Colpi di Stato, Rivolte, Botte da Orbi: No Escape, baby!

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Immagina di trasferirti all’estero, lontano dall’Occidente, per motivi di lavoro o di vita privata. Ti ritrovi dunque, assieme alle persone che ami, in un bel paese esotico, caotico, assolato e pieno di contraddizioni sociali e politiche. La cosa ti eccita, in fondo, perché la bolsa staticità sociale dell’Europa (e anche USA) fondamentalmente ti annoia.

Ti sei stabilito in una villetta coloniale in un quartiere tranquillo, in modo da avere tutte le comodità – a cui comunque non ti va di rinunciare – ma potendo tuffarti nella vita della comunità locale in pochi minuti.

Un bel giorno, però, succede un casino: dei militari – o forse solo dei ribelli armati, comunque pericolosi – decidono di rovesciare l’ordine costituito e prendere il potere in maniera violenta.

E, nel frattempo, decidono di fare fuori tutti gli stranieri che si trovano sul patrio suolo.

Scommetto che adesso rimpiangi un po’ la noiosa vita della provincia italiana, vero?

Se sei riuscito a immedesimarti almeno un pochino in questo ipotetico scenario, allora probabilmente potrai trovare interessante No Escape – Colpo di Stato, un film che sta per uscire nei nostri cinema (10 settembre).

Non c’è niente di più coinvolgente di vedere sul grande schermo un personaggio lottare contro tutto e tutti per sopravvivere , magari in un contesto per lui alieno e ostile.

Ancora di più se di mezzo ci sono anche familiari e amici da salvare.

Fino all’ultimo non sappiamo se ci rimetterà la pelle o no; se le persone a cui tiene ce la faranno tutte intere; se arriveranno soccorsi insperati oppure la lotta per la vita sarà solitaria e impari.

Insomma, un contesto di violenza e rivolte politico/sociali riesce a incorniciare alla grande la tensione drammatica di una pellicola.

Se la scrittura è all’altezza, si può ottenere una miscela esplosiva. Non sempre, nella storia dei film, le cose sono andate così, ma va detto che anche in un’opera poco riuscita spesso e scene di massa rimangono impressionanti.

La cosa più sorprendente non è certo il background del colpo di stato, che viene da una lunga tradizione di cinema che ha utilizzato come co-protagonisti tumulti politici e militari di stati più o meno reali.

No, non è neppure Pierce Brosnan che fa il navigato uomo d’azione “troppo vecchio per queste stronzate ma non troppo, anzi già che ci sono faccio una strage”.

 

 

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Dai, l’hai capito: il vero WTF di questa pellicola è Owen “mr. Crodino” Wilson nei panni del businessman americano trasferitosi con famiglia nel sud-est asiatico.

Sia come sia, è però giusto dare una chance drammatica-action ad un attore che in fondo qualche exploit del genere lo ha già vissuto (tipo Behind Enemy Lines).

Ma di Owen parleremo magari in un’altra occasione.

Adesso vorrei spostare la tua attenzione su alcune delle pellicole che hanno messo in scena rivolte e colpi di stato più o meno riusciti, veri o immaginari che siano. Ma non solo: sequenze di scontri, tensioni politiche, sotterfugi militari che meritano di essere (ri)visti e metabolizzati.

 

 

L’Ultimo Re di Scozia (2006)

Se sei un medico straniero in un paese africano (tipo l’Uganda) dove il governo è stato rovesciato con la forza delle armi, l’ultima cosa che vorresti è essere nominato dottore di fiducia del dittatore, credi a me.

 

 

Certo, è bello avere regaloni come Porsche e villa con piscina, ma quando poi il simpatico paziente ti chiede di essere complice di qualche piccolo genocidio, potresti anche pentirti della scelta.

 

 

Un anno vissuto pericolosamente (1982)

Un giovane giornalista rampante nel bel mezzo dell’esplosiva situazione politica dell’Indonesia del presidente Sukarno. Un film dal fascino intramontabile che, diretto dal sempre ottimo Peter Weir, ha dato a Mel Gibson una grande occasione.

 

 

Ma a spiccare è la “piccola”, solo di statura, Linda Hunt, che vinse un Oscar interpretando un uomo, il cineoperatore Billy Kwan. Sigourney Weaver fa la bella e i cospiratori comunisti ci mettono il pepe, con un tentativo di presa del potere che sarà represso nel sangue. Da vedere!

