Perché le forme di governo sono così? Perché nel corso della storia esse tendevano a mutare pressoché continuamente? Perché non ho utilizzato il presente nella domanda precedente? Sono domande a cui pensatori eccellenti si dedicano sin dall’antica Grecia.

Con questa piccola trattazione il mio proposito è quello di illustrare le risposte che vi hanno dato due personaggi in particolare: Polibio e Michel Foucault.

 

 

 

 

Che cos’è una forma di governo?

Wikipedia ci viene in aiuto:

La forma di governo è il modello organizzativo che uno Stato assume per esercitare il potere sovrano.

Facile? Teorizzare una forma di governo perfetta sarebbe possibile se fossimo macchine, Skynet non ha certo difficoltà a governare  il suo popolo cibernetico, ma i nostri governanti? Per loro la storia cambia, e parecchio.

La società è divisa in gruppi diversi, l’obiettivo ultimo di ogni classe è il conseguimento del potere e l’orientamento delle altre classi verso i propri fini completamente inconciliabili tra loro.

Queste continue lotte portano l’uno o l’altro gruppo a prevalere periodicamente a discapito degli altri: vediamo come tutto ciò è stato teorizzato.

Partiamo da tanto tempo fa.

 

 

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Storie di Polibio

Secondo questo pensatore greco esistono tre forme di governo “sane” e altrettante “malate”. Partiamo dall’inizio.

 

Siamo la tribù Piedipiatti, vivevamo le gioie e i dolori del vivere liberi da regole, nessun capo. Ad un certo punto è emerso Bunga, era il più forte, il cacciatore più abile, le tribù vicine avrebbero  tremato all’idea di combatterlo, avevamo bisogno di lui, lo adoravamo. Suscitava rispetto e abbiamo deciso spontaneamente di seguirlo.

 

Leggetevi un po’ la descrizione di Carlo Magno: alto, grosso, bellicoso e amante di donne, caccia e vino (non in quest’ordine). Caro Martin, ti ho beccato.

Il branco si riunisce attorno all’esemplare più forte, i più deboli trovano una guida.

Da notare che in questo caso ho fatto interpretare a Bunga, in quanto Robert Baratheon ante litteram, il ruolo di guida pragmaticamente parlando, storicamente tuttavia sono stati sempre più efficaci tipi di guida del tipo: tu fai e ti comporti come dico perché l’ha detto colui che non puoi vedere, e l’ha detto a me, non a te, quindi non vedo perché d’ora in poi tu non debba fare tutto ciò che dico. Se non altro per beccarti 72 vergini o evitarti fiamme eterne.

 

 

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Monarchia

Siamo nella Mon-archia, il potere di uno solo. Ecco la prima delle forme di governo “sane” di cui parlavamo prima.

Tralasciamo il perché la religione così “ratto s’apprenda” alle persone e continuiamo con il nostro racconto:

 

Bunga era un capo forte, è stato fondamentale per noi, prendevamo il cibo, le donne e soprattutto “li equini” dalle tribù vicine. Tuttavia dopo qualche tempo aveva cominciato ad abusare della sua forza, rubava galline, non voleva essere contraddetto, voleva ripassarsi ogni ragazza del villaggio e via discorrendo.

 

 

Tirannia

Ed eccoci arrivare alla degenerazione della Mon-archia: la Tirannide. Il sovrano esercita dispoticamente e violentemente il suo potere, non è prevista opposizione anzi è sconsigliata a meno che non si voglia finire in un gulag  fare una brutta fine.

 

Ormai tutti detestavamo Bunga, nessuno aveva il coraggio di fare niente finché Maratto, Robespirro e Dantone non si ribellarono apertamente e grazie anche all’aiuto di tutti noi ghigliottinarono scannarono “LO RE”. Erano bei tempi quelli, i tre ci amministravano con saggezza e giustizia portando la nostra tribù nuovamente all’epoca d’oro.

