Owen Wilson, il biondino analcolico ma frizzante

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Mi sono accorto di una cosa molto particolare, scorrendo la sua carriera: senza nemmeno rendermene conto, i film di Owen Wilson li ho visto praticamente tutti.

Non l’ho mai fatto per lui, ma alla fine le pellicole dove appare, per un motivo o per l’altro, me le sono sciroppate più o meno con gusto.

Sia perché affianca il buon Jackie Chan nel west, o perché sta in commediacce scacciapensieri che ti vedi di sera quando hai il cervello in pappa, leggerezze romantiche, derive arty-sentimentali di Woody Allen oppure opere dell’autore più amato dell’indie, Wes Anderson.

 

 

Senza contare i film di animazione ai quali presta la voce (Cars, Fantastic Mr. Fox). Che noi in Italia, ovviamente, siamo sempre destinati a non sentire.

Il biondino col nasone incastonato in una faccia da schiaffi da antologia si fa ricordare.

Non soltanto perchè adesso è pure la personificazione di un noto analcolico italiano negli spot che ci hanno ammorbato per mesi… che lo rappresenta bene: non sballa, ma è frizzante.

 

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Non ha particolari doti recitative, però di certo ha dimostrato di sapersi adattare a diversi registri accompagnandosi spesso a un’ironia dentro e fuori dal set che è una manna dal cielo.

L’immagine pubblica però, come spesso accade, non coincide con quella privata: a metà degli anni 2000, quando nel pieno della carriera usciva al cinema con Due Single a Nozze, Cars, Il treno per il Darjeeling e Io & Marley, Owen attraversa una crisi personale di cui ancora oggi non si conoscono i contorni.

Problemi sentimentali (aveva rotto da poco con Kate Hudson)? Esistenziali? Depressione e/o dipendenze da droga e alcol?

Non si sa con precisione, ma è ormai sicuro e confermato che nel 2007 l’attore si taglia i polsi e viene salvato all’ultimo minuto con le cure dei migliori ospedali di Los Angeles.

A chiamare il 911 – e a salvargli la vita – è stato il fratello Luke Wilson, proprio quello che, ironicamente, nel celebre I Tenenbaum di Wes Anderson tentava il suicidio nello stesso modo.

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In quel periodo sarebbe dovuto comparire in Tropic Thunder accanto all’amico Ben Stiller e fu sostituito da un non ancora rampante Matthew McConaughey.

Nonostante tutto, Owen Wilson è stato e continua ad essere uno dei pochi attori che riesce a saltare tra commedie, action, film d’animazione, pellicole d’autore senza troppi problemi, anche nella percezione del pubblico.

Certo, non sarà mai considerato “uno dei migliori della sua generazione” (una definizione che i critici sapienti amano e che mi fa impazzire) però è un tipo eclettico che, in tempi in cui certi attoroni faticano ad uscire dal proprio personaggio, riesce a vestire diversi panni con successo.

Mentre aspettiamo il suo ritorno nei panni del modello biondo Hansel in Zoolander 2, che si annuncia un gradito ritorno alle atmosfere completamente idiote e scanzonate del primo capitolo, ecco che nei cinema italiani arriva No Escape.

 

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Un film molto più drammatico del solito per Owen, che lo vede come padre di famiglia, costretto a lottare per la sua vita e quella di moglie e figlie quando nel Paese del sud-est asiatico dove si sono trasferiti scoppia una vera e propria guerra civile in seguito a un colpo di stato.

Meno male che accanto a lui ci sarà un ex James Bond… nel vero senso della parola: il vecchio Pierce Brosnan interpreta un funzionario dei servizi segreti statunitense che più che diplomatico si dimostra un ottimo tiratore.

Insomma, un ritorno all’action fracassone tipo il non eccelso Behind Enemy Lines, ma stavolta in salsa familiar-sentimentale. Vedremo!

Francamente trovo adattissimo Owen ai personaggi stralunati di Wes Anderson, lo apprezzo in alcune commedie e lo mal digerisco in altre.

Comunque, spinto dalla curiosità e per andare oltre al mio dittatoriale giudizio, mi sono messo a spulciare gli aggregatori di recensioni americani per vedere quali sono le pellicole che, in tutto il mondo, sono state meglio accolte da critica e pubblico, per stilare una sorta di “classifica” dei migliori ruoli.

Naturalmente ti invito a dire la tua nei commenti!

 

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Io & MARLEY (2007)

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Voglio iniziare con questo film che porta la data del periodo più buio della vita privata dell’attore, semplicemente perchè da quando ho un cane l’ho rivalutato e capito meglio.

Per carità, niente di eclatante, ma questa commedia che vede Owen affiancato da una radiosa Jennifer Aniston è una delle migliori e più misurate che abbia interpretato.

