’incontro tenutosi successivamente nel corso della giornata in occasione della prima mondiale del quarto episodio della sesta stagione di The Walking Dead, ma anche sullo stile di Azaceta stesso e sulla sua visione del mondo del fumetto. L’incontro tra Robert Kirkman e Paul Azaceta – afferma l’autore – è stato del tutto casuale, dettato per lo più da conoscenza e prima ancora che The Walking Dead fosse un fenomeno mondiale. Kirkman ha illustrato il progetto ad Azaceta e quest’ultimo se n’è subito innamorato, cominciando a lavorare sulle tavole. Sebbene l’horror sia nuovamente punto di forza di un’opera di Kirkman, c’è molta più interiorità in Outcast. Kirkman e Azaceta riescono a trasportare il lettore, attraverso l’esorcismo, in un mondo che fa da simbolo un po’ di quel luogo interiore in cui sono concentrate tutte le paure umane, proprio come accade al protagonista.

Il “montaggio” di ogni vignetta è studiato e misurato in base alla suspense del momento, partendo quindi da vignette più piccole per poi esplodere nel momento di maggiore enfasi.

Come già detto, la serie vedrà la luce nel 2016 con protagonista, nei panni di Kyle, Patrick Fugit mentre in quelli del reverendo Anderson Philip Glenister. Paul Azaceta, sebbene coinvolto in parte nella supervisione del progetto, si dice molto soddisfatto dal tipo di lavoro che è stato fatto, in particolar modo per la fedeltà che è stata messa nel riportare il fumetto su immagine in movimento. Sebbene il progetto di Outcast sia comunque nato con la concreta possibilità di una trasposizione televisiva, Azaceta afferma che non si è mai lasciato influenzare da questo. E nonostante le sceneggiature di Robert Kirkman siano sempre molto dettagliate e precise, dando anche diverse indicazioni sul mood ed emozione di ogni personaggio, Azaceta non si è mai sentito limitare in nessun modo. La sua creatività resta al primo posto e si lascia guidare moltissimo dalla storia e dai personaggi. Il “montaggio” di ogni vignetta è studiato e misurato in base alla suspense del momento, partendo quindi da vignette più piccole per poi esplodere nel momento di maggiore enfasi.

 

I fumetti dell’orrore funzionano meglio delle serie o dei film perché quando sei solo a leggere ti immergi in un’atmosfera molto più creepy ed efficace.

 

L’incontro prosegue andando oltre Outcast e interrogando Paul Azaceta sulla sua visione del mondo del fumetto, rivelandosi un grande fan ed estimatore del fumetto italiano.

 

I fumetti europei, in particolar modo quelli italiani, sono molto vari nello stile. Gli americani sono indubbiamente molto bravi, ma potresti tranquillamente catalogarli in un unico stile.

 

E gli italiani sembrerebbero aver inquadrato perfettamente lo stile di Paul Azaceta, la sua specialità è infatti il bianco e nero, capace di dare enfasi ai suoi personaggi e alle loro emozioni particolarmente oscure.

A differenza della pubblicazione americana di Outcast fatta a colori, sempre e comunque sotto la supervisione di Azaceta, l’italiana a cura di Salda Press, stessa casa editrice di The Walking Dead, omaggia lo stile dell’illustratore lasciando le tavole in bianco e nero.

 

Ciò che per me funziona in un fumetto è il libro stampato.

 

Il fumetto non è semplicemente la tavola in sé per sé, ma tutto ciò che va anche oltre l’autore, compresa eventuale colorazione, editing e stampa. Il lavoro completo che vede coinvolti più settori e figuri ai fini di un’opera maggiore e totale.

 

A me piace evolvere, andare oltre e vedere cose nuove.

 

Ed è con queste parole che Paul Azaceta saluta il pubblico spettatore, confidando che Outcast è ancora il suo primissimo pensiero e la continuazione dell’opera è al primo posto, ma in cantiere ad attenderlo ci sono già altri progetti ai quali sta già pensando di lavorare subito dopo la conclusione di Outcast.

 

 

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