 

 

Aristocrazia

Eccoci ad una nuova forma di governo: L’aristo-crazia, il potere dei migliori. Vediamo come la situazione rapidamente cambi.

 

I nostri tre eroi cominciarono a comportarsi in modo strano, mentre all’inizio parlavano di libertà e uguaglianza per tutti indiscriminatamente cominciarono a dare la precedenza alle proprie famiglie sull’utilizzo del pozzo, più di una volta fummo assetati ma d’altronde ci avevano liberato da Bunga, non potevamo che essere grati. Arrivarono a pretendere che tutte le macellazioni fossero fatte da loro e se qualcuno osava anche solo pensare di contrariarli lo accusavano di desiderare il ritorno di Bunga.

 

 

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Oligarchia

Ecco qui che questi “migliori” non sono poi tanto “aristoi”, l’attuale forma di governo non è altro che il “potere di pochi (oligoi)”, un’Olig-archia.

Sono i migliori solo nella capacità di perseguire gli interessi della propria classe, hanno approfittato della situazione per scalzare Bunga e prenderne il posto, non perché mossi da senso di giustizia.

La storia continua:

 

Eravamo affamati da mesi ormai, la situazione era sempre tesa. Quando Masanillo fu imprigionato perchè chiedeva che suo figlio potesse mangiare come i loro  tutti noi andammo a prendere gli archi e le lance chiedendo che venisse liberato. Si rifiutarono. Noi li massacrammo tutti. I più saggi tra noi stabilirono delle regole eque di convivenza e di nuovo la nostra tribù prosperò, tutti seguivamo le regole e ognuno stava al suo posto.

 

 

 

Democrazia

Siamo arrivati alla terza forma di governo, la “Demo-crazia”, potere del demos, il popolo.

Quest’ultimo si amministra da solo sottostando ubbidientemente alle regole che si è imposto. Sembra perfetto, periodicamente tutti (beh non proprio tutti) si riuniscono e votano, vince la maggioranza. Vediamo come le cose cambino in fretta.

 

Eravamo tutti contenti finché il gruppo dei cacciatori non cominciò ad avanzare continue pretese, in quanto fornitori di cibo del villaggio, si ritenevano più importanti e quindi meritevoli di più cibo rispetto ad altri, dipendevamo da loro, non potevamo fare altro che accontentarli. Ma se i cacciatori possono avere più di altri perché noi che costruiamo le loro attrezzature non dovremmo avere di più?  Questo dicevano i fabbri e cose simili altre persone. Ben presto ognuno si sentì in diritto di prendere con la forza ciò che voleva, tempi oscuri quelli, morivamo come mosche, la tribù rischiò di scomparire per sempre.

 

 

Oclocrazia

Eccoci all’oclo-crazia, il potere della moltitudine, violento, incontrollabile, dannoso sotto tutti i punti di vista. Un’ assenza di comando (an-archia) impossibile a causa della nostra tendenza alla prevaricazione.

Proprio in quel periodo, Bungo figlio di Bunga, forte e coraggioso come il padre comincia a difendere i più deboli dai soprusi, molti cominciano a spalleggiarlo, si fece in fretta un seguito e acclamato dal popolo si proclama capo tribù sconfiggendo altri gruppi. (I detrattori affermarono che in realtà Bungo, che aveva ricevuto le armi per combattere dal fabbro, il figlio di Dantone, fosse solo il rappresentante di uno dei gruppi che in questo modo era riuscito ad affermare la propria superiorità illudendo tutto il popolo, ma sono solo calunnie senza senso).

 

 

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Anaciclosi

Questo è “il ciclo delle costituzioni” (o Anaciclosi) espresso da Polibio, riprendendo pensatori precedenti come Erodoto e Platone.

Ogni ciclo rappresenta le tre fasi di vita fondamentali, nascita, acme e declino. Proprio come il ciclo vitale di un individuo, non c’è via di scampo, la monarchia diventerà per forza tirannide come l’uomo dovrà morire, la Tyche governa ancora il mondo.

