Lo Scandalo Volkswagen: Cosa è successo e cosa significa per il Pianeta

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È sulla bocca di tutti da più di una settimana, sono state scritti fiumi di parole e opinioni, ma in pochissimi hanno raccontato la vera faccia dello scandalo Volkswagen: oltre alla evidente truffa ci sarebbe di mezzo anche un disastro ambientale bello e buono. Vi spieghiamo il perché e cosa è successo.

Partiamo dall’inizio. I regolamenti europei e americani per le emissioni massime di sostanze nocive delle nuove automobili messe in commercio. Questi regolamenti cambiano e si aggiornano di anno in anno praticamente, diventando sempre più stringenti e, almeno in teoria, garantendo un futuro fatto di auto sempre meno inquinanti e nocive per l’uomo e la natura.

In particolare gli Stati Uniti sono automagicamente diventati i più severi a livello mondiale (dopo essersene infischiati per decenni, ma sorvoliamo) e succede che una società senza scopo di lucro, la International Council on Clean Transportation, incarichi dei ricercatori della West Virginia University di testare le auto in circolazione negli USA per mostrare all’Unione Europea quanto sono “pulite” e convincere quindi la Commissione ad inasprire i regolamenti europei allineandoli a quelli americani… in particolare per quanto riguarda le emissioni di NOx, gli ossidi di azoto.

I ricercatori testano quindi su strada una Volkswagen per verificare che le emissioni di NOx siano uguali a zero, come vuole la normativa americana.

Arvind Thiruvengadam, il capo ricercatore, è gasato: saranno i primi a testare un’auto diesel su strada negli Stati Uniti:

Our happiness was, “Wow, we are going to be the first guys to test diesel cars on the road”.

Peccato che i risultati non tornano. I ricercatori testano due Volkswagen e una BMW: la BMW ha emissioni zero di NOx le Volkswagen sono invece completamente fuori scala.

Ritestano svariate volte, cambiano auto. Niente da fare. C’è qualcosa che non va.

And then, I mean, we did so much testing that we couldn’t repeatedly be doing the same mistake again and again…

 

 

Lo scandalo è svelato: Le auto Volkswagen in commercio negli Stati Uniti inquinano molto di più di quanto dovrebbero per legge.

Ma come è possibile?

A quanto pare i test per le emissioni, sia negli USA che in Europa, vengon fatti esclusivamente su banchi di test in laboratorio, mai su strada.

Se l’auto si accorge di essere su un banco di prova, le prestazioni del motore vengono degradate in modo da produrre emissioni nei limiti di legge.

Partendo da questo semplice assunto, qualcuno ha inserito nelle centraline Volkswagen un semplicissimo IF… Come spiega Consumer Reports: se l’auto si accorge di essere su un banco di prova, le prestazioni del motore vengono degradate in modo da produrre emissioni nei limiti di legge.

Come fa l’auto ad accorgersi di essere su un banco? semplice, quando si posiziona un’auto su uno di questi banchi solo le ruoti anteriori girano, mentre quelle posteriori sono ferme.

Ecco allora che è bastato, come dicevo, aggiungere un particolarissimo “IF” da qualche parte nel codice della centralina (prodotta da Bosch) per fare in modo che se solo le ruote della trazione (anteriore per tutte le Volkswagen) sono in movimento, mentre quelle posteriori non lo sono… allora procedi ad attivare il profilo “zero emissioni”.

È un codice talmente facile ed elegante che verrebbe voglia di congratularsi.

Peccato che dobbiamo ora considerare le conseguenze di queste brevi righe di codice aggiunte alle auto Volkswagen.

Certo, la casa tedesca ha potuto vendere e pubblicizzare auto che avevano contemporaneamente ottime prestazioni generali, consumi ridotti… ed emissioni all’interno dell norme europee e americane. Sicuramente hanno risparmiato soldi e potuto, alla faccia della concorrenza, ostentare soprattutto sul mercato americano la forza del diesel: economico, performante, non inquinante.

Il diesel era il cavallo di battaglia di Volkswagen negli Stati Uniti per superare Toyota e diventare il primo produttore di auto al mondo.

Proprio il diesel è (anzi, era…) il cavallo di battaglia di Volkswagen negli Stati Uniti per superare Toyota e diventare il primo produttore di auto al mondo. Da anni si cerca infatti di far “apprezzare” agli automobilisti americani quello che già in Europa apprezziamo da decenni: le auto a gasolio. In USA il motore diesel si usa praticamente solo per il trasporto commerciale (i camion per intenderci) e agricolo (i trattori e similia) ma non per le auto comuni, dove le auto a benzina sono ancora largamente le più vendute e commercializzate.

Nell’epoca del “green” e la voglia di “non inquinare” generalizzata che si respira nel continente americano ecco che i diesel puliti dovevano essere la perfetta alternativa alle auto ibride o elettriche.