E poi, entrambi gli attori sono surclassati dal bellissimo Marley: è un vero e proprio biopic su questo splendido quattrozampe scapestrato che alla fine ci lascia devastati e in lacrime.

 

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IL TRENO PER IL DARJEELING (2007)

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Commedia drammatica (come la vita) firmata da Wes Anderson, fa di Owen il fratello che cerca disperatamente, dopo un trauma, di riunire la famiglia disgregata dopo la morte del padre.

Un film da vedere e rivedere, gradevole anche se forse uno dei più ostici di Anderson perchè meno ruffiano-cool e più leccato, dove il nostro attore se la cava egregiamente – tra le bende – accanto ad Adrien Brody e Jason Schwartzman.

Il film è stato presentato e accolto benissimo al Festival di Venezia.

 

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DUE SINGLE A NOZZE (2005)

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Una commedia che resiste al tempo e che fa ridere (incredibile dictu!), anche grazie alla coppia collaudata Wilson-Vaughn e alla bellezza di due tipette come Isla Fisher e Rachel McAdams.

I due divorzisti che si imbucano ai matrimoni per rimorchiare e si ritrovano “incastrati” dalle belle figliole del Segretario al Tesoro USA hanno avuto un sacco di successo e di ottime critiche in tutto il mondo.

E poi c’è pure la milfona Jane “La Signora del West” Seymour!

 

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PALLOTTOLE CINESI – DUE CAVALIERI A LONDRA (2000-2003)

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Nelle commedie action con Jackie Chan Owen ha perfezionato il suo personaggio del belloccio americano non troppo sveglio ma dal grande cuore e romanticone.

Non rimarranno negli annali, ma queste pellicole sono un buon divertissement per gli amanti di Jackie, che si impegna molto per far bella figura con diversi stunt spericolati.

La prima ha un buon appeal, dato che il buddy-movie nell’universo western funziona alla grande e ci sono tante piccole gustose citazioni e battute.

Il secondo film poi ci trasporta nella “magica” atmosfera della Londra di Sherlock Holmes. E c’è pure Donnie Yen che ha qualche problema con i fuochi d’artificio. BOOM!

 

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TI PRESENTO I MIEI (2000)

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Prima di fare l’eroe, però, Owen è stato il belloccio biondino perfetto fino all’irritazione, ovvero l’ex che tutti non vorremmo mai dover avere come metro di comparazione per i genitori della nostra amata.

Ti presento i miei è ovviamente campo di battaglia e di show per Ben Stiller e Robert De Niro, ma anche il nostro ha i suoi momenti e risulta maledettamente irritante così come deve essere.

 

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ZOOLANDER (2001)

 

Dite quello che vi pare, ma Zoolander ha un umorismo così intelligentemente idiota che mi fa sganasciare ogni volta. La stupidità da record dei “bellissimi” Derek & Hansel è esilarante, così come i cameo dei famosi e le scempiaggini di trama.

Ben Stiller e Owen Wilson formano una coppia dalla chimica eccezionale che poi replicherà (non prorio al top) la formula magica in Starsky & Hutch.

Non vedo l’ora di sentirmi senza cervello sparandomi il seguito al cinema.

 

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I TENENBAUM (2001)

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Opera seconda e indimenticata del già hipsterissimo Anderson, vede Owen nella giacca con frange e cappello da cowboy dell’insopportabile Eli Cash, snob drogato amico d’infanzia del problematico Richie – ovvero su fratello nella vita reale, Luke Wilson.

Bravissimo nella parte del neurotico e complessato ragazzo che vuole sentirsi parte di una famiglia non sua e vuole fare lo scrittore eccentrico, in realtà comportandosi solo come tale.

Da notare che l’attore ha anche co-scritto il film.

 

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MIDNIGHT IN PARIS (2011)

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Il film di maggior successo al botteghino di Woody Allen, che da anni continua a fare il turista in Europa realizzando film nelle città che gli piacciono. Ha vinto pure l’Oscar come Miglior Sceneggiatura Originale!

Owen è un timido sceneggiatore di cinema che vuol fare lo scrittore (aridaje) ma che viene scoraggiato da fidanzata e amici che non sono proprio il massimo della vita. Si ritroverà catapultato, durante un viaggio a Parigi, in una dimensione magica e affascinante del tempo che fu.

Allen, incredibilmente, riesce pure a infilare un super-bignami della Parigi anni Venti e della Belle Epoque magica e storica, fatta di artisti, avanguardie e amori tormentati, senza risultare stucchevole, eccessivo o didascalico. Un ottimo colpo dove qualche anno di stanca nella sua carriera.

 

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