 

 

Missione in Oriente – Il brutto Americano (1963)

Di certo uno dei film meno noti di Marlon Brando, ma non per questo meno valido, anzi.

Tratto da un best-seller americano che circolò molto negli ambienti politici, il film riprende la critica al sistema diplomatico USA che lasciava molto a desiderare per arroganza e ignoranza delle culture locali.

 

 

Marlon sguazza alla grande in un personaggio ambiguo e scorbutico, un diplomatico americano che si ritrova nell’immaginario stato del sud-est asiatico, il Sarkhan, diviso a metà tra comunisti e filo-yankee. Scontri e scaramucce non mancano.

Storia incredibile: Kukrit Pamoj, il giovane studente e attivista politico tailendese che ha lavorato come consulente al film, anche come attore nel ruolo del primo ministro del Sarkhan, è poi diventato primo ministro della Tailandia (!!!)

 

 

Donne senza Uomini (2009)

Diretto dall’artista e videomaker Shirin Neshat, questo film visivamente potente utilizza lo sfondo del colpo di stato del 1953 che riportò in Iran il regime dello scià, dopo la parentesi di governo democraticamente eletto. Vicenda che vide la firma dietro del quinte di Stati Uniti e Inghilterra.

 

 

Si parla di donne e ovviamente delle contraddizioni dell’Islam: le protagoniste, che hanno storie molto diverse alle spalle, prendono scelte decisive per il loro futuro mentre fra le strade di Teheran infuria la guerriglia.

Il film ha vinto il Leone D’Argento al Festival di Venezia ed è stato distribuito in Italia dalla Bim.

 

 

 

Colpi di stato in Usa ed Europa? Voilà.

 

Sette giorni a maggio (1964)

Questo gioiellino degli anni ’60, anni in cui il regista John Frankenheimer (esatto, quello di Ronin!) girava roba fantapolitica da paura, merita una menzione.

Forse oggi è un po’ ingessato, però il colpo di stato ordito da un generale yankee contro il suo stesso presidente che vuole il disarmo nucleare parla meglio di qualsiasi saggio storico dell’aria che si respirava in quel contesto.

 

 

L’Amministrazione Kennedy collaborò, dopo aver letto la sceneggiatura, alla ricostruzione degli ambienti della Casa Bianca. JFK non riuscì però a vedere il film, ucciso pochi mesi prima della sua uscita…

 

 

 

Operazione Valchiria (2008)

Una cospirazione militare per uccidere un leader di stato.

Vabbè niente di nuovo, se non fosse che Tom Cruise & soci vogliono far fuori Adolf Hitler.

 

 

Morale della favola: avrebbero avuto bisogno di Aldo Raine e dei suoi bastardi senza gloria.

 

 

 

E adesso, scene di rivolte e guerriglie urbane assortite:

 

Watchman (2009)

Come dimenticare la rivolta contro gli eroi mascherati andata in scena negli anni ’70?

 

 

Che poi, con il Comico che ci sghignazza sopra come fosse in Vietnam, rimane impressa comunque.

 

 

V per Vendetta (2005)

Se per caso vedete qualche migliaio di persone con la maschera di Guy Fawkes in giro per le strade, chiedete se sono di Anonymous o del M5S.

 

 

In caso contrario, potrebbero crollare dei palazzi. Così, per dire.

 

 

’71 (2014)

Sei un giovane soldatino britannico e ti ritrovi abbandonato dai tuoi compagni d’arme durante il casino scoppiato per le strade di Belfast.

 

 

Proprio mentre l’Irlanda ha solo voglia di fare a pezzi ogni cosa che puzzi di Regina.
Auguri.

 

 

Gangs of New York (2002)

Praticamente New York a metà Ottocento era un po’ come un fight club all’aria aperta, solo che invece di frustrati impiegati e professionisti c’erano immigrati con gli occhi iniettati di sangue.

Lotte per il territorio e lotte contro i benestanti: botte da orbi!

 

 

Filmone di Scorsese fin troppo bistrattato, ha alcune delle scene di violenza urbana più impressionanti mai girate (anche perché in costume fanno la loro porca figura!)

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