 

Anaciclosi

 

Orbene George Orwell, in Teoria e Prassi del Collettivismo Oligarchico, 1984 l’ha spiegato in modo cristallino:

Lo scopo principale degli Alti è quello di restare al loro posto, quello dei Medi di mettersi al posto degli Alti.

Obiettivo dei Bassi, sempre che ne abbiano uno (è infatti una caratteristica costante dei Bassi essere troppo disfatti dalla fatica per prendere coscienza, se non occasionalmente, di ciò che esula dalle loro esistenze quotidiane) è invece l’abolizione di tutte le distinzioni e la creazione di una società in cui tutti gli uomini siano uguali fra loro.

In tal modo nel corso della storia si propone costantemente una lotta sempre uguale a se stessa nelle sue linee essenziali.

Per lunghi periodi si ha l’impressione che gli Alti siano saldamente ancorati al loro posto, ma prima o poi giunge il momento in cui o smarriscono la fiducia in se stessi, o perdono la capacità di governare, o si verificano entrambe le cose.

Sono allora rovesciati dai Medi che attirano i Bassi dalla loro parte, fingendo di lottare per la giustizia e la libertà. Conseguito il loro obiettivo, i Medi ricacciano i Bassi alla loro condizione di servaggio, diventando a loro volta Alti.

Ben presto, da uno dei due gruppi rimanenti, o da entrambi, ne germina uno nuovo di Medi e la lotta ricomincia da capo. Dei tre gruppi, soltanto quello dei Bassi non riesce mai a realizzare i propri fini, nemmeno temporaneamente.

 

Ma è possibile un’eccezione a ciò? Secondo Polibio è da ricercare nella struttura della Res Publica romana (da non tradurre con Repubblica, ma come wiki docet: l’insieme dei possedimenti, dei diritti e degli interessi del popolo e dello Stato romano).

Essa presentava alcuni aspetti insoliti che le permettevano di sfruttare a proprio vantaggio i dissidi. Veniva istituzionalizzato il conflitto. Lottando tra di loro il risultato principale che riuscivano a raggiungere inconsapevolmente era un rafforzamento dello Stato, ricordate? Divide et Impera.

Ma perché un conflitto continuo avrebbe dovuto rafforzare la forma di governo? Perché la Forma di Governo diventa un’entità a sé stante, il potere diventa impersonale e fine a sé stesso. Questo è un punto fondamentale, forse i Romani non si rendevano conto di tutto ciò. Non sono state certo le Legioni ad aver reso Roma quel che era, di sicuro non Cesare, tanto meno Augusto, anzi il declino inizia dopo questi due tizi rei di aver “ripersonalizzato” il potere.

A parte alcune delle cose dette sull’Antica Roma, dimenticate il resto, non servirebbero per spiegare ciò che gli stati moderni sono diventati.

 

 

Detroit Race Riots  7.23.1967 12 Street on the first day of the rioting.

 

 

Foucault e il controllo

Filosofo francese e insegnante al College de France si chiede proprio cosa sia diventato il Potere nel presente, (Ripeterò spesso la parola potere,  scusatemi in anticipo le frasi cacofoniche).

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Per cominciare sostiene che tutte, ma proprio tutte le relazioni siano relazioni di potere. Caratteristica fondamentale di queste relazioni è l’ellitticità: un polo domina, l’altro è assoggettato e tali poli non si avvicineranno mai. Fondamentale è comprendere che il potere statale non si identifica in una sola persona: provate a immaginare “Lo Stato” inteso in senso generale, vi viene in mente un individuo in particolare? Se si, beh probabilmente o mi sono spiegato male o voi siete persone speciali de-soggettivate, ma la seconda è improbabile.

Cos’è questo assoggettamento? Il potere, a detta di Foucault, è produttivo (nel senso che produce soggettività) e non solo repressivo, che è l’aspetto secondario. Come si produce un soggetto? Con il Bio-Potere, potere di plasmare, indirizzare e controllare nella totalità la persona.