Il diesel ha prestazioni migliori, costa molto meno, ha una autonomia super e, ciliegina sulla torta, inquina pochissimo.
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Lo scandalo Volkswagen non è solo una questione di cattivi tedeschi truffaldini.

Ecco quindi che lo scandalo Volkswagen non è solo una questione di cattivi tedeschi truffaldini, ma, in breve tempo, ha già influenzato totalmente il mercato americano dell’auto che da poco si stava affacciando al diesel e ora, dopo quanto accaduto, faticherà ad adottare questa “nuova” forma di alimentazione.

Che poi il motore diesel sia effettivamente potenzialmente meno inquinante e che le auto a gasolio contribuiscano meno all’inquinamento del pianeta grazie a consumi più contenuti… a questo punto è ininfluente per l’opinione pubblica americana che semplifica pensando “il diesel inquina meno, see, come no!”.

 

 

La questione americana è il meno in tutta questa brutta faccenda.

Ma la questione americana è il meno in tutta questa brutta faccenda. Seppure questo stop alla diffusione del motore diesel negli Stati Uniti comporterà la vendita di più auto a benzina e, di conseguenza, ad un maggior inquinamento globale, quanto è successo ci deve soprattutto far pensare a quanto si sia già inquinato molto di più di quanto si sarebbe dovuto, grazie ad una piccola riga di codice inserita nelle centraline di milioni di auto Volkswagen.

Scrive Paolo Attivissimo su un suo bell’articolo sull’argomento:

Secondo le stime del Guardian, l’inganno mondiale perpetrato dalla casa automobilistica rischia di aver prodotto ogni anno quasi un milione di tonnellate di emissioni di ossidi di azoto (NOx), grosso modo quanto ne producono tutte le centrali elettriche, le auto, le industrie e l’agricoltura del Regno Unito.

 

Tutto questo in realtà è niente in confronto a quanto potrebbe emergere nelle prossime settimane.

Ma questo in realtà è niente in confronto a quanto potrebbe emergere nelle prossime settimane. Pensate che le analisi dell’atmosfera da decenni continuano a rilevare livelli di NOx più alti di quelli attesi. Come è possibile? Sarà mica perché le auto in circolazione emettono molto più NOx si quanto dovrebbero per legge?

E allora il dubbio viene per forza: Vuoi vedere che Volkswagen non faceva la furba solo negli USA, ma anche in Europa? E vuoi vedere che non era l’unica ad adottare trucchetti del genere?

Le conferme ufficiali in parte sono già arrivate. Lo scandalo è di proporzioni davvero gigantesce. Si parla di decine di milioni di auto Volkswagen “truccate” per apparire più “verdi” di quanto non fossero. È di oggi la conferma che anche 2.1 milioni di Audi vendute in tutto il mondo hanno lo stesso “problemino alla centralina”.

Considerando quante auto vende il gruppo Volkswagen (che oltre a VW include Audi, Bentley, Bugatti, Lamborghini, Porsche, SEAT, Škoda…) è davvero difficile anche solo immaginare quanto abbiamo inquinato di più rispetto alle aspettative e alle leggi che ci eravamo dati negli scorsi anni.

Ecco quindi che lo “scandalo” assume contorni molto diversi da quanto abbiamo letto e ascoltato dall’informazione pubblica nei primi giorni: da trucchetto per superare controlli e risparmiare soldi il tutto è diventato sempre più un vero e proprio disastro ambientale.

 

 

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Concludo questo lungo approfondimento facendovi ragionare anche su quanto sia importante Volkswagen per l’economia tedesca ed europea. L’indotto del gruppo è semplicemente enorme. Le implicazioni per l’economia italiana evidenti viste le numerosissime aziende locali legati all’industria dell’automotive e, più nello specifico, fornitrici del gruppo Volkswagen.

In Italia è stata addirittura vietata la vendita di auto diesel Volkswagen.

Il Governo americano medita una multa miliardaria. Lo stesso sta facendo l’Unione Europea. In Italia è stata addirittura vietata la vendita di auto diesel Volkswagen e in Germania il governo Merkel ha dato solo 10 giorni al gruppo per “sistemare” le auto in circolazione, pena la messa in atto dello stesso divieto fatto in Italia. Il resto del mondo si interroga ancora su cosa fare, ma probabilmente adotterà misure simili.

Nel frattempo in dieci giorni il titolo Volkswagen è passato dai 170 dollari dello scorso 18 settembre ai 100 dollari di oggi. Una perdita mostruosa.

Già i primi privati si stanno organizzando negli Stati Uniti per fare causa a Volkswagen e chiedere danni e quant’altro gli permetta la legge americana.

Quanto si sta delineando è davvero gravissimo, sia da un punto di vista puramente economico e sociale, sia da un punto di vista ambientale.

Quello che ci premeva oggi era farvi capire almeno le basi di quanto sta accadendo: scopriremo insieme nelle prossime settimane quali saranno le vere ripercussioni, ma intanto almeno smettiamo di considerare questa faccenda come una mera “truffa”.

È, purtroppo, molto, molto di più.

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