Cosa utilizza per fare ciò? Ci sono infinite relazioni che vedono il potere a un polo e l’individuo all’altro, da quando nasciamo, il dover seguire pedissequamente procedure indotte dall’alto ci irregimenta, produce soggetti idonei a vivere in questo tipo di società, in questo senso il potere è produttivo.

Negli ultimi due-trecento anni si sono sviluppati studi il cui oggetto di ricerca è l’uomo, basti pensare alla medicina, la psicologia, la sociologia e molti altri, tale orientamento del sapere ha dato luogo a diverse strutture il cui scopo primario è l’assoggettamento: scuole, carceri, fabbriche, ospedali ecc. (le scuole hanno un effetto collaterale: forniscono inevitabilmente gli strumenti per criticare il sapere dominante, tuttavia sono anche maledettamente efficaci per disciplinare le giovani menti).

All’uomo non viene concesso di determinare la propria vita.

Ormai le forme di governo attuali potranno anche differire di nome, ma utilizzano tutte le stesse pratiche, ecco che si interrompe “Il ciclo delle costituzioni”

Noi,
anche ad ogni cuoca
insegneremo a dirigere lo stato.

Vladimir Majakovskij

Probabilmente un buon poeta, ma quanto è in errore in questa frase…

Gli stati attuali sono complessi al di là dell’umana immaginazione, il potere del demos è ormai quasi uno specchietto per le allodole, una cuoca un comico non potrà mai governare uno stato quindi la possibilità di influire è molto ridotta.

Ricordate? Le relazioni ellittiche con due poli che non si avvicineranno mai e che all’aumentare della complessità si allontaneranno sempre più.

 

Si imprigiona chi ruba, si imprigiona chi violenta, si imprigiona anche chi uccide. Da dove viene questa strana pratica, e la singolare pretesa di rinchiudere per correggere, avanzata dai codici moderni? Forse una vecchia eredità delle segrete medievali?

Una nuova tecnologia, piuttosto: la messa a punto, tra il Sedicesimo e il Diciannovesimo secolo, di tutto un insieme di procedure per incasellare, controllare, misurare, addestrare gli individui, per renderti docili e utili nello stesso tempo. Sorveglianza, esercizio, manovre, annotazioni, file e posti, classificazioni, esami, registrazioni.

Tutto un sistema per assoggettare i corpi, per dominare le molteplicità umane e manipolare le loro forze, si era sviluppato nel corso dei secoli classici negli ospedali, nell’esercito, nelle scuole, nei collegi, nelle fabbriche: la disciplina. Il Diciottesimo secolo ha senza dubbio inventato la libertà, ma ha dato loro una base profonda e solida, la società disciplinare, da cui dipendiamo ancora oggi.

Michel Foucault

 

 

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E si arriva così al Panopticon, (pan-opticon) un tipo di carcere progettato nel 1791 da  Jeremy Bentham. Un solo carceriere poteva osservare tutte le celle in qualunque momento senza che il detenuto potesse rendersene conto.

 

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Un po’ come le tv di 1984, un metodo “semplice” per rendere ogni appartamento una cella provvedendo ad annullare ogni distinzione tra vita privata e pubblica. Questo è diventato il potere, una struttura che non ci viene imposta dall’alto, piuttosto viene interiorizzata da ognuno di noi. Non c’è più bisogno di imporre in modo violento alcunché.

La visione di Foucault è estremamente pessimista, ma non del tutto senza via di scampo: la consapevolezza di quanto detto sopra può far sorgere la resistenza (che di per sé è insita in ogni relazione di potere).

Resistere significa allora esistere, opporsi al potere, ribaltare, contrastare, criticare ciò che in prima istanza appare banale e scontato.

A voi le considerazioni sul giusto o sbagliato, il mio proposito era solo illustrarvi il pensiero di pensatori non da poco e commentando violerei una delle regole di Lega Nerd (che forse ho